RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Sirui AM-254 - AM-258 review


  1. Altro
  2. »
  3. Articoli
  4. » Sirui AM-254 - AM-258 review


Sirui AM-254 - AM-258 review, testo e foto by Angelillo. Pubblicato il 03 Gennaio 2021; 7 risposte, 5156 visite.


Alla ricerca del cavalletto da viaggio perfetto


Il cavalletto da viaggio dovrebbe essere compatto, leggero, rigido, utilizzabile senza doversi abbassare … e magari non troppo costoso, visto che lo si deve portare in viaggio con il rischio di furti o più semplicemente di abusi.
Caratteristiche contrastanti: il cavalletto da viaggio perfetto non esiste, a prescindere dal costo. Ma ci sono soluzioni possibili e accessibili?
Ho cercato a lungo, ho fatto diverse scelte sbagliate, e … non ho trovato una soluzione, ma forse un buon compromesso sì.
Ho percorso tutte le fasi della ricerca nerd: lettura di di quanto disponibile sul web (recensioni, specifiche, esperienze altrui … ), acquisizione enciclopedica delle variabili e dei prodotti, lunga meditazione delle conoscenze acquisite e, infine, acquisto del primo cavalletto: un Nest NT-6264CT. Un buon treppiede in carbonio di un costruttore cinese. Non mi sono trovato male, ma l'uso mi ha fatto scoprire molte cose: difficilmente si opera in condizioni ideali (cioè calma piatta, superficie di appoggio piana e assolutamente rigida) ed è sufficente un medio tele e un po' di vento per rendere assai arduo scattare con tempi lunghi; la colonna centrale è comoda, ma amplifica i problemi di stabilità quanto più la si alza; la rapidità di sblocco, la qualità di serraggio delle gambe, la qualità dei materiali e la loro risposta alle variazioni di umidità e temperatura cambiano la fruibilità di un cavalletto e il tempo impiegato per raggiungere il risultato desiderato.
Così sono arrivato a formulare le mie specifiche: il mio cavalletto da viaggio/escursione deve arrivare almeno a 115-120 cm di altezza senza la colonna centrale (sono basso), deve essere rigido e smorzato 'sì da poter scattare con l'autoscatto a 2 secondi con su un obiettivo da 200 mm in condizioni non ottimali, deve occupare poco spazio sia in valigia sia attaccato allo zaino, deve essere facile da livellare per fare panoramiche, deve essere leggero, deve mantenere una fruibilità accettabile in condizioni avverse.
Alla fine è l'identikit della versione mini di quei cavalletti dalle grandi gambe e senza colona centrale che i cacciatori fotografici portano attaccati sotto il loro fantasmagorici 600mm F4.
Un cavalletto così esiste? Si. Ad esempio la RRS da tempo ha in catalogo il TFC-14 giunto alla seconda versione. Se si consultano le prove di David Berryrieser di TheCenterColumn.com, lo si scopre in cima alla graduatoria dei cavalletti da viaggio per rigidità misurata e ingombro, superando anche il Gitzo GT1545T Traveler, che conserva la colonna centrale. Una cosa accumuna questi due campioni: il costo esorbitante. Ma nella graduatoria, un poco più in basso, si scopre un cavalletto dalle caratteristiche esteriori molto molto simili: il LeoFoto LS-284C, che sembrerebbe quasi un clone cinese del RRS. La rigidità misurata non è certo a livello del TFC-14, tuttavia i valori raggiunti sono di tutto rispetto. Soprattutto il costo è molto inferiore.
Questa prova ha portato una certa risonanza a Leofoto, tanto che i prezzi dei loro cavalletti sono cresciuti e non sono più così contenuti come una volta.
Per fortuna una serie di costruttori cinesi hanno iniziato a distribuire in occidente dei prodotti (molto) simili: Jusino AF-284C e Sirui AM-284 (Artcise CS60C è un'alternativa che ha fatto da poco la sua comparsa).
Sirui è un marchio presente da anni sui nostri mercati, apprezzato per i suoi cavalletti da viaggio e per le teste a sfera; per ora mi pare quello meglio distribuito in Europa (e potenzialmente anche meglio assistito). Basta fare un giro su Amazon per avere i prezzi aggiornati dei prodotti: al momento della stesura di questa prova il Sirui è più economico del Leofoto, ma più costoso dello Jusino. Alla fine ho scelto Sirui, non solo perché è un marchio conosciuto, ma anche perché sono un felice possessore di una testa Sirui K-10X.
Del Sirui AM-284 esiste anche un fratello minore, l'AM-264, più leggero di 200g, con le sezioni delle gambe un po' più piccole, e con un ingombro leggermente inferiore.
Nella tabella seguente ho riportato alcune caratteristiche:


