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Flare, Ghost, Purple Fringing e Sferocromatismo


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avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 17:30

Ho ritenuto opportuno riproporre questo articolo dedicato ad uno degli argomenti spesso citati e discussi sia nelle recensioni che nei post a riguardo di obiettivi. Non citerò Brand, perchè intendo proporre l'argomento nel modo più neutrale possibile.

Con questo articolo vorrei dare delle indicazioni oggettive, se pur osservate dal mio personale punto di vista e dalla mia esperienza in merito, per l'individuazione corretta del problema e alla sua correzione ed eventuale eliminazione.

Definizione della terminologia:

Flare : Riflessi all'interno dell'obiettivo, sotto forma di cerchi luminosi o forme allungate lungo la direzione della sorgente luminosa.

Ghost : Detto all'italiana "fantasmi". Artefatti sotto forma di aloni luminosi traslucidi, in genere di colore biancastro con sfumature, più o meno estesi all'interno del fotogramma.

Purple Fringing : Aberrazione cromatica particolare che sovrasta gli oggetti con un alone più o meno spesso, in genere di colore bluastro, ma può virare fino al viola/rosso porpora (da qui il nome).

Sferocromatismo : Aberrazione cromatica simile al Purple Fringing che però si presenta nelle zone fuori fuoco /periferiche del fotogramma. Anch'esso si contraddistigue con la formazione di aloni colorati.

Andiamo per ordine ed analizziamo il Flare

Questo problema coinvolge gli obiettivi costituiti con molte lenti, sopratutto grandangoli e forse meno i teleobiettivi spinti. Esso si forma per riflessione della sorgente luminosa all'interno dell'obiettivo, dovuto al "rimbalzo" del raggio incidente con le superfici delle lenti di cui e composto. Viene ridotto dal costruttore, a livello di progettazione, con rivestimenti superficiali multistrato e con accoppiamenti particolari di lenti. Non può essere eliminato completamente, ne scaturirebbe l'artefazione esagerata dell'immagine con perdita di dettaglio e luminosità, tale da rendere l'obiettivo pressochè inutilizzabile.


Prima di scattare si valuta sempre molto attentamente la fonte luminosa e l'attrezzatura che si ha in mano.

Se non si può eliminarlo in fase di costruzione, si può abbastanza facilmente evitarlo. Prendiamo in cosiderazione il caso più semplice, cioè che si presenti in una foto scattata con un grandangolo. Con le fotocamere digitali la presenza si nota già immediatamente nell'anteprima (ancora prima, già nel mirino se si presta attenzione), questo è un vantaggio.
Per prima cosa va osservato il paraluce, in questo caso deve essere del tipo a petali, che sia inserito nella posizione corretta: i petali più piccoli sui lati sx/dx, i più lunghi in alto e in basso. Questa forma è necessaria per ridurre la vignettatura sull'immagine, però non garantisce un'efficace schermatura della lente frontale a tutti gli angoli di esposizione. Stabilito ciò, va anche detto che nei grandangoli il paraluce non dovrebbe essere mai tolto, proprio per questo motivo.
Di conseguenza va controllato l'angolo con cui entra il raggio nell'inquadratura e quindi determinare la soluzione tattica per eliminare/rimuovere il problema o comunque contenerlo nei limiti accettabili. I metodi possono essere diversissimi: 1. Cambiare posizione per comporre la foto. Soluzione rapida ma non sempre coerente con il soggetto da fotografare. In genere i grandangoli vengono usati per paesaggi e architettura, quindi cambiando posizione può essere difficoltoso ricomporre la scena salvaguardando i dettagli a cui si vuol dare risalto. 2. Usare la mano attorno al paraluce. In questo modo si tenta di schermare il raggio che provoca il disturbo. Tecnica antica che fa parte dell'abilità del fotografo e necessità di prove sul campo, ma anche di esperienza personale. 3. Utilizzare il flare ad abellimento della foto. In alcuni casi non potendolo evitare, si cerca di dare un senso a questo artefatto, rendendolo parte significativa dell'immagine. Ad esempio ricondurre la scia all'evidenziazione di un particolare o all'abellimento di contorno. Ovviamente sarà la vena artistica personale a dare la soluzione giusta. Bisogna lavorare di fantasia, in fin dei conti la fotografia è anche sopratutto un'arte.


