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Fotografia o Immagine? Fotografo o Artista Digitale?


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avatarjunior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 20:40

Non è semplice capire quale sia il confine dove lo sviluppo di un Raw diventa Digital Art.

Io credo che si possano fare sia fotografia che arte digitale senza scannarsi, basta avere la sincerità di dichiarare se un primo piano è stato palesemente duplicato per aggiungere un pattern o che siano stati aggiunti o sottratti elementi che rendano materialmente il tutto molto distante dalla realtà.

Non trovo nulla di male nella Digital Art, magari fossi così bravo anche io a fare editing fino a quel punto ma trovo giusto separare le cose in modo che chi guarda la foto/immagine da osservatore sappia cosa sta guardando.

Saluti, Dario

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 21:16

e qui chiudo. MrGreen

Va che hai aperto tu sto topic senza senso....

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 21:17

“ e qui chiudo. MrGreen ?


Va che hai aperto tu sto topic senza senso....


Chiudevo sulla parentesi del "manico". Azz, ma proprio mille premesse bisogna fare, ad ogni singola parola.

avatarjunior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 21:26

Le ripeto un concetto fondamentale, perché purtroppo nel mondo digitale tutto viene fagocitato.
Lei pretende di voler dare la sua definizione di fotografia in senso diacronico, pur non avendo mai preso in mano un'analogica. Non si può fare. Per esprimere un'opinione fondata su cosa sia una fotografia, è necessario conoscerla attraverso tutti i mezzi tramite i quali possa esprimersi. Perché dico questo? Perché così scoprirebbe che il fulcro del suo ragionamento è sbagliato, perché la post produzione non nasce con il digitale. Ripeto: oggi permette maggiori artifici (peraltro ben visibili), ma anche prima c'era, eccome se c'era. I sandwich non sono nati con il digitale, c'erano già oltre trent'anni fa. Ma se non ha mai provato a farne uno, non può saperlo. E per questo aggiungo: la fotografia analogica, soprattutto quella dei grandi maestri, veniva molto aggiustata in camera oscura (per quanto consentivano gli strumenti, ovviamente). Se a questo aggiungiamo il fatto che una parte delle fotografie più iconiche del Novecento sono probabilmente state create appositamente per simulare la realtà, come possiamo tirare gli orecchi ai fotografi di oggi che utilizzano gli strumenti di postproduzione?
Finisco aggiungendo che si può postprodurre quanto si vuole, ma se lo scatto di partenza non è buono, c'è davvero poco da fare.

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 21:32

E per questo aggiungo: la fotografia analogica, soprattutto quella dei grandi maestri, veniva molto aggiustata in camera oscura (per quanto consentivano gli strumenti, ovviamente).


Esatto.

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 21:40

Azz, ma proprio mille premesse bisogna fare, ad ogni singola parola.

Non sei un vero “Nerds”, loro lo sanno;-)

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 21:53

Non sei un vero “Nerds”, loro lo sanno;-)

Nah, basta vedermi per capire che lo vivo sulla pelle quel concetto e lo ricalco nei tratti. Ce ne sono tanti altri di finti Nerd invece in giro, si chiamano POSER, e vale per tanti ambiti. Sorriso

Di sicuro non mi definisco "Fotografo" (e non voglio neanche sembrarlo), quindi prendete le riflessioni (o le cazzate) dette da uno che osserva queste cose al di fuori e per cui non si sente implicato, onestamente cambia poco a me la questione Digital Art o simili. Cerco di analizzare la questione che da tempo ancora pare non risolta, ne ho la conferma da semplice osservatore delle varie correnti di pensiero anche qui, mi pare obbiettivo questo, no? A prescindere da chi lo dice. Fotografi esperti, Amatori, Professionisti.. vedo che non si trova la quadra su questo "limite" e linea sottile tra fotografia e ciò che non lo è più, chi la trova e chi non la vede, chi imparziale. Serve la distinzione? Esiste? Ditemelo voi.

avatarjunior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 22:04

Classificare è (purtroppo o per fortuna) nella natura dell'uomo, ma chi ti dice che il confine tra due cose debba essere necessariamente netto? può anche essere non ben definito ed è anche questo il bello.
Da profano, mi verrebbe da chiamare fotografia, tutto ciò che parte da un'immagine scattata con una fotocamera, ma diventa digital art nel momento in cui alcune parti dell'immagine non erano presenti nello scatto (esempio per far capire: se faccio la foto di una landa desolata e la post produco fino a farla diventare un bosco, per me quella è digital art).
Il "quando" la fotografia diventa digital art non lo si scoprirà mai. è lo stesso problema del trovare l'anello di congiunzione tra l'uomo la scimmia o trovare il valore esatto del pi greco: bisogna scavare talmente in fondo che alla fine non capisci se sei in una o nell'altra categoria (nel caso del pi greco, man mano che si scoprono cifre dopo la virgola, ci si avvicina sempre di più al decimo successivo).