Come si presenta
I Sirui AM-284/254 si presentano bene: essenziali e curati. La base per la testa a sfera è smontabile per premettere l'inversione del bullone per poter avvitare teste con filettatura da 3/8” o da 1/4”. Di lato è presente una filettatura per usare braccetti laterali a sostegno di accessori (porta cellulari, supporti …). Lo sblocco e il blocco delle gambe è abbastanza veloce, e le sezioni sono smontabili per la pulizia. I due modelli sono molto simili, ma rimossa la base per la testa, si scopre che la crociera dell'AM-284 è alleggerita per diminuirne il peso, mentre quella dell'AM-254, più piccola, non ha tale lavorazione.


I cavalletti Sirui AM-284/254 possono essere acquistati con o senza testa A-10R, in dotazione ci sono tre chiavi esagonali, tre punte in acciaio da sostituire ai piedini in gomma quando serva, la borsa per il trasporto con tracolla, in moschettone per agganciare pesi al di sotto della crociera del cavalletto. Nella foto c'è anche la colonna centrale SL-200, inseribile fra cavalletto e testa per ottenere altezze di lavoro superiori ai 120 cm (a scapito ovviamente della stabilità), accessorio da acquistare a parte.
Una nota sulla testa A-10R: sulla carta ha caratteristiche simili a quelle della K-10X, per peso e diametro della sfera (33 mm). Tuttavia la A-10R è strutturata in modo di avere il dispositivo di serraggio non al di sotto della sfera, ma su un fianco, così da diminuire l'altezza dell'insieme. In più la A-10R permette la rotazione della clamp cui si connette la fotocamera (o l'obiettivo) in modo indipendente dalla rotazione della base, peculiarità assente sulla K-10X. Questo accorgimento permette di realizzare panoramiche orizzontali senza la necessità di livellare il cavalletto agendo singolarmente sulle gambe. Tuttavia la tenuta e la rigidità della A-10R sono inferiori a quelle della K-10X (ho effettuato diversi test e prove che spero di poter riportare in un altro articolo). Inoltre la presenza della possibilità di ruotare la clamp comporta due controindicazioni: il carico sostenibile in verticale è limitato proprio dal blocco di rotazione della clamp superiore, che non può sostenere (per come è concepito e realizzato) carichi similari a quelli della sfera; il serraggio di questo blocco comporta un movimento verso l'alto dell'inquadratura (orizzontale), fastidioso soprattutto con teleobiettivi e nelle riprese a distanze ravvicinate.

Prestazioni
Come quantificare le prestazioni dell'insieme cavalletto – testa?


Ho utilizzato due configurazioni: la sulla Canon EOS M5 ho montato un Samyang 135 mm F/2, un'ottica da 970 g con montatura EOS M. La macchina è fissata alla testa tramite una staffa a L, l'insieme pesa 1465 g con il paraluce ed è molto sbilanciato verso l'obiettivo. Per la seconda configurazione ho montato sulla stessa macchina, via adattatore, un Tamron 150-600mm. L'insieme pesa 2811 g ed è fissato sulla testa tramite l'anello di supporto dell'obiettivo. Usato a 600 mm l'insieme è moderatamente sbilanciato in avanti. Si tratta di due configurazioni scelte per far risaltare i problemi dei cavalletti e delle teste e ricercare i limiti dei sistemi.


I cavalletti usati nelle prove sono (dall'alto in basso): Gitzo GT3542, Sirui AM-284, Sirui AM-254, Nest NT-6264CT; la testa: Sirui K-10X; configurazione: gambe alla massima estensione, colonna centrale, ove presente, completamente abbassata, paraluce montato sugli obiettivi.
Sfogliando le caratteristiche dichiarate dai costruttori tutti i componenti (treppiedi e sfera) hanno peso massimo ammissibile eguale o superiore ai 10 kg, dunque i 3 kg scarsi del setup Tamron non dovrebbero costituire un problema per nessuna combinazione.


