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Leica M e Q - due mondi apparentemente lontani con lo stesso sapore


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avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 14:52

Mi capita spesso di trovarmi a confronto con altri fotografi sulla opportunità di far proprie o meno alcune soluzioni tecniche che al giorno d'oggi sembrano essere anacronistiche. Fuori dal tempo.

La messa a fuoco manuale è una di queste. "Perché mai dovrei mettere a fuoco a mano, quando ho l'autofocus?" "Perché dovrei dar particolare valore al fatto di poter mettere agevolmente a fuoco a mano?"
Il mirino ottico è un'altra. Perché mai dovrei oggi guardare attraverso un vetro, quando se lo faccio in un mirino elettronico ho un sacco di opzioni e di aiuti in più e vedo anche al buio?
Il telemetro, prodigio opto-meccanico, soluzione estremamente complessa, che senso ha al giorno d'oggi? Ce l'aveva negli anni settanta, quando la tecnologia balbettava e si scattava a pellicola. Oggi è un “non senso”. "Una soluzione da spocchiosi che si vogliono a tutti i costi distinguere" (sostiene qualcuno).
E perché mai, poi, uno dovrebbe spendere un sacco di soldi per avere una fotocamera che tecnicamente restituisce gli stessi risultati, se non addirittura peggio, di una che ne costa meno della metà?

Il rapporto fra l'uomo (fotografo) e l'oggetto (fotocamera), come ha scritto Vilém Flusser e altri come lui, è spesso il motore della nostra creatività.
L'amore per l'oggetto ci permette di lasciarci divorare dalla sua avidità. La conseguenza è che spesso produciamo abbondante materiale fotografico, quando abbiamo in mano un oggetto che ci “completa”, con il quale faremmo volentieri l'amore. E questo ci permette di produrre roba buona, fosse anche solo da un punto di vista statistico, perché scattiamo di più e siamo alla ricerca dell'immagine in maniera attenta anche solo per il semplice motivo poter usare quell'oggetto. (Motivo che non è il solo motore, ovviamente, ma questa componente di rapporto complementare è presente)
La vera differenza non sta nelle capacità funzionali dell'oggetto (fotocamera), ma sta sempre nell'alchimia fra l'oggetto e chi lo impugna.
Il fatto di guardare attraverso delle cornici, croppando, come capita su una Leica Q oppure attraverso quelle di un mirino ottico (un vetro) come accade su una Leica M, potrebbe ad esempio migliorare le intenzioni fotografiche di qualcuno anche semplicemente per il fatto che facendo in quel modo ci si sente maggiormente a proprio agio. Si asseconda cioè una predisposizione personale che è quella che poi fa spesso la differenza fra una fotografia buona e una che non lo è (l'alchimia fra l'uomo e la macchina). Ad altri, per gli stessi motivi di predisposizione personale, la stessa cosa farà talmente schifo che non ne vorranno sapere mai. E produrranno ottime cose con altra strumentazione, più o meno automatica, più o meno elettronica. Hanno ragione entrambi.

Poco c'è da discutere su quanto valga tutto questo: è una cosa talmente soggettiva da non essere quantificabile né giustificabile.
Quando durante le discussioni citate all'inizio esce fuori il buontempone di turno che, dati alla mano, mi cerca di dimostrare che il telemetro è una tecnologia obsoleta, che è meno preciso, che è antiquato, che è fuori dal tempo, che… Io penso alle riflessioni che ho riportato qui sopra e, semplicemente, mi viene da sorridere.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 15:36

Secondo me le Leica M non sono antiquate, semplicemente si basano su una tecnologia venuta prima e profondamente diversa da quella Reflex e Mirrorless, che alla fine quasi tutti hanno deciso di abbandonare in virtù di un'altra più versatile, ma in certi ambiti, quando ci si trova col mezzo, non risulta affatto superata e tutti i discorsi sulla supremazia tecnologica dei nuovi apparecchi perdono di significato per questi utenti; piuttosto è un peccato che almeno per i corpi sia rimasta solo Leica con i prezzi che ne conseguono.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 16:02

Penso che dimostri comunque la sua supremazia solo in ambito street, quando ci si trova bene, altrimenti per qualsiasi altro genere è effettivamente meglio una Reflex o Mirrorless; possedendo ad esempio un corredo M e volendolo usare per altro, è meglio adattarli su una SL o montare l'EVF opzionale su M10.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 16:03

leggendo una discussione precedente un signore di nome Gian Carlo asseri' che il telemetro , oltre a scomodo ( e qui siamo d'accordo ) fosse impreciso.

enorme stupidata.

il telemetro quando è settato bene è il mezzo piu' preciso al mondo nella messa a fuoco.
e non ci sono ne se ne ma .

Ma è scomodo se uno fa un genere di foto dove serve velocità' : foto sportive , faunistiche e street .

Ora lo so che qualcuno dira' che i piu' grandi fotografi di street usavano il telemetro ( alcuni lo usano ancora ).

Pero' se devo usare un telemetro e usarlo in iperfocale allora uso il mio iPhone ( attenzione ... prima che si scateni l'inferno è una provocazione ).

io stesso ho provato per un ora l'ultima uscita Leica m10R preso il Leica store di Torino .
tendo a sottolineare che nasco 40 anni fa col telemetro , ma finisco 9 mesi fa con la Leica Q2.

che dire ... finche ' c'è il sole e il soggetto è statico ci salti fuori.
ma appena calano le luci e il soggetto è in movimento è quasi meglio metter via la camera.

