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Le Tematiche dell'Hifi


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avatarsenior
inviato il 23 Febbraio 2021 ore 18:05

Trovavo roba crown in discarica anni fa: erano apparecchi molto spartani da rack... Ma siccome mancavano i controlli di tono e, soprattutto, il tasto loudness, li lasciavo li.
Pero' avevo capito che erano dei finali.

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2021 ore 17:08

Esiste il suono analogico?

Non esiste il suono analogico.

Come giustamente affermato dal prof. Romani docente di acustica, il suono analogico non esiste... in natura.
Citazione:


In natura non esistono segnali veramente analogici.
Le varie forme di trasmissione comunemente chiamate “analogiche” in realtà si basano su una discretizzazione più o meno fine realizzata dalle varie soluzioni fisiche adottate. La risoluzione di un LP è limitata dalle dimensioni delle asperità si cui striscia la puntina e, siccome queste vengono erose durante l'ascolto, un LP non suona mai due volte nello stesso modo. Il nastro magnetico possiede dei domini di magnetizzazione di dimensione finita e la loro struttura determina la risposta in frequenza del nastro e la quantità di rumore. In un filo elettrico il segnale è portato da un flusso discreto di elettroni e, infine, il suono nell'aria è veicolato dal moto di molecole di gas.
La caratteristica comune di queste discretizzazioni è che tipicamente sono completamente scorrelate dal segnale dando origine ad un rumore di fondo che in alcuni casi (il filo, l'aria) è quasi completamente inavvertibile, in altri casi (gli LP e i nastri analogici) è avvertibile ma (a parere di molti) meno fastidioso delle alterazioni introdotte dal digitale.


Anche in campo analogico può essere presente rumore correlato (per esempio la distorsione dell'amplificatore o le interferenze tra i cavi di alimentazione e quelli di segnale).


__________________


avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2021 ore 17:19

Parametri che caratterizzano un amplificatore di potenza

Come dobbiamo interpretare i diversi fattori che caratterizzano un amplificatore, ovvero quali sono i dati da considerare? A parte la potenza cosa ci interessa? Che significato hanno il dumping factor (fattore di smorzamento) , le curve di carico limite, l' headroom, lo slewrate?

Passiamole in rassegna...

Innanzitutto il dumping factor detto anche in italiano fattore di smorzamento è indicato con un numero e rappresenta il rapporto tra l'impedenza del carico e l'impedenza interna dell'amplificatore vista ai suoi morsetti di uscita. E' bene quindi indicare il fattore di smorzamento ad una determinata frequenza e una detereminata impedenza di carico.

DF= Zc/Zi

Facciamo ora due ipotesi: il caso di ampli con un carico di impedenza di 8 ohm e con una resistenza interna lo stesso di 8 Ohm e il caso di un ampli con resistenza di 0,08 Ohm; nel primo caso abbiamo un Dumping Factor uguale a 1, mentre nel secondo caso uguale a 100.

Ora direte voi si, ma a noi che ci frega tutto ciò? ci frega, altro che, se ci frega.

E' importante che la potenza dell'ampli venga dissipata sul carico e nel primo caso metà della potenza finisce all'interno dell'ampli . P= V*V/ Zi+Zc.
Nel secondo caso invece Zi è un valore molto basso e tutta la potenza è pressochè trasferita sul carico.

Come sappiamo gli ampli valvolari hanno un'elevata resistenza intenza che fa si che il DF risulti basso e raramente raggiunge e supera un valore maggiore di 10. Supponiamo ora di aumentare l'impedenza di carico a 16 ohm. In tal caso a a parità di resistenza interna dell'ampli il DF aumenta e nel nostro valvolare che aveva un' impedenza interna di un ohm, il DF passa da 1 a 2 e la potenza d'uscita in tal modo sale, essendo la Ri non più uguale a Rc ma solo la metà. E questo il motivo per cui nei valvolari all'aumentare dell'impedenza di carico si ha generalmente un maggiore trasferimento di potenza.

Supponiamo ora di collegare il nostro amplificatore a un diffusore e notiamo che il woofer messo in movimento dall'ampli, al cessare della corrente che l'ha sollecitato, emette una serie di movimenti di smorzamento. Essendo l'altoparlante un dispositivo elettromagnetico a sua volta esso stesso genera secondo la legge di laurentz, una forza elettromotrice contraria a quella che l'ha messo in movimento .

