| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 19:19
L'evoluzione dei sw di editing permette con sempre maggiore facilità l'aggiunta, l'eliminazione o la sostituzione di elementi nelle fotografie digitali. Non solo: ormai anche il merito di avere grandi capacità d'uso di questi applicativi sta venendo meno grazie ai nuovi algoritmi AI a prova di incapace. Ci troveremo tra breve a dubitare di ogni foto con "un bel cielo spettacolare"... E non è una bella cosa. Propongo pertanto, a tutela di quella minoranza di fotografi che non aggiungono, eliminano o sostituiscono nulla, che si introduca una formula standard da inserire nella descrizione delle foto in galleria. Potrebbe essere: "In questa fotografia nessun elemento è stato aggiunto, eliminato o sostituito rispetto a quando registrato dalla fotocamera sul file originale " . Naturalmente non sarebbe obbligatorio ed è solo una "dichiarazione sull'onore". E significa anche che chi vuole clonare può continuare a farlo in tutta tranquillità. Sembra una provocazione, ma forse non lo è... |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 19:44
Premesso che non ho nulla contro i software che sfruttano l'intelligenza artificiale, credo che sia cosa buona e giusta specificarne il loro utilizzo su un eventuale descrizione. |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 19:55
Vabbe Ale, un clone qua e là o una rimozione elemento di disturbo non ha mai fatto male a nessuno e non sconvolge la fotografia. Concordo per cieli o oggetti che determinano il senso o lo scopo della foto fatta |
user209843 | inviato il 27 Dicembre 2020 ore 19:58
Due cose: - chi mastica un po' di pp riconosce facilmente foto pesantemente “elaborate” (io sono tra quelli che a volte calcano la mano ) - la rimozione degli oggetti è comoda, dei cavi sospesi, una gru di un cantiere edile, un segnale stradale che disturba lo scatto ... insomma in certi frangenti ci sta, e ce vole! |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 20:05
Ma certo, la mia opinione è: ognuno faccia come crede. Io qui partecipo al GPP e clono a manetta... Non ci sono "migliori" o "peggiori". Mi piacerebbe però che si desse atto a chi "non altera" che questa sua coerenza viene riconosciuta. Perché spesso è anche legata ad una maggiore attenzione e cura in fase di ripresa. Tutto qui. |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 20:08
Mi è piaciuta una frase di un film visto ultimamente, "kodachrome" : Ci sono fotografi che cercano immagini e fotografi che creano immagini. Sono due cose diverse ma non ce ne una migliore dell'altra. Personalmente voglio vedere immagini che mi riempono gli occhi, il cuore o la mente. Non mi interessa il modo in cui il fotografo è arrivato a quel risultato. |
user209843 | inviato il 27 Dicembre 2020 ore 20:08
“ Mi piacerebbe però che si desse atto a chi "non altera" che questa sua coerenza viene riconosciuta. Perché spesso è anche legata ad una maggiore attenzione e cura in fase di ripresa. Tutto qui. „ Concordo! |
| inviato il 27 Dicembre 2020 ore 20:13
Io per le mie foto sottileneo sempre " Jpg scatto e pubblico " anche perchè non mi interessa la post produzione nemmeno per aggiustare la luminosità di una mia foto, dove gli algoritmi fanno la foto ed io mi limito solo allo scatto e, ovvio, nemmeno in modalità manuale... |
| inviato il 28 Dicembre 2020 ore 0:23
Ale sono d'accordo ma il problema è che ognuno mette un limite diverso. Chi mette solo jpeg in segno di purezza (che poi c'è ne sarebbe da dire), chi si limita a modificare qualche slide, chi clona qualcosa, chi clona molto, chi aggiunge fasci di luce, chi cambia il cielo ecc ecc, di solito il limite lo si mette dove finisce la competenza di ognuno. Devo dire che i nuovi software per sostituire il cielo con un click sono avvilenti, soprattutto quando l'autore fa finta di nulla e si prende i complimenti per il tramonto mozzafiato. Ma alla fine a pensarci bene fa nulla, si va avanti per la propria strada ognuno con la propria dignità e coscienza. |
| inviato il 28 Dicembre 2020 ore 0:51
Continuo a ribadire che non ne faccio una classifica di merito e che ognuno deve fare come crede giusto. Però mi pare interessante dire a chi guarda una foto: quel che vedi c'era davvero. Poteva essere più chiaro o più scuro, più o meno contrastato, più o meno carico di colore, ma ti assicuro che c'era... È un discrimine molto semplice, ma preciso... |
user171441 | inviato il 28 Dicembre 2020 ore 1:07
Concordo con te Ale, sto.provando.in questi giorni luminar4 su alcuni scatti vecchi con cieli osceni bruciati e con un click...stupendo... però, però, essendo un purista vivo la fotografia in senso stretto ( non sono capace nemmeno di clonare) e tutti questi software giovano ad aumentare l'ignoranza fotografica come tecnica perché vedi i raggi del sole? Come hai fatto a scattarli se sei abituato ad aggiungerli con click? Per fortuna nelle mostre/gare vogliono vedere il raw. Poi oh come dici tu Ale, che ognuno faccia come crede, anzi, sotto alcuni punti di vista invidio chi sa usare molto bene PS e fa delle cose stupende. |
| inviato il 28 Dicembre 2020 ore 1:16
Però così è sbagliato il presupposto secondo me. A me interessa la 'realtà' che il fotografo vedeva o immaginava in quel momento in cui ha scattato e non la Realtà. Se volessi quest'ultima comprerei una cartina geografica. Tra l'altro il fatto che si richieda di specificarlo dimostra ancora di più che la differenza si è talmente assottigliata da ingannare anche gli occhi più esperti. Per me in sostanza sono tutti strumenti, nelle mani giuste è arte, in quelle sbagliate è un pastrocchio, con nel mezzo tutte le varie sfumature. Un saluto e auguri! |
| inviato il 28 Dicembre 2020 ore 1:16
gli analogici potrebbero allegare la foto del negativo ... |
user171441 | inviato il 28 Dicembre 2020 ore 1:23
ToMato secondo me la differenza è semplice, se ammetto allora ti posso dire: complimenti sei stato veramente bravo a modificare lo scatto, viceversa, complimenti nell'aver scattato questa scena. Penso che il concetto non debba essere meglio uno o peggio l'altro, anzi potrebbe diventare anche "un vanto" sopratutto per chi modifica ed è veramente bravo (cosa non facile ma io sono ignorante in materia). |
| inviato il 28 Dicembre 2020 ore 1:24
Interessante....tema complesso quello della post produzione...anche se dovresti definirne i limiti...ad esempio un amento di contrasto come é da considerarsi? E chi scatta in raw per poi correggere in camera chiara? Mi chiedo perché parli di tutela? Tutela da cosa? Il tutto a mio avviso sta nell'osservatore e nel contesto. Se vuoi una foto giornalistica devi in teoria rispettare i dettami di realtà (Cosî la pensava già Bresson ai suoi tempi)..se promozionale dipende a chi lo chiedi (spesso si tratta di pubblicità ingannevole purtroppo). Altrimenti uno puô fare come meglio crede a mio avviso e attualmente la richiesto va sempre piû verso la post produzione spinta, come HDR o zone d'ombra super schiarite, etc....fatto sta che la post produzione é intimamente legata alla fotografia digitale... |
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