Come punto di partenza ho eseguito una serie di scatti con scatto ritardato di 2 s per vedere se le vibrazioni indotte dalla pressione del pulsante avessero qualche effetto sul risultato finale. Prima conferma, i risultati (testa Sirui K-10X, Tamron 150-600mm a 600 mm, 2s f/11 100 ISO) dei treppiedi sono sovrapponibili, ma, prima sorpresa, il Nest, ha prestazioni leggermente inferiori: con un ingrandimento del 200% si percepisce una nitidezza in po' inferiore a quella ottenuta con gli altri treppiedi.
Gli altri tre cavalletti danno risultati sovrapponibili.
Per simulare una situazione sfavorevole ho posto un ventilatore da pavimento, con un diametro delle pale di circa 46 cm a 40 cm circa dalla testa a sfera, funzionante alla massima potenza, in modo che un robusto flusso d'aria investisse obiettivo e macchina. Non avendo un anemometro non posso quantificare la velocità dell'aria, probabilmente è qualcosa paragonabile al più con una brezza tesa (12-19 Km/h). In queste condizioni le cose cambiano.


Il migliore è il Gitzo, al quale segue l'AM-284, l'AM-254 e ultimo il Nest.
Il Gitzo 3542, è inserito come riferimento di un treppiede di categoria superiore, dimostra il suo valore, ma neanche lui riesce a tenere fermo un 600mm sollecitato da un po' di vento.
Il Samyang 135mm f/2 è un obiettivo un po' più possibile per dei cavalletti da viaggio. Vediamo allora come si comportano i treppiedi più leggeri con un carico inferiore. Per quanto riguarda lo scatto ritardato di 2s, non si evidenziano differenza di sorta in tutti i casi. Anche il Nest, con un carico inferiore e una focale meno estrema non mostra differenze apprezzabili con gli altri cavalletti.
Ovviamente più interessante il comportamento sotto una certa sollecitazione (alias ventilatore):


In tutti i casi c'è un degradamento dell'immagine quando l'insieme è investito dal flusso d'aria. Il Nest è evidentemente il peggiore, mentre i due Sirui sono molto vicini fra loro, con un minimo vantaggio a favore dell'AM-284. La differenza fra i due Sirui è comunque molto ridotta, la si percepisce con ingrandimenti del 300 %. Non è detto che tali differenze non possano essere dovute alle variabili di ripresa: occorrerebbe utilizzare strumenti più accurati, acquisire i dati e pesarli per arrivare a conclusioni scientificamente valide. Ad ogni modo, in queste condizioni, il Sirui più piccolo porta a risultati finali quasi sovrapponibili a quelli ottenuti con il modello più grande.
Il Nest permette lo smontaggio della colonna centrale e il montaggio della testa praticamente sulla crociera centrale.


Un rapido test con la configurazione Tamron (a 600mm, testa Sirui K-10X, gambe completamente estese) evidenzia (ingrandimento 100%) come la presenza dell'accoppiamento fra colonna centrale e corpo del cavalletto riduca la rigidità e smorzamento: senza la colonna il ritardo di 2s è sufficiente a smorzare le vibrazioni indotte dalla pressione del pulsante di scatto; anche le oscillazioni provocate dal flusso d'aria dal ventilatore sono inferiori.


Conclusioni
Di fatto nessuna scoperta: i carichi massimi dichiarati dai costruttori hanno una utilità in condizioni reali assai “limitata”, la rigidità è legata alla sezione delle gambe (ma anche al tipo di costruzione e alla realizzazione), la colonna centrale (anche retratta) tende a peggiorare la rigidità; infine con venti anche medi e focali lunghe … tutti i cavalletti hanno problemi.
Ma se non si vuole esagerare con la focale e il carico (in realtà sarebbe più corretto parlare di momento d'inerzia dell'insieme fotocamera obiettivo), e con sollecitazioni non eccessive (brezze) si possono ottenere risultati soddisfacenti anche con il piccolo AM-254.
Certamente l'AM-284 fornisce un certo margine di sicurezza rispetto al fratello più piccolo, un margine che si paga con 200 g in più e con ingombri leggermente inferiori.
I teleobiettivi che si portano in viaggio tendono ad avere peso ed ingombri (ovvero momento d'inerzia) contenuti: di solito si preferisce al 70-200mm f/2,8 la versione f/4 o zoom con apertura massima anche inferiore, obiettivi più leggeri e meno sbilanciati del 135mm f 2 utilizzato nel test (il mio apprezzatissimo Canon EF-S 55-250mm f/4-5.6 IS STM pesa meno di 400g). In questi casi l'AM-254 contribuisce al contenimento del bagaglio senza detrimento sostanziale delle prestazioni, essendo consapevoli che comunque, se le condizioni di vento si fanno severe, nulla potrebbero cavalletti di ben altro costo e dimensioni.
Questione chiusa? Non proprio. Il cavalletto è funzionale al corredo usato in una certa situazione: per una escursione in cui sia necessario usare un 100-400mm, o giù di lì (paesaggio, animali …), il peso e l'ingombro del corredo sarebbe condizionato da siffatto obiettivo e i 200g in più dell'AM-284 non sarebbero, proporzionalmente, gran cosa a fronte di struttura più adatta a lavorare a 400mm e con pesi (momenti d'inerzia) più grandi.
Ma io non ho un 100-400mm, inoltre qualche annetto sulle spalle reclama zaini sempre più leggeri e consiglia non più la ricerca del meglio in assoluto, ma del buono possibile. Quindi il mio nuovo compromesso da viaggio è il Sirui AM-254.




