| inviato il 24 Maggio 2020 ore 13:21
Ma le guardano le foto?qualche volta c'è da chiederselo.
La foto gia' vista sembra qualcosa di sicuro un mastercheff,si riconosce si apprezza e si clicca,perchè è di successo si sa che è di successo.
Si diceva dei prodotti dozzinali perchè se ne trovavano a dozzine.Se poi è come appare,non troppo di tutto tranne che nell'eccesso,allora è per divertimento.
Il dubbio riguarda la prima foto la seconda e la terza,se mai c'è stata e come è possibile che sia stata scattata. |
| inviato il 24 Maggio 2020 ore 14:04
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| inviato il 24 Maggio 2020 ore 14:16
“ La postproduzione omologante, a cui faccio riferimento io, è quella imposta […] o autoimposta […] per vendere, per le visualizzazioni, per il like „
Sì, molto spesso il desiderio di piacere porta a forme di imitazione che impediscono ogni forma di ricerca personale. |
| inviato il 24 Maggio 2020 ore 14:19
Grazie dell'intervento Tomato: ti ho letto avidamente. |
user90373 | inviato il 24 Maggio 2020 ore 14:50
“ @ Leopizzo
Chi lo fa per passione, penso, nella foto ci lega la sua storia.
Fotografare le 3 cime non e' lo stesso se vai su fino al parcheggione con la macchinona, fai la foto e torni, rispetto a farti la salita a piedi da Landro o dalla val Fiscalina facendo un migliaio di metri di dislivello, portandoti la roba per dormire su e svegliandoti alle 4 dopo aver fatto la notturna fino a mezzanotte. „
E se andassi alle Tre Cime con la Nissan Note e il banco ottico, cosa cambierebbe?
La diffrenza potrebbe risiedere semplicemente nel fatto di andare a fotografare le Tre Cime contrapposto all'andare alle Tre Cime per fotografare.
Una differenza grammaticale minima che nasconde un approccio diverso alla "quaestio" |
| inviato il 24 Maggio 2020 ore 15:39
Ettore, cambierebbe poco.
Resta il concetto che anche la fotografia resta un'esperienza che si fa mentre si cattura l'immagine e che poi si perpetua ogni volta che quell'immagine la rivedi.
Stampata magari è anche meglio, ovviamente. |
| inviato il 24 Maggio 2020 ore 18:04
Tentando di fare un po' un' esegesi del titolo di questo thread, che è un titolo molto meno immediato e facilone di quanto non si possa pensare a una prima lettura, insisto nel dire ( sempre a mio parere ) che il dato ' già visto un milione di volte' va ascritto alla sconfinata diffusione di immagini che, specie nei social, ci ha travolti e ci travolgera'.
Pensiamo un attimo ai tempi in cui la Fotografia digitale/telefonica e in cui il web ancora erano agli albori: c' è stata un' accelerazione patologica che ha inquinato sguardo, mente e gusto, tale da intontirci; per lo meno rispetto a quando una serie di stampe dovevi muoverti per andare a vederle a una mostra o, quanto meno, dovevi vederle su un libro.
Non si torna indietro, è pacifico.
Ma c' è da chiedersi se quel ' milione di volte' non sia indotto, pari pari, dal milione di immagini che ogni momento ti sommergono: la democratizzazione indiscriminata del poter produrre immagini senza fatica né studio comporta inevitabilmente l' omologazione di cui si parlava e, per di più, a chi puoi dire " le tue foto sono esattamente il riciclo di ciò che ho già visto un milione di volte ?"; perché il fotografante in questione potrebbe risponderti: " guarda che io sono il fotografante ( paziente!!) ZERO; sono gli altri ad avermi imitato". E questo accadrebbe perché la marea indistinta di immagini non è più controllabile. |
| inviato il 25 Maggio 2020 ore 4:16
Il "già visto" è un falso problema.
Non va confuso con il "già prodotto/fatto" che è tutt'altra storia e riguarda la sfera personale.
"Già visto" richiede almeno un soggetto terzo che non solo abbia avuto l'occasione di vedere una immagine, ma se la ricordi pure. In mancanza di queste condizioni nessuno ci dirà "già vista".
Il grande cambiamento tecnologico che viviamo non è nella possibilità di produrre grandi quantità di immagini, ma di pubblicarle facilmente e di poter scegliere segmenti di pubblico di diverse dimensioni e caratteristiche.
E' proprio questo aspetto che riduce drasticamente il problema del "già visto".
Se ho il dubbio di aver fatto una foto già vista da un pubblico e per questo criticabile, la propongo ad pubblico differente o, ancora più semplicemente, aspetto che i primi si scordino di averla vista.
Sembra assurdo?
Non lo è.
Questa tecnica è largamente utilizzata in tutti i social di fotografia per aumentare le visualizzazioni.
