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Dal discepolo al maestro. Episodio 1 - Scattare con priorità di diaframma


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avatarjunior
inviato il 05 Febbraio 2020 ore 23:15

Domanda semplice, forse la prima di una lunga serie (da qui episodio 1). Le risposte saranno altrettanto semplici, tutte uguali o si aprirà un dibattito? Vediamo.
Sto scattando. Sto provando. Sto imparando. E mi chiedo anzi, vi chiedo...
Scattare con priorità di diaframmi in fondo quanto si allontana (se si allontana) dallo scattare in modalità automatica e quanto dalla modalità manuale?
Io sto scattando in questa modalità, ma devo considerarlo come un passaggio prima di provare la strada della lettera "M" sulla mia A7II oppure no, scattare in M si impara solo scattando in M?
La stessa domanda probabilmente sarà oggetto dell'episodio 2 per la priorità dei tempi.
A voi le risposte, se volete.


avatarsenior
inviato il 05 Febbraio 2020 ore 23:34

Dovresti preoccuparti del risultato non di queste pippe mentali.
Scattare in manuale non ti rende un fotografo migliore, ma solo uno che scatta in manuale.

avatarjunior
inviato il 05 Febbraio 2020 ore 23:45

Se il risultato è frutto del 90% della fotocamera allora tanto vale scattare in automatico. Credo che sia lecita la domanda di chi è interessato e curioso di conoscere lo strumento che ha tra le mani

avatarsenior
inviato il 05 Febbraio 2020 ore 23:52

non cambia nulla .
io scatto per la maggior parte in P .
in M mai fatto . in A spesso ,in T poche volte .

perche?
perche' le foto che faccio sono perfette per usare P.

ritratti ? uso A
foto sportive o in movimento?T

M? se ti diverte usa M , ma ovvio che ci metterai piu tempo .

Ps: aggiungo una cosa : queste cose ti devono venire ( e ti verrano ) naturali senza pensarci .come guidare una macchina col cambio . La seconda marcia la metti sempre in mille occasioni diverse . La stessa cosa le varie impostazioni della camera .

user90373
avatar
inviato il 05 Febbraio 2020 ore 23:56

Diciamo che le varie combinazioni di tempo-diaframma-ISO risultanti per ottenere un'esposizione corretta si possono ottenere in qualsiasi modalità e sono uguali fra loro. Il segreto è provare per conoscere i vari cambiamenti che possono apportare all'immagine l'uso di un tempo breve piuttosto che uno lungo, un diaframma aperto in vece di uno chiuso, se preferire leggibilità nelle ombre o nelle luci. Il resto vien di conseguenza.

avatarsenior
inviato il 05 Febbraio 2020 ore 23:58

AV ha un limite.. meglio usare TV.
M ha senso a teatro, eventi tipo saggi di ginnastica artistica, dove la lettura istantanea frega, o sessioni in condizioni di luce costante (mattinata all'aperto con luce costante)
In p puoi passare le combinazioni della terna dell'esposizione.
Alla fine che leggi l'esposimetro in camera e imposti la terna che ti chiama a mano o che la scegli tra quelle proposte.. non cambia molto..

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2020 ore 0:02

Se scatti in priorità di diaframmi significa che hai deciso di privilegiare il controllo della profondità di campo e di conseguenza dello sfocato, cosa che invece lasci un po' al caso se imposti la modalità automatica che è programmata per ottenere la coppia media di valori di diaframma e tempo per ottenere una esposizione ottimale. Scattare in M azzeccando la giusta esposizione significa certamente saper valutare con precisione la quantità di luce presente nella scena che deriva sicuramente da una lunga esperienza ma non ti dà necessariamente una immagine migliore. Io utilizzo la modalità M quando faccio foto in ambiente con illuminazione artificiale controllabile. Ad esempio nello still life imposto il tempo al massimo del sincro flash (di solito 1/200 di secondo), l'apertura la regolo in base alla profondità di campo che voglio ottenere e poi faccio alcuni scatti di prova variando la potenza dei flash per ottenere l'esposizione corretta.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2020 ore 0:19

Scattare con priorità di diaframmi in fondo quanto si allontana (se si allontana) dallo scattare in modalità automatica e quanto dalla modalità manuale?


