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In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era... ;/) la Leningrad


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avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2020 ore 1:22

Sua Maestà, Imperatrice dei Sensi, Leningrad, ci osserva dall'alto, super partes... (Platone)

(Leningrad n.d.r) ... è una macchina fotografica che non può essere definita nient'altro che aristocratica. Queste associazioni vengono in mente quando si tiene la Leningrad tra le mani. (Elisabetta II^)

Non c'è nulla di forte o insolito nel design di questa fotocamera. E' esattamente come un vero gentiluomo; non attirerà mai troppa attenzione. (Barone di Münchhausen)

E' necessario guardarla da vicino e tutto diventa chiaro, la Leningrad è una macchina fotografica di una razza speciale;
un dispositivo pieno di piacevoli sorprese. (Joe Masseria)

Mi spiace solo non averla avuta tra le mani quel giorno in Normandia; sarebbe stato tutt'altra cosa. (Endre Erno Friedmann)

Che dire ... dopo queste autorevoli affermazioni, c'è poco da aggiungere, se non che è con grande piacere che faccio la sua recensione.

la Leningrad !!!





avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2020 ore 8:47

Mi ha già steso l'intro.. Aspetto con molto interesse il resto. MrGreen


avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2020 ore 9:16

Una macchina davvero affascinante, ovviamente assieme alla geniale ROBOT degli anni 30', montata poi su tanti velivoli della Lutwaffe:

www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/le-fotocamere-robot-

alla quale si ispira, come risultato, ma non come principio di funzionamento al LENINGRAD.

Ho un bel esemplare della LENINGRAD e ne sto cercando uno della ROBOT, magari proprio dell lutwaffe.

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2020 ore 22:37

scusatemi ... la gg fotografica è stata intensa (test Zenit C 1956) ed ho appena finito di sviluppare e scannare una pellicola russa (Type D 125 e Thornton doppio bagno).

Riprendiamo con la recensione della Leningrad ... fotocamera eccezionale, completa di diverse novità che avrebbe potuto offuscare molti marchi blasonati in quegli anni ... se solo fosse stata esportata. Confuso

La storia della creazione della telecamera di Leningrado è iniziata (addirittura) nel 1948-49 presso l'impianto meccanico sperimentale di Leningrado dallo State Optical Institute (GOI).

Secondo le informazioni, il concetto di base e alcuni disegni del prototipo, fu ricevuto dalla fabbrica da un certo ingegnere tedesco (eccallà) MrGreen . Questo, come già detto, non era insolito, per molti aspetti la foto-industria sovietica negli anni del dopoguerra ha sviluppato le proprie attrezzature e materiali, ricevute a fronte delle riparazioni dei danni di guerra dalla Germania.

Va notato che questi prototipi erano idee concettuali, non il modello definitivo che poi entrò in produzione; il concetto originale, che fu trasmesso al GOI, in questo caso, fu molto diverso da quella che sarà poi l'implementazione finale. La Leningrad non può essere considerata quindi una copia di un particolare apparato.

Qui possiamo vedere il primo prototipo chiamato GOI >>





Alla fine del 1953, c'erano già diversi campioni/ prototipi della nuova fotocamera (non ancora dotata di azionamento a molla), il progetto fu chiamato "Leningrado"; tutti i suoi disegni tecnici e materiali furono trasferiti alla GOMZ (successivamente LOMO).

Nella foto uno dei primi prototipi.





I migliori ingegneri, la creme de la creme, furono chiamati intorno a questo progetto e nel 1956 (molto rapidamente) i primi prototipi hanno visto la luce. Guardate che meraviglia !!!Eeeek!!! Cool





Inizialmente, oltre alla leva di carica rapida, queste fotocamere avevano un otturatore a tendina metallica con corsa verticale. L'attacco dell'ottica era un design peculiare simile ad una baionetta. Furono realizzati quindi obbiettivi sperimentali per la futura fotocamera.

Per fissare l'ottica, l'obbiettivo deve essere messo ad "infinito", quindi premere su speciali ganci-fissatori ai lati, impostare l'obiettivo in posizione e rilasciarli. I ganci a molla interagendo con la baionetta fissano l'obiettivo. Come si può notare nella foto sopra. Il prototipi avevano un mirino con telemetro combinato di eccezionale qualità.