Una bassa resistenza interna dell'ampli annulla molto più velocemente lo smorzamento dell'altoparlante e tale f.e.m.. Se nei sistemi a sospensione pneumatica la compressione e rarefazione del volume interno aiutano l'altoparlante a raggiungere molto velocemente la posizione di riposo, sicuramente un sistema Bass reflex, è molto aiutato nello smorzamento da un ampli con elevato DF ovvero con elevata resistenza interna (quindi consigliati gli ampli a stato solido e sconsigliati i valvolari).

Cos'è ora lo slew rate ?

lo slew rate, è una grandezza elettrica che indica la velocità, espressa in unità di tempo, di cui è capace di reagire un dispositivo o un amplificatore, sollecitato sul suo ingresso, da un impulso di tensione, il cui valore, da minimo a massimo, è contenuto in un tempo brevissimo. Si esprime in Volt/per microsecondo.

Si usa generalmente come segnale un onda quadra. La sua deformazione d'uscita ci dà notevoli indicazioni di come l'ampli reagisce a sollecitazioni improvvise, picchi istantanei, transitori eccetera. La pendenza di salita ci fornisce il ritardo con cui l'ampli reagisce alla sollecitazione e la pendenza di discesa di come al cessare della perturbazione l'ampli ritorna in standby.

Chiaramente grossi ampli capaci di generare elevate correnti sul carico, sono generalmente, se ben progettati, dotati di slew rate eccezionali.

Molto vicino allo slew rate è l' headroom che altri non è che la capacità dinamica di un ampli ovvero la potenza extra che puo' generare un ampli rispetto al valore nominale per un basso valore di distorsione predefinito. Headromm elevati sono significativi della capacità dell'ampli di aumentare la loro potenza per un valore determinato di tempo, grazie a una evidente alimentazione progettata allo scopo. Esempio se io sto ascoltando a un watt di potenza media probabilmente nei picchi raggiungerò i 100 watt disponibili dell'ampli. Avere una capacità dinamica di un certo numero di decibel ovvero avere la possibilità di poter superare quel limite di 100 watt, anche se per brevi istanti di tempo (che sono i picchi musicali), mi offre la possibilità di ascoltare a una potenza media superiore a quel watt sopracitato.

Introduciamo ore le curve di carico limite .

Le curve di carico limite sono la rappresentazione grafica per un dato amplificatore di come varia la corrente e tensione di uscita al variare dell'impedenza del carico.





Quando parlo di corrente massima non intendo la corrente di corto circuito che molti costruttori indicano.
Mi viene da ridere vedere ampli di 100 watt dichiarare una corrente d'uscita di 20 ampere.... ma quando mai! quella casomai è la corrente che circolerebbe in caso di corto circuito prima della bruciatura istantanea dei transistor finali.
In ogni ampli esiste un punto di lavoro di tensione e di corrente che insiste su quel carico.

Questa è una curva di carico limite di un valvolare con uscite a 8 e 4 Ohm in regime impulsivo e continuativo
La curva è rilevata per punti e i punti di prova sono stati scelti con carichi da 2 fino a 16 ohm. Come si vede la potenza non supera mai i 100 watt anzi è al di sotto anche dei 90. Le potenze sono rappresentate dalle rette inclinate a 135°. La potenza impulsiva è sempre maggiore di quella continuativa. Se analizziamo la continuativa vediamo che con uscite a 4 ohm la potenza a 16 ohm di carico è circa 30, 8 watt (P= V*I; I=1,4 ampere; V=22volt) mentre con l'uscita a 8 ohm e impedenza di carico sempre a 16 ohm la potenza diventa 57 watt (P=V*I; I=1,9 ampere; V=30 volt).

A 2 ohm di carico l'uscita di 8 ohm fornisce una potenza di 31 watt, mentre con un carico di 8 ohm la potenza è di 80 watt. Quindi bene se questo amplificatore è dichiarato di 30 watt in qualsiasi condizione...male perchè è dichiarato di 80 watt e 110 di picco, e gli 80 watt li raggiunge solo in determinate condizioni. In ogni caso la corrente non supera mai i 6 ampere.



avatarsenior
inviato il 04 Marzo 2021 ore 16:06

Quando la Marantz era un'azienda americana.

