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Comportamenti fotografici eco-compatibili


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avatarsupporter
inviato il 10 Luglio 2021 ore 9:52

Potremmo ripensare i nostri comportamenti di fotografi alla luce dello stato di degrado ambientale in cui viviamo? Una gran parte degli utenti del forum fotografano natura e la natura sta minacciando la stessa presenza dell'uomo in vastissime aree del pianeta per gli squilibri che con i nostri comportamenti causiamo. La superficie del deserto del Sahara e quasi raddoppiata in pochi decenni e il livello dei mari sta crescendo in modo preoccupante, tanto che gli scienziati prevedono che entro il 2040 900 milioni di persone avranno l'acqua di mare dentro casa e dovranno perciò spostarsi altrove.

Mi chiedo se possiamo cambiare i nostri modi di fotografare se sono poco eco-friendly.

Ecco i principali suggerimenti man mano che emergono nella discussione:

-Fotografare a chilometri zero, o almeno vaggiare e spostarsi con più attenzione (spostamenti in macchina non individuali e utilizzando vetture o altri veicoli a più basso impatto ambientale come biciclette treni e veicoli pubblici, ma anche automobili ibride ed elettriche).
-Essere meno sensibili al consumismo fotografico e cambiare meno frequentemente l'attrezzatura.
-Rivendere le vecchie attrezzature o anche regalarle quando possibile per ridurre la domanda e perciò la produzione di nuove attrezzature.
-Rimanere per diversi giorni in un'area per non raggiungerla ripetutamente.
-Diventare reporter del degrado nei luoghi dove facciamo fotografie (rifiuti, abusi edilizi, opere incompiute...).
-Evitare il consumismo sfrenato riducendo ogni forma di spreco.
-Quando si compra un oggetto, tenere conto della politica industriale e commerciale dell'azienda che lo produce. Molto importante la retrocompatibilita' quando il fabbricante cambia attacco.
-Anziche' comprare nuove attrezzature, usare meglio quelle che già abbiamo.
- Evitare stampe a basso costo su carte lucide perché inquinanti, dalla produzione fino allo smaltimento.
-Scattare molto meno oppure selezionare in modo "crudele" prima di fare backup, on line o in locale che sia determinando un risparmio energetico.
-Premiare le aziende che fabbricano prodotti duraturi, con servizio quasi a vita, e magari "upgradabili", comprando i loro prodotti.
-Stampare il meno possibile visionando le foto su schermo a led o, se non adeguato, su televisore a led ad alta definizione.

avatarsupporter
inviato il 10 Luglio 2021 ore 9:56

Per cominciare, partiamo dagli spostamenti.
Io mi sposto quasi sempre da solo e in macchina consumando in un anno non meno di 3500 litri di carburante ogni anno. Non so bene quanta CO2 rilascio in atmosfera per la mia passione fotografica, ma non è certamente poca o insignificante.

avatarsupporter
inviato il 10 Luglio 2021 ore 10:00

Poi ci sono le attrezzature. La costruzione di lenti a bassa dispersione comporta l'uso di elementi rari che per essere reperiti richiedono attività minerarie molto dannose per l'ambiente. Occorre in ottica e in elettronica passare dall'economia di consumo che potenzialmente riempie di scarti l'ambiente, a una economia circolare capace di riutilizzare i vecchi componenti per costruirne di nuovi.

avatarsenior
inviato il 10 Luglio 2021 ore 10:04

Se non ricordo male, spostarsi a piedi o in bicicletta ha un impatto più o meno dimezzato rispetto al treno.
Il bus o mezzo pubblico su ruote già raddoppia le emissioni.
Auto private, anche se in condivisione, mi sembra si vada a moltiplicare per 10/20 volte a seconda dei casi.
Anche le vetture ibride o elettriche, secondo l'origine dell'energia non sono tanto meglio alla fine dei conti.
Aereo nemmeno a fare i conteggi.

In pratica bisognerebbe muoversi senza motore oppure in combinazione mezzo pubblico + piedi/bicicletta per poter parlare di abbattimento delle emissioni.

Sembra facile a dirla così...

avatarjunior
inviato il 10 Luglio 2021 ore 10:08

Ciao Claudio,
in merito alla mobilità, se noi tutti riuscissimo a fare uscite fotografiche di gruppo, in tre o quattro per macchina, già ridurremmo le emissioni di CO2, polveri sottili, benzene, ossidi di azoto vari, ecc. Oppure sarebbe il caso di usare mezzi pubblici o a minori emissioni. Riguardo alla circolarità dell'economia, faccio mea culpa. Di solito, quando compro una fotocamera nuova, se la vecchia non ha più molto mercato me la tengo per ricordo. Ahimè, ho l'animo nostalgico del collezionista.

avatarsupporter
inviato il 10 Luglio 2021 ore 10:08

Grazie Anam e Nemo. In effetti potremmo anche viaggiare in macchina in due o più persone, dimezzando la nostra produzione di CO2. Pensiamo per ora a proporre comportamenti utili a ridurre le nostre "emissioni fotografiche". ;-)


avatarsenior
inviato il 10 Luglio 2021 ore 10:33

Se tutti fossimo meno tech.addicted ed evitassimo di comprare un maniera ossessivo compulsiva su base annua, nuove lenti o corpi macchina che realisticamente cambiano il più della volte in maniera impercettibile la qualità delle nostre foto… beh, schifo non farebbe di certo. Ed aiuteremo sicuramente a ridurre quelle che sono l'inquinamento derivante dalla produzione e smaltimento dei nostri “pezzi fotografici”.

