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Percorso di apprendimento


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user33434
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inviato il 31 Luglio 2020 ore 15:23

nulla mi toglie dalla testa che questo sia comunemente definito (a ragione o a torto) "talento naturale"

Giusta osservazione , il problema è che sempre il senso comune, tramite un dogma culturale da noi particolarmente sentito, fa un passo ulteriore cioè "il talento è conditio sine qua non per eccellere in un determinato ambito" .

avatarsenior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 18:36

E' proprio cosi' senza talento non si eccelle. Al più si posso o raggiungere traguardi dignitosi.

user120016
avatar
inviato il 31 Luglio 2020 ore 21:04

@Alessandro Traverso, perfettamente d'accordo

avatarsenior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 22:04

E' proprio cosi' senza talento non si eccelle. Al più si posso o raggiungere traguardi dignitosi.

aggiungo e non me ne voglia l'autore del post, che chi ha talento non passa molto tempo sui forum....anzi

avatarjunior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 22:25

aggiungo e non me ne voglia l'autore del post, che chi ha talento non passa molto tempo sui forum....anzi


E perché dovrei volertene?
Sei tu il "Senior" con quasi 6000 messaggi. Mica io ... MrGreenMrGreenMrGreen

Comunque dipende anche da come si usano i mezzi a disposizione.
Anche il forum puo' essere un mezzo.
Una volta c'erano solo le biblioteche.

avatarsenior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 23:03

I mezzi non c'entrano nulla.
la patente di artista non si trova su internet.

user177356
avatar
inviato il 01 Agosto 2020 ore 0:41

Innanzitutto, benvenuto Kappasim.

A me la tua domanda piace molto, forse perché me la sono posta anche io anni fa, ancorché in modo meno diretto. Dal modo nel quale ti esprimi intuisco anche un buon livello culturale e un approccio al tempo stesso curioso e ragionato.

Ti dirò la mia, forse banale.

Se una certa attività dev'essere (o vuoi che sia) la tua professione, devi necessariamente seguire un percorso di apprendimento strutturato. Che vuol dire anche impegnativo in termini di tempo e oneroso in termini di soldi. Ma esiste, nel senso che c'è qualcuno che te lo offre, e chiede solo di essere seguito fino al termine.

Se invece vuoi che diventi il tuo hobby, la questione diventa paradossalmente più complessa. Perché non esiste un percorso definito, e ciascuno deve trovare il proprio.

Alcuni partono dall'approfondire e ampliare le proprie competenze tecniche. Già qualcuno ti ha segnalato che la gestione della luce è un aspetto complesso, affascinante e fondamentale. Oppure la gestione del colore, o ancora i principi della Gestalt nella composizione, e via dicendo.

Altri preferiscono sviluppare l'aspetto creativo, e dotarsi delle competenze tecniche solo quando servano e siano funzionali al risultato che vogliono ottenere (io sono più vicino a questa seconda categoria).

Il problema è che non esiste la bottega dove andare ad imparare. Già chi segue il percorso professionale fa fatica, figuriamoci l'amatore. Mia moglie (alla quale la fotografia interessa come a me interessa la filatelia) è stata anni fa la compagna di un ritrattista statunitense di una certa notorietà e successo, che è diventato tale perché la Liebovitz lo prese come assistente quando aveva venticinque anni, fresco di studi fotografici in un'università texana. Per avere un ruolo simile nel suo studio di New York c'era la fila letteralmente di centinaia di giovani fotografi usciti dalle migliori scuole del paese.

Siamo quindi necessariamente autodidatti. Certo, il seminario serve, ma a chiarire alcuni aspetti e a fare piazza pulita di alcune conviznioni o errori. Non sostituirà mai un percorso strutturato che all'amatore è comunque precluso.

Io leggo molto, moltissimo, di fotografia. Non studio , si badi bene, leggo . Leggo e rileggo, talvolta, lascio libri a metà, poi magari mi incisto su un argomento ("tecnico" o "creativo") e ricerco informazioni per giorni. Magari faccio anche qualche esperimento, poi nella maggior parte dei casi mollo tutto e mi chiedo cosa diamine ci avessi trovato di interessante all'inizio.

