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La nobiltà della fotografia di Natura


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avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 9:06

Da tempo compare tra le discussioni qui sul forum un topic che afferma la superiorità di alcuni generi fotografici rispetto ad altri, relegando alla fotografia di natura (intesa come paesaggio, macro, fauna, ecc) un ruolo marginale.

Inizialmente portai con fervore il mio punto di vista all'interno della discussione, ma il fallace meccanismo dell'autoregolazione che vige su juza e la trappola del blocco sono inesorabilmente arrivate ad estromettermi.
Riporto testuale l'autore del topic :

un mese fa ebbi una non piacevole discussione con un utente che diceva che non gli piaceva Ghirri e non capiva come potesse piacere. diceva che preferiva foto a microanimaletti nel bosco.
era un suo diritto legittimo esprimere la sua opinione.
ed è stato un mio diritto legittimo bloccarlo :)


Peraltro faccio notare che mai mi permetterei di dire che "non capisco come possa piacere Ghirri"...Non piace a me, come non mi piace il film "la grande bellezza" nonostante sia quasi unanimemente definito "capolavoro"...Ma riconosco a Ghirri una importanza nel panorama fotografico altissima...Solo, cosa che mi succede in ogni arte, ad esempio con dischi di Allan Holsworth o film di Lars Von Trier, non amo quando un autore diventa troppo "autocelebrativo"..E, parere personale, trovo che Ghirri a volte lo sia stato (ma non è su di lui che voglio incentrare la chiacchierata)

All'interno di questa discussione credo che una delle frasi più difficili da digerire sia questa:


La fotografia di serie A é lasciare un segno personale .
É ovvio che se devo fare macrofotografia sarà molto ma molto più difficile lasciare un segno perché é un genere documentaristico.
Stessa cosa per la fotografia paesaggistica : il grande impegno é soltanto nel scegliere la prospettiva e aspettare la luce giusta.
In questi due generi nonnc'é pensiero , non c'è costruzione , e non c'è cultura.c'è tecnica e attrezzatura.e pazienza .
C'è una bella foto , ma che non sarà mai buona.


Mi piacerebbe discutere con voi del perchè esista ancora questa convinzione, che ovviamente ritengo assolutamente senza senso. Sarebbe interessante portare esempi di fotografi di natura che attraverso le loro immagini ci comunicano qualcosa di loro stessi, che con i loro scatti veicolano un messaggio importante.

Personalmente ritengo che la causa di questo Bias cognitivo sia da riscontrare nel pericoloso antropocentrismo che contraddistingue l'uomo praticamente da sempre. Una manifestazione più ampia di egoismo che sostanzialmente ci sta portando, ancor prima che a snobbare la fotografia di natura, a distruggere il pianeta in cui viviamo...

Ritengo, e qui faccio io un paio di esempi di autori che oltre a documentare "la natura" mettono parte di loro stessi nello scatto, che fotografi come Vincent Munier e Guy Tal siano veramente degli esempi iconici di quanto possa essere potente e comunicativa la fotografia di natura..
Impossibile sfogliare "Artico" senza provare una sensazione di smarrimento misto a meraviglia, claustrofobia ed insieme Agorafobia....
Impossibile osservare i paesaggi intimi di Guy Tal senza intravedere brandelli della sua anima...
Se questo succede, se niente di tutto ciò ci raggiungere, la causa credo debba essere cercata al nostro interno, e non certamente in una presunta minore "Nobiltà" di un genere rispetto ad un altro...


A voi..

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 9:13

mi ritrovo d'accordo con quello che dici Angus. Non perchè la mia passione sia la naturalistica a mano libera, anche se per lavoro faccio altro ( cerimonie) .
Fotografare la natura ti insegna ( o dovrebbe farlo) il rispetto verso il soggetto, la pazienza, ti cala in un mondo in cui davvero tu uomo non sei l'elemento centrale, e a me personalmente è servito tantissimo. Fare macro a mano libera mi ha insegnato a cogliere il momento pensando velocemente a composizione, luce e sfondo e messa a fuoco ...
Non dovrebbero esserci preclusioni o preconcetti, a definire mediocre una foto davvero non è il soggetto ripreso, ma il modo in cui il fotografo ha ripreso quel soggetto, quindi caso mai è il fotografo a lavorare in modo mediocre...

avatarjunior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 10:44

Il meccanismo è sempre il medesimo, sono in pochi quelli che si immedesimano nella visione altrui e si sforzano di capire cosa ci sia di bello, complesso o ricercato in qualcosa che non gli appartiene. E' assai facile, per altro, giudicare con superficialità QUALUNQUE genere fotografico a categoria non solo a B ma anche C o D così come è altrettanto facile arricchire scatti appartenenti a qualunque genere con una dietrologia ed una serie di contenuti iperbolici che, probabilmente, l'autore nemmeno si era sognato.