Questo progetto (la baionetta porta obbiettivo) fu considerato infruttuoso, e nel 1955 l'attacco fu completamente ridisegnato. Anche l'otturatore metallico non dette risultati favorevoli e fu sostituito dall'affidabilissimo modello (già testato) a tendina gommata con corsa orizzontale.
L'attacco a baionetta dell'ottica fu cambiato a favore del conosciutissimo M39 . Nella foto qui sotto, un prototipo del 1954.




avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2020 ore 16:42

intanto direi di spezzare la monotonia di metà pomeriggio, con una immagine esplicativa del perchè le sovietiche sono tendenzialmente agognate dai veri intenditori di ... fotocamere. Eeeek!!!




avatarjunior
inviato il 09 Novembre 2020 ore 19:02

SorrisoSorrisoSorriso

avatarsenior
inviato il 09 Novembre 2020 ore 19:14

Posso agognare anch'io?;-)

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2020 ore 9:04

dopo lunghe ed agognate riflessioni sulla bellezza, torniamo alla biondona....
eeehhhmmm .... alla Leningrad volevo dire ... !! :-P

L'otturatore del dispositivo fu ripreso pari pari dalla Zorki-3M che ormai aveva raggiunto una notevole affidabilità (è lo stesso che sarà montato sulla Zorki 4 e 4K in più di 2 milioni [!!!] di pezzi ) con una gamma di tempi eccezionale : 1sec, 1/2, 1/5, 1/10, 1/25, 1/50, 1/100, 1/250, 1/500, 1/1000 (+ B e T).
Il problema principale, con il nuovo modello, era la mancanza di un sistema di misurazione per il trasporto corretto del frame.

{ Faccio notare che una delle caratteristiche peculiari della Leningrad è che può utilizzare pellicola SENZA asole di trascinamento !!! Non esiste un albero con pignone dentato ... tutto è effettuato dal motore a molla risiedente sotto il gigantesco pomello di carica}.

Per questo motivo, gli intervalli tra i frame non sono uguali e ripetitivi in alcun modo. Verso la fine del rullino, la distanza tra i fotogrammi, nei primi modelli, si avvicinava pericolosamente. Ci sono stati anche casi di frame sovrapposti l'uno sull'altro, il che era molto peggio, ovviamente.

Un altro grosso problema è stato il telemetro dalla progettazione originale, che si è rivelato essere inizialmente molto fragile meccanicamente.

Questi due problemi non sono furono completamente eliminati fino alla fine della produzione della Leningrad; furono corretti in modo accettabile. I frame ad esempio, non si accavallarono più, però gli spazi tra l'uno e l'altro, sono incostanti. Si passa da un paio di mm a sette o più mm in maniera assolutamente random !!! La striscia del negativo appeso ad asciugare realizzato con una Leningrad è quindi riconoscibilissimo ed inequivocabilmente definisce la macchina fotografica che l'ha esposto !!! MrGreen
Il telemetro è eccezionale ... a differenza di tutti i tipi precedenti, non ha niente a cui spartire. Vedremo più avanti l'immagine che restituisce nel clamoroso mirino.

Entro la seconda metà del 1956, l'affidabilità della Leningrad fu portata entro limiti ragionevoli e il telemetro fu dotato di viti per la regolazione (sopra la finestra del telemetro sulla calotta superiore e a sinistra della finestrella del telemetro sul pannello anteriore).
La produzione in serie iniziò nel 1957 e nel corso di essa la fotocamera subì diversi piccoli cambiamenti nel suo aspetto e quindi nel design.

Nel 1957 fu rilasciato un lotto limitato di dispositivi, dedicato al 250 ° anniversario della città di Leningrado. Questo lotto è stato completato con una bellissima scatola multicolore, ma non sono stati apposti identificativi speciali sulle Leningrad dedicate all'anniversario; solo il box di cartone.





In totale, nel 1957 furono prodotte circa 5.000 Leningrad e solo una piccola parte di esse erano commemorative.

