| inviato il 18 Settembre 2021 ore 19:46
“ Rielaborare continuamente i ricordi, fino anche a stravolgerli, è alla base della plasticità della mente umana, e quindi indirettamente dell'intelligenza. „
Quello che l'intelligenza cambia con il tempo non sono i ricordi, ma la lucidità con cui analizzarli, correlarli ed interpretarli.
Si chiama saggezza e fa evolvere la nostra identità.
I social sono un ottimo terreno perché permettono di costruire una identità virtuale. Permettono di acquisire nuova saggezza o di rivivere comportamenti e ricordi passati.
In questo senso non si perde passione per la fotografia, ma si cambia e riallinea il rapporto che abbiamo con lei.
Chi riprende a fotografare dopo un periodo di pausa, può trovarsi a farlo come prima, se desidera fissare il tempo perché il futuro non lo stimola. Oppure lo fa diversamente da prima , se è ancora curioso di esplorare ed evolversi usando la fotografia come mezzo. |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 0:27
“ Io invece viaggio e vedo posti solo per fotografare. „
Io non visito i posti "solo" per fotografare... ma non scattare foto in vacanza (e far stampare relativo fotolibro) per me è eresia... |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 10:30
Ovviamente posso parlare per me,con gli anni sono diventato più selettivo.
Ai tempi dell'analogico facevo principalmente DIA per cui l'abitudine a ponderare prima di fare una foto è datata;col digitale sei più portato a scattare di più ma ultimamente sono tornato alle origini,meno AF e innanzitutto piu attenzione ai soggetti.
Per farla breve come dice Salt cerco di trarre maggiomente soddisfazione nel fare la foto come la penso considerando che non mi piace stare a lungo al coputer per fare la cernita o ritoccare ciò che è uscito dalla fotocamera. |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 11:19
“ Quello che l'intelligenza cambia con il tempo non sono i ricordi ... „
Questo è quel che ci piace credere, ma in realtà non è così. I dati di fatto ovviamente non cambiano (ricordo che ho fatto la maturità, che mi hanno operato di appendicite, che sono stato al mare da piccolo eccetera) ma molti aspetti delle cose che ricordiamo (particolari in apparenza insignificanti, coincidenze di certi eventi con altri per esempio) col tempo la nostra memoria li modifica, perché c'è una continua rielaborazione e riorganizzazione del nostro vissuto. Alcuni fatti vengono semplicemente cancellati, o perché emotivamente irrilevanti o perché fin troppo rilevanti e insopportabili.
Insomma non è che abbiamo dentro di noi un archivio immutabile che possiamo consultare a nostro piacimento, le cose sono più complicate.
Naturalmente parlo di ricordi piuttosto stagionati. I ricordi dell'estate scorsa sono ovviamente più stabili e affidabili. Ma in caso di necessità, per proteggerci, il nostro cervello distorce prontamente anche quelli, senza farsi molti scrupoli in fatto di esattezza. |
user225138 | inviato il 19 Settembre 2021 ore 14:47
Grazie Miopiartistica, mi hai risparmiato la fatica di replicare (tra l'altro, anche meglio di quanto avrei fatto io).
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| inviato il 19 Settembre 2021 ore 20:05
@Miopiartistica
“ in realtà non è così „
Una rete neurale semplice, una volta modificata da un evento, non lo può "cancellare" come se fosse una banca dati. Figurati se lo fa una asincrona, multistrato ed interconnessa, quale è il cervello.
Qui mi fermo perché almeno concordiamo sulla complessità del tema e rischiamo una deriva off topic.
@FotografoAgnostico
“ mi hai risparmiato la fatica di replicare „
Risposta perfetta per un thread sulla perdita di passione, in totale coerenza con le tue gallerie vuote.
Riesci ad essere creativo, senza essere fotografo: geniale!
Devo ammettere che per entrambi "Nomina sunt omina". |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 20:10
Ciao, ti racconto la mia esperienza, come tutti all inizio scattavo a qualsiasi cosa, tempo dopo capisco che mi è servito per prendere confidenza con la macchina e capire le regole fondamentali della fotografia, nulla di più, perché la fotografia è diventata un linguaggio, qui sul forum sono anni che non posto ma è una fonte di confronto leggervi.
Detto questo io ho un segnale che mi fa capire che sto passando dalla foto per raccontare alla foto a "caxxo" , quando inizio a guardare il mercatino.....