In ultimo, ci sono anche tanti utenti che trovano molto più piacevole intavolare discussioni sui massimi sistemi fotografici e cercare di diffondere le proprie convinzioni nel tentativo di fare proselitismo piuttosto che fotografare. Anche qui, come nel caso delle foto o dei generi che possono piacere o non piacere, credo sia giusto lasciar fare a chi è interessato e passare oltre per coloro che non lo sono.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 10:50

Beh Angus non so chi sia l'autore delle perle di saggezza che hai testé riportato, ma francamente le sue affermazioni non valgono l'inchiostro virtuale che sprecherei per commentarle.

Ah... non conosco neppure Ghirri, e visto che queste sono le premesse mi guardo bene dal conoscere anche lui.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 10:54

la fotografia per me è una e una sola, si tratta di cogliere un attimo e fermarlo per sempre, poi la bellezza è negli occhi di chi guarda.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 11:04

@Damiana
Si, concordo con il tuo ragionamento. PEraltro, in molti casi trovo anche o che la macro a mano libera a aiuti a uscire da alcuni stereotipi e permetta visioni alternative e più personali...Ovviamente no sempre è praticabile, ma spesso è un'ottima alternativa

@Ivan
Superficialità direi parola chiave

@Paolo
Ghirri, sebbene no mi piaccia, ho trovato sensato studiarlo un poco...Ho sfogliato libri,lletto di lui, guardato foto e frequentato mostre di suoi scatti...Però è proprio espressione di un modo di fare arte che non mi coinvolge...Certo, in alcuni ambienti e circoli fa figo dire che piace...

@Roy
Personalmente penso e spero che nella fotografia possa esserci anche qualcosa di più del registrare un attimo (gesto, certamente, già di per se stra potente)

avatarsupporter
inviato il 01 Marzo 2021 ore 11:06

Bravo Angus. Bel post

avatarsupporter
inviato il 01 Marzo 2021 ore 11:17

Negli anni sono passato da un genere all'altro. Faccio ancora, occasionalmente, street. Anzi la foto su cui ho ricevuto più apprezzamento qui su Juza è proprio una street (e nello specifico penso a ragione).

Credo che per apprezzare qualcosa bisogna capirlo. E parteciparvi. Per anni ho guardato le foto di naturalistica pensando che fossero inutili perché alla fine riproducevano quanto potevo trovare su una enciclopedia. Ora le apprezzo e faccio quasi solo quelle , ma ti confesso che non so quanto sia per il risultato oggettivo che vedo e quanto perché mi immergo nello scatto vivendo l'esperienza vicaria di chi ha scattato. Allo stesso tempo resto meno affascinato dalle foto di paesaggio, salvo alcuni casi, che ormai trovo tutte uguali e non mi trasmettono più facilmente le sensazioni di anni fa.

Tutto per dire che inevitabilmente ognuno di noi filtra con le proprie esperienze i messaggi di comunicazione (ogni foto lo è) che riceve.

Quindi quando vedo che una lepre variabile o un ermellino in spot di luce suscita meno interesse e attenzione di uno scoiattolo ripreso al parco non resto amareggiato, semplice mi rendo conto che trasmette sensazioni forti solo a quei pochi matti che si caricano un supertele sulle spalle per raggiungere arrancando nella neve un habitat remoto, viverlo, e condividerne la rappresentazione con chi vive simili esperienze. E ringrazio il buon Dio che non siano tanti quanti quelli che si vedono sui navigli prima della nuova zona arancione MrGreen

avatarsupporter
inviato il 01 Marzo 2021 ore 11:19

Per chiarire: non vi è superiorità di generi ma solo sintonia di collettivi più o meno ampi tra cui certi canoni di comunicazione e significati sono condivisi e riconosciuti come di valore, a mio parere

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 11:31

Le due parti quotate sono raccapriccianti.
Bloccare un utente, solo perchè esprime un'opinione diversa, significa ripudiare la ragione stessa che ha portato alla nascita dei forum: discussione e scambio di conoscenze.
Per il resto credo che si possa interpretare, o almeno provare a farlo, in maniera personale qualsiasi genere. Serie A e serie B lasciamole al campionato di calcio.
La macrofotografia è un genere documentaristico nella misura in cui si occupa di illustrare i trattati di botanica. Se viene interpretata in maniera creativa offre possibilità espressive infinite, e lo stesso vale per il paesaggio.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 11:31

Angus concordo principalmente con quanto hai detto.

