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Chiacchierata intorno alle ottiche da diaproiezione 2


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avatarjunior
inviato il 08 Aprile 2020 ore 10:35

visto che il topic si è chiuso con la quindicesima pagina, www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2607253 riapro qua la discussione Ps: ho sbagliato a postarlo, c'è mica un metodo per spostare in il thead ?


avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2020 ore 10:51

seguo

per spostarlo manda una mail a Juza

avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2020 ore 11:18

Bene... cì sentiamo dopo

avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2020 ore 14:36

non credevo uscisse qualcosa di simile ma qua credo che il tipo avesse un certo tipo di esperienza. e servono diapositive simili fra loro mi pare di aver capito



In che senso Michele?
Ti aspettavi qualcosa di diverso? più fantasioso? qualcosa di più dinamico forse?

Te lo chiedo solo per capire amico mio, perché per esempio dal mio punto di vista quella cui abbiamo assistito è un tipo di proiezione un poco troppo statica... diciamocelo, è quasi noiosa perché non c'è mai uno stacco netto fra una diapositiva e quella successiova, sono tutte equilibrate allo stesso modo, l'esposizione, i toni, i soggetti sono tutti simili e anche il tempo di dissolvenza, a mio avviso, è troppo lungo e crea una eccessiva aspettativa nell'immagine successiva che però, come vedi, si tiene sempre un poco troppo nel solco di quella che l'ha preceduta e infatti, come avrai certamente notato, la terza immagine praticamente non si nota... insomma le due immagini, sia quella in fade-out che la successeva in fade-in, sono talmente simili che la dissolvenza passa troppo fluida dall'una all'altra, direi senza soluzione di continuità... è un poco noiosa credimi o quantomeno: in genere è questa la sequenza tipo intendiamoci... io però intendo la dissolvenza incrociata in una maniera un poco diversa e possibilmente anche un tantinello più dinamica, con soggetti insomma che quasi stridano fra loro mentre qui è tutto troppo uniforme, quasi scontato, diciamo che dopo che ne hai viste una quindicina di queste diapositive, al massimo una ventina ti ritrovi, e lo dico francamente, un pochino avvilito, non so come dire ma è come se ti mancasse qualcosa... perché da ogni cambio ti aspetti sempre quel non so che di diverso che però... che però qui non giunge mai ecco!

avatarjunior
inviato il 08 Aprile 2020 ore 15:01

ti dico la verità, alla vita è gradevole come dissolvenza questa chiaramente, molto equilibrata. ma si ferma li perchè dopo un po' mi girano i coglion i. per via del tempo eccessivo però come viene posta non è male. ti dico la verità, è la prima volta che vedo un video di diapositiva con dissolvenza incrociata. Forse questa tecnica o la sua preparazione tecnica è alquanto discutibile, io non posso parlare sia perchè prima volta in vita mia che vedo una cosa simile con le dia e sia che esperienza zero e non posso rendermi conto se fa schifo o un capolavoro. però credo che non sia un capolavoro almeno per me dato che dopo un po' mi girano. però in parte mi piace questo tipo di dissolvenza

avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2020 ore 16:14

Ma... questa proiezione va solo presa come esempio di un determinato effetto, che è quello della formazione/creazione di una terza-quarta immagine composta dalle due che si sovrappongono.

Non è certo una Proiezione (P maiuscola)

Questo è solo uno degli effetti, anche se è opportuno miscelare con eleganza le immagini per evitare contrasti violenti (di soggetti-luci ecc...) oppure incroci verticale/orizzontale, è vero che non è il caso di far venire 'due maroni' alla platea con tempi tanto dilatati.

Lo spirito di una proiezione in dissolvenza, al di là di evitare gli stacchi neri del cambio, è quello di restituire un certo senso di movimento ad immagini che altrimenti sarebbero comunque statiche.

Il movimento è dato dalle varie dissolvenze.

