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Fotografia naturalistica e post produzione parte 2


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avatarjunior
inviato il 13 Novembre 2020 ore 23:48

Ok, ma non cambia molto il discorso. La seconda foto che avevi postato è fatta peggio, non più naturalistica. Le foto di Shoubridge alle libellule (non che lo conosca, non mi paga il caffè se lo difendo) sono fatte meglio. Son gran foto, pur conservando tutto il loro valore naturalistico. Per inciso non credo ci sia nemmeno chissà quale postproduzione dietro, ma scelta dei mezzi e sopratutto delle condizioni giuste.

Quello che hai fatto nel caso del cloning sugli occhi è stato correggere ciò che poteva essere un difetto intrinseco della foto, causato da una gamma dinamica eccessiva per la fotocamera, per intenderci le classiche alte luci bruciate. Non è che il tuo intervento alteri il senso della tua fotografia, e arrivo a dire che in fondo non ne cambia molto nemmeno il valore naturalistico.
Ne cambia però sicuramente il valore fotografico, perchè se non volevi il riflesso potevi scegliere un altro momento della giornata. Cioè se brucio le luci non è che il tentativo di recuperare la foto la rende meno naturalistica (il soggetto è quello, la scena è quella, il significato resta immutato) semmai, il problema era che la foto di partenza non era stata scattata al meglio delle possibilità. Infatti in un concorso questa foto (quella modificata sugli occhi) probabilmente non passerebbe.

Tra l'altro il riflesso non era nemmeno un difetto, dava più vitalità all'esemplare ritratto

Per converso magari se mi attacchi altre 4 paia di ali sulla libellula non me ne accorgo, ma di sicuro anche senza riflesso sugli occhi quella foto avrebbe un valore naturalistico nullo.

Questo tuo intervento è secondo me ottimo per provare a recuperare il senso di questa discussione, cioè il rapporto tra postproduzione e fotografia naturalistica.

avatarsenior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 8:23

Rimane comunque il fatto che se prendiamo per buona la definizione della Treccani per cui la fotografia naturalistica debba essere
“Attinente alle scienze naturali: studî n., ricerche n.; osservazioni n. sulla vita degli animali e delle piante”
ne esce che, al di là della cura di compo, pdr ecc., si tratta pur sempre di una fotografia che privilegia l'aspetto documentale, dove l'esaltazione della scena dovrebbe limitarsi alla ricerca del miglior momento del giorno, per illuminazione e colori, e cose simili.
Nella migliore delle ipotesi, la post dovrebbe quindi limitarsi ad una maggior evidenziazione di quei particolari, importanti da un punto di vista naturalistico e/o scientifico, che la situazione in sé tenderebbe a nascondere: un po' come faccio io quando fotografo certi campioni di fossili, delle collezioni del museo dove lavoro, per evidenziare tutti gli elementi potenzialmente utili allo studio di quei campioni.
Rimane quindi irrisolto il problema di quanto spazio possa occupare una post che ricerchi una maggior evidenziazione degli aspetti puramente estetici di quella immagine, così come l'eccessiva pesantezza di interventi di sharpening ecc., come evidenziava anche l'autore del precedente 3d (la famosa nitidezza a tutti i costi che spinge ad evidenziare persino ciò che non vedremmo se tenessimo in mano la piuma del cardellino a 20 cm dal nostro occhio).

avatarjunior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 8:50

Faccio notare che anche definirli feroci predatori è in fondo una nostra valutazione umana, esattamente come lo è definirle belle o sognanti. Loro non sono altro che sè stesse, siamo noi che di volta in volta cogliamo aspetti diversi di quella realtà.
se pubblico una foto dove una libellula sbrana un altra libellula non sto facendo nessuna valutazione ma documentando il fatto che è nella sua natura essere cosi = foto naturalistica. non è che posso non definirla feroce predatore perchè di quello si tratta. se pubblico una foto dove lo sfondo viene ammorbidito i colori cambiati per creare un certo tipo di atmosfera se disegno la parte nera dell'occhio, che appena uscita dall'esuvia non c'è, per ottenere un risultato esteticamente migliore sto raccontando una storia verosimile ma filtrata dal mio sguardo umano, che tende a enfatizzare certi elementi (la magia della nascita di una nuova vita) perciò non naturalistica. ripeto non naturalistica non và visto necessariamente come sbagliata.

