RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

"Costruire, Abitare, Pensare"


  1. Forum
  2. »
  3. Tecnica, Composizione e altri temi
  4. » "Costruire, Abitare, Pensare"





avatarsenior
inviato il 12 Marzo 2020 ore 11:29

www.domusweb.it/it/opinion/2017/10/26/costruire-abitare-pensare--perch


Martin Heidegger "Saggi e discorsi"
A cura di Gianni Vattimo:

https://www.amazon.it/dp/884255507X/ref=cm_sw_r_cp_awdb_c_UgHAEbE8SZXX

Si veda pure:

"Costruire e abitare: Etica per la città" di Richard Sennett:

https://www.amazon.it/dp/8807105357/ref=cm_sw_r_cp_awdb_c_9hHAEbEEAH9F



***

"Prima di discutere di scelte urbanistiche dobbiamo (…) porci la domanda:
che cosa chiediamo alla città?

Chiediamo di essere uno spazio nel quale ogni forma di ostacolo al movimento, alla mobilitazione universale, allo scambio, sia ridotto ai minimi termini, o chiediamo ad essa di essere uno spazio in cui ci siano luoghi di comunicazione, luoghi pregnanti dal punto di vista simbolico, dove vi sia attenzione all'otium?

Si chiedono purtroppo entrambe le cose con la stessa identica intensità, ma entrambe non sono proponibili in alcun modo insieme, e quindi la nostra posizione nei confronti della città è del tutto schizofrenica.

Questo non vuol dire che essa sia disperata, anzi è molto bella perché chissà cosa salterà fuori. È una contraddizione talmente acuta che potrebbe essere la premessa di qualche nuova creazione.

(…) è necessario partire dalla contraddittorietà di questa domanda e cercare di valorizzarla in quanto tale, facendola esplodere.

È meglio fare dei progetti di architettura e di urbanistica in cui mettere in evidenza di fronte al pubblico il carattere contraddittorio della sua domanda, senza coprire e mistificare questa situazione, senza credere di superarla con qualche fuga in avanti o ritornando al passato di Atene.
Non ci saranno più agorà."

Massimo Cacciari, La città, Rimini, Pazzini Editore, 2006, pp. 27-29

www.ibs.it/citta-libro-massimo-cacciari/e/9788889198223?inventoryId=53


Quali fotografi, a vostro giudizio, sono riusciti attraverso la Loro opera a restituire, fissandola compiutamente, questa "richiesta schizofrenica" alla cittá contemporanea, illo-tempore rilevata da Cacciari, e quali Altri, parimenti, l' irrisolta dicotomia ontologica tra la dimensione essenziale dell' "abitare" e quella puramente fisica e logistica della cittá ?

Par meme: è possibile attraverso l'opera fotografica un processo di decostruzione, attraverso tale tema, del mainstream delle attuali e limitate visioni della cultura popolare tra l'immagine del sé e dell'alteritá ?



Cordialmente,

Ben-G




#iorestoacasa





avatarjunior
inviato il 14 Marzo 2020 ore 10:40

Ben-G il tema da te esposto lo ritengo molto attuale… ed eventualmente da approfondire,come sempre sei molto attento e proponi sempre discussioni di una certa levatura!!
sinceramente spero che la discussione possa avere un gran seguito visto l'argomento trattato
Grazie Gian Marco

avatarjunior
inviato il 16 Marzo 2020 ore 18:55

Suggerisco il tedesco Peter Bialobrzeski:

www.bialobrzeski.net/

Credo sia il miglior interprete del nuovo millennio sul tema ... tra i suoi "diari sulle città" c'è anche quello su Wuhan (toh !).

L'uomo e il suo "abitare" a ben vedere sembrano un aspetto secondario dell'urbanizzazione.

avatarsenior
inviato il 16 Marzo 2020 ore 19:00

Proporrei il solito inossidabile Le Corbusier.