E' anche vero che la dissolvenza incrociata, che si è evoluta fino alla proiezione in multivisione con tutti i suoi effetti, nasce in anni in cui gli audiovisivi erano limitati al cinema o alla televisione, che in assoluto erano due strumenti non adatti per costi o qualità a valorizzare una serie di belle immagini.

Con la dissolvenza si colmava (benissimo) questo divario.

Senza contare che giocando su cambi veloci e diapositive in sequenza era (è) anche possibile restituire allo spettatore il senso del movimento anche veloce.
Esemplifico: immagina di avere la macchina fotografica su cavalletto che riprende a raffica il passaggio di un auto, proiettando in sequenza veloce queste immagini (anche solo con un dia al secondo) lo spettatore percepirebbe chiaramente la velocità dell'azione con l'auto che entra ed esce da un campo fisso

Da cui:
velocità percepita (dinamismo),
permanenza più lunga dell'immagine sulla retina perciò migliore percezione del dettaglio,
maggior attenzione su ogni singola immagine,
colonna sonora coinvolgente,

conducono la platea ad un nuovo genere di emozione visiva, anche molto intensa.

Aggiungo che la maggior parte dei video-clip che oggigiorno inflazionano Youtube, sono nulla più di quello che si potrebbe fare anche con una banale proiezione in dissolvenza. Non per nulla, chi già si occupava di dissolvenze, non trova alcun problema nel preparare montaggi video analoghi.
Altra cosa è produrre un documentario...

avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2020 ore 18:05

Perfetto Gsabbio, quello che spieghi è perfettamente attagliato a una fotografia di tipo documentaristico, dove cioè non ha importanza la singola fotografia ma piuttosto la sequenza di immagini in quanto tale e quindi, le varie fotografie, anzi tutte le singole fotografie perdono, o vengono private della propria unicità a tutto vantaggio dell'insieme nella sua totalità.
Io invece, per le mie dissolvenze, seguo il principio inverso, dove cioè ogni singola fotografia conta solo per sé stessa, per la successiva e per la terza che deriva dalla loro fusione... sempre avanti così, fino alla fine, in un continuo rincorrersi di immagini apparentemente slegate fra loro seppure sempre strettamente vincolate una all'altra.
Ed è in questa ottica, e per questo motivo che io preferisco fare a meno anche di un semplice sottofondo musicale, ossia perché la mia aspirazione è quella di tenere, o di provare a tenere vincolata l'attenzione degli astanti così come accadrebbe loro se stessero osservando una comune mostra personale dove un filo conduttore c'è, ed è manifesto, mentre qui invece esso resta celato, quindi non esibito proprio per far si che ogni osservatore lo trovi dentro di sé, quel filo conduttore ;-)

avatarjunior
inviato il 10 Aprile 2020 ore 11:54

Continuo qui l'esposizione dei miei dubbi sui caricatori.
Leggendo alcune discussioni (straniere) c'è qualche pignolino che afferma la non equivalenza tra i circolari orizzontali. Ad esempio c'è chi dice che gli ultimi tipi della kodak, i Kodak Ektapro siano più leggeri dei Kodak S-AV 2000 e ciò consentirebbe di operare più velocemente nelle selezioni dirette. Altri dicono che negli Ektapro è stata migliorata leggermente anche la fessura di accesso al vano di caduta per far scendere la dia ancora più agevolmente. Altri dicono che I Kodak S-AV 2000 sono meglio dei Kodak S-AV 1000 perchè questi ultimi sono in plastica e non in metallo, quindi meno resistenti alle variazioni di temperatura.
I caricatori transvue da 140 qualcuno li ha mai provati? Se si proietta senza vetro e senza cartone potrebbero offrire la possibilità di proiettare 280 dia in dissolvenza, però ora mi chiedo: se in questi caricatori ogni spazio di alloggiamento delle singole dia è ridotto, non è che dovendo essere più precisa la mira di sollevamento della dia dal vano al caricatore nella manovra di ritorno, c'è rischio di inceppamento contro il supporto alla base del caricatore?

