| inviato il 01 Settembre 2020 ore 12:56
In tempi di digitalizzazione selvaggia ed esasperata in ogni ambito della vita e quindi in ogni singola azione quotidiana, ritornare a scattare in analogico con conseguente sviluppo (B&W) e stampa mi ha dato la netta sensazione di "riumanizzare" la fotografia ridonadogli i suoi tempi di "concepimento e parto"...una sorta di processo alchemico vitale, quasi come ridargli un'anima. Era tempo che non riprovavo questa sensazione...un pò come riprendersi e riscattare il tempo rubato da una folle manciata di "bit" e di megapixel in perenne corsa verso il trionfo tecnico. ( P.S. senza voler toglire nulla alla fotografia digitale, eh!) |
| inviato il 01 Settembre 2020 ore 23:31
Ho condiviso il tuo stesso percorso. |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 1:20
Siamo in tanti, a giudicare dalla vendita di pellicole sia in 35 che in medio formato sui vari siti. Comunque non è proprio una questione di nostalgia , ma penso più una questione di riportare tutto in una dimensione fatta di sostanza più che di tecnica.Quello che ho riapprezzato sono i tempi e le modalità. Anche il contato stesso con i materiali, il fatto di aprire un rullino e tendere la pellicola, regolare la sensibilità ecc ecc. |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 6:33
E soprattutto ritornare (o continuare) a fare fotografie, non ha creare immagini digitali. Io sempre continuato, con alterno impegno, a fare tanto fotografie analogiche che immagini digitali, post fotografie per usare un termine di moda. Sono due cose belle entrambe, molto diverse tra loro. Basta saperle conoscere per quello che sono. |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 8:36
Confermo in pieno! Personalmente provengo dalla pellicola, sia 135 che 120, e solo da un annetto a questa parte ho cominciato a usare anche il digitale. Senza entrare nel merito di cosa sia migliore, trovo l'analogico molto più soddisfacente: caricare la pellicola, misurare bene l'esposizione perchè ogni foto sbagliata è persa, sviluppare e stampare. C'è qualcosa di artigianale che il digitale non mi dà. |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 9:47
Sto aspettando la consegna di una fujica st605n su cui utilizzare un paio di lenti m42 e ho un rullo da 120 appena caricato in una vecchia afga isolette, credo di comprendere appieno la sensazione che descrivi! |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 12:10
Potrebbe essere che per rivitalizzare un poco il mercato della fotografia qualche marchio non decida di tirare fuori dal cilindro una macchina a rullino? idea assurda??? Visto che molta gente, usa ancora macchine a rullino e i rullini vanno via come il pane... settimana scorsa, il fotografo da cui compro aveva esaurito tutti i rullini, (persino quelli contenuti nelle usa e getta cannibalizzate per l'occasione) sia i 135 che 120 ed anche i chimici e le carte, mi dice che gli sembra di essere tornato negli anni 80, tanto che c'è gente che gli viene a chiedere di inserirgli la pellicola nella macchina. |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 14:33
Attenzione, la pellicola si sogna di poter arrivare oggi dove arriva il digitale. La differenza è abissale sotto il profilo qualitativo. Solo usando il medio formato (120) questa differenza si riduce. Però la pellicola è fotografia, il digitale è immagine, post fotografia insomma... |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 15:09
Tonyrigo io spero che la pellicola NON diventi come il digitale altrimenti perderebbe tutto il suo più grande valore, che secondo me, è la SODDISFAZIONE di ottenere una fotografia dallo scatto alla stampa con ingranditore, che quando la guardi ti appaga perchè sai tutto quello che hai fatto per ottenerla. Per non parlare dello stupore di quando le regali a qualche amico o parente e li vedi a bocca aperta a guardare la foto stampata. sembra che la gente non sia più abituata a vedersi ritratta su carta. |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 19:05
Per me solo pellicola, solo diapositiva... solo Velvia. |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 19:07
E solo dissolvenza incrociata |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 19:35
@Brasilius E' vero quello che dici a riguardo delle foto (o immagini) stampate. Io stampo mediamente 50 immagini al mese, o poco meno, e la gente rimane estasiata quando le vede, per la semplice ragione che non è più abituata a vedere una foto stampata (bella o brutta che sia). Ah, la cosa divertente, è che sono tutti convinti che siano stampate con il percorso analogico, mentre le mie sono tutte stampate in digitale: infatti le foto analogiche, per quanto mi riguarda, vengono poi scannerizzate e stampate in digitale. Lo so che non è bello, e per qualcuno è blasfemia, ma siamo nel 2020 e bisogna stare al passo con i tempi ... |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 21:24
Beh carissimo Tony non è una questione di blasfemia o di più semplice ortodossia fotografica, per me è solo una questione di qualità. La stampa di un file ottenuto da negativo scansionato avrà, ad andargli bene, forse il 60/70% della qualità originaria del negativo, ammettendo una scansione con gli attributi ovviamente, francamente non so se ne vale la pena. |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 21:34
Oltretutto, parliamoci chiaro, paragonare fra loro delle stampe ottenute con una tale disparità di trattamento sarebbe come mettere sullo stesso ring un peso medio e un peso massimo... per giunta pensando bene di legare il braccio forte del medio dietro la sua schiena |
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