C'era una volta un tizio chiamato Saul Bernard Marantz. Era nato nel 1911 a New York ed è scomparso nel 1997, essendo stato un pioniere nello sviluppo di componenti audio ad alta fedeltà.

Un uomo dalle molte sfaccettature - fotografo, chitarrista classico, graphic designer, collezionista di arte cinese e giapponese - Mr. Marantz era affascinato dall'elettronica sin dai suoi giorni d'infanzia a Brooklyn. La passione per la musica lo portò ancor giovane alla costruzione dei primi componenti audio per alta fedeltà.

Negli anni 1950 e '60, il nome Marantz è già diventato sinonimo di prodotti audio piacevoli da guardare, facile da usare, resistenti e dal punto di vista sonoro ottimi. Lavorando insieme agli ingegneri audio del calibro di Sidney Smith e Richard Sequerra, Marantz produsse una serie di componenti a valvole che diventarono pietre di paragone per l'industria hi-fi nascente. Molti di questi prodotti, come il modello 9 amplificatore e il sintonizzatore modello 10B, sono diventati dei classici ancora presenti in molte abitazione di appassionati.

Con l'avvento della tecnologia dei transistor nei primi anni '60, Marantz immette sul mercato un altro prodotto di riferimento, il sintoamplificatore Modello 18. E 'stato uno dei primi esempi, di alta qualità di ciò che un ricevitore, poteva essere.

Per i progettisti audio più giovani, il nome Marantz, in quegli anni, simboleggiava chiarezza di visione e l'integrità di scopo. Nel 1974 un giovane, allora sconosciuto , un certo Mark Levinson, aveva completato la progettazione di uno dei suoi primi prodotti che poi immise sul mercato e dovendo capire se il suo prodotto fosse idoneo per il mercato, lo portò a Saul l Marantz per una valutazione.
'' Quello che mi ha sempre impressionato dei prodotti Marantz e' l' elegante semplicità, l' economia e la simmetria, '' ebbe a dire una volta Mark Levinson, '' In un certo senso, Marantz è sinonimo di costruzione classica. Ogni apparecchiatura è accuratamente progettata in modo che, una volta che un prodotto è finito, non necessita di nessun cambiamento, in sede di produzione. ''

La svolta che porto Saul B. Marantz in gioventù a interessarsi di prodotti audio è oramai storia. Infatti, è cosa nota che, dopo aver prestato il servizio militare nell'esercito durante la seconda guerra mondiale, Marantz e sua moglie, Jean Dickey, si stabilirono in Kew Gardens, Queens. Un giorno, nel 1945, Marantz tolse l'autoradio dalla sua Mercury del 1940, dove raramente l'ascoltava, e la porto' a casa per migliorarla e utilizzarla lì.

Il trapianto richiese la costruzione di un'elettronica supplementare e Marantz si mise all'opera per perfezionare la riproduzione del suono nel suo salotto. Mettendo insieme più parti e suggerimenti presi sulle sue frequenti visite in un negozio di Harvey Radio a Manhattan, costruì' il primo prodotto un preamplificatore di alta qualità chiamato il '' Consolette. ''

Le qualità del suono di questo prodotto cominciò a diffondersi in tutta la scena hi-fi emergente, e Saul Marantz si trovò improvvisamente ad essere un imprenditore, anche se su una scala di piccoli numeri. Poi nella sua impresa entro' un certo Mr. Smith, un ingegnere affascinato dal senso di Saul sulle possibilità di riproduzione del suono. La loro partnership creativa portò la Società Marantz alla ribalta mondiale.

Il perfezionismo di Saul Marantz e di Smith, se da un lato fu il successo della Marantz di Sunnivale (l'azienda era ubicata infatti a Sunnivalle in California), d'altra parte portò la società originale a una sovraesposizione finanziaria e questo accadde infatti per i costi eccessivi di sviluppo per la progettazione del sintonizzatore mod. 10B ad opera di Smith e Sequerra (che poi ha dato vita ad una propria società che ha portato alla costruzione del migliore sintonizzatore analogico mai costruito).