Risposte e commenti


Che cosa ne pensi di questo articolo?


Vuoi dire la tua, fare domande all'autore o semplicemente fare i complimenti per un articolo che ti ha colpito particolarmente? Per partecipare iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti, partecipare alle discussioni e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.





avatarsenior
inviato il 04 Gennaio 2021 ore 20:10

Ciao, intanto bravo per l'articolo.
Qualche giorno fa avevo scritto anch'io, in maniera meno approfondita, una recensione del AM-254 e del AM-223.
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3819675

Per quanto riguarda ciò che hai scritto sono sostanzialmente d'accordo.
Personalmente però trovo che usare lo scatto ritardato di 2 secondi sia una scomodità alla quale si può benissimo ovviare con un telecomando a filo, costa poco e ci consente anche di scegliere meglio il momento in cui scattare.
Altra considerazione che mi lascia perplesso è sulla velocità del ventilatore, quel tipo di ventilatore sembra abbastanza potente e messo a velocità massima penso produca davvero tanto vento.
Questo te lo dico perché spesso vado a fotografare il mare durante le mareggiate e il vento picchia forte ma nonostante tutto i treppiedi avuti hanno sempre retto abbastanza bene.
Ad esempio qua, se ricordo bene, eravamo intorno ai 40 nodi, ovvero oltre i 70km/h.
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3462802&srt=data&show2=1&l=it

Comunque ottima recensione.

avatarjunior
inviato il 04 Gennaio 2021 ore 21:40

Grazie.
Per quanto riguarda la velocità del flusso non avendo un anemometro non saprei proprio quantificare la velocità con precisione. Una stima spannometrica l'ho rilevata sul tempo che l'aria ci mette ad attraversare la mia stanza, però è ben lungi da una qualche tipo di misura. Il ventilatore è bello grosso, fa comodo per poter investire tutto il complesso della macchina - obiettivo. Probabilmente avendo una sezione del flusso elevata i ventilatori grandi non necessitano di produrre velocità elevatissime per muovere molta aria.
Certamente l'uso di un telecomando a filo o wireless è comodo per tante ragioni, quì ho scelto il ritardo di 2s per vedere cosa succede con una sollecitazione contenuta in condizioni ottimali. Sono rimasto sorpreso dell'effetto sul Nest, cioè di quanto incida il serraggio della colonna centrale.
L'AM-223 è interessante, ci ho fatto un pensiero anche io.
La testa A-10R non mi è piaciuta un gran che perchè non regge bene i pesi e vibra più della K-10X. Ho fatto diverse prove paragonando 4 teste a parità di cavalletto e carico (e ventilarore). La A-10R è meno rigida della K10X. Una specie di involuzione. Probabilmente il livello costruttivo è più basso e il prezzo della A-10R ancora troppo alto. Tornando indietro prenderei il Sirui AM-254 senza testa.

avatarsenior
inviato il 05 Gennaio 2021 ore 12:45

Sulla testa A-10R non sono così insoddisfatto, anzi tra tutte le teste avute (sempre quelle in kit con il treppiede scelto all'epoca, sempre Sirui) direi che è la migliore che abbia avuto.
Certo che, come dici te, la seconda rotazione (quella sulla clamp) può essere un problema sugli scatti in verticale.
Ho fatto sta mattina alcune prove, se monto il Tamron 70-210 F4 più la D7500 (1,5kg), in verticale, usando la staffa dell'obiettivo la situazione rimane salda.
Se invece monto il tutto attaccandola dalla piastra sotto la macchina (quindi aumentando il momento) allora il bloccaggio della rotazione della clamp va in sofferenza.


avatarsenior
inviato il 25 Gennaio 2021 ore 23:07

Come peda ho preso anche io il 254, solo gambe, utilizzerò la mia Genesis LPH-30 come testa

avatarsenior
inviato il 05 Febbraio 2021 ore 14:07

Genesis LPH-30

;-)

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2021 ore 13:06

Ottima recensione

avatarjunior
inviato il 24 Settembre 2023 ore 20:38

Grazie, articolo interessante e ben strutturato.





 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me