avatarsenior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 9:57

Il mio pensiero è qui ben riassunto nel precedente post di un utente:

a mio modo di vedere la post-produzione è la procedura che permette di far coincidere nella maniera più stretta possibile quello che possiamo chiamare il risultato finale con quanto originariamente osservato, a livello mentale però perché l'occhio guarda e niente più


Quindi al di là del fatto che si fotografi per se stessi, per i concorsi o per riviste io credo sempre che ogni foto sia "ritoccata" nel senso di quanto sopra. E vi ricordo anche che nel RAW ci sono scritti solo numeri, informazioni numeriche che la macchina interpreta e post-produce per voi alla buona maniera presentandovi un jpeg che più si avvicini a quanto lei pensa di aver osservato.

Quindi non esiste il RAW, ogni immagine che vedete, in camera o su photoshop o su acr è comunque un jpeg già interpretato.

Se non lo avete modificato voi, l'ha fatto la tecnologia in automatico per voi.

E se volete vedere quanto sbaglia la macchina ad interpretare i dati vi basta provare a fotografare in controluce MrGreen

avatarjunior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 10:30

Mi trovi d'accordo in toto Enrico.
Mi sembra invece che Inoki e parzialmente anche Daniele ritornino comunque a un concetto di naturalistica=più naturale cioè ricerca di oggettività.
La definizione Daniele non dice quello che aggiungi tu, dice che il centro di interesse del fotografo naturalista è attinente alle scienze naturali (astronomia, biologia, ecc ecc) cioè che il soggetto della fotografia naturalistica è la natura. Come il soggetto della fotografia sportiva è lo sport. Stop. Non che deve essere oggettivo come uno scienziato solo perchè i suoi soggetti sono in comune con le scienze naturali. (Che poi tra l'altro la scienza ha rifiutato ormai da 100 anni io principio di oggettività ottocentesco).
Quando inoki continui a dire che non è naturalistica sbagli, lo è. Il soggetto è la natura. Ma se ci disegni sopra l'occhio la foto è taroccata, come lo sarebbe in qualsiasi altro genere, anche nella street tanti per dire.
Se invece ci si occupa della nitidezza dipende. Lì il discorso diventa complesso ma anche interessante, è quello che andrebbe sviscerato meglio, alla luce peró di cosa significa fotografia naturalistica, senza stravolgere il senso di questa parola

avatarsupporter
inviato il 14 Novembre 2020 ore 10:33

'se pubblico una foto dove lo sfondo viene ammorbidito i colori cambiati per creare un certo tipo di atmosfera se disegno la parte nera dell'occhio, che appena uscita dall'esuvia non c'è, per ottenere un risultato esteticamente migliore sto raccontando una storia verosimile ma filtrata dal mio sguardo umano, che tende a enfatizzare certi elementi (la magia della nascita di una nuova vita) perciò non naturalistica. ripeto non naturalistica non và visto necessariamente come sbagliata.'

Antonio

Hai ragione sicuramente a livello semantico. Natural-istico non può che significare 'estremizzazione' di ciò che è naturale, piuttosto che rappresentazione soggettiva della natura.

Hai un argomento di merito, secondo me, a livello culturale. Personalmente auspicherei che questa tendenza al realismo fosse promossa più attivamente da organismi 'leader' nella diffusione della fotografia naturalistica come il gruppo di persone che promuove NPOTY, NG, Asferico, o Wildlife Photographer. Ma purtroppo le foto premiate in quei contesti rispondono spesso a canoni diversi.

Il tuo discorso è però, permettimi, integralista sotto il profilo linguistico culturale. Cioè, in inglese si considera come comunemente accettato un certo significato di wildlife photography e di nature photographer. Qui in Italia abbiamo tradotto male e molti consideriamo naturalistica ciò che forse dovrebbe chiamarsi 'naturistica' o 'di natura'. (Edit: il discorso di lauc sul soggetto). Ma la lingua alla fine è un mezzo di comunicazione e muove nel tempo verso significati comunemente accettati anche quando distorcono l'etimologia. In breve, è una battaglia persa ;-)

avatarjunior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 10:42

Fabrizio, neanche sul vocabolario italiano significa quello che dici tu. Poi sicuramente l'accezione inglese per la fotografia è quekka corretta, ma anche qui in Italia se mi definisco naturalista significa che sono interessato alla natura. E nulla più
Se mi definisco un naturista sono altro e ho spiagge riservate MrGreen

(Discorso diverso sarebbe semanticamente per natural-ismo, dove ismo diventa una estremizzazione, e peraltro si usa correttamente per descrivere una corrente letteraria e filosofica del tardo '800)

Stai purtroppo invertendo i termini, ma non è che sia un mio discorso,è che, come diceva qualcuno, le parole sono importanti.

avatarsenior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 10:58

ripeto non naturalistica non và visto necessariamente come sbagliata.