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2020 ore 10:16

Eccomi presente!

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2020 ore 10:34

@Eosmatic ... ;-)

sto preparando un po' di immagini della mia Leningrad senza doverle recuperare dal web... mi sembra più coerente.

Questa sera vedrò di implementare. La Leningrad è davvero ricca di particolari interessanti ed iper-innovativi per l'epoca.

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2020 ore 13:57

Bellissima recensioine Schyter, complimenti davvero!

Mi permetto di aggiungere che molte LENINGRAD (tra cui la mia) hanno il problema che se si esagera con la carica della molla, la stessa si sgancia dal fermo e bisogna aprire la macchina per rimetterla in tensione ...

Il maestro SAN FERRO ha visto di persona il problema decine di volte.

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2020 ore 14:35

@Tonyrigo

La recensione della Leningrad sarà bella tosta e lunga ... ma la fotocamera lo merita. Sorriso

Il difetto che lamenti l'ho incrociato alcune volte nei forum russi.

In linea generale i principali problemi sono in ordine di % di guasto : il telemetro che si stara abbastanza facilmente,
la molla del motore che si spezza. Questi sono i principali ... poi a cascata quelli meno frequenti tra cui quello che hai segnalato.

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2020 ore 16:53

Intanto chiariamo perchè la Leningrad fu una eccellente fotocamera a telemetro che poteva tranquillamente rivaleggiare con le super blasonate della metà degli anni '50 (Contax, Nikon, Canon, Leica etc) .

Generalmente perchè è ottimamente costruita; ricordo che per gli standard sovietici dell'epoca era carissima e dedicata a chi l'avrebbe usata professionalmente. Le rifiniture e la cura dei dettagli era notevole.

Tecnicamente aveva questi punti di forza.

Un mirino enorme (0.68X) !! Clamorosamente luminoso, con 3 cornici per il 50, 85, 135mm, mobili orizzontalmente per la correzione della parallasse. Tutta l'immagine del mirino, esterno alla cornice del 50mm, corrisponde al 35mm; praticamente copre quattro focali. L'innovativo ed incredibile telemetro con base da 57mm, unificato nel mirino che nn ha niente da spartire con il vecchio sistema delle due immagini da sovrapporre, sino a quel momento in uso... il telemetro è ad immagine spezzata, oltre ad essere enorme e ottimamente contrastato. Ovviamente la correzione diottrica è presente ruotando la ghiera del mirino.

Il famoso "motore a molla" ... Con una carica completa garantiva un'autonomia di parecchi scatti (la mia Leningrad ne esegue circa 18). La soluzione del motore a molla chiaramente andava a strizzare l'occhio a chi l'avrebbe usata per scatti rapidi in sequenza. Adatta alla fotografia sportiva o ad eventi con scene in movimento. Il fotografo si sarebbe dimenticato della carica tra uno scatto e l'altro senza mai staccare l'occhio dal mirino.
Ricordo che il limite di scatti per secondo era dovuto semplicemente all'abilita/rapidità dell'operatore nel premere il pulsante di scatto. Normalmente si riescono ad eseguire 3 scatti al secondo.
Esiste documentazione ed immagini di alcuni prototipi in cui era possibile la "raffica" (tanto cara ai digitalisti Cool )
tenendo premuto il pulsante di scatto !!

Una gamma dei tempi di esposizione praticamente completa; da 1sec ad 1/1000 ...

Poteva (può) utilizzare pellicole senza asole di trascinamento (sprocket) abbastanza in uso in quegli anni. Il pressapellicola sino ai primi degli anni '60 era in vetro annerito... una chicca !
Il dorso rimovibile e il contascatti azzerabile manualmente con un piccolo pulsantino.
Contatto syncro cablato su tutti i tempi, selezionabile tramite ghiera posta sotto il pomello di carica.


avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2020 ore 17:19

Alla faccia.

Caratteristiche di grande pregio per una signora così distinta e avanti con gli anni.

avatarsenior
inviato il 10 Novembre 2020 ore 19:23

Dimentichi il comodissimo mini stativo incorporato, sul fondello!


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