Pure su Juzaphoto ci sono autori che la usano: cancellano le foto più vecchie e le rimettono come nuove, fidando del fatto che i nuovi iscritti non vanno ad esplorare le foto più vecchie nelle gallerie e i vecchi non si ricordano di averle già viste. Infatti, tali foto sono puntualmente "re-liked" come appena sfornate.
Non sorprende quindi che qualcuno abbia enormi quantità di visualizzazioni in rapporto ai like ricevuti. Con la cancellazione, infatti, i like si perdono, ma non le visualizzazioni.
C'è pure chi sfrutta la scarsa sensibilità al già visto spacciando foto di altri per proprie.
Costoro selezionano accuratamente autori bravi e poco noti, almeno per il pubblico a cui spacciano le foto.
Poi, piano piano, pubblicano le foto tanto nessuno se ne accorge.
C'è gente che è andata avanti mesi prima di fare un errore ed essere scoperta.
E' difficile conoscere la produzione mondiale e tenerla a memoria, anche solo di un settore.
Fin qui ho considerato foto "già viste" perché identiche.
Se una foto è classificabile come "già vista" solo perché simile ad un'altra (es.: ispirata, variata), il contorno del problema sfuma ancora di più.
Il problema non è fare una foto già vista, ma a chi farla vedere senza che se ne accorga. Oggi è molto più facile che 40 anni fa. |
user120016 | inviato il 25 Maggio 2020 ore 6:36
@Motofoto, perdonami, ma perché queste persone cancellano e ripubblicano le proprie foto (e fin lì... Ognuno del suo tempo è padrone) o peggio ancora pubblicano foto di altri su un sito come questo?
Voglio dire, a noi di ricevere visualizzazioni su juzaphoto entra qualcosa in tasca?
È narcisismo oppure ci sono risvolti economici? Domanda da puro profano di social (non ho facebook, Twitter, Instagram o altro) |
| inviato il 25 Maggio 2020 ore 8:02
Vanitas vanitatis  |
| inviato il 25 Maggio 2020 ore 8:54
Aggiungo: a volte capitano i commenti negativi e allora si cancella tutto, salvo poi ripubblicare la preziosissima foto monda da tali commenti. Qualcuno poi addirittura cambia nome quindi presumo che si cancelli dal forum per poi iscriversi con una nuova identità.
Se il pubblicare ed essere visualizzati diventa l'unico modo per certificare di esistere, capisci che se ne inventano di ogni.... |
| inviato il 25 Maggio 2020 ore 9:03
Nessun risvolto economico. Un misto di vanità, frustrazione nella vita reale, ego ipertrofico, almeno qui.
Su altri social ci può essere un effetto secondario su una eventuale attività professionale, ma qui i professionisti sono più disciplinati degli utenti dilettenti.
Almeno questo è ciò che vedo.
PS: mi riferisco all'uso di foto di altri, non alla ripubblicazione. |
user90373 | inviato il 25 Maggio 2020 ore 10:21
@ Motofoto
Andando un pò fuori tema devo dire di aver compiuto l'operazione "cancellino" per portare l'attenzione dell'osservatore frettoloso sull'ultima produzione, anche se "gallina vecchia fa buon brodo".
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| inviato il 25 Maggio 2020 ore 11:14
@Ettore, la mia non era una critica.
Sottolineavo solo come la ripubblicazione fosse una tecnica nota e largamente praticata in tutti i social per rinfrescare l'attenzione sulle foto un po' stagionate, ma sempre buone.
Bisogna però tenere conto che la cancellazione per ripubblicazione fa perdere tutti i like e i commenti ricevuti nella prima edizione. Non è molto gentile nei confronti di chi ha dedicato tempo e attenzione a commentare.
La ripubblicazione ha quindi pro e contro.
Personalmente non me ne sono mai servito proprio perché mi dispiace perdere i commenti.
Se dovessi farlo, lo farei una foto per volta e con molta attenzione.
Mi ha sorpreso vedere alcuni azzerare senza problemi tutto il proprio portafoglio e ricaricarlo lentamente tutto daccapo "riciclando" la stessa minestra più volte.
Ognuno è libero di fare come gli sembra più utile e corretto per i suoi scopi e la propria etica.
Molto diverso è l'uso di foto altrui. Questo è violazione del diritto d'autore o plagio. Per fortuna sono casi rari e vengono sempre tanati: è solo questione di tempo.
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user90373 | inviato il 25 Maggio 2020 ore 11:27
@ Motofoto.
Per me tutta questa virtualità è come un gioco, una specie di Lego, si fa, ci si diverte e a volte si bestemmia perchè non si trova il "mattoncino" giusto, si mostra cosa si è costruito, si disfa, si riparte e avanti, tanto con questo non ci devo vivere e nemmeno morire. |
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