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Neofita della fotografia analogica chiede consigli


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avatarsenior
inviato il 20 Dicembre 2020 ore 21:47

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user120016
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inviato il 20 Dicembre 2020 ore 22:30

Sono arrivato tardi nella discussione. È stato già detto tutto ;-)

L'unico consiglio extra che mi sento di darti, soprattutto all'inizio, è quello di introdurre meno variabili possibili nella filiera.
Mi spiego... Se cambi pellicola, rivelatore, temperature, agitazione, procedimenti ecc, i risultati (che dipendono da tutti questi fattori) difficilmente saranno ripetibili. E se qualcosa va storto non saprai a cosa imputare la colpa.

Ti consiglio pertanto di armarti di matita, taccuino e tanta pazienza per annotare tutti i passaggi: le diluizioni che userai, i tempi, le temperature, il tipo di agitazione...
Pertanto, inizialmente, ti conviene usare una sola pellicola ed un solo rivelatore (a tua scelta).
Poi, giocando con le concentrazioni e diluizioni, i tempi, le temperature e le agitazioni (annotando ogni singola variazione che farai) valuterai i risultati ottenuti. Altrimenti non saprai mai se la variabilità del risultato dipende dall'emulsione, dallo sviluppatore o dalle tue azioni in camera oscura.
Quando avrai raggiunto un risultato soddisfacente, allora potrai passare ad esplorare altre pellicole ed altri chimici...

In 30 e più anni ho accumulato una mole di quaderni e block notes con tutte le diverse combinazioni possibili ed immaginabili di decine di pellicole, sviluppate per tempi diversi e con diversi chimici in diverse condizioni di temperatura, agitazione ecc. Ovviamente le annotazioni riguardano anche i dati degli ingranditori, dei filtri e delle carte di stampa ma per il momento mi fermo allo sviluppo.

Per il resto, in bocca al lupo, e se hai bisogno, chiedi pure!
Quando devo sviluppare

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 7:10

Grande Domenico!

Ogni volta che Ti leggo mi viene nostalgia per un mondo che vedo e tocco tutti i giorni nella sua fase iniziale: le fotocamere di tanti anni fa che riempiono la mia casa, ma che interrompo ogni volta alla fase di sviluppo dei negativi, quasi fosse un coitus interruptus ...


avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 8:15

Il consiglio di Domenico Mancuso è prezioso, perché in ballo ci sono tante variabili e cambiarle tutte insieme è la migliore maniera per mettere via tutto e tornare ai trenini elettrici Cool
Aggiungo un altro consiglio: prendere in considerazione ogni minimo dettaglio. A fine anni '70 lavoravo in un negozio di fotografia e cercavo spesso di aiutare gli appassionati. C'era un cliente che aveva deciso di cimentarsi con la stampa a colori ma otteneva invariabilmente dei risultati disastrosi, una dominante blu fortissima, che sembrava insensibile ad ogni filtratura.
Era una persona meticolosa, che curava tutto, dalla temperatura dei bagni ai tempi, gli avevo venduto una buona attrezzatura eppure non si riusciva a trovare la causa del problema.
Alla fine gli chiesi di descrivermi ogni sua minima azione, ad un certo punto del racconto dettagliatissimo, se ne uscì con "accendo l'ingranditore, metto il filtro rosso e posiziono il foglio di carta" ... MrGreen
Lui non ci aveva pensato ed io davo per scontato che non si usasse il filtro rosso con la stampa a colori.
Dopo un po' di tempo me ne capitò un altro che aveva anche lui una dominante blu, ma meno forte e saltuaria, nel senso che delle volte andava tutto bene ed altre, magari nella stessa seduta di stampa, venivano male.
Mi venne un'illuminazione: "ma lei dove stampa?"
"Nel bagno di casa."
"C'è un scaldabagno elettrico?"
Era la spia dello scaldabagno.

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 8:42

Bellissime certe storie.
Peccato che mentre le ascolto... anzi no... mentre le leggo, finisca immancabilmente per restare vittima della claustrofobia Triste

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 8:51

Per i negativi, da quel poco che si riesce a capire da una scansione, non mi sembrano niente male. Non ci sono alte luci bruciate né ombre troppo chiuse, vedo che hanno tutte (o quasi) del dettaglio all'interno. Il basso contrasto del negativo è solo un bene, perché in stampa il contrasto lo puoi aumentare tranquillamente, mentre ridurlo può essere più rognoso (ammesso che sia possibile).
Dovresti vedere il negativo come un mezzo, non come un fine: il fine è la stampa. Il compito del negativo è recuperare e "salvare" più dettagli possibili dalla scena fotografata, dalle ombre alle alte luci per poi trasporli su carta. È sulla stampa che vanno regolati contrasto, microcontrasto, resa dei toni intermedi, alte luci, ombre, ecc ecc.
Io solitamente con la hp5+ sovraespongo di uno stop e sottosviluppo (o meglio, sviluppo di conseguenza), in modo da avere un negativo morbido e per evitare di avere ombre troppo chiuse (oltre ad esporre a quella che solitamente è la sensibilità effettiva della pellicola).
Il resto lo faccio in stampa.
Ah, un consiglio sull'esposizione: il mantra per i negativi è "esponi per le ombre, sviluppa per le luci".
Ovvero, la resa delle ombre la determini principalmente al momento dell'esposizione, mentre la resa delle luci la puoi modulare con lo sviluppo.
In altre parole, se hai sottoesposto una zona, difficilmente la recupererai in sviluppo, a meno di sovrasviluppare parecchio, ma a quel punto mandi a donnine le alte luci.
Ci sarebbe un bel discorso lungo da fare... Ma ti rimando ai veri maestri, ovvero Ansel Adams con la sua trilogia "la fotocamera, il negativo, la stampa", oppure al forum di analogica.it nel thread "trix 400, ovvero scuola di..." E non mi ricordo. Comunque è in bella evidenza e lì il buon Andrea Calabresi ha tenuto diverse Lectio Magistralis sull'argomento.
Te li consiglio vivamente, ti si aprirà un mondo.