Nel 1964, Marantz fu venduta a Superscope Inc. e da allora è passata attraverso diverse mani. L'attuale proprietario, Philips Electronics NV, ha reso però omaggio al fondatore dell'azienda Saul Bernard Marantz, reintroducendo le copie quasi esatte dei prodotti originali con il nome di Marantz Classics.

Marantz è rimasto a capo della sua società come presidente onorario, fino al 1968 e poi si è ritirato. Nel 1972, ha co-fondato la Società Dahlquist, azienda di diffusori di alta qualità, nella quale è rimasto come presidente fino al 1978 . Ha poi contribuito a formare due nuove imprese audio, la New Lineage Corporation e Eye Q altoparlanti, oltre ad essere stato nel frattempo membro di diverse organizzazioni professionali, tra cui l'Audio Engineering Society. Ha assunto inoltre il ruolo di vice presidente e membro del consiglio di amministrazione dell'Istituto di Alta fedeltà.
Grazie alle esperti mani di Ken Ishivata, anche lui scomparso da poco, ingegnere responsabile dello sviluppo dei progetti, Marantz è diventata sinonimo di qualità, sia nel campo dei lettori CD/SACD, sia nel campo degli amplificatori integrati e finali.
Tra i migliori prodotti Marantz ricordiamo il pre 3300 il finale 250 e gli integrati 1030, 1060,1090 e il 1200 oltre agli attuali ki Pearl

avatarsenior
inviato il 16 Marzo 2021 ore 20:39

La signorina Reed-Solomon MrGreen
www.instagram.com/p/CMfSjhoMPQH/?igshid=y7sjg67j5l6w

user19159
avatar
inviato il 16 Marzo 2021 ore 22:44

In un impianto Hifi, l'elemento più debole condiziona tutta la catena . Si ma quanto bisogna spendere per un lettore? sapendo che il suono dipende dal 98% dal convertitore, direi che un lettore (meglio multiformato che legga bluray, dvd , cd, superaudiocd) costa anche 200 euro, direi di rimanere in un intorno piccolo a piacere: 500 euro è già troppo. Per un convertitore semplice che legga l'alta risoluzione, file iso(quelli derivanti dal ripping di superaudio CD), file flac wav mp3 all'occorrenza, direi di andare dai 100 ai 6/700 euro. 1000 euro è già troppo.


Rispondo nello specifico a questa affermazione, sperando di non aver frainteso quanto intendevi. Se così fosse, parafrasando "l'avvelenata" di Guccini puoi anche sputarmi addosso. MrGreen

Ogni sistema ovviamente dovrebbe essere costruito affinché le sorgenti possano essere pienamente sfruttate dall'amplificatore a cui sono collegate. E quindi debbano essere all'altezza. Se collego un lettore CD Denon da 300 euro ad un McIntosh MA 7900 da 11.000 euro sono un cre*ino. E' ovvio che i CD si sentono lo stesso, ma l'impianto è sbilanciato.

---------

Quale è la sorgente più in voga? Un tempo avrei detto il giradischi. Qualche anno fa il CD player. Oggi direi tablet, pc oppure quell'aggeggio che abbiamo sempre con noi.


A questa tua domanda purtroppo devo rispondere con un triste "si". Oggi la sorgente più utilizzata è uno smartphone che viene collegato il più delle volte ad un diffusore scadente o utilizzata con quei ridicoli auricolari che oggi vanno tanto di moda.
Ma trovo ci sia una motivazione a questo.

Con l'avvento della musica digitale è venuta sempre meno quella che io definisco "educazione all'ascolto". Intendo dire che si è sviluppata una cultura "usa e getta" e la musica non viene più considerata come un qualcosa di tangibile. Di conseguenza si è progressivamente perso l'interesse nell'acquisto del supporto fisico. E da collezionista trentennale che compra non meno di un centinaio di dischi all'anno mi costa tantissimo affermare ciò.
Impensabile che un adolescente nato in piena epoca mp3, iPod, smartphone abbia la mentalità del vinile, del negozio di dischi se nessuno gliel'ha insegnata o tramandata.