È lontana dall'automatica e vicina alla manuale. Ma non è propedeutica all'uso della M, che impari ad usare solo con ferree basi sull'esposizione. Dal canto suo, a meno di preferenze personali o esigenze specifiche, la modalità M non aggiunge nulla alle semiautomatiche.

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2020 ore 0:28

Scusa ho scritto una caxx.. a rovescio..
Meglio AV che TV.. certo in alcuni casi fa comodo l'incontrario

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2020 ore 1:31

Qualsiasi cosa sia demandato alla fotocamera può fare casino:
- perché la fotocamera ragiona con un chip che é nato qualche anno fa mentre la tua testa ragiona con un cervello che si é affinato in decine di migliaia di anni
- perché a volte l'interazione con la fotocamera non é ottimale (es. ti finisce un attimo il punto di maf in esposizione spot su un riflesso della montatura degli occhiali e la foto ti viene sottoesposta).
Quindi:
- settare da sé tempi e apertura e ISO ti dá il controllo totale.
Se vuoi imparare il controllo totale:
- ti devi esercitare e devi sbagliare.
Lo stesso discorso vale anche per l'af. Meglio mettere a fuoco in manuale.
E quando c'é fretta e la situazione cambia rapidamente?
Io: ISO auto, AF-C punto singolo.
E prego che la fotocamera ci azzecchi. 98% delle volte va bene. É il 2% che mi fa incazzare, ma almeno so che io di mio non avrei potuto fare meglio della fotocamera in quella situazione.



avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2020 ore 2:48

Scattare in automatico a priorità dei diaframmi non significa demandare alla fotocamera.
Significa solo scegliere una modalità.

Poi la questione è quanto consapevolmente la usiamo: mettere in M non rende purtroppo più consapevoli e, oltre a ciò, impostando eventualmente ISO auto abbiamo (qui si) un automatismo pressoché totale.
Perché per quanto noi cambiamo tempi o diaframmi, la fotocamera riequilibra variando gli iso appunto.

Scattare in M, leggere spot e altre cose, a volte sembrano essere scelte molto "pro".
Ma in realtà l'unica cosa che funziona è conoscere il mezzo che si usa.
E scegliere per funzionalità o per piacere, ma auspicabilmente in modo consapevole.

Inoltre i valori restituiti dall'esposimetro (in M come in tutte le altre modalità) sono ovviamente condizionati dal modo di lettura (spot, valutativa ecc): anche qui, non avendo sufficiente consaveolezza di cosa succede e come, scattare in M non ci darà alcuna padronanza in più.

A me pare tutto piuttosto ovvio ma... comunque è un parere ;-)

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2020 ore 6:18

Il mattacchione Ken Rockwell definisce da sempre la modalità P come "Professional", altro che "Program":-P

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2020 ore 7:39

Io scatto in A se voglio il controllo della pdc o automatismo generico; più o meno lo stesso quando scatto in S, nel senso il tempo di sicurezza limite per avere più pdc possibile. Oppure per avere il tempo più veloce possibile, o più lento possibile (panning o mosso preventivato). Poche volte in P. Come dice Piro, M lo uso in situazioni difficili, con esposizioni spot (concerti, teatro). Il tutto usandolo staratore + -, che nelle ML ti permette di previsulizzare il risultato finale. Il discorso comunque, perde un po' il senso considerando che se si usa l'auto iso è un "finto" manuale, una variabile di automatismo che con la pellicola non avevamo. Se si va oltre la pdc e il mosso o fermo immagine, nella maggior parte dei casi ha comunque ragione Arconudo...

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2020 ore 8:03

Comincia leggendo ben bene il manuale di istruzioni di una qualsiasi reflex degli anni '80 (in rete trovi di tutto) e dopo con la tua ml comincia dalla M ;-) per poi, ma solo se ne avverti la necessità, passare ad altro.

avatarsupporter
inviato il 06 Febbraio 2020 ore 8:05

+1 per Paolo.
Va bene anche il buon vecchio Giulio Forti.

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