avatarsupporter
inviato il 10 Luglio 2021 ore 10:57

Ok inserisco in prima pagina i suggerimenti che emergono. Grazie Flag.

user19933
avatar
inviato il 10 Luglio 2021 ore 11:17

Vivo in Tunisia e come molti sanno il problema dell'inquinamento ambientale è causato principalmente dalle buste di plastica che oramai sono presenti ovunque.
Compri due cetrioli, tre pomodori, una mela? Tre buste "azzurrine", una per ciascun prodotto, più una nera che va a contenere le tre più piccole.
Dopodiché il tutto va a finire sulle spiaggie, tra gli arbusti, per le strade, nel deserto, ovunque le porti il vento.
Non bastasse la sporcizia dei locali (i magrebini) dai canaloni siciliani arriva via mare il resto.
Non fosse ancora sufficiente qualche cargo porta i rifiuti pericolosi dalla vecchia Europa, legalmente o non.

Fotografare la Tunisia senza ripulire OGNI fotografia dalla spazzatura onnipresente è impossibile, al punto che spesso mi sono chiesto quale sia il comportamento più "intellettualmente onesto" da adottare:

1) te la faccio vedere per come è davvero: sporca!
2) ripulisco i file uno ad uno perché, in fondo, non faccio il giornalista e le mie sono foto da turista....
3) lascio la macchina fotografica nella custodia e vado oltre chiudendo gli occhi e dicendomi: "peccato"...
4) mi rimbocco le maniche e ripulisco in prima persona la sporcizia

Ecco. Ora qui la nuova moda (giovanile) è proprio quest'ultima:
Si va in un posto bello ma sporco, lo si fotografa per com'è, senza abbellimenti, poi si mettono via le macchine fotografiche e si comincia a pulire, in gruppo. Una volta terminato si passa alla vera sessione di shooting fotografico, tra foto naturalistiche, qualche dettaglio, qualche ritratto e l'immancabile foto di gruppo. Nei social più che altro finisce il "prima e dopo" per evidenziare come, volendo, qualcosina nel nostro piccolo si potrebbe fare.

Ma ovviamente questa pratica riguarda più i locali che i turisti i quali oltre a lamentarsi della sporcizia risolvono la cosa dando un calcio alla busta di plastica e sicuramente facendo uso abbondante di "cancellino" con Photoshop et similia.

Confesso di essere un po' in crisi sull'atteggiamento da tenere.
Il comportamento di alcuni ragazzi (sopra descritto) mi dà speranza ma per 10 così ve ne sono 1000 assolutamente da prendere a calci nel sedere.

avatarsupporter
inviato il 10 Luglio 2021 ore 11:30

Mi sembra che la moda giovanile è encomiabile Ramon. In Italia, la situazione è variabile. Molto degradata in campagna nelle periferie e nelle spiagge libere. Interessanti anche le tue considerazioni su clonare o non clonare le plastiche presenti in una foto. Confuso

user19933
avatar
inviato il 10 Luglio 2021 ore 11:35

Appunto dico: una busta che svolazza la puoi rimuovere con Photoshop, non è un reato, ma se invece la raccogliessi? E se una busta è solo una busta, cento buste sono ancora "dettagli da rimuovere" oppure sono (oramai) la realtà di quell'ambiente che stai fotografando? E poi ci facciamo problemi se qualcuno sostituisce il cielo con qualche bella nuvoletta in più? Non siamo un po' ipocriti? Io si. Però il problema me lo pongo.

avatarsenior
inviato il 10 Luglio 2021 ore 11:36

Anche andare a fotografare luoghi fragili ecologicamente sarebbe una pratica da evitare.
Mi vengono in mente l'islanda e le zone sub artiche, bellissima e tuttavia delicatissime.
L'ecosistema non è in grado neppure di gestire una passeggiata se moltiplicata dal turismo di massa, anche questi comportamenti sarebbero da evitare.

avatarsupporter
inviato il 10 Luglio 2021 ore 11:38

Lo scopo di interessarsi a queste tematiche è proprio quello di prevenire i futuri divieti che gradualmente potranno essere imposti.

Vincenzo potremmo parlare di fotografia naturalistica a chilometri zero. Grazie del tuo contributo.

avatarsenior
inviato il 10 Luglio 2021 ore 13:18

Tutte cose corrette, ma, sinceramente, abbastanza inutili: il comportamento del singolo sulla mobilità o sull'acquisto di obbiettivi non ha praticamente incidenza in termini "ecologici"; ridurre il numero di auto circolanti nelle città, difatti, non ha particolarmente impatto sul cambiamento climatico, quanto più sulla salute: e questo sarebbe già un buon obbiettivo, ma diverso da quello del post.

L'ecologia (intesa non come scienza) è un fatto culturale: propongo quindi di diventare reporter di quello che accade intorno a noi; la testimonianza fotografica del degrado in cui è stata conciata la nostra terra (rifiuti, abusi edilizi, opere incompiute...) solitamente ha più impatto che non fare calcoli su quanto consuma un'auto ibrida o la vita media di una plastica in mare: iniziamo a far vedere cosa significa una plastica gettata per terra

avatarjunior
inviato il 10 Luglio 2021 ore 13:45

Bravo Claudio son d'accordo con i tuoi punti.

Jack mi piace anche la tua idea di "reporter di ciò che accade", mi vengono in mente per es foto sul consumo del suolo!
Però non son tanto d'accordo sul togliere importanza ai comportamenti del singolo su mobilità o altro. Tutto può aiutare: se cominciamo a tirare indietro con la scusa che influisce poco finisce che non facciamo più niente! Quindi forza, anche il più piccolo gesto è sempre meglio di niente!

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