Allora capisco che mi manca lo stimolo, poso per un attimo la macchina e faccio girare le rotelle, leggo, lavoro di inventiva e aguzzo le percezioni sensoriali, solo così oramai riesco a lavorare per progetto, non un progetto unico, ma un filone centrale che poi si suddivode in tanti rami.
Secondo me dovresti veramente darti un punto di partenza, cosa vuoi fare di questo linguaggio, e li ti si apre il mondo, non esci più per fotografare semplicemente.
Questo è il mio pensiero. |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 20:23
Motofoto: il cervello è in continuo divenire, i neuroni muoiono e le informazioni che contengono vanno perse o vengono riscritte: ricordiamo le molte cose di molto tempo fa solo perché ciclicamente vengono riscritte. E' un processo dinamico, non è come la memoria di un computer... |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 20:43
Io sono un esperto sul funzionamento del cervello.
Ho visto 3 volte inside out, quindi se avete dubbi chiedete pure. |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 20:45
Il problema è che quando si fa una cosa per troppo tempo e troppo spesso quasi sempre dopo un po' di tempo la passione va a scemare,è così per tantissime cose ,almeno per mia esperienza,bisognerebbe a volte prendere delle pause ma è dura quando ci sei dentro .. |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 21:36
Ciao a tutti io e mia moglie organizzando un corso di fotografia diverso da quello che può trovarsi in giro, nei nostri non parleremo delle solite di cui si parla nei corsi, ma portiamo ogni persona che lo desidera a fare un'esperienza di teorica che pratica di altro tipo |
user225138 | inviato il 19 Settembre 2021 ore 21:39
@motofoto
Perché avrei dovuto scrivere una replica quando un altro utente ha già scritto quello che avrei fatto io, e per di più meglio di come avrei fatto io? Narcisismo? Competizione? Stupidità?
La tua replica, invece, mi ha convinto che sull'argomento tu mostri una certa ottusità, il che sarebbe un'ulteriore motivo per non perdere tempo a controargomentare le tue opinioni. |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 21:57
le rarissime volte che ho apatia verso la fotografia, mi costruisco una pinhole con quattro pezzi di legno e per magia passa tutto e sto a posto almeno per un paio d'anni ... |
| inviato il 19 Settembre 2021 ore 22:06
@Miopiartistica
“ neuroni che muoiono...memorie perse o riscritte... „
Hai una visione molto poetica di quello che succede nelle nostre teste .
Purtroppo non hai letto bene quello che ti ho scritto, altrimenti avresti evitato di citare i computer visto che non sanno eseguire reti neurali asincrone (solo i sistemi biologici sono in grado di farle). Dai, torniamo sul tema.
@Merlino 82
“ quando si fa una cosa per troppo tempo e troppo spesso quasi sempre dopo un po' di tempo la passione va a scemare „
E' particolarmente vero se quella attività la si fa sempre allo stesso modo.
La passione dovrebbe essere la spinta a cercare qualcosa di diverso e migliore ogni volta.
Quando la si perde, anche una attività molto piacevole finisce per diventare noiosa (ogni riferimento ad attività piacevoli diverse dalla fotografia è puramente casuale).
Personalmente ho visto che fotografare con altre persone o, ancora meglio, fotografare altre persone, magari progettando assieme come fare le foto, è un forte stimolo creativo.
A dire il vero, la mia passione vorrebbe andarsene, ma quando ricevo inviti tentatori, la passione torna....mannaggia! 
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| inviato il 19 Settembre 2021 ore 22:20
Vabbé, quello che volevo dire era semplicemente che memorizzare e ricordare non sono cose emotivamente neutre, e pertanto l'esattezza dei nostri ricordi è più un mito che altro, perché tutto il processo, che credo sia abbastanza complesso, viene influenzato da un mucchio di fattori dei quali siamo consapevoli solo in minima parte.
In pratica ricordiamo quello che ci fa comodo nel modo che ci piace di più, e diamo al tutto una patina di verosimiglianza, spesso molto ben congegnata, perché altrimenti non potremmo crederci neanche noi a tutte le palle che ci racconta la nostra memoria. Questo è quello che quasi sempre accade, anche se non vorremmo mai ammetterlo.
Non essendo un neurologo né uno psicologo non so spiegarmi meglio, ma sono abbastanza convinto che le cose vadano così. |
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