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 9:06

Accidenti, sono arrivato già tardi! Avete detto già tutto, ora posso solamente aggiungere un "benvenuto nel club emulsionati"!

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 13:50

per un neofita c'è forse troppa carne al fuoco.

Magari un approccio un po' meno tecnico forse sarebbe meglio ... il mantra "scatta per le ombre e sviluppa per le luci" è anch'esso abbastanza datato... anche se ormai ha preso piede in tutto e per tutto. Sorriso

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 14:02

bah ... nn vorrei rovinare la digestione ai pellicolari, ma ci fu chi scattava per le luci e sviluppava per le ombre (ed era piuttosto famoso all'epoca). Poi, come sempre, la storia la scrissero i vincitori (A.A. e compagnia cantante) e tutti si accodarono al mantra del SZ ... c'è chi ci campa ancora oggi con i workshop sul SZ. MrGreen MrGreen

Nemmeno uno trai i più grandi divulgatori (e grande fotografo) riuscì a scalfire cotanto Moloch ... eppure sarebbe così semplice ed efficace. Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 14:23

Nessuno, con un Q.I. normale era così ingenuo da non capire che era valido, valido?


mi sa che di neofiti ingenui adoranti del guru di turno che spiega il SZ come la panacea di tutti i mali (espositivi), è ancor pieno oggi il mondo. E' il dazio da pagare a nonno Anselmo ...

Anche con le lastre singole c'era chi scattava per le luci e sviluppava per le ombre...

user120016
avatar
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 15:10

Zio Ciano, perdonami ma sono in disaccordo con il tuo ultimo messaggio. La camera oscura è alla portata di tutti. Richiede di sicuro studio e tanta pratica. Ma se è per quello anche il fotoritocco digitale richiede studio e pratica.
Io ho avuto la fortuna di avere un buon maestro ma comunque, applicandosi con passione si riesce a fare tutto, anche la tanto temuta stampa del colore.
Mi piacerebbe sfatare il mito che la camera oscura sia una faccenda di élite per pochi fortunati. Peraltro esistono le camere oscure a noleggio per cui non bisogna nemmeno più sobbarcarsi il problema di avere gli spazi. Prenoti un'ora o due, ti porti le tue pellicole, i tuoi chimici, la tua carta e via. Quando hai finito ripulisci tutto per bene e via...

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 15:31

probabilmente la "verità" sta a metà strada ... E così, come nel caso di alcune mie rarissime foto che reputo meritevoli di una stampa fatta con i "sacri crismi", mi rivolgo ad uno stampatore professionista.

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 15:59

è il solito discorso di hobby rivolto al risultato o rivolto all'esperienza, sicuramente se stampassi da un professionista (il buon calabresi vive a bologna come me) avrei un risultato infinitamente superiore a quello che posso raggiungere con le mie mani, ma stampare in camera oscura mi diverte più che stampare, quindi impegno si, studio sicuramente e di conseguenza se i risultati arrivano bene, altrimenti mi sono solo divertito alcune ore senza ottenere niente, come una sana partita di calcetto

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 16:31

Un altro thread andato in vacca.
Provate a tenere a mente il titolo, e mettetevi nei panni del neofita che lo ha aperto.

avatarsenior
inviato il 21 Dicembre 2020 ore 16:48

Ed è per questo che, ad un giovane corioso quindi intelligente non mi sentirei mai di
consigliargli una "immersione" in camera oscura.
Lasciamola a chi la conosce, gli unici che ne sanno e ne godono.


Permettimi Zio Ciano di dissentire completamente da quello che affermi.
Un hobby non può, non deve essere riservato solo alle eccellenze. E' un'attività ricreativa e come tale chiunque può permettersi di intraprenderla come meglio crede. Chi al fine di ottenere la perfezione (e già si apre il mondo dell'oggettività....), chi semplicemente per passare il tempo. Ognuno di loro, di noi visto che siamo in un forum di fotografia, merita il rispetto.
Se fosse come dici nessuno o quasi potrebbe/dovrebbe suonare uno strumento perchè di Ughi o di Pollini ce ne sono pochi (anche qui subentrano poi l'oggettività, il gusto ecc).
Il mio fotografare fa pena, e ne sono ben consapevole andando molto spesso a mostre fotografiche dove posso ammirare quelli 'capaci'. Ma fotografare mi diverte e anche senza 'sapere' talvolta di questo ne 'godo'.

ciao
Carlo

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