Forse aveva ragione Steve Jobs quando sosteneva che qualsiasi risultato otteniamo è come quei disegni della Settimana Enigmistica dove si devono unire i puntini. Se però sul tuo foglio non hai prima messo i puntini, non avrai nulla da unire. Quindi, bisogna mettere puntini anche a caso (ovvero, fare esperienze o acquisire competenze che non ci sembrano immediatamente utili o correlate ai nostri interessi immediati), per poterli usare in seguito.

Io per esempio mi rendo conto che la mia sensibilità alla luce (passabile o ottima che sia) deriva dai tanti viaggi che ho fatto in giro per il mondo, fotografando ad mentulam canis ed ottenendo quindi risultati orrendi. Però poter vedere la luce sul Gange all'alba, o quella sull'Atlante all'imbrunire, mi ha insegnato molto. Ma anche solo vivere a Milano per un decennio e sulle colline toscane per il decennio successivo.

Quindi, no: un percorso a mio avviso non esiste. Devi costruirtelo, senza avere una guida. Non è un caso che i fotografi amatoriali diventino discreti dopo molti anni, perché è un processo trial-and-error se non hai una guida.

Edit: ammazza che pippotto MrGreen ... si vede che è stato un lungo venerdì per me.

user120016
avatar
inviato il 01 Agosto 2020 ore 9:55

@TheRealB, mi è piaciuto molto il tuo intervento e mi ritrovo in molti passaggi (principalmente quello del leggere e rileggere su specifici argomenti).
Era un po' il mio suggerimento all'inizio. Ed aggiungo che in questo processo di crescita, oltre al giudizio ed al parere altrui, bisogna affidarsi al proprio, innanzitutto, badando bene di essere molto autocritici e severi con sé stessi. Almeno, nel mio caso, quando cerco qualcosa di "artistico'' (passatemi il termine...) lo faccio in base al mio gusto e mai per compiacere altri o suscitare stupore o amministrazione in chi guarderà le mie stampe. Anche perché le mie stampe le guardano in pochissimi. Già i 25 lettori di memoria manzoniana sono pure troppi MrGreen
Il mio consiglio, quindi, è di creare un proprio linguaggio ed un proprio stile in base ai propri gusti. Se poi piace anche agli altri, bene, altrimenti, chissenefrega. Il bello di essere fotoamatori è anche questo. ;-)

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2020 ore 10:04

Kappasim capisco benissimo il tuo dubbio e provo a risponderti secondo la mia esperienza professionale, in ambito musicale.

Spesso ci si interroga su cosa sia la tecnica e la si considera come un elemento da imparare il prima possibile e mettere da parte, e su cui poi edificare la propria idea, come se tecnica e coscienza di sé e del mondo possano essere considerati compartimenti stagni su cui lavorare alternativamente o in maniera sequenziale.

Per come la vedo io la Tecnica, volutamente maiuscola, è qualcosa che riguarda più la descrizione di un percorso, comprende sicuramente la padronanza dello strumento, degli strumenti, ma include per forza di cose una capacità di sintesi profonda tra tutte le variabili in cui l'autore è incappato nella sua ricerca: studio dei maestri e tentativi di plagio (John Lennon l'ha sempre detto che bisogna copiare ciò che ci piace, mica l'ultimo degli str...i), conoscenza del presente, del passato e non per ultimo la consapevolezza di sé stessi che apporta quel quid di unicità, legato ovviamente alla soggettività, che rende la propria opera diversa dalle altre.

In musica per esempio la questione è molto chiara, la didattica nel jazz, che io ho studiato al conservatorio, è nata 'ufficialmente' da Lenny Tristano che ha "semplicemente" cominciato a trascrivere gli assoli di Charlie Parker facendoli studiare ai propri allievi. Ed ecco infatti l'apparente corto circuito: ma come? l'espressione del talento cristallino è in realtà anche tecnica? Sì, lo è.
Praticamente la tecnica non è altro che talento che si sedimenta, e questo annulla di fatto l'idea che esista il talento (come ha fatto brillantemente notare Mauro Sansivero con argomentazioni molto valide che condivido in toto essendo docente anch'io). Io personalmente sostituirei sempre la parola 'talento' che si porta dietro considerazioni genetiche fuorvianti e pericolose, con 'capacità di sintesi'.

Per rispondere alla tua domanda, includendo il mio pensiero, direi che bisogna tutti quanti studiare per sempre la Tecnica, non la tecnica.

Un saluto.

Tommaso

avatarjunior
inviato il 01 Agosto 2020 ore 16:44

Innanzitutto, benvenuto Kappasim.
Edit: ammazza che pippotto MrGreen ...


Innanzitutto, ti ringrazio.
E ti assicuro che il tuo "pippotto" è stato molto interessante.

Rappresenta molto quello che ho osservato direttamente e, probabilmente, superficialmente. Visti i "mezzi" a disposizione.
Tant'è che leggendoti avevo una specie di deja-vu.

Detto cio', c'è comunque una cosa che mi lascia perplesso.
In mancanza di un termine migliore.

Se una certa attività dev'essere (o vuoi che sia) la tua professione, devi necessariamente seguire un percorso di apprendimento strutturato. Che vuol dire anche impegnativo in termini di tempo e oneroso in termini di soldi. Ma esiste, nel senso che c'è qualcuno che te lo offre, e chiede solo di essere seguito fino al termine.


Come è possibile che, ancora oggi,anche solo la struttura stessa di questo percorso non sia accessibile?

Gli insegnati, ex insegnanti, allievi, ex allievi, collaboratori ...
Nessuno che strutturi un percorso didattico?

Solo gente su Youtube che fa mini tutorials di 9 minuti su singoli aspetti che non trovano "uno spazio nel tempo"? (Einstein sarebbe orgoglioso...)

E' cosi oligarchicamente elitario l'ambiente?

Se esiste un qualcosa di ordinato, accademico, com'è che non fuoriesce assolutamente niente.
Apparentemente.

Non viene reputato fondamentale?
Puo' anche essere.
Non sono nessuno per negarlo.

Se io volessi, potrei scaricarmi il programma del quinquennio di ingegneria.
Conoscere i libri.
Gli esami.
Comprare le dispense nelle copisterie.

Questo non farebbe di me un ingegnere.
Non ruberei niente a chi si laurea.

Ti faccio un esempio terra terra...

Va su Google e scrivi nella ricerca "laurea ingegneria programma"

Già mi sembra dal secondo link hai accesso completo al programma, libri e docenti.

www.unife.it/ing/informazione/piano-degli-studi-lt

Cosi come lo trovi se sostituisci "ingegneria" con "musica".

www.unisi.it/sites/default/files/albo_pretorio/allegati/Musica_spettac


Ora prova a tornare su Google e scrivere "laurea fotografia programma".

Dimmi cosa trovi.

Io ho trovato solo video promozionali come quelli di chi vuole vendere un corso di PNL per insegnarti a fare il piazzista per una compagnia telefonica.

[OT]
Nessun giudizio sulla validità o meno dei corsi specifici.
Non mi azzardo.
Era una considerazione puramente sul marketing.
[/OT]

[EDIT: Non lamentarti più dei tuoi pippotti. C'è chi fa peggio ... ;-)]


avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2020 ore 16:57

Fai riferimento a università pubbliche mi pare.
In Italia da quel che so non ci siano percorsi di laurea in università pubbliche ma solo private.
Potrei sbagliarmi ma fino a qualche anno fa era così
In pratica gratuitamente non muove la coda nemmeno il cane se vuoi accedere a certi corsi non resta che iscriversi

avatarjunior
inviato il 01 Agosto 2020 ore 17:03

Ciao ToMato.

la didattica nel jazz, che io ho studiato al conservatorio, è nata 'ufficialmente' da Lenny Tristano che ha "semplicemente" cominciato a trascrivere gli assoli di Charlie Parker facendoli studiare ai propri allievi.


... questo fatto, oltre a far brillare l'universo con la luce della mia ignoranza, mi fa molto riflettere.

Soprattutto sul fatto di essermi fatto la domanda di dove stia il percorso didattico,
Senza essermi interrogato abbastanza prima sul da cosa derivi tale percorso.
Quale siano gli elementi su cui si è strutturato.

Tuttavia, navigando a vista nella mia ignoranza, mi viene comunque da domandarmi ( e quindi domandarTi) se, comunque, qualcuno si sia mai preoccupato ad un certo punto di predisporre succitate "trascrizioni" in un modo che fossero propedeutiche all'apprendimento.
In un (potremmo chiamarlo nuovamente...) percorso formativo.

Perché alla fine non stiamo parlando tanto dell'informazione singola.
O, nel tuo caso, dell'assolo singolo.

Ma come un elemento sia utile se non necessario all'apprendimento del successivo.


P.S. spero di essermi spiegato sufficientemente bene. Perchè oggi mi sono beccato 10 ore di corso sotto il sole a 39 gradi e mi sento un kebab al posto del cervello...MrGreenMrGreenMrGreen

avatarjunior
inviato il 01 Agosto 2020 ore 17:06

Fai riferimento a università pubbliche mi pare.


Indirettamente.
Più che altro facevo riferimento al fatto che non si trovi traccia apparente, nero su bianco, di cosa uno andrà a fare in un percorso cosi impegnativo quale un corso di laurea.

Una specie di "salto della fede"

user177356
avatar
inviato il 01 Agosto 2020 ore 17:49

Ciao Kappasim. Do per scontato che tu mastichi un po' di inglese.

Conosci la Tisch School of the Arts della New York University? Era quella alla quale si erano ispirati per i telefilm Saranno famosi.

Si tratta di una delle migliori scuole d'arte (nel senso anglosassone del termine, noi parleremmo di "arti applicate") statunitensi. Ovviamente, il dipartimento di fotografia è con tutta probabilità il migliore del paese.

Qui trovi il piano di studi: tisch.nyu.edu/photo/courses. Cliccando su "Course Descriptions" si accede ad informazioni più specifiche (ma ancora piuttosto superficiali) sui singoli corsi.

Come potrai notare, c'è un forte accento da un lato sui presupposti "culturali" della fotografia ( visual thinking ), dall'altro sulla pratica (internships ed altre esperienze).

Ovviamente, è solo un esempio. Se provi a cercare sul web, trovi informazioni su decine (o meglio, centinaia) di corsi universitari statunitensi di fotografia.






Bene, ora che abbiamo fatto gli sboroni MrGreen possiamo anche tornare con i piedi per terra. Lo (il?) IED è una scuola consolidata e con una buona reputazione: www.ied.it/milano/scuola-arti-visive/corsi-triennali/fotografia/VB0001

Qui ci sono informazioni più dettagliate media.ied.it/documents/IED-Milano_Triennale_Fotografia_ita_IT.pdf


avatarjunior
inviato il 01 Agosto 2020 ore 17:59

Era quella alla quale si erano ispirati per i telefilm Saranno famosi.


Per qualche motivo a me ignoto, il cimitero (emotivo) delle mie ex è costellato da pittrici, fotografe, scrittrici, curatrici di fondazioni varie ...

Mi ricordo che, ai tempi che furono, una mia ex mi racconto' di come quella scuola, nella realtà dei fatti, fosse il ricettacolo della peggio criminalità.
E riuscisse a malapena a mantenere un'apparenza civile per fini televisivi.

Se non sbaglio anche uno o piu' attori ebbero dei problemi.

Tu dirai "e che c'entra, sottospecie di tossicodipendente?!?"

Domanda legittima.

E' la tendenza squisitamente umana dei nostri giorni di giudicare la qualità di un'informazione basandosi sulle fonti.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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