Secondo me c'è un punto che può portare a considerare generi di serie A e di serie B, ed è appunto come dicevi l'egocentricità dell'uomo.
Cerco di spiegarmi meglio, la foto di due? anni fa di quel bambino naufrago morto sulla spiaggia ha sicuramente colpito tutti, ed è normale che smuova più quella foto che quella di un orso bianco straziato dalla fame.
Il fatto è che secondo me in questi casi si confonde la buona fotografia con la forza del messaggio.
Un reportage fotografico sulla plastica avrà sempre meno forza rispetto ad un reportage di guerra, nonostante magari il primo sia fotograficamente anche più valido.

Facendo un paragone sportivo è come dire che il calcio è uno sport di serie A mentre il tennis di serie B solo perché il primo fa più breccia nel cuore della gente.

avatarsupporter
inviato il 01 Marzo 2021 ore 11:34

Peda personalmente non mi convince scindere.
La fotografia, nel momento in cui pubblicata, è un mezzo di comunicazione.
Visuale anziché testuale.
Il messaggio lo vedo intrinseco.

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 11:44

Fabrizio trovo assolutamente centrato il concetto di filtro...Credo che il passo necessario sia capire però che un filtro c'è...E' il concetto di Bias cognitivo che non risparmia nessuno...Ciascuno deve cercare di andare oltre, non tanto per "apprezzare" un genere, quanto per capirne ed accettarne il valore....

Bloccare un utente, solo perchè esprime un'opinione diversa, significa ripudiare la ragione stessa che ha portato alla nascita dei forum: discussione e scambio di conoscenze.

E' il motivo per cui, alimentando le ire di chi amministra sto forum, continuo a ritenere che affidare la regolazione delle discussioni allo strumento blocco bypassando la moderazione sia profondamente sbagliato...
Potenzialmente uno ha potere di censura e può portare avanti discussioni "bolla" che promuovono concetti oggettivamente sbagliati e perchè no disinformazione....

Peda anche la "forza" del messaggio può essere filtrata in modo soggettivo, io credo...

avatarsenior
inviato il 01 Marzo 2021 ore 11:59

Certo che il messaggio può essere filtrato in maniera soggettiva ma in genere ci sono generi, campi, situazioni che come genere umano sentiamo inevitabilmente più vicini.

Faccio un esempio drastico, fotografia di food, possono essere foto ottime, con una certo stile dato dal fotografo ma alla fine sono foto che servono per sponsorizzare un piatto e quindi devono "solo" stimolare l'appetito dell'osservatore.
Ecco che una foto di food, per quanto impeccabile non potrà mai smuovere coscienze.

Detto questo, ribadisco che per me ogni genere ha pari dignità; i ruoli che avranno nella società ovviamente saranno diversi.

user12181
avatar
inviato il 01 Marzo 2021 ore 12:05

"Mi piacerebbe discutere con voi del perchè esista ancora questa convinzione"

Io credo sia essenzialmente da ricondurre alla scarsissima importanza che la natura ha avuto nella cultura italiana, soprattutto negli ultimi tre secoli. L'umanesimo rinascimentale aveva invece una notevole sensibilità per la natura, basti pensare alla filosofia della natura, in particolare Giordano Bruno. Lo stesso Galileo, pur apparentemente distante da Bruno, è figlio del rinascimento, entrambi sentono fortemente l'influenza del neoplatonismo. Naturalmente anche l'aristotelismo rinascimentale aveva una forte impronta naturalistica, ma condizionata da un essenzialismo meno aperto a una visione quantitativa e matematica rispetto al neoplatonismo, che sin dal '400 il pensiero del grandissimo Cusano aveva arricchito della fondamentale categoria di relazione funzionale. Questa estraneità per la natura è ancora più vera per la cultura delle masse, riplasmata e strettamente controllata, a partire dal medioevo, dalle categorie oltremondane e antinaturalistiche della religione cattolica (guarda caso intollerante fino alla condanna sia di Bruno sia di Galilei, e prima di loro aveva avuto problemi con i difensori dell'ortodossia cattolica anche Cusano, vescovo e cardinale, ma tedesco, a conferma della sensibilità germanica e nordica, cimmeria direbbe Goethe, per la natura...).
La rivalutazione di Bruno ad opera del romanticismo tedesco è sintomatica, per contrasto, della situazione italiana. In Italia gli stessi che si dichiaravano romantici avevano scarsissimo interesse per la natura, si occupavano di altri temi e di polemiche politico-letterarie piuttosto provinciali.

P.S. Il Cantico delle creature è un caso piuttosto raro nella cultura cattolica, ma d'altra parte S.Francesco aveva fortemente rischiato di essere anche lui trattato da eretico.

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