Che tanti danni ha fatto nel panorama Svizzero :-P

avatarsupporter
inviato il 04 Aprile 2020 ore 15:46

L'impossibile.
L'utopia che si cerca di modellare e confezionare secondo una propria visione ma che, per sua propria natura, resta tale.
Del signor Cacciari stimo il fine intelletto che non manca di manifestarsi anche nelle note qui sopra riportate e mi piace leggere una conclusione o, meglio, un'evidenza quale ".. e quindi la nostra posizione nei confronti della città è del tutto schizofrenica." Ovvero, la non accettazione dell'utopia.
Penso che la città moderna si sia sviluppata in termini funzionali all'evoluzione sociale inseguendone il cammino con mal celato affanno (volgarmente con costante ritardo). Non credo quindi alle ipotesi di “nuove creazioni” evocate quale conseguenza quasi rivoluzionaria di un malessere diffuso. Semplifico tutto in termini minimalistici pensando che la città del presente sia una necessità con un proprio ruolo ma antitetica al vivere umano. Scorre il ricordo alle città cinesi dove ho vissuto per molti anni, dalla mastodontica Chongqing alla capitale del nord, Beijing. Ebbene, quell'equilibrio metastabile, ma pur sempre equilibrio, lo si percepiva negli antichi quartieri che mantenevano le tipologie costruttive ed urbanistiche vecchie di millenni. Lì, tuttavia, fino alla prima metà degli anni “90 del secolo scorso, il modo di vivere non aveva subito mutamenti e la struttura urbanistica si era sviluppata in conformità allo scorrere di quel vivere, tanto cadenzato da sembrare rituale, quasi una liturgia. Partecipai tante volte a momenti di straordinaria normalità (ossimoro essenziale), come le partite a carte o a dama, le gare canore riservate a pennuti ingabbiati, le romanze dell'Opera di Beijing cantate e suonate da dilettanti appassionati e tanta altra autentica “vita”.
Ammesso che il contesto ne consentisse distinzione, di parte e ruoli, un unico teatro per attori o spettatori.
La strada.
Mi pare questo l'ultimo “otium” realmente vissuto.
Non fu concessa decadenza a quei quartieri, anche a quelli che mi furono più cari, né a quello delle due torri (campane e tamburi) né a quello, più esteso, vicino alla porta sud della Tien An Men. In pochi giorni e con molta polvere non ne restò traccia.
Questa è urbanistica utilitaria asociale. Non furono dissimili le napoleoniche pensate, del primo e del secondo impero, riguardanti Parigi. Poi, il tempo, leviga ogni asperità ed induce a riflessioni postume, quindi prive delle credenziali di postulato, non più di un'opinione.
Ancora il professor Cacciari parla di “….fuga in avanti e/o ritorno al passato di Atene…” quasi un lapsus freudiano del suo sapere, le Agostiniane definizioni presente del futuro , ovvero, l'attesa, ed il presente del passato , ovvero la memoria , ben conscio dell'irraggiungibile in un caso e dell'impossibile nell'altro.
Si ricompone, in forma circolare, l'utopia di partenza.
Ho moltissimi limiti e preferisco fermarmi a queste piccole considerazioni evitando riflessioni su Heidegger al di fuori dalle mie possibilità (ancorché io sia sempre fedele alla metafisica aristotelica di più immediata apprensione).
D'altra natura il “racconto” di Richard Sennett, una buona segnalazione.
Al termine, tuttavia, non do alcuna risposta ai quesiti posti. Un argomento infinito che mi lascia alquanto perplesso poiché entra nel merito di ciò che si intende per fotografia. I fotografi di prestigio esprimono proprie verità che vengono accolte in funzione del pensiero di ciascuno e, quindi, con un approccio che non è mai lineare e definisce prospettive soggettive.
Nell'ambito del tema penso con semplicità forse banale.
Ricerca: architetto con fotocamera
Emozione: fotografo, ovvero uno dei tantissimi come lo scrivente
Sintesi: filosofo con fotocamera
A chi dare il privilegio di maggior ascolto ?
Volendo comprendere tutto il possibile nell'intento di alleggerire la schizofrenia di Cacciariana (mi perdoni professore) definizione, direi senz'altro al “povero” dilettante che scatta con animalesco istinto in funzione dell'emozione percepita.

Ringrazio per aver colmato un poco il tempo della mia insonnia fornendo altresì quel minimo di coraggio per mettersi in gioco con qualche riflessione

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me