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Cosa è la fotografia di strada senza la vita di strada?


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avatarsenior
inviato il 20 Maggio 2020 ore 10:05

Un interessante articolo percorre e ben espone alcune riflessioni (non nuove) sul tema.
Partendo dal titolo si può opporre che la pandemia non ha eliminato la vita di strada; aggiungendo che oggi sono molte le interpretazioni contemporanee qualcosa troverà spazio.

Interessante il passaggio con la citazione di Winogrand " Riferendosi al suo libro Gli animali(1968), ha detto che potrebbe anche essere chiamato un fotografo dello zoo" , e quanto l'autore dell'articolo, commentando, scrive "ma la nostra situazione attuale mostra i limiti della sua obiezione. Se le sue gabbie sono vuote, uno zoo non è più uno zoo, mentre una strada vuota rimane una strada".
Non condivido molto quest'ultima parte, e da li parte la mia curiosità.

Davvero una strada è solo una strada per la street?
Per me no.

A chi interessa ecco il link (in inglese traducibile con traduttore automatico):

aperture.org/blog/street-photography-without-street-life/?fbclid=IwAR3


A ciascun appassionato le proprie risposte...

avatarsenior
inviato il 20 Maggio 2020 ore 20:47

la strada è solo un luogo, è un grande, enorme studio fotografico. Vuoto o pieno che sia.
Il resto dobbiamo mettercelo noi.

avatarsenior
inviato il 20 Maggio 2020 ore 21:00

Davvero una strada è solo una strada per la street?
Per me no.

La penso come te, anzi considera che a me piacerebbe tantissimo fotografare le città deserte (ma possibilmente non perché siamo nel mezzo di una pandemia) per cui figurati un po'... ;-)

avatarjunior
inviato il 20 Maggio 2020 ore 23:50

Io penso che anche l'assenza di qualcosa è essa stessa un qualcosa. Come scrive Arconudo la “strada” è un enorme studio fotografico, tutto sta lì, esiste, in ogni forma, più o meno percepibile, sta poi a noi, alla nostra sensibilità, al nostro occhio fotografico saperne scoprire le verità.

avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 0:38

La street photography è un gran contenitore dove dentro ci stanno l'umanità, le singole persone, l'umanità in rapporto al suo ambiente, in rapporto alle architetture delle città, i dettagli della quotidianità, l'ironia della quotidianità. Diciamo che vi è la convenzione che tutto questo abbia come scenografia, ambientazione, il luogo aperto al pubblico. Poi è un genere che è anche in continua evoluzione. Alla fine l'imperativo è fare fotografie interessanti, al di là della loro collocazione

avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2020 ore 11:07

Io penso che anche l'assenza di qualcosa è essa stessa un qualcosa.


Certamente.
Leggendo alcuni passaggi si possono fare però molte considerazioni.

"i fotografi non sono ancora stati in grado di catturare il terrore psichico dei tempi. La fonte della minaccia è invisibile e i suoi effetti, in modo schiacciante, sono assenti. Il suo simbolo, la maschera, si nasconde alla vista."


Non tutti vogliono hanno interesse a catturare il terrore, il simbolo la maschera che si nasconde alla vista.

ed ancora..
Una foto scattata da Eugène Atget nel 1924–25 di sedie vuote fuori da un caffè di Parigi, suggerisce Szarkowski, è intrisa del pensiero di soldati che non sono tornati dai campi di battaglia della prima guerra mondiale
Non sono sicuro che emerga questa assenza dal solo documento fotografico.
In altre parole il vuoto può apparire semplicemente vuoto, più che altro dal motivo attuale per cui sia vuoto.
In altre parole le foto "vuote" non necessariamente identificano il periodo e le motivazioni, e potevano o potranno essere ripetute anche in momenti ben diversi.
Prima di questo topic ne è stato aperto un'altro sul progetto covid, diciamo più ampio come "genere" (classificazione usata senza pretesa esaustiva ma per mera comprensione terminologica) interessante ma che al momento non mi aveva particolarmente colpito...
Qui il link:
covid19visualproject.org
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=3598417


Altra strada interpretativa probabilmente si disinteresserà dell'aspetto covid, cambiando ben poco (penso ai dettagli di Hansen;
Per altri che seguono un filone documentale cambierà relativamente poco, per altri sarà invece molto difficile per un po mantenere il medesimo approccio, penso ai chi spara flash ravvicinati... insomma vedremo.