avatarjunior
inviato il 10 Aprile 2020 ore 12:27

Gsabbio:

faccio tesoro dei tuoi preziosi consigli e, se non ti dispiace, pongo un altro quesito.
Supponiamo di avere un dissolvitore manuale a cursore e di voler registrare gli impulsi, per riprodurre la sequenza in automatico.
Esiste un qualche accessorio che permette di registrare gli impulsi provenienti dal suddetto cursore manuale (tramite campionamento del segnale) sottoforma di traccia digitale senza passare dal nastro, in modo da accoppiarla comodamente con tracce audio liquide tramite un programma dedicato?
Non so se mi sono spiegato bene.


avatarjunior
inviato il 10 Aprile 2020 ore 13:00

Pantom:

quella è solo una possibile dimostrazione, ma il ventaglio di tutte quelle realizzabili è molto più ampio.
Non ti scoraggiare, in rete non si trova quasi nulla e nella realtà ancora meno, ma tieni conto che il tuo proiettore se accoppiato con un master o inserito in una catena di unità simili può esaudire tutti i desideri possibili e immaginabili nell'ambito delle opzioni di dissolvenza.
Bisogna avere pazienza, passione e avere già un'idea del risultato quando ci troviamo a scattare sul campo. Poi disponendo le dia su un tavolo luminoso è possibile stabilire l'ordine e creare mentalmente le dissolvenze per dare una forma (in bozza) al lavoro. Una volta stabilito l'ordine e caricate le dia nei proiettori si fanno le prove con vari tempi di dissolvenza e modificando la variazione dell'intensità delle lampade durante i cambi al fine di dare alla terza (o quarta ecc...) immagine il significato che vogliamo.
Lo sviluppo del rullo non è la fine ma solo parte della procedura creativa necessaria per conferire il significato che vogliamo. Il 99,(9)% dei fotoamatori che scattavano dia le buttavano nel caricatore, azionavano il dispositivo di avanzamento e, ancor prima che il caricatore volgesse al termine, erano già sprofondati nel sonno.
Vedi le dia come se fossero parole: vanno unite al fine di creare un discorso e occorre la punteggiatura (con le dissolvenze) affinchè esso abbia enfasi.
Sono certo che se hai un progetto e chiedi consigli su come poterlo realizzare, con l'esperienza di Paolo e di Gsabbio, riuscirai ad ottenere grandi soddisfazioni.

avatarsenior
inviato il 10 Aprile 2020 ore 13:09

Esiste un qualche accessorio che permette di registrare gli impulsi


Direttamente dal cursore no, ma dalla centralina sì, basta usare un registratore digitale (di quelli che si usano anche per le interviste) che abbia l'ingresso per il microfono, ed il gioco è fatto.

Successivamente, una volta memorizzato come file nel registratore puoi:
ritrasformarlo in analogico e riversarlo su una cassetta tramite l'uscita cuffia dello stesso registratore.
trasferirlo in un PC come file (mp3 o altro formato proprietario) ed usarlo come traccia audio in un comune programma di montaggio.

Io ho un Sony digitale che non ho mai impiegato per questo scopo ma so che funzionerebbe (ci sono anche ottimi Olympus)

avatarsenior
inviato il 10 Aprile 2020 ore 20:03

Continuo qui l'esposizione dei miei dubbi sui caricatori.
Leggendo alcune discussioni (straniere) c'è qualche pignolino che afferma la non equivalenza tra i circolari orizzontali. Ad esempio c'è chi dice che gli ultimi tipi della kodak, i Kodak Ektapro siano più leggeri dei Kodak S-AV 2000 e ciò consentirebbe di operare più velocemente nelle selezioni dirette. Altri dicono che negli Ektapro è stata migliorata leggermente anche la fessura di accesso al vano di caduta per far scendere la dia ancora più agevolmente. Altri dicono che I Kodak S-AV 2000 sono meglio dei Kodak S-AV 1000 perchè questi ultimi sono in plastica e non in metallo, quindi meno resistenti alle variazioni di temperatura.