Questo, inevitabilmente, ha portato la maggior parte delle persone a fregarsene della qualità. Alla fine basta ascoltare. Quando qualcuno viene a casa mia e sente suonare le mie Bowers & Wilkins mi sento dire che non ha mai sentito un suono più pulito. Per me è la normalità. E' solo che lui la musica la ascolta con un dispositivo Amazon Echo....

avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2021 ore 0:02

Ogni sistema ovviamente dovrebbe essere costruito affinché le sorgenti possano essere pienamente sfruttate dall'amplificatore a cui sono collegate. E quindi debbano essere all'altezza. Se collego un lettore CD Denon da 300 euro ad un McIntosh MA 7900 da 11.000 euro sono un cre*ino. E' ovvio che i CD si sentono lo stesso, ma l'impianto è sbilanciato.


E' sbilanciato per diversi motivi.

Primo fra tutti un cd player denon da 300 euro ha all'interno un convertitore che vale meno di 20 euro, quando si sa che per il 95%, il suono dipende dal convertitore. Anche un lettore da 20.000 euro non ha molto curata la parte di conversione ed è ampiamente dimostrato che anche un lettore EMMlabs da 20.000 euro possiede un convertitore all'interno inferiore qualitativamente a un matrix-audio da 700 euro.

Secondo il McIntoshMA7900 , IMHO non è un integrato valido per il prezzo che costa. si puo' spendere molto di meno separando anche pre da finale, ottenendo una qualità molto più elevata con minor spesa.

Interessarsi di musica liquida e avere come supporto un HD, non implica necessariamente ascoltare mp3, ma anzi quasi esclusivamente alta risoluzione su impianti ben dotati e non necessariamente di soli 200 watt per canale. Le B&W 800 sono ottimi diffusori, ma richiedono necessariamente più di 500 watt per canale.
Le 802 e 803, hanno woofer troppo piccoli a mio avviso. Da preferire se si riescono a trovare usate delle 801 matrix III. Fuori da B&W esistono diffusori anche migliori (esempio le spendor Sp100R2 , le ATC SMC150, le Wilson Audio Sasha, le PMC MB2S etc)

avatarsupporter
inviato il 17 Marzo 2021 ore 1:11

Impianto ottimizzato moderno low cost che si sente benissimo ?
Kef LS 50 Wirless 2 (2.500 euro) + Iphone con Tidal Hifi oppure via cavo collegato a qualsiasi sorgente, che ha ampli e dac incorporati (sono diffusori attivi come i migliori monitor).

Nel 90% delle situazioni e' la soluzione migliore. Che secondo me sistemi tradizionali piu' impegnativi necessitano di ambienti trattati o che si prestano bene all'ascolto (la stanza dove sta l'impianto deveessere adatta).

user19159
avatar
inviato il 17 Marzo 2021 ore 10:22

Probabilmente è un limite mio, ma pur utilizzandolo (sono abbonato), non riesco a considerare lo streaming come una "buona sorgente". Sia chiaro, lo uso tantissimo, lo scorso anno ho acquistato un sinto amplificatore di rete Marantz che, via wifi, può ricevere qualsiasi tipo di audio da ogni dispositivo mobile presente in casa. E di questo faccio largo utilizzo. Eppure le soddisfazioni che mi da un CD o quando uso il mio Planar 3 con un buon vinile non sono le stesse.

avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2021 ore 17:17

Lasciando da parte il giradischi che è una sorgente analogica, il cui discorso sarebbe troppo lungo, perchè ritieni che File ad alta risoluzione non ti diano maggiori, se non uguali soddisfazioni di un cd?

Il cd è formato da pit e land che vengono converititi in zero e uno, creando in tempo reale un file digitale, ma con una risoluzione 16 bit/44.1 kHz in cui possono essere presenti anche errori di lettura che i circuiti del lettore non hanno corretto. Un file acquistato da case discografiche ad alta risoluzione ovverossia 24/96 fino a 32bit /384Khz scevro di errori, denominato bit perfect, è senz'altro meglio, e questo non ha niente a che fare con dispositivi mobili, ma solo con la lettura di detti file memorizzati su HD collegati all'impianto hi-fi.

user19159
avatar
inviato il 17 Marzo 2021 ore 19:18

Dati tecnici alla mano il tuo discorso ci sta tutto. Nessuna obiezione.

