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domanda per i veri fotografi: come esponevate "a occhio" prima degli esposimetri interni?


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avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2020 ore 16:46

Bravo Roberto!

Grazie del contributo.

avatarsupporter
inviato il 17 Maggio 2020 ore 16:55

Grazie a te per il tuo contributo.

Non escludo che a far cambiare a Robert Capa la Leica a favore della Contax fosse la disponibilità dell'eccezionale Zeiss Sonnar 50mm f/1.5 (ricordiamo che con quello sbarcò a Omaha Beach); a cui Leitz riuscì a controbettere adeguatamente solo nel 1949 con il Summarit 5cm f/1,5.

La fonte è questo articolo del mitico Marco Cavina (interessantissimo, come al suo solito)
www.marcocavina.com/articoli_fotografici/leica_m_zeiss_g/00_pag.htm

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2020 ore 17:23

Già,

all'epoca credo a memoria che ci fosse solo il modesto Summaron 50/2,0 che non brillava proprio come acutanza, mentre il Sonnar 50/1,5 era straordinario sotto questo profilo.
Anzi, ancor meglio fu il frutto di grande madre Russia Jupiter 3: 50/1,5 copia gemella del Sonnar, ma con vetri diversi.
Gli esemplari di ottima qualità (con i russi è sempre un terno al lotto la qualità) come quella che possiedo danno decisamente la paga ai Sonnar dell'epoca (riferito ai Sonnar ante guerra).
Ma gli Jup 3 sono degli anni 50' ...

Comunque lo JUP 3 è una lente che non deve assolutamente mancare a nessun collezionista: un tappo di champagne in una bottiglia di raffinatezza!


avatarjunior
inviato il 18 Maggio 2020 ore 0:37

Io tra le prime ottiche che montai sulla mia Leica IIIf ebbi un Summar 50/2, soprannominato "Il morbidone".

www.wetzlar-historica-italia.it/summar.html

In realtà il mio esemplare era stranamente tutt'altro che morbido anche a diaframmi aperti, e lo stesso venditore (un famoso negozio di fotocamere da collezione di Milano) quandi vide gli scatti rimase basito. Va detto che le condizioni delle lenti (compresa la lente frontale, particolarmente delicata) erano impeccabili.

Fu probabilmente l'ottica a vite che amai di più.

Ilcatalano

user198121
avatar
inviato il 18 Maggio 2020 ore 15:03

bryan peterson consumava un intero rullino su di un solo soggetto...lo scrive lui in un suo libro...

Poi criticano i fotografi di oggi che fanno mille mila scatti...

Credo che il bracketing fosse la norma...

avatarsenior
inviato il 18 Maggio 2020 ore 15:42

Un intero rullino sembrava all'epoca un'enormità (soprattutto per il costo), ma sono 36 foto. Oggi anche senza raffica o bracketing le spariamo in 10 minuti in giardino ;-)
In un mese di vacanza all'epoca portavo a casa 5 rullini di diapositive. 180 foto, oggi le esaurisco in una giornata. E non credo nemmeno di essere fra i più "prolifici".

avatarsenior
inviato il 18 Maggio 2020 ore 15:58

@Giffan.Il brakecketing non era la norma e per quanto ne so io si usava principalmente con le DIA in situazioni particolari e al limite tre.
Che poi ci fosse chi di un rullino non se ne salvava una c'era anche ai tempi,ma di norma non si scattava ad mentula canis,rullino sviluppo e stampa che fossero buone o facessero caxxre se le facevano pagare.

avatarsupporter
inviato il 18 Maggio 2020 ore 16:02

Oggi c'è chi fa 6000 foto per un battesimo ....

avatarsenior
inviato il 18 Maggio 2020 ore 16:07

Io quando ero ragazzo avevo una Reflex Zeiss…
Gli iso mica si regolavano…. bisognava comprare il rullino 100, 200 o 400 iso


avatarsenior
inviato il 18 Maggio 2020 ore 16:22

Una volta, all'epoca frequentavo un altro forum, un tale mostrò alcune fotografie riprese a Yellowstone e tra le altre cose disse che in quell'occasione, nell'arco di un paio di settimane, aveva scattato 25.000 fotografie.
L'anno prima a Yellowstone c'era stato mio fratello... nello stesso lasso di tempo aveva impressionato 17 rullini di Velvia!

avatarsenior
inviato il 18 Maggio 2020 ore 16:28

Gli iso mica si regolavano…. bisognava comprare il rullino 100, 200 o 400 iso

Si regolavano nel senso che bisognava impostare gli ISO sulla camera, in modo che l'esposimetro interno lavorasse correttamente. Ovviamente in funzione del rullino inserito.

user198121
avatar
inviato il 18 Maggio 2020 ore 16:36

Un intero rullino sembrava all'epoca un'enormità (soprattutto per il costo), ma sono 36 foto.

bryan peterson

All'epoca una foto veniva pagata benone dalle agenzie...

avatarsenior
inviato il 18 Maggio 2020 ore 17:02

Certo,e i fotografi pubblicitari lavoravano con MF,i matrimonialisti ai tempi dell'analogico arrivavano a fare anche una decina di rulli 120(100/140foto) poi lievitati negli ultimi tempi,poi chi lavorava per la cronaca quotidiano o riviste,ma è un'altra storia.
Il tutto non ci azzecca nulla con la fotografia di tutti i giorni.
Sarebbe un po' come prendere a termine di paragone un rappresentante di commercio per dire quanti km l'anno fa mediamente una persona.

avatarsupporter
inviato il 18 Maggio 2020 ore 17:39

Non è vero. L'aumento di scatti è connaturato all'evoluzione degli strumenti, alla voracità del consumatore, all'idea che le foto non saranno, in larghissima parte mai stampate. Non producono mole, se non virtualmente. Io stesso scatto troppo. Per non farlo, mi devo imporre un limite che, altrimenti, né il costo, né l'apparecchio mi farebbero mai percepire. Per cui vi è un nesso strettissimo tra evoluzione tecnologica, digitalizzazione dell'immagine, e aumento degli scatti. A ciò si associa tutta una serie di conseguenze sul rapporto emozionale tra immagine prodotta e significato, sulla superficialità con cui si compone e si scatta, ma questa è un'altra storia che meriterebbe un topic a parte.

avatarjunior
inviato il 18 Maggio 2020 ore 17:41

Non ho idea se effettivamente i grandi della fotografia praticassero abitualmente il bracketing; anche se non mi sembra facilmente utilizzabile nelle situazioni di street photography.

Quello che mi risulta però è che i grandi fotografi, inclusi quelli "dell'attimo irripetibile", scattavano tantissimo e non solo in occasione del famoso "attimo".

Esemplificativo è un rullino di Cartier Bresson dove ha immortalato la famosa foto "Derrier la gare de Saint Lazaire" con l'uomo che salta la pozzanghera. HCB non scattò affatto una sola foto, ma un intero rullino di persone che scavalcavano la pozzanghera con un salto; poi scelse tra tutte quella diventata famosa.

Questo non toglie minimamente alcun merito ad HCB per il suo scatto e per altre migliaia di foto meravigliose, ci mancherebbe. Ma è un'osservazione per rimarcare che anche i grandi non sempre "coglievano l'attimo", ma spesso "aiutavano l'attimo". E questo dovrebbe consolare anche tutti coloro che - come il sottoscritto - nei momenti topici preferisce fare qualche scatto in più, piuttosto che rischiare tutto su un solo unico scatto.

Ilcatalano

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