| inviato il 12 Febbraio 2020 ore 18:57
Ooo ... se non ricordo male il 150-600/5,6 L FD è del 1986. |
| inviato il 12 Febbraio 2020 ore 19:04
Mi correggo: Agosto 1982  |
| inviato il 12 Febbraio 2020 ore 19:39
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ciao Hbd, cmq intendevo reflex , non mirrorless.Giusto per capire, quindi un autofocus " f6.3 fuori specifica" (come tamron e sigma) non sarà mai e poi mai a livello di un f6.3 di una lente "non fuori specifica" ? cioè questa condizione indica di per se un aggravante per le prestazioni af durante l'uso. ho interpretato bene in linea di massima ?
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Se visioni il manuale o anche le specifiche tecniche di una reflex, noterai diciture come "sensori autofocus sensibili a f2,8, f4, f5,6" e, in alcuni casi, f8.
Tali specifiche dipendono dalle caratteristiche hardware dell'autofocus ttl-sir e del gruppo ottico annesso. Con le ottiche e gli extender Canon l'autofocus viene disattivato, se viene superata l'apertura massima che il sistema è in grado di gestire (es 400 f5,6 + extender 1,4x su una 6d, mentre tale accoppiata è utilizzabile con l'autofocus di una 6d mark II, pur se con un solo punto af).
Pertanto, un ef 150-600 f6,3 sarebbe anche compatibile (in termini di apertura massima) con l'autofocus una 1dx mark II/III o 5d mark IV, tuttavia sulla maggior parte delle altre fotocamere l'autofocus verrebbe disattivato o rimarrebbero attivi pochi punti af (se non uno solo). E' evidente che un oggetto del genere sarebbe invendibile.
Stante ciò, Sigma e Tamron progettano le ottiche in modo da ingannare la fotocamera: ad esempio, se a 600mm l'apertura massima è di f6,3, la fotocamera "legge" un'apertura massima di f5,6 e una effettiva maggiore o uguale a f6,3. Così facendo l'autofocus rimane attivo, ma se la fotocamera non dispone di sensori progettati per lavorare anche a f6,3 le prestazioni ne risentiranno, soprattutto in condizioni critiche in termini di illuminazione, movimento dei soggetti e se si utilizzano i punti af periferici. |
| inviato il 12 Febbraio 2020 ore 19:41
Infatti, come diceva Paolo, Canon circa 40 anni fa aveva tirato fuori un 150-600 5.6 dici che in 40 anni ha smesso di saper fare ottiche?  |
| inviato il 12 Febbraio 2020 ore 20:46
“ se la fotocamera non dispone di sensori progettati per lavorare anche a f6,3 le prestazioni ne risentiranno „
Hbd quindi per curiosità che macchine canon non hanno sensori progettati per lavorare a pieno potenziale con queste lenti 150-600 ? potresti dirmi qualche modello canon ? (grazie a tutti per la partecipazione come sempre ragazzi) |
user47513 | inviato il 12 Febbraio 2020 ore 22:37
È dalla notte dei tempi che deve uscire sto benedetto 200-600 o 150-600 che sia ... e tutti i canonisti continuano invano ad aspettarlo.. e con entusiasmo  |
| inviato il 12 Febbraio 2020 ore 23:07
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Hbd quindi per curiosità che macchine canon non hanno sensori progettati per lavorare a pieno potenziale con queste lenti 150-600 ? potresti dirmi qualche modello canon ? (grazie a tutti per la partecipazione come sempre ragazzi)
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Qui si apre un altro problema, ovvero quello della compatibilità.
Anche se la parte hardware dell'autofocus di una 5d mark IV, ad esempio, può gestire ottiche con apertura del diaframma massima fino a f8, va tutto testato e messo a punto caso per caso, a livello di firmware e logiche di funzionamento dell'autofocus: infatti, a causa della vignettatura e delle aberrazioni dell'ottica, alcuni sensori autofocus potrebbero non offrire le prestazioni previste, nel qual caso andrebbero disattivati. Inoltre, ottiche più o meno datate possono inviare e ricevere un insieme di dati differente, e va tenuto conto anche di ciò.
Sul manuale della 5d mark IV vi sono una decina di casistiche diverse, in termini di quanti sensori autofocus rimangono attivi, a seconda dell'ottica in uso. Tuttavia tali verifiche vengono eseguire solo con ottiche Canon: con obiettivi di altre marche non testano nulla.