La mia era piuttosto una riflessione sulle affermazioni che hai fatto nei due post con cui hai aperto questa discussione.

Secondo me 9 utilizzatori su 10 di servizi di audio streaming (e non credo di esagerare) non sarebbero in grado di distinguere audio in qualità standard dall'audio Hi-Res presenti in servizi quali Tidal e Qobuz semplicemente perché... non dispongono di impianti adeguati che possono far spiccare questa differenza.

Tuttavia.. allo stesso tempo non so se un audiofilo che possiede un impianto importante possa sempre e comunque preferire un file ad un supporto fisico quale è il CD. Ho provato a cercare info a riguardo, ma non ho trovato nulla.

In ambito audio è una questione ormai annosa che trova parecchi pareri discordanti. Specialmente con l'avvento dei file in formato lossless e lo streaming Hi-Res

Questione che, ad esempio, non ha ragione di esistere per quanto riguarda il video perché è palese che un disco BluRay HD o UHD avrà sempre e comunque una qualità audio/video superiore rispetto a qualunque servizio in streaming attualmente disponibile sul mercato. Anche se in questo caso servono comunque una buona TV e un buon lettore BD.

avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2021 ore 21:56

Secondo me 9 utilizzatori su 10 di servizi di audio streaming (e non credo di esagerare) non sarebbero in grado di distinguere audio in qualità standard dall'audio Hi-Res presenti in servizi quali Tidal e Qobuz semplicemente perché... non dispongono di impianti adeguati che possono far spiccare questa differenza.


... e sono d'accordo con te perchè è necessario avere una sensibilità di cultura elettrotecnica per districarsi nelle specifiche ed comporre un impianto adeguato. Molti si affidano a negozianti e a riviste, dove bisogna saper leggere ed interpretare. Faccio un esempio è facile spendere anche 15.000 euro per una coppia di diffusori da stand dove non potranno mai rendere come una coppia di diffusori da pavimento con woofer da 30 cm. Tanto vale prendere una copiia di diffusori da stand da 2000 euro e dotarsi di un buon subwoofer, anche se riviste e la narazione storica ci inducano a credereche un sub sia il male assoluto. Certo la coerenza di un sistema a tre vie non posso raggiungerla con un sistema minipiù subwoofer, ma sempre meglio che qualcosa di deficitario, anche se di estrema qualità.

Non sono fautore dello streaming tipo Tidal e Qobuz, ma fautore per l'acquisto di file ad alta risoluzione presso etichette come ad esempio www.hdtracks.com/

Tuttavia.. allo stesso tempo non so se un audiofilo che possiede un impianto importante possa sempre e comunque preferire un file ad un supporto fisico quale è il CD. Ho provato a cercare info a riguardo, ma non ho trovato nulla.


Ti posso assicurare che oramai da qualche anno l'audiofilo usa come sorgente principale musica liquida con file ad alta risoluzione acquistati dalle varie etichette musicali. Forse non sei addentro e/o molto presente diversi forum

Se vuoi provare dei file ad alta risoluzione scrivimi in privato. L'importante e che tu abbia una rete in fibra.

avatarsenior
inviato il 18 Marzo 2021 ore 10:54

Ciao Bergat, approfitto della tua competenza per un quesito.

Ho fatto un giro sul sito hd.tracks.com e ho visto che molti dischi sono disponibili in vari formati, ma quale è la differenza sostanziale dello stesso disco a 88,2 kHz 24bit e quello a 92kHz 24bit?

user19159
avatar
inviato il 18 Marzo 2021 ore 11:35

Come regola generale più bit ha un suono più sarà definito a livello sonoro, più la frequenza di campionamento è alta più la gamma tonale sarà definita. Se prendiamo come riferimento un master analogico la sua controparte digitale sarà maggiormente fedele nel caso di un'alta frequenza di campionamento.

avatarsenior
inviato il 18 Marzo 2021 ore 11:59

Capisco le differenze tra lo stesso disco a 92 e a 176 kHz, ma le differenze tra lo stesso disco a 88,2 e a 92 kHz sono tali da giustificare due versioni o c'è un altro motivo che io non conosco?

Era questo il senso della mia domanda, forse non ero stato chiaro.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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