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 22:11

Classificare è (purtroppo o per fortuna) nella natura dell'uomo, ma chi ti dice che il confine tra due cose debba essere necessariamente netto? può anche essere non ben definito ed è anche questo il bello.
Da profano, mi verrebbe da chiamare fotografia, tutto ciò che parte da un'immagine scattata con una fotocamera, ma diventa digital art nel momento in cui alcune parti dell'immagine non erano presenti nello scatto (esempio per far capire: se faccio la foto di una landa desolata e la post produco fino a farla diventare un bosco, per me quella è digital art).
Il "quando" la fotografia diventa digital art non lo si scoprirà mai. è lo stesso problema del trovare l'anello di congiunzione tra l'uomo la scimmia o trovare il valore esatto del pi greco: bisogna scavare talmente in fondo che alla fine non capisci se sei in una o nell'altra categoria (nel caso del pi greco, man mano che si scoprono cifre dopo la virgola, ci si avvicina sempre di più al decimo successivo).

Un concetto interessante e condivisibile.

avatarjunior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 22:38

La post produzione si è sempre fatta, in fotografia chimica (Che brutta la definizione analogica) così come in fotografia digitale. Giusto!

Quindi io che ho fatto per 20 anni diapositive che ho fatto?
La diapositiva per lo più non si stampa, non si modifica, non si processa in camera oscura, forse solo qualcosa nella gestione dei bagni di sviluppo. Nemmeno la si croppa. E quindi cos'era?

Nei mie 20 anni di diapositive ho capito che era poche cose: quello che vedevo, e quello che volevo o che riuscivo a far vedere.

In mezzo c'erano solo semplici strumenti: la pellicola, l'obiettivo e la terna esposimetrica.

Per quanto non sia un fanatico della classificazione, capisco l'afflato del nostro Nerd, e con lui condivido che la fotografia sia il dato grezzo, raccolto con la sensibilità, la percezione e quindi i limiti e i preconcetti del fotografo, per interazione della luce su un elemento sensibile, condizionato da soli parametri fisici, del sensore stesso e dell'ottica usata.
Ammetto un minimo livello di PP che consenta di rendere meglio evidenti dettagli presenti nel dato grezzo iniziale.

Tutto quanto segue è costruzione di una immagine. Dove sia giusto arrivare nella costruzione di una immagine dipende dal gusto e dall'intento dell'autore, senza porsi limiti o essere vittima di pregiudizi. Tutto è lecito, a meno che sia fatto per scopi t*faldini.
In passato, per mesi in your shot di National Geographic è stato esposto tra le scelte del redattore il primo piano di un cane con sullo sfondo i Blue Angels in evoluzione. Un momento fantastico, una foto incredibile!
Poi è stato tolto, l'autore bannato e il redattore si è scusato. Perché?
Era un fotomontaggio, e le regole del sito di allora proibivano i montaggi. Ma l'immagine era davvero bella!

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 23:11

Tra il fotomontaggio e lo scatto as is, c'è un mondo in mezzo...

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 23:12

La Fotografia cattura attraverso la luce ciò che esiste nella cosiddetta realtà, senza che quest'ultima venga alterata.
Poi sta alla bravura del fotografo catturare fotografie più o meno accattivanti, attività parecchio difficile.
Tutto il resto é solo finzione, maschera, carnevale...immagin-e-azione!
Al verbo non si sfugge...Sorriso

sì vabbè...
guarda al limite ma proprio al limite la fotografia cattura (una parte della) luce che rimbalza su quella che tu vedi come la tua realtà, che è diversa dalla mia e dalla sua. Basta togliere la luce e la realtà non è più quella catturata un secondo prima. I colori esistono solo nel nostro cervello e non sono nemmeno uguali in tutti gli osservatori. Le fotocamere digitali sono state progettate per simulare quanto più possibile lo stimolo di colore che mediamente avrebbe un cervello guardando quella scena, e lo fanno pure con un certo margine di errore insito nella tecnologia usata, non eliminabile. Lasciamo poi perdere gli ultimi due secoli di fisica che ci hanno insegnato quanto la semplice osservazione trasformi la "realtà".
Basta con questa cosa che la fotografia cattura la realtà. Abbiamo dei limiti come esseri umani nella possibilità di percepire quello che ci circonda e le macchine fotografiche che produciamo hanno quegli stessi limiti. Pensate ad esempio a quanto diversamente da noi alcuni animali percepiscono ciò che osservano. Non è forse anche quella realtà? Quale è quella vera? l'immagine che si forma nel mio cervello partendo dalla luce catturata dal mio occhio dopo che ha subito tutte le trasformazioni lasciando l'oggetto che osservo o quella che si forma nel cervello del pipistrello che scansiona la realtà per mezzo di onde meccaniche?
Accontentiamoci di produrre immagini che ci piacciono, non importa come, magari buone per comunicare qualcosa.