Beh Mario che vuoi che ti dica, secondo me sono le solite leggende metropolitane.
Io posseggo una catastrofe di caricatori Kodak, pensa che tengo sempre pronte venti dissolvenza incrociate, diverse, che non smonto mai, e sono i primi quaranta caricatori, a cui se ne aggiungono altri venti tenuti da parte per future evenienza e all'incirca altri venti che adopero per proiettare le dia che di volta in volta impressioniamo io e mio fratello.
Insomma in totale sono oltre 80 caricatori.
Di questi due sono di marca AP, che tralaltro li produce pure negli stessi cinque colori dei Simda,tre sono Simda azzurri, due sono Leica e i restanti sono equamente suddivisi fra Kodak Ektapro e Kodak S-AV 2000.
Sono quasi tutti made in Germany e solo i tre Simda e uno dei due Leica sono made in France.

Insomma, e per venire a noi, i Kodak Ektapro pesano 500 grammi esatti, i Kodak S-AV 2000 pesano 490 grammi, i Simda 500 grammi e pure i Leica, ovviamente, pesano 500 grammi visto che l'unica differenza con gli Ektapro e i Simda è il logo Leica sul coperchio trasparente.
I due AP non li ho pesati perché non li ho a casa con gli altri... ma sono certo al 99,9999999999% che non si discostano da questi standard.

Tu che dici Mario... le storie che circolano in rete sono solo leggende da circolo fotografico o, peggio, da forum di fotografia o hanno qualche fondamento che non sia solo... come dire... fantasioso? ;-)

avatarjunior
inviato il 10 Aprile 2020 ore 20:07

Continuo qui l'esposizione dei miei dubbi sui caricatori.
Leggendo alcune discussioni (straniere) c'è qualche pignolino che afferma la non equivalenza tra i circolari orizzontali. Ad esempio c'è chi dice che gli ultimi tipi della kodak, i Kodak Ektapro siano più leggeri dei Kodak S-AV 2000 e ciò consentirebbe di operare più velocemente nelle selezioni dirette. Altri dicono che negli Ektapro è stata migliorata leggermente anche la fessura di accesso al vano di caduta per far scendere la dia ancora più agevolmente. Altri dicono che I Kodak S-AV 2000 sono meglio dei Kodak S-AV 1000 perchè questi ultimi sono in plastica e non in metallo, quindi meno resistenti alle variazioni di temperatura.
I caricatori transvue da 140 qualcuno li ha mai provati? Se si proietta senza vetro e senza cartone potrebbero offrire la possibilità di proiettare 280 dia in dissolvenza, però ora mi chiedo: se in questi caricatori ogni spazio di alloggiamento delle singole dia è ridotto, non è che dovendo essere più precisa la mira di sollevamento della dia dal vano al caricatore nella manovra di ritorno, c'è rischio di inceppamento contro il supporto alla base del caricatore?


io sul mio kodak ektapro 5000 ho solo la possibilità di mettere il caricatore da 80 e il caricatore da 140, e fai conto che con il caricatore da 140 devi avere delle dia con telai meno spessi. per il fatto che i kodak ektapro siano più leggeri del kodak s-av non so dirtelo, però mi chiedo come mai se pesa di più dovrebbe essere più lento, di che tipo di differenza di peso parliamo?!?! sicuramente il tamburo mentre gira il caricatore potrebbe metterci più tempo, ma non credo, insomma dovrebbe pesare molto. Se invece si riferiscono al sollevo dia pure li non ci siamo, dato che è un meccanismo azionato da un motore elettrico che fa girare una ruota dentata che a sua volta ne muove un'altra ancora che va a far girare un manovellismo che alza la dia. Come avrai capito la velocità resta invariata.