Visto il caso del grandangolo, passiamo al teleobiettivo o supertele. La soluzione può essere anche complicata, anche se si presenta meno di frequente. Va ricordato che il tele ha un angolo molto stretto, quindi il paraluce in dotazione fa già il suo lavoro. Ma se ti capita che la sorgente del raggio è in asse con il soggetto è un guaio. Trovare un altro angolo di osservazione può essere difficile, sia per la ripetibilità della scena o morfologia del terreno in cui ci si trova, considerando che il soggetto in questo caso si trova a distanza e con l'inquadratura stretta. Già inquadrando nel mirino ci si rende conto se la foto è possibile, magari utilizzando i consigli del punto 3. visti in precedenza.

Inoltre, questo vale in ogni caso, chiudere il diaframma non aiuta ma anzi, in certi casi, peggiora la situazione. Anche l'uso di filtri ND con polarizzatori non aiuta... non rimane che tentare di recuperare in postpropduzione.


Ghost


Il fenomeno è provocato dalla luce riflessa sulla lente frontale dell'obiettivo, a causa di un trattamento superficiale spesso inadeguato. E' il difetto fotografico di più semplice ed immediata soluzione, perchè dipende unicamente dalla sbagliata posizione del fotografo nei confronti della scena e dal mancato utilizzo del paraluce. Il problema si vede già nel mirino, quindi prima di scattare bisogna prendere le contromisure necessarie. Ci sono dei casi limite dove la luce riflessa penetra dal mirino e che per difetti del complesso otturatore/specchio viene così a formarsi l'immagine fantasma.
Coprire il mirino quando si fotografa in live view è una buona regola, anche su macchine perfette. Infatti la luce che va a colpire lo specchio influenza l'eposimetro, anche se esso è alzato. Su alcune macchine di tipo professionale il coprimirino è già integrato nella struttura stessa e si attiva attraverso un pulsante o levetta dedicata.

Purple Fringing

La regina delle aberazzioni cromatiche!

Difetto dovuto alla combinazione di molteplici fattori che coinvolgono sia l'obiettivo che il sensore. Finchè si fotografava su pellicola esso si manifestava solo con ottiche veramente scadenti e con fotocamere "giocattolo".
Con l'avvento del digitale il problema ha incominciato ad evidenziarsi sempre più di frequente all'aumentare della densità di fotositi sulla superficie del sensore.


E' dovuto essenzialmente alla dispersione delle varie lunghezze d'onda che compongono la luce. Infatti attraversando mezzi con densità diverse si ha la scomposizione di essa nei suoi fondamentali che colpiscono il sensore in punti diversi rispetto al piano di messa a fuoco, invece di concentrarsi e di comporre correttamente l'immagine. In sostanza sono gli aloni che circondano le figure in presenza di un forte contrasto o fuori fuoco, con colorazioni dal blu al rosso simili ad una cresta di contorno. Si evidenzia nelle zone a fuoco del fotogramma in presenza di forti contrasti.
I costruttori trovano diverse soluzioni interponendo nell'obiettivo lenti a bassa e bassissima dispersione in varie combinazioni, tipicamente con rivestimenti di cristalli di fluorite.
Non va sottovalutato pure il fatto che ottiche molto risolventi rispetto alla risolvenza propria del sensore, mitigano il manifestarsi del difetto.
La soluzione in certi casi non è di semplice attuazione diretta. Combinando ottiche specifiche al sensore che si sta utilizzando è sicuramente una buona strada, ma non sempre percorribile a causa dei costi elevati che possono essere sostenuti. La via più comune è la post produzione: ogni programma di editing fotografico dedica una sezione apposita alla correzione del purple fringing, color fringing o aberazzione cromatica. In questo modo si riesce a risolvere discretamente, anche se alcune volte questo influisce sulla nitidezza complessiva dell'immagine.

Sferocromatismo

Spesso scambiato per Purple Fringing che però la "fortuna" vuole che l'aberrazione appaia nella maggior parte dei casi verso i bordi dell'immagine. Infatti coinvolge le zone fuori fuoco, quindi conoscendo l'attrezzatura si può comporre la scena in modo tale da prevedere già a priori un ritaglio. Va notato anche il fatto che una errata taratura della messa a fuoco, può produrre questo difetto. Le macchine più evolute dispongono di regolazioni specifiche per la messa a punto. Con la pellicola, a quanto ricordo, ogni reflex ne era dotata, anche la più economica. Buona norma, che vale comunque in ogni caso, è di scattare sempre in RAW. Il file che viene prodotto in questa modalità consente correzzioni estremamente significative dei difetti d'immagine, ma anche la possibilità di elaborare a piacimento la scena impressa. Una nota a riguardo: questa aberrazione si rivela in particolar modo quando si usa l'ottica a tutta apertura, per mitigarla spesso è sufficiente chiudere il diaframma di 1/3 o 2/3 di stop. Per esempio su una buona ottica con f/2.8 si chiude a f/3.2 o f/3.6. Di contro chiudere ulteriormente, magari per ottenere una maggiore profondità di campo, per dire a f/11 il problema può ricomparire. Buona regola (per tagliare la testa al toro) con ottimi compromessi tra nitidezza/luminosità/profondità di campo, è di utilizzarla chiudendo di uno o due stop rispetto il diaframma più aperto.

Conclusioni

Questo mio scritto, non vuole essere la guida assoluta, ma assolutamente indicativa su come si possa correggere un'immagine affetta da tali difetti senza imputarli a guasti o malfunzionamenti dell'attrezzatura. Infatti ho notato spesso che le alterazioni vengano addebitate ad ottiche scadenti o sensori poco performanti. Il che può anche essere vero, ma entro certi limiti.
Sicuramente c'è ancora molto da aggiungere sull'argomento, ed avrei il piacere di coinvolgere degli apassionati in una discussione sul tema.
I diversi punti di vista colmano le lacune sempre presenti da considerazioni soggettive e per questo motivo ben vengano commenti e spunti ulteriori. A questo riguardo (commenti) gradirei non ci fossero richiami a specifici Brand, ma che la discussione eventuale verta solo e soltanto sull'argomento tecnico, grazie.







avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 17:48

Ammazza quanto é completo...
Cos'altro da aggiungere?

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 17:50

Ho cercato di semplificare.... spero di non avere dimenticato qualche cosa.

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 18:25

Beh...il purple fringing secondo me meriterebbe 1 maggiore attenzione e studio. Spesso leggo riguardo all'utilizzo di 1 data lente del marchio X che magari ne presenta tanto ma che si può correggere con un click.
Ecco che qs diventa 1 chiara ipotesi di disinformazione perché non é così.
E per capire ciò che dico sarebbe sufficiente fare 1 semplice prova di 1 mineral moon tra una lente molto corretta ed una meno corretta...ed é lì che, come si dice dalle mie parti, casca l'asino

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 18:36

Con un click non esiste proprio..... Poi dipende anche dal FW della macchina che per le ottiche proprietarie ha le funzioni apposite per correggerlo.

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 18:40

"..sotto forma di cerchi luminosi o forme allungate lungo la direzione della sorgente luminosa..."


No.

Il flare è solo un bagliore, un alone luminoso forte, intorno ad una sorgente luminosa forte, oppure diffuso.

Al flare, non sono mai associate figure geometriche definite, è solo un bagliore concentrato o più o meno diffuso in immagine.

Se l'ottica è veramente, ma veramente un cesso, anche una sorgente luminosa di potenza media, non forte, e nemmeno puntiforme, ma anche grande, genera un bagliore diffuso, si diffonde in tutta l'immagine e la vela, abbassa così contrasto e risoluzione.

Le ottiche prive di trattamento antiriflessi creavano flare già con poche lenti, le superfici riflettevano il 4% della luce che impattava, forte o scarsa che fosse, 5 lenti hanno 10 passaggi aria vetro, e già con sole 5 lenti si perdeva il 40%, ma normalmente di più, si perdeva la metà della luce che andava riflessa e diffusa, e finiva, appunto in flare, velo diffuso: senza i trattamenti anti riflesso, non era possibile fare ottiche con pìù di 5 o 6 lenti perchè si velavano troppo, innescavano troppo flare.

Ed proprio quello l'unico motivo per il quale tutte le ottiche nate prima della WWII avevano poche lenti.

Tutta l'Ottica come la conosciamo noi oggi sul Pinaeta Terra, tutta, e di tutto, schemi, vetri e trattamenti, l'hanno fatta da soli quelli della Zeiss, che nel 1935, con in suo il Dr. Smakula, inventò il trattamento antiriflessi, che fu, ovviamente, subito secretato per motivi militari, e che fu reso pubblico solo nel dopo guerra.

Se in immagine ci sono forme geometriche definite, ossia cerchi, raggi alungati etc, innescati da sorgenti luminose, non si parla più di flare ma di riflessi parassiti, di gosts.

"Flare", lo dice il nome stesso, è un bagliore, nulla più.

I "Gosts", lo dice il nome stesso, sono invece fantasmi, figure geometriche ben definite di un qualcosa che esiste nell'immagine ma che non esiste nella realtà, i gosts sono la rappresentazione di roba che non è reale, tipo i cerchi colorati ed i raggi di luce allungati.

Anche sul fringing, bande luminose colorate in immagine, la situazione non proprio è come la dici tu.

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 18:56

Il flare è solo un bagliore, un alone luminoso forte, intorno ad una sorgente luminosa forte.


Beh... la stessa cosa detta con parole diverse. Il senso non cambia.

Forse rileggendo bene ciò che hai scritto (quotato sopra), ti riferisci alle "bruciature" che sono un'altra cosa ancora.

Per il Ghost siamo d'accordo entrambi!

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 19:10

"Beh... la stessa cosa detta con parole diverse."

No.

Tu parli di "Riflessi all'interno dell'obiettivo, sotto forma di cerchi luminosi o forme allungate lungo la direzione della sorgente luminosa."

Quelli non sono "flare", sono riflessi parassiti.

Il flare non genera figure geometriche di nessun tipo, genera bagliore, e quello forte lo vedi bene, e subito, sembra ben localizzato, ma se analizzi bene l'immagine, scopri che quel bagliore è molto più diffuso di quanto sembri a prima vista, e se l'ottica è un cesso, la pervade visibile su tutto il fotogramma.


Comunque, l'importante è capire che esistono due tipi diversi di robuste rotture di balle con il sole o una luce forte nel muso dell'ottica, o appena fuori campo, il flare ed i gosts, poi uno si diverte anche a dettagliarli, a definirli bene, ma in uso pratico è irrilevante, perché se te li becchi bene, chiamali pure come ti pare, ma l'immagine la butti via.

....paraluce sempre e comunque, anche in poca luce e di notte, sempre!

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 19:15

e se l'ottica è un cesso, la pervade visibile su tutto il fotogramma


@Alessandro, su questo punto siamo d'accordo.


Questa parte invece non l'ho compresa bene, sarà un mio limite >>
ma se te li becchi bene in immagine, la tiri via.




avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 19:16

....paraluce sempre e comunque, anche in poca luce e di notte, sempre!


Questo è ben specificato, nel topic iniziale

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 19:34

Il paraluce va montato sempre

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2021 ore 19:40

Il paraluce va tolto solo nella Macro spinta...

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2021 ore 6:05

"Questa parte invece non l'ho compresa bene,.."

Se fai una fotografia e questa ti viene molto velata per flare, oppure se hai grossi riflessi parassiti, cerchi colorati o raggi di luce forti, oppure entrambi, non ce li levi più col fotoritocco, flare e gosts in fotoritocco si recuperamo molto male.

user12181
avatar
inviato il 30 Aprile 2021 ore 7:12

Flare con il Leica R Elmarit 100 apo macro nella riserva naturale del Bosco dei bordighi, Sondrio. Il sole era uscito dal monte di fronte, lato orobico della Valtellina (ricordo che ho molto trafficato per ridurlo, sia al momento dello scatto, con la mano, ma il sole era molto basso, sia in pp, ma alla fine mi piace così, tranne il tronco infilato nell'angolo alto a sinistra). E sì che la lente frontale è molto incassata e il paraluce è magnifico, ma il trattamento antiriflesso è evidentemente obsoleto.

www.nikonclub.it/forum/uploads/ori/201811/cff0a97f142b42c093519a409e74

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2021 ore 9:05

Murmunto.Bene,cioè male,quella del trattamento antiriflessi che hai riscontrato è una pecca degli obiettivi Leica r specie se confrontati ai contemporanei Zeiss c/y.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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