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fotografia a colori e fotografia in b.n. : quale la piu' difficile ?


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avatarsenior
inviato il 13 Febbraio 2020 ore 8:00

È banale ma non può che essere così. Se devi gestire un parametro o tre quale è la condizione di maggiore difficoltà?
Il colore non può che essere molto molto più complesso, sia.in fase di scatto che in fase di lavorazione del colore.
Una volta, tanto tanto tempo fa (ihihihihi) questa differenza era più limitata poiché c'erano dei grandi studiosi del colore che passavano i loro migliori anni a creare delle pellicole con determinate rese colore e noi ce le trovavamo pronte, bastava imparare ad usarle.
Oggi siamo noi a dover fare quel difficile lavoro.

avatarsenior
inviato il 13 Febbraio 2020 ore 8:28

Zuorro, a me invece non sembra così scontata la cosa, visto anche il numero di quanti si dicono incapaci di previsualizzare un risultato in BN.
Non è la maggior complessità del lavoro in fase di post (che tra l'altro impari come qualunque lavoro) a fare la differenza, e nemmeno una presunta maggior complessità in fase di scatto. Quando osservi la scena vedi i colori, ma non vedi immediatamente, ad esempio, la risposta che questi colori avranno in quanto a luminosità, questo perché la normale visione umana è "tarata" evolutivamente per dare maggior importanza alla decifrazione del segnale cromatico (in natura, se non sai riconoscere i colori aposematici sei morto).
Paradossalmente, ai tempi della pellicola lo studio della Teorie del colore era quasi più importante per chi fotografava in BN che per chi lavorava (fotografo o pittore) a colori, almeno per quanto riguardave tutta quella parte della Teoria che la normale visione a colori non ci permetteva di recepire immediatamente. L'utilizzo dei filtri colorati per il BN si basava sulla Teoria del colore, e non avevi modo di rimediare in camera oscura alle scelte errate in fase di ripresa.
In definitiva dovevi abituarti a dare un "peso visuale" a cose per cui la visione umana è fisiologicamente meno allenata.
Oggi va meglio in fase di post, perché gli strumenti attuali permettono di posticipare (appunto MrGreen) determinate scelte (un tempo, se ti dimenticavi a casa il filtro giallo o quello rosso erano caxxi), ma alle volte mi chiedo se l'utilizzo spropositato dei bianchi e dei neri, al limite dell'effetto grafico anche dove questo effetto è inutile o deleterio, non sia proprio il segnale di un'incapacità a previsualizzare quali soggetti e situazