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Percorso di apprendimento


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avatarjunior
inviato il 30 Luglio 2020 ore 22:25

Partecipo con i miei 2 centesimi.
La tecnica non è nient'altro che uno strumento come lo sono la macchina fotografica,l'obietttivo,il flash e i filtri, conoscerli e saperli applicare aiutano a comunicare qualcosa.
Quindi dopo aver imparato la tecnica il percorso è trovare quel qualcosa e inserirlo in un immagine.
E come i tutti i tipi di comunicazione da quella verbale a quella musicale o artistica in generale possiamo comunicare solo ciò che conosciamo e quindi più esperienza abbiamo è più facilmente potremmo produrre qualcosa con un forte senso artistico, dico potremmo perché ci sono migliaia di variabili e non tutti hanno la fortuna di riuscire ad esternare ciò che sentono.
Quindi rispondendo alla domanda, dopo aver imparato la tecnica il percorso è conoscere più cose possibili sia dentro che fuori di noi per poterle comunicare in una foto, in un quadro, in un video o in una canzone a seconda dello strumento che più ci ispira.

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2020 ore 23:05

Ma infatti io pensavo di aver capito che cosa proponesse l'autore del topic ma alla fine mi è stato detto di no.

Probabilmente l'esempio sull'avifauna ha portato fuori strada ma ne potevo farne altri, ad esempio un storytellers deve conoscere le usanze e le storia di un luogo per poterlo raccontare al meglio.
Un paesaggista deve conoscere il luogo e avere ben presente come durante l'anno la luce e il paesaggio cambiano e via discorrendo.

Comunque quoto le parole di Yellowstone.

avatarsenior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 0:14

Concordo con Domenico Mancuso.

avatarsenior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 7:56

La grande fotografia è spesso fatta da ossessioni, così come l'arte. Trova la tua e cerca di costruire il tuo mondo fatto di immagini.

avatarjunior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 8:47

Fammi poi sapere cosa ne pensi


E' un sito davvero interessante.
A cominciare dai detti in dialetto veneto che compaiono random MrGreen
Ci ho passato la serata e sicuramente di spunti me ne ha dati tanti.
Soprattutto il "rifocalizzarmi" sul senso della fotografia per me.
Ovvero il significato e l'aspetto comunicativo di tale significato.

Fra l'altro capita a fagiuolo (come si suol dire) perchè proprio ieri mi era capitato di vedere un bel video di Ted Forbes: "work that matters".

Cio' nonostante sembra che il fulcro del mio dubbio non abbia risposta.
Nel senso, non che nessuno me la dia.
E' che probabilmente proprio non c'è.....

l'applicazione pratica imparando dagli errori e dai problemi pratici che si incontrano sul campo (il classico PBL, problem based learning) è altrettanto importante. E poi c'è lo studio dei maestri che chiude il cerchio.


Ho citato questo perchè mi sembra abbastanza esemplificativo del pensiero che va per la maggiore.

Probabilmente è vero.
Le "regole" vere e proprie finiscono all'inizio.
Al livello 1.

Tutto quello che viene dopo è estro individuale nel risolvere le problematiche di una comunicazione troppo "intima" per essere parte di un percorso formativo generale.

Alla fine cosa sono i "maestri" se non comuni fotografi che hanno risolto personali problemi con personali, straordinarie, soluzioni?

avatarsenior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 9:50

caro Kappa a mio avviso le nozioni fotografiche sono importanti, ma reputo ancora più importante per chi è all'inizio di buttare i soldi in un corso base, i motivi sono molteplici innanzi tutto porti con te la macchina e ci familiarizzi (certe attrezzature vanno domate e spesso si fa l'errore di prendere prodotti non adatti a quello che sarà poi l'utilizzo vero e proprio..vedi avifauna) poi incontri persone che possono validare o invalidare le tue nozioni (momento di crescita) infine si fanno uscite fotografiche e si commentano le foto.
Andare a pescare qua è la dai siti è secondo me più interessante in seguito quando vorrai e potrai accedere a livelli superiori ma farlo dall'inizio è a mio avviso controproducente 1 perché non esci a fotografare 2 perché per mettere in pratica determinate nozioni resti impantanato non potendo fare confronti né chiedere a nessuno (forum a parte anche se in tempi non immediati).
Il titolo e la richiesta di fondo del tuo post è questa: percorso di apprendimento
il percorso per me è questo:
Corso base di fotografia
Workshop per le nozioni avanzate
Investimento nell'attrezzatura adeguata in riferimento ai propri scopi fotografici ( è nel percorso di apprendimento perchè l'attrezzatura come le tue nozioni tecniche sono parte integrante del tuo know-how e vuoi o non vuoi condiziona e viene condizionata dalle tue scelte e dalle tue nozioni)

arrivati a questo punto le tue nozioni sono adeguate puoi accedere ai livelli successivi o con workshop dedicati (non li sto proponendo nè interessano me, ma è ovvio che se devi avanzare devi apprendere di più) o con internet che a questo punto diventa interessantissimo, perchè ormai le nozioni basi non ti interessano più.
A mio avviso comunque l'arma definitiva è uscire a scattare, l'Italia è fantastica perchè in un attimo spostandoti puoi passare dal mare alla collina alla montagna e puoi in pratica muovendoti arrivare a praticare un pò tutti i generi fotografici, il tuo unico freno sarà economico MrGreen

user120016
avatar
inviato il 31 Luglio 2020 ore 11:22

Alla fine cosa sono i "maestri" se non comuni fotografi che hanno risolto personali problemi con personali, straordinarie, soluzioni?