Lo so , l'abitudine è spesso una dolce condanna e chi usa abitualmente il telemetro forse non avrà' questi problemi.

io ho sposato la tecnologia perche' per le mie foto è dove ha fatto passi da gigante.
per gli altri generi , ritratto in primis , fare foto col telemetro è onestamente un piacere .

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 16:04

Il problema di Leica sono due, in primis economico: pochi, pochissimi possono permettersela perché semplicemente costa, tanto.
Il secondo, la versatilità: la maggior parte delle persone vuole un solo brand per farci un po' tutto, o avere comunque maggior possibilità.

Voi mi direte che si può prendere un corpo M più vecchio e spendere meno, che ci sono amatori che spendono molto di più su altri corredi, ok, ma proprio il fatto che il telemetro nasce per focali tra 28 e 50 impone tanti, troppi limiti per la maggior parte degli amatori.

Personalissima opinione.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 16:05

Non vedo alcuna assonanza trail mondo M e quello Q. Non sarà certo la cornicetta di cui dispone la Q per simulare la focale del 35mm a rendere simili il mirino a telemetro della M a quello digitale della Q. Nè la messa a fuoco col telemetro mi pare sia assimilabile a quella manuale della Q.
Se si ama il telemetro non esiste che la M (le cui ottiche, sia detto per inciso, non hanno certo la terrificante distorsione di cui soffre in stile molto giapponese il 28mm che equipaggia la Q; ancorché corretta via software anche sotto questo aspetto si tratta di 2 mondi diversi. Per non dire della impossibilità della Q di cambiare ottiche, cosa che è stata alla base del successo delle Leica a telemetro).

PS - ho tenuto la Q2 per 3 mesi e poi l'ho venduta. Col ricavato ho preso 2 Fui Pro3 della serie speciale e posso dirti che col 23mm vanno altrettanto bene della Q2 in modalità crop 35mm; soccombe invece il 18 rispetto al 28mm, ma il 35mm e il 50mm Fuji rendono molto meglio della Q2 in modalità 50 e 75mm.

PS II - Sono stato laicista con R e con M per tantissimi anni, al tempo della pellicola. Allora se mettevi la stessa pellicola su una Canon o una Nikon o una Contax o una Leica le differenze si vedevano e molto bene. Oggi, nell'epoca dei sensori digitali, si vede ben poco e l'unica, per quanto importantissima, differenza del sistema M rispetto alla concorrenza delle mirrorless (Q2 compresa) sta proprio nella filosofia del telemetro, della compattezza e facilità d'uso e di comprensione dei menu, essenziali e non ridondanti. Ognuno valuterà se un tanto vale i soldi richiesti da un costruttore che con frequenza ormai disarmante sforna serie speciali con l'evidente intenzione di alimentare un mito. Ma non è con queste Leica che si scriverà la storia della fotografia, così come invece è avvenuto al tempo della pellicola.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 16:13

Che dire...
Ogni scarrafone è bello a mamma soja

Conosco un fotografo che ha recentemente provato a riesumare la dagherrotipia ottenendo dei risultati superiori alle proprie aspettative... ;-)

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 16:25

dopo anni di leica serie M (7, 240 e 10) posso dire con tranquillità che il concetto e lo strumento sono un aiuto per il fotografo. ovviamente ci vuole tempo per imparare a gestire il telemetro e la disciplina mentale che, rispetto a tutte le altre fotocamere, impone.
da un anno, per ragioni di vista, ho la SL2, fotocamere eccezionale che consente tutto quanto per me necessario in ambito foto e video e tuttavia non mi restituisce la stessa esperienza della M.
anche per questa ragione, la venderò per la nuova Q2 monochrom perché da quanto ho sperimentato nel corso di un wend di prova della Q è una fotocamere che condivide molto con la M in termini di portabilità ed essenzialità.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 16:41

Sarebbe bello se Voigtlander facesse una nuova Bessa digitale ad un prezzo più contenuto, magari sui 2000€.

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 17:08

se ci fosse stata la Q una volta...di M ne avrebbero vendute meno! Per me è proprio il concetto moderno di M! ;-)

avatarsenior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 17:23

In effetti una Q con baionetta M...

avatarjunior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 17:26

La linea M mi affascina, ma non sono molto pratico con la messa a fuoco zonale.
L'autofocus della Q (e della Q2) mi ha aiutato molto in condizioni di luce difficili.

Avrei fatto il salto dalla Q alla M, ma per ora va bene così.

avatarjunior
inviato il 02 Novembre 2020 ore 18:49

Io ho trovato il giusto compromesso; uso la M a pellicola (con due sole ottiche ovvero 35 mm e 9o mm) e una QP . E viaggio felice e leggero.
In più mi diverto a sviluppare i miei rullini sia in b/n che a colori.

user86925
avatar
inviato il 02 Novembre 2020 ore 21:04

Il fatto di guardare attraverso delle cornici, croppando, come capita su una Leica Q oppure attraverso quelle di un mirino ottico (un vetro) come accade su una Leica M, potrebbe ad esempio migliorare le intenzioni fotografiche di qualcuno anche semplicemente per il fatto che facendo in quel modo ci si sente maggiormente a proprio agio. Si asseconda cioè una predisposizione personale che è quella che poi fa spesso la differenza fra una fotografia buona e una che non lo è (l'alchimia fra l'uomo e la macchina).

mi piace molto questo passaggio, le cornici mi aiutano moltissimo nella composizione, specie quella fatta al volo...

user86925
avatar
inviato il 02 Novembre 2020 ore 21:16

com'è l'esperienza d'uso della ghiera di messa a fuoco manuale nella Q ?
è simile a quella di un obiettivo manuale con elicoide meccanico in metallo, oppure meglio lasciar perdere e va usata in AF e basta...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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