| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 18:02
Ma fotografare a volte non risulta estenuante? Io lo faccio per passione, quindi non è un vero problema, però... Fotografare paesaggi può essere estenuante. Prima devi trovare un luogo che ti appare interessante, e per farlo devi spingerti sempre un po' più lontano, avendo già sviscerato quelli più vicini. Poi lo esplori in lungo e in largo, sperando di trovare una inquadratura adatta. Quindi ti ci rechi n volte, a orari non sempre comodi, sperando di trovare le giuste condizioni, che naturalmente si presentano raramente. Quasi quasi invidio la leggerezza dei primi tempi, quando uscendo di casa con la macchina fotografica, fotografavo tutto quello che capitava... E a voi capita di sentire la fatica della fotografia? |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 18:08
Non te l'ha ordinato il medico... insomma non è un obbligo ma una libera scelta, e quindi lo fai finché ti piace. E quando non ti piace più smetti e passi ad altro. Comunque si, scarrozzarsi sulle spalle uno zaino di 20 chili in effetti è stancante, ma in fondo fa parte del gioco |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 18:11
Io sono pigrissimo e senza l'approccio "leggero" non farei nemmeno una foto ... |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 18:24
Per me la fatica invece è una parte fondamentale delle cose che mi piace fare! Senza mi sembrerebbe di non averlo fatto al meglio |
user206431 | inviato il 19 Ottobre 2020 ore 18:27
Le fotografie serie comportano sacrificio, tempo, impegno (In tutti i generi). Ritornare a fotografare a zonzo quello che capita proprio no. Sono felice che diventi sempre più faticoso, significa che l'occhio si migliora. |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 18:40
Io sono super pigro. Proprio ieri pomeriggio ero vicinissimo(20mt) in una foce di un fiume con diversi aironi, garzzette,marangoni ecc Potevo prendere il mio sigmone,cavalletto e tutto comodamente dal mio mezzo.... Ho rinunciato preferendo fotografare le baracche dei pescatori con un piccolo grandangolo e mi sono fatto un bagno nell'oceano Atlantico Quindi si, ho capito che non mi devo sforzare anche se a volte poi me ne pento. Preferisco forse assaporare quel momento di silenzio/estasi/solitudine piuttosto che portarmi a casa degli scatti tribolati. |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 18:45
La fatica è mentale Quando mancano idee e voglia uscire a fotografare diventa faticoso, anche fisicamente. Al contrario quando la testa viaggia la fatica non si sente. |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 19:34
È uno sport come un' altro ... c'è chi fa una corsetta al parco (magari con scarpe ultimo grido) ascoltando gli uccellini che cantano c'è chi si spara ore di ripetute in pista con tabelle e cronometro per tirar fuori il 100% da ogni fibra muscolare. Uno odierebbe andare a correre se dovesse comportare un tale dispendio di energie fisiche e mentali L' altro non troverebbe alcun senso a fare una corsetta che non lo porti a sfidare se stesso e i propri limiti, perché quella è l'essenza dello sport Per uno lo sport è endorfina Per l'altro lo sport è adrenalina Chi ha ragione? La risposta ce l'ha chi ha scoperto se è nato prima l'uovo o la gallina ... |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 19:39
É un alternarsi di fatica(mentale) ed eccitazione(quando vedi qualcosa). Nella fase1 ti chiedi perché sei li a perdere tempo, nella fase2 ti scordi completamente della fatica e sei pronto di nuovo per la fase1. E cosí via... Insomma , ne vale la pena. Se no faremo altro. Al di lá del risultato, ovviamente. |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 19:42
Per questo i selfie vanno alla grande... |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 19:52
Personalmente odio la routine carica le batterie/metti la scheda di memoria/togli la scheda di memoria/scarica le foto/scegli le più adatte. Il resto è divertimento. |
user177356 | inviato il 19 Ottobre 2020 ore 21:18
Uno dei motivi per i quali prediligo la fotografia di architettura e paesaggio urbano è che le condizioni sono molto più facilmente prevedibili. A parte l'auto del mentecatto parcheggiata alle sette del mattino di fronte alla chiesa. |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 21:59
Questa estate, per fotografare la via lattea, ho speso tempo e benzina in quantità spropositata. Numerosi pomeriggi a cercare un posto adatto e nottate di spostamenti a vuoto per colpa delle nuvole. Mi sono divertito tantissimo, quindi cosa è cambiato solo un mese e mezzo dopo? Il tempo a disposizione. Non sono più in ferie, e non lavoro con la fotografia. Desidero fotografare una scogliera sferzata dal vento, ma dove la trovo? O meglio quando la cerco? Diciamo che potrei sottrarre una domenica pomeriggio alla mia famiglia per recarmi sul posto. Ma non mi basterebbe, dovrei tornarci molte volte, magari una domenica si e una no. Ci metterei probabilmente un paio di mesi per ottenere lo scatto. Ecco quello che definisco fatica. L' enorme dilatarsi dei tempi che un fotoamatore deve mettere in conto. |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 22:15
Cambia approccio. Se "invidi la leggerezza dei primi tempi" vuol dire che tutto quello che hai studiato e fatto lo sai fare. |
| inviato il 19 Ottobre 2020 ore 22:35
Arconudo ha capacità di estrema sintesi oltre che di analisi Detto questo anche io odio il paesaggio per frustrazione ma posso uscire ancora dopo anni intorno al paese Quando giustamente ci sono idee |
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