E ti pare poco? ;-)
E comunque non credo sia solo questo. Si tratta di avere intuito e "vedere" dove gli altri guardano ma non vedono.
Ed in quel caso, ahimè, penso sia una dote innata.

user33434
avatar
inviato il 31 Luglio 2020 ore 12:59

Domenico, pur stimandoti molto sono costretto a contraddirti. Le doti innate non esistono, ci sono invece delle predilezioni che si autorinforzano e una serie di condizioni che favoriscono determinati apprendimenti e l'acquisizione di specifiche competenze. Non sono solo i numerosi corsi ed esami di psicologia a dirmelo ma anche 10 anni di di esperienza da docente, credimi ho visto cose che se inquadrate nell'ottica del "talento innato" non avrebbero spiegazioni possibili. Puntualizzo non per polemizzare ma solo perché è un'idea che porta con sé degli assunti sbagliati che possono avere un'influenza non indifferente in qualunque percorso di crescita personale.

avatarjunior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 13:35

Le doti innate non esistono, ci sono invece delle predilezioni che si autorinforzano e una serie di condizioni che favoriscono determinati apprendimenti e l'acquisizione di specifiche competenze.


Avere predilizioni che si autorinforzano non lo vedo concettualmente troppo diverso da "doti innate".

Le condizioni favorevoli penso siano cio' che agevolano il processo. Se e quando esistono.

Ma avere un processo sinaptico (esiste sto modo di dire?) che autorinforza una specifica predilizione... è una dote innata.

IMHO

user120016
avatar
inviato il 31 Luglio 2020 ore 13:35

Mauro, per carità, non intendo dire che esistano delle doti calate dal cielo e che da sole siano sufficienti per diventare un Ansel Adams. Ma è fuori di dubbio che alcune persone abbiano spirito di osservazione, intuito e fantasia molto più di altre. E credo siano doti che puoi acquisire ed affinare fino ad un certo punto. Tutto qui.

user33434
avatar
inviato il 31 Luglio 2020 ore 13:44

Kappasim per autorinforzo non si intende che il cervello fa da solo, questo avviene in certa parte ma solo oltre un certo livello di skills raggiunte. Si rinforzano perché il successo gratifica e stimola l'individuo a ripetere l'azione che lo ha gratificato e quindi ad allenarsi. Va da sé che si innesta un circolo virtuoso.

avatarjunior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 13:52

Kappasim per autorinforzo non si intende che il cervello fa da solo, questo avviene in certa parte ma solo oltre un certo livello di skills raggiunte. Si rinforzano perché il successo gratifica e stimola l'individuo a ripetere l'azione che lo ha gratificato e quindi ad allenarsi.


Viene da chiederti, con la curiosità di un bambino di 5 anni, se escludi il "cervello che fa da solo", a chi attribuisci la gratificazione del successo e lo stimolo conseguente.

Che dal mio punto di vista è sempre il cervello.
Ma vorrei capire il tuo.

user33434
avatar
inviato il 31 Luglio 2020 ore 14:42

E' un argomento molto complesso ma proverò a sintetizzare meglio che posso anche se finirò inevitabilmente con banalizzare il tema.
Malcom Gladwell, che esagera parlando di questo argomento fa però un buon esempio raccontando la storia di Davide e Golia da una prospettiva diversa. Davide fa il guardapecore e da quando è piccolissimo ha imparato a tirare con la fionda per allontanare eventuali predatori dal suo gregge fino a che non riesce a colpirli con assoluta precisione e potenza da distanze considerevoli, al momento dell'incontro con Golia che è più forte nel confronto corpo a corpo il combattimento non può che andare a finire in un unico modo.

Il bambino che ha un'area della propria intelligenza più sviluppata delle altre si sentirà gratificato nel momento in cui la impiega in qualche attività, per ottenere di nuovo quella gratificazione tenderà a ripetere quella attività il più possibile, qui il circolo virtuoso. Nella fase adulta le sue motivazioni possono amplificare questo meccanismo o interromperlo ma le stesse saranno profondamente legate agli stimoli e all'ambiente. L'interruzione di questo meccanismo avviene spesso in modo paradossale, infatti quanto più è alta l'intelligenza in una determinata area specifica (nel caso della fotografia quella spaziale ), tanto più è probabile che le inevitabili difficoltà si presentino ad uno stadio di apprendimento avanzato. Si introducono così delle frustrazioni alle quali non si è preparati a reagire e che possono diventare ingestibili.
La morale è che l'unico vero talento è la motivazione, ho visto persone con diagnosi cliniche che avrebbero precluso loro alcune abilità acquisirle, anche se con enorme fatica, fino ad eccellere in ambiti e discipline che teoricamente erano loro preclusi.

avatarjunior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 14:56

Penso di aver capito.

Ma ...

Il bambino che ha un'area della propria intelligenza più sviluppata delle altre


.. nulla mi toglie dalla testa che questo sia comunemente definito (a ragione o a torto) "talento naturale".

Che poi non basta a fare un Bresson.

Anche se ho recentemente visto un video dove si diceva che se Bresson fosse nato in questi anni, con questi paradigmi, non è detto che qualcuno l'avrebbe notato.

Ma non voglio andare fuori tema (più di cosi).

Che so già come finiscono altrimenti questi topic.

Da pagina 8 si comincia a parlare inevitabilmente di fi.....


Vi ringrazio per gli spunti e i links interessantissimi.

avatarsenior
inviato il 31 Luglio 2020 ore 15:01

Ci sono momenti storici particolari, lui era nel posto giusto al momento giusto per le foto che faceva, ricorda che inizialmente fu anche consigliato di andare su quella strada perché le prime foto di ispiravano più al surrealismo
É inutile pensare ma se Bresson fosse oggi...
Oggi lui ed altri hanno già vissuto, hanno lasciato il loro segno e il contesto sociale é molto differente

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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