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Richiamo però una cosa, spero, a beneficio di tutti.
Serve un'idea. Serve un progetto.
E, per primo, mi viene in mente il grandissimo Robert Frank : un fotografo svizzero che si trasferisce in età matura negli Stati Uniti dove intraprende un viaggio on the road attraverso tutti gli stati continentali degli USA (escluse Alaska e Hawaii). Il suo lavoro, per me epocale, si chiama The Americans ed è una pietra miliare della Street Photography.
Questo lavoro superbo ha avuto l'onore di aver scritto l'introduzione Jack Kerouac.
Condivido, quindi, con voi questo, avee un'idea, avere un progetto alla base della nostra street.
Certo, possiamo anche uscire con la macchina al collo e iniziare a catturare immagini "ad muzzum" ma.... questo approccio, inevitabilmente, avrà un valore aggiutno minore di uno elaborato secondo un'idea e con un timbro, una firma.
Serve un'idea? Sempre in fotografia servono idee, qualsiasi genere pratichiamo.
Non facciamoci però imbrigliare da canoni predefiniti che leggiamo in decine di inutili manuali che pretendono di insegnare la street, perchè se è sacrosanto che servono idee è altrettanto vero che devono essere le nostre. Le buone idee arrivano quando scaviamo nel nostro vissuto, è lì che consciamente o meno risiede la nostra visione del mondo e della fotografia.
user175879
inviato il 04 Aprile 2020 ore 16:32
“ Certo, poi c'è il genio „
Non lo metto in dubbio, però sembra che mezzo metro più a destra il marciapiede è asciutto...
Saranno anche scontate ma spesso si ha l'abitudine di scattare ciò che capita senza che ci sia un perché per poi sforzarsi nel dare un senso alla'immagine. Americans è un capolavoro. Frank sapeva esattamente del materiale di cui aveva bisogno. Non scattava qualsiasi cosa gli capitasse sotto tiro per poi scegliere le immagini più belle e farci un capolavoro. L'idea di cosa si vuol raccontare c'è sempre alla base.
La street/reportage è un termometro potente nel misurare un certo tipo visione in chi la pratica.Moltissimi eccellenti fotografi di molte categorie nel cimentarsi non hanno prodotto granché. Condivido Arconudo, aggiungendo anzi ribadendo che la centralità del fotografo come entità mentale ed emotiva più o meno coscente è il fulcro di questo e altri generi.
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