Ma infatti, così come il soggetto in sé non determina immediatamente il genere fotografico, se una foto viene presentata in un contesto dove l'aspetto naturalistico non sia quello preminente in assoluto, anche la postproduzione gode di gradi di libertà sempre maggiori man mano che ci si sposta verso un maggior interesse per l'aspetto interpretativo ed espressivo.
La "naturalistica" pura, l'interpretazione personale e l'arte sono i vertici di un triangolo al cui interno possono esistere molte posizioni: se non si pretende di presentare una foto come rispondente in assoluto al vertice della naturalistica nuda e cruda non c'è più giusto o sbagliato, ma ben fatto o mal fatto.
Credo anche che tolti i contesti "istituzionali" (foto scientifica e concorsi o pubblicazioni tipo NG) che giustamente richiedono il maggior rigore possibile, una postproduzione più libera non debba costituire motivo di scandalo.
La cosa diventa problematica nel classico contesto da forum, dove diventa impossibile creare gallerie ad hoc per tutti gli aspetti legati ad una determinata tipologia di soggetti, per cui foto con diversi intenti vengono mostrate e valutate insieme, e se l'intento non viene specificato dall'autore si innescano inevitabili polemiche.

avatarsupporter
inviato il 14 Novembre 2020 ore 11:14

Lauc o hai letto male il mio intervento o mi sono spiegato male io. Perché sulla semantica di naturalismo intendo esattamente quello che intendi tu nel tuo ultimo intervento. Basta capirsi.

Dissento invece sull'accezione comunemente accettata di naturalismo ma poco importa, mi sembra una discussione costruttiva e ce ne sono così poche ultimamente che non vorrei essere io ad inquinarla

avatarsupporter
inviato il 14 Novembre 2020 ore 11:17

Il punto interessante però secondo me è un altro: al di la di come la chiamiamo, cosa consideriamo lecito e cosa auspicabile nella produzione di immagini che ritraggono soggetti ripresi in natura?

avatarjunior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 11:32

Esatto Fabrizio, il punto della discussione dovrebbe essere quello! Lo penso anch'io.. e da qui si scatenerà l'inferno MrGreen

Invece sulla prima questione quello che intendevo, ma a questo punto non so se si è capito, è che quando si usa il termine fotografia naturalistica, naturalistica non deriva da naturalismo. E' questo un errore semantico mentre mi sembra che tu dicessi ad Antonio che semanticamente era corretto. (naturalistica ha sempre avuto in italiano il significato di interesse intorno ai soggetti della natura, e solo brevemente nel tardo ottocento il termine si è sovrapposto con naturalista in quanto seguace del naturalismo di derivazione realista, corrente che comunque si è spenta in breve tempo... ma dubito che qualsiasi fotografo di animali si sia mai inteso seguace di Emile Zola, che anzi in quanto fondatore del naturalismo non si occupava per nulla di natura)

avatarsupporter
inviato il 14 Novembre 2020 ore 12:39

Eh no. Ero io a non aver capito. Ora si :-P
Interessante, mi sa che esplorerò un po' un mondo che non conosco assolutamente e sto approcciando in modo puramente intuitivo ed emozionale, per ora!

avatarjunior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 13:29

Il punto interessante però secondo me è un altro: al di la di come la chiamiamo, cosa consideriamo lecito e cosa auspicabile nella produzione di immagini che ritraggono soggetti ripresi in natura?

si potrebbe aprire una discussione dedicata. adesso sono di fretta ma se qualcuno lo fà la leggerò molto interessato.