avatarsenior
inviato il 06 Aprile 2021 ore 23:21

io credo che la questione debba per un attimo astrarsi dal processo, che sia lo scatto jpeg in camera (o la pellicola) o la postproduzione estrema fino a giungere all'arte digitale, dobbiamo focalizzarsi invece sull'intenzione è una questione intima tra l'artista ed il suo prodotto.

Mi spiego meglio, se l'artista vuole utilizzare la realtà per trasmettere un qualcosa (emozione, denuncia, racconto, storia ecc) allora perde senso stravolgerla in favore di un prodotto totalmente o in gran parte prodotto digitalmente, se la realtà percepita (non quella oggettiva in quanto oggetto di interpretazione ed irraggiungibile) serve e deve svolgere un compito nell'immagine siamo probabilmente difronte ad un fotografo.

Diversamente se il messaggio non necessità di qualcosa di proveniente dalla realtà ma può benissimo sorreggersi con un prodotto frutto della produzione artistica siamo probabilmente difronte ad un qualcosa che non è la fotografia come classicamente intesa ma un arte digitale.

ad esempio se un paesaggio deve mostrare quanto emozionante sia un luogo che ho vissuto e visto allora non posso stravolgere il luogo in post, se lo faccio sto solo raccontando la mia emozione davanti a quel paesaggio non più il luogo, diventa autoreferenziale ed intimo non più fotografia.

In mezzo ci sono un ampia gamma di sfumature che portano ad interpretare la realtà in modo estremamente personale o arte digitale che mantiene elementi della realtà.

Per me analizzare il processo che porta alla trasformazione da foto a immagine ha poco senso, come guardare il dito e non la luna. Una riflessione che invece faccio spesso è la seguente: se si finisce per fare così tanta post che in 10 scatti lo stesso luogo fotografato da 10 persone diverse sembra invece essere per questo 10 luoghi diversi non stiamo per caso rischiando di perdere l'esperienza sociale condivisa? Quella che ci fa ri-conoscere un luogo anche se scattato da persone diverse e con stili diversi?

Stessa cosa per un ritratto, se la persona cambia da fotografo a fotografo solo perché cambia il ritocco, non rischiamo forse di non ri-conoscere più il valore del volto alla ricerca della sola bellezza che desideriamo noi stessi dimenticandoci dell'altro che ci sta davanti?

Per me il rischio della postproduzione estrema non è la perdita della realtà, quella è sempre stata sfuggente ma la perdita di uno spazio condiviso dove qualcosa accomuna gli scatti pur essendo diversi, come un linguaggio che permette la condivisione nella diversità mentre una post che crea la realtà dal nulla rischia di chiudere in una forte dinamica di solipsismo.

I difetti in ciò che inquadriamo non sono limiti ma stimoli e spesso quando ho cancellato qualcosa di sgradevole da uno scatto mi sono chiesto se stavo cancellando qualcosa di peculiare di quel luogo o solo un elemento di disturbo secondario, la differenza è molta e non è il procedimento a fare la differenza perché quello è lo stesso.







avatarsenior
inviato il 07 Aprile 2021 ore 0:11

Gente comune che chiama l'amico perchè è bravo ("fotografo") a fare foto con l'Iphone?


Scusa, che problemi hai con l'Iphone?
Forse valuti il fotografo per la grossezza dell'attrezzatura?

avatarsenior
inviato il 07 Aprile 2021 ore 1:59

Solo io ho capito che Mike non sta parlando di sanissima PP volta a sviluppare in maniera naturale la foto ma ce l'ha con chi ad esempio fa:

- Paesaggi spettacolari con cieli neri
- Aggiunte varie di uccelli e simili
- Viraggi estremi
- Saturazioni a libera scelta tra i vari canali che stravolgono completamente l'immagine
- Sostituzioni più o meno venute bene
- Dog photography e stili derivanti dall'est Europa
- Occhi che sembrano dipinti e scintillanti

Qui un esempio calzante



E ce ne sono tanti qui sul forum (ma tanti...) che lo fanno come pratica normale, il fesso sono io che aspetto i tramonti

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