Al momento non ho ancora ripreso la camera in mano.
Ho avuto modo di uscire per lavoro in queste settimane e non ho mai portato la camera con me.
Ho provato sempre a fotografare con gli occhi e non ho mai avuto rammarico di aver perso qualcosa di rappresentativo (per le mie possibilità ed il mio modo di vedere).
Fotografare il vuoto è ripetibile e non avevo interesse a fotografare per riprodurre un certo senso di ansia attraverso il linguaggio fotografico; attraverso mossi, sfuocati, contrasti, vignettature a mio avviso avrei potuto solo allungare la lista di clichè già presenti, senza nulla aggiungere di rappresentativo del momento peculiare.
Anche adesso mi accorgo che non scatterei praticamente a niente... magari sarà che non ho voglia.
Per me la foto di strada è disimpegno e futilità, ed in questo momento è difficile "vedere" in questo ordine di cose, almeno mentalmente.
Guardo in rete e cerco di capire come sia lo stato generale delle cose, tutto qui.

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 2:20

Nei giorni iniziali ( e vertiginosamente esplodenti della pandemia ), ho tentato qualche scatto, senza per altro poter uscire di casa. Come accade sempre nelle condizioni di privazione, avvertivo la mancanza della strada, che potevo scrutare da recluso soltanto dalle finestre di casa. Poi si è aggiunto il fugace periodo delle manifestazioni dai balconi con canti, striscioni, applausi, che aumentavano il senso di impotenza. La città, la strada, come simbolo di una vita 'normale', erano intuite e vagheggiate.
In quei primi giorni ho pubblicato solo questo autoritratto un po' teatrale, che però non rinnego, perché costituisce una traccia abbastanza autentica ( perché 'vissuta' ) di un periodo che tutti auspichiamo timidamente ormai alle spalle:
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=3529470

L'esterno, rispetto alla dimensione domestica, è solo un'allusione forzata.
Poi non mi sono sentito ( ed è così tuttora ) di prendere foto 'nella strada', anche ora che si può tornare a circolare.
E' come se mi ( ci? ) trovassi a vivere in una cicatrice non ancora rimarginata.
E' come se avvertissi una necessità di assestamento delle cose che, forse, non avverrà.
E' come se avessi perso una confidenza con i luoghi della 'strada' perchè ancora segnati da una minacciosa esclusione dalla vita quotidiana.

Chiedo scusa se queste mie riflessioni non sono proprio a tema, rispetto al titolo del thread: forse, per me, è appena il tempo di qualche parola e non ancora quello di qualche immagine.

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 8:02

Dalla fine della fase 1 sono ritornato a fotografare in giro, inizialmente solo nei parchi, dal 18 anche in giro per la città, dopo aver passato due mesi a fotografare ossessivamente piccoli dettagli dentro casa. Non ero particolarmente interessato prima alla street e alle foto con le persone, non lo sono ora; di solito le inserisco in un contesto più ampio di paesaggio urbano. La street intesa come "intruppo" con i passanti per quanto mi riguarda aveva poco senso prima, lo ha meno adesso che di passanti ce ne sono ancora pochi; anche frequentando i parchi, dove ho assistito a notevoli assembramenti, non ho avuta alcuna voglia o interesse di praticare quel tipo di fotografia legata alla presenza estemporanea della figura umana. Una street più meditata rimane invece di grande attualità, anche in scenari metafisicamente svuotati della presenza umana.







avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 8:35

A mio modo di vedere, questo triste periodo di mascherine e frustrazioni non sarà negativo per il genere street. Aumentano le contraddizioni, i contesti strani, e le mascherine permettono piu libertà a livello di privaci. Mio punto di vista.

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 9:05

vero, credo pure che se i fotografi umanisti del dopoguerra, gli streeters americani degli anni '60 e 70 o gli street photographers di oggi si fossero lamentati del contesto visivo o sociale non avremmo proprio fotografia di strada.

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 10:02

Io invece con ste mascherino perdo ogni stimolo di fotografare street .

Vedremo più avanti .

Intanto ho motlo da post produrre e poi mi dedicherò per un pò ai paesaggi (ho fatto bene a risparmiare i soldi del 24-70 F2.8 II)

avatarsenior
inviato il 22 Maggio 2020 ore 14:40

Vedi il lato positivo, nessuna necessità di chiedere liberatorie MrGreen

avatarsupporter
inviato il 10 Agosto 2020 ore 20:37

Frittata di cipolle e gorgonzola

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