Pertanto, con uno dei vari 150-600 non Canon ci si trova a fare da beta tester: l'unica speranza è che il produttore dell'ottica abbia ottenuto dei buoni risultati con il "reverse enginering" che effettua, cercando di ricostruire le logiche di funzionamento dell'autofocus della fotocamera (che non conosce, dato che Canon non le rende disponibili, e che non può nemmeno modificare), e che abbia eseguito dei test sufficientemente approfonditi con la fotocamera che si possiede.
Quando viene lanciata una nuova fotocamera inizia il calvario. Ad esempio, sulla nuova 1dx mark III la funzionalità di uno dei vari 150-600 è tutta da verificare, mentre con le ottiche originali il problema non si pone: persino il vetusto ef 28-70 f3.5-4.5 II - risalente al 1988 - è stato testato, tanto che sul manuale specificano anche quanti punti af sono attivi, se si utilizza tale ottica. |
| inviato il 12 Febbraio 2020 ore 23:26
detto in parole povere si arriva ragionando "tramite questa strada" che con OGNI corpo macchina si va in linea di massima un pò a culo . Ovviamente più è prestante l'af di una determinata reflex maggiori DOVREBBERO essere le possibilità che il tal 150-600 vada meglio . interpreto bene ? |
| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 0:34
E' proprio questo il problema: non è solo questione di prestazioni della fotocamera, ma del fatto che l'ottica e la fotocamera riescano a dialogare correttamente, e che le varie strategie di funzionamento siano implementate in modo adeguato. Se così non è può accadere di tutto, da messaggi di errore al trovarsi con un autofocus poco affidabile. Per la cronaca, è quello che accade ad esempio con il Tamron 24-70 f2.8 vc, sulla 6d mark II: appaiono sistematicamente dei messaggi di errore, mentre sulla più datata 6d, con un autofocus di livello ben inferiore, quantomeno l'ottica funziona. Tamron ha presentato la versione g2, un paio di anni fa, e da allora non ha più fornito aggiornamenti per il vecchio modello...
Insomma, va provato tutto caso per caso. |
| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 2:31
Nikon ha proposto un'alternativa ai vari 150-600 di altre marche. Si tratta del Nikkor 200-500 f5.6: tuttavia, rispetto ad esempio al Tamron 150-600 g2, peso e ingombri sono sostanzialmente analoghi.
E' evidente che con un 150-600 f5.6 gli ingombri e i pesi, nonché i costi, sarebbero lievitati notevolmente. Canon avrebbe potuto puntare anch'essa a un 200-500 f5.6 non professionale (quindi non serie L), ma qui si apre un interrogativo di una certa rilevanza: la qualità d'immagine sarebbe stata comparabile a quella del 100-400 II, volendo mantenere i costi dell'ottica a livello dei vari 150-600 (quindi ben più bassi di quelli del 100-400 II)? Temo che la risposta sarebbe stata negativa... |
| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 10:56
“ È di poche ore fa una notizia CanonRumors di un 100-500 attacco RF e due nuovi extenders. „
si, vero !!
ad ogni modo sicuramente i conti in tasca se li fa bene Canon prima di investire per fare ottiche (non ci piove)... avranno ritenuto che limitarsi anche ad un 200-500 5.6 probabilmente non ne valeva la pena. Peccato, probabilmente ad un prezzo congruo (tipo 1500/1600 euro) credo che tantissima utenza Canon si sarebbe cmq rivolta ad un ottica così ( per affidabilità af e anche per il fatto che 500 mm di buona qualità sono comunque un allungo considerevole per chi scatta avifauna su apsc quantomeno) |
| inviato il 13 Febbraio 2020 ore 11:02
Da notare che il 100-500 rf avrà un'apertura massima di f4,5-7,1: fattibile su un sistema mirrorless, ma non su quello reflex, per quanto scritto sopra.
Non mi stupirei se il diametro della lente frontale di tale ottica fosse simile a quello del 100-400 II...
Si tratta di un annuncio ufficiale, comunque. |
| inviato il 14 Febbraio 2020 ore 18:09
hbd, per curiosità anche il super prestante sony 200-600 per via dell f 6.3 " ingannerebbe l'af" tipo il sigma e tamron ? |
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. Comunque per chiudere il discorso di prima, effettivamente canon nel caso, avrebbe quindi dovuto fare un ottica necessariamente 5.6 (e non 6.3) con costi produttivi tali che alla fine della fiera la lente sarebbe costata PARECCHIO oltre ( non solamente qualche 100 euro) rispetto alla concorrenza tamron/sigma giusto? 