che sia migliorata la fessura non posso saperlo perchè non ho da fare il confronto

per i caricatori e il materiale io personalmente preferisco quelli in plastica, proprio perchè sono cattivi conduttori di calore. Comunque parliamo di temperature molto basse. pensa che mettendo il termometro dove c'è la sede della diapositiva misurava massimo 34.3° però c'è da dire che il mio oggi l'ho modificato per far aspirare più aria alla ventola e far defluire più aria dalla camera di illuminazione. comunque la temperatura male che vada sul caricatore non supera quella cifra.

per il rischio di inceppamento non è dato dal proiettore, questi hanno la ruota fonica, una per la rotazione del tamburo e una per il sollevamento dia, molto preciso (cosa che pomeriggio ho pulito) più che altro è il caricatore che potrebbe dare problemi, se è in sede bene la linguetta fra disco metallico posto sotto il caricatore o se ha gioco.

avatarjunior
inviato il 10 Aprile 2020 ore 20:11

nsomma, e per venire a noi, i Kodak Ektapro pesano 500 grammi esatti, i Kodak S-AV 2000 pesano 490 grammi, i Simda 500 grammi e pure i Leica, ovviamente, pesano 500 grammi
il motore che ha su il proiettore e che poi ha pure una riduzione assurda con gli ingranaggi, nemmeno se ne accorge. dunque direi che è da sfatare il mito riguardo il peso

Pantom:

quella è solo una possibile dimostrazione, ma il ventaglio di tutte quelle realizzabili è molto più ampio.
Non ti scoraggiare, in rete non si trova quasi nulla e nella realtà ancora meno, ma tieni conto che il tuo proiettore se accoppiato con un master o inserito in una catena di unità simili può esaudire tutti i desideri possibili e immaginabili nell'ambito delle opzioni di dissolvenza.
Bisogna avere pazienza, passione e avere già un'idea del risultato quando ci troviamo a scattare sul campo. Poi disponendo le dia su un tavolo luminoso è possibile stabilire l'ordine e creare mentalmente le dissolvenze per dare una forma (in bozza) al lavoro. Una volta stabilito l'ordine e caricate le dia nei proiettori si fanno le prove con vari tempi di dissolvenza e modificando la variazione dell'intensità delle lampade durante i cambi al fine di dare alla terza (o quarta ecc...) immagine il significato che vogliamo.
Lo sviluppo del rullo non è la fine ma solo parte della procedura creativa necessaria per conferire il significato che vogliamo. Il 99,(9)% dei fotoamatori che scattavano dia le buttavano nel caricatore, azionavano il dispositivo di avanzamento e, ancor prima che il caricatore volgesse al termine, erano già sprofondati nel sonno.
Vedi le dia come se fossero parole: vanno unite al fine di creare un discorso e occorre la punteggiatura (con le dissolvenze) affinchè esso abbia enfasi.
Sono certo che se hai un progetto e chiedi consigli su come poterlo realizzare, con l'esperienza di Paolo e di Gsabbio, riuscirai ad ottenere grandi soddisfazioni.
qua devo dire che ho da fare un buon bagaglio di esperienza, non conoscendo i metodi per enfatizzare al massimo l'ordine di proiezione per avere un effetto "woow" pronunciato. Comunque credo che più avanti sicuramente migliorerò pure sotto questo aspetto.

avatarsenior
inviato il 10 Aprile 2020 ore 20:15

Come ha appena precisato Michele gli unici rischi di inceppamento in effetti possono venire da caricatori non perfetti per usura, oppure per rotture da caduta accidentale.
Qualche altro rischio inoltre potrebbe venire da telaietti deformati ma, sia chiaro, devono essere deformati all'origine perché è di fatto impossibile che si deformino per effetto del calore generato dalle lampade... come peraltro il buon Michele ha dimostrato nel corso di un intero pomeriggio di prove ;-)

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