avatarjunior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 15:51

@lauc sono convinto anche io che non ci intendiamo, ma non è un problema legato alle parole scritte:
"Aggiungo che mccurry è divenuto famoso alle masse con la ragazza afghana che preannuncia quel cambio di paradigma di cui ti parlavo[...] ". Ergo mccurry è di massa, ma la sua fama nasce nella seconda metà degli anni 80, cioè alla fine di quel secolo che aveva visto le critiche a Salgado ("[...] imputandogli che ricorresse ad una spettacolarizzazione della sofferenza umana anzichè essere "oggettivo", in pratica che non era sufficientemente documentaristico" son parole tue). Voglio dire che mccurry è uno di quei nuovi fotografi salito alla ribalta proprio perchè si discostava terribilente dal canone dominante all'epoca, si può persino dire che mccurry ha dettato un nuovo standard.
Per fontana la questione è complessa poiché, nonostante sia molto conosciuto dal grande pubblico, ogni sua foto ha uno stile così personale e inconfondibile che qualsiasi immagine che segue i suoi canoni rischia di venir confusa con una sua. Ciò implica che non è riuscito ad affermarsi come stile di massa (significa che anche se lo emuli tutti continuano a pensare che sia di Fontana), al più è uno stile autoriale che gli permette di essere riconosciuto globalmente. Spero di aver fugato i tuoi dubbi Sorriso, anche se non ho fatto altro che riscrivere in modo più verboso quello che avevo scritto sopra Sorry.
Veniamo ora al tema principale. Il naturalismo è una corrente filosofica (già solo questo estende una simile corrente fuori dai parametri artistici per arrivare a qualsiasi mezzo di comunicazione), letteraria e pittorica (sottolineo che nell'ottocento la fotografia non fosse di così facile uso e consumo) in cui la realtà è il soggetto privilegiato, riproddotto senza abbellimenti o interpretazioni e con un atteggiamento distaccato e impersonale. Dunque nel caso delle arti visive con un metodo documentaristico-oggettivo.
Per come la vedo io l'attinenza tra i due termini persiste, ma anche volendo separare l'aggettivo naturalistico dalla corrente del naturalismo non cambia nulla, infatti:
“Attinente alle scienze naturali: studî n., ricerche n.; osservazioni n. sulla vita degli animali e delle piante”. Dunque qualsiasi arte a cui sia affiancato un simile aggettivo ha come attributo quello di rifarsi al metodo scientifico, fatto di osservazione impersonale (oggettività) e replicabilità di quelle osservazioni per mezzo dei fatti (documentabilità).
Ma anche citando la tua seconda fonte:
"Lo scopo di questo genere fotografico è quello di mostrare la bellezza intrinseca della natura, per cui vengono utilizzate sia tecniche che attrezzature anche particolari o specifiche". Ma se lo scopo è il mostrare la bellezza della natura, allora non ci deve essere nessuna artificiosità (ricordo che artificioso è il contrario di naturale) nella riproduzione, né tanto meno lo sguardo deve essere filtrato da una qualche forma di giudizio, positivo o negativo che sia, nei confronti della natura stessa (cioè non bisogna utilizzare uno sguardo che trasmette una soggettività). Dunque anche in questo secondo caso il metodo è sempre documentaristico-oggettivo.
In ultimo:
"Come diceva Fabrizio Zerbini in primis a motivare chi pratica la fotografia naturalistica c'è l'aspetto del contatto con la natura". Se parliamo di contatto, stiamo implicitamente dicendo che non bisogna in alcuna maniera modificare con qualsiasi artificio quello che stiamo toccando(alla base del contatto c'è il rispetto reciproco, dunque una forma di parità in cui nessuno sovrasta l'altro), cioè il contatto deve essere poco invasivo, distaccato (poichè una soggettività umana distoglierebbe l'attenzione dal soggetto inquadrato, che ricordiamo essere la natura) e dedito alla conservazione.
Insomma anche volendo dividere i due termini a me sembra che il risultato non cambi e che sia che il legame sussista, sia che il legame non sussista i due termini si sovrappongono. Ma allora che senso aveva preoccuparsi se un termine discendesse d'altro o no, se tanto poi alla fine il metodo con cui si agisce è lo stesso?
Inoltre a me non sembra che si sia riusciti ad alleggerire la stringente espressione "naturalistica" con una più morbidaTriste, semmai si è riaffermato con ancora più vigore ciò di cui parlavo io.

avatarjunior
inviato il 14 Novembre 2020 ore 16:51

Mi spiace ma non è così, lascerei perdere la questione mccurry ecc perchè ci porta troppo fuori tema, essendo il tema la fotografia della natura. Ma è anche nel tuo intendere il metodo che secondo me non ci siamo, e purtroppo così facendo si devia dall'argomento del post. Più tardi scrivo in maniera più articolata. Però non posso fare a meno di notare che ci piazzi dentro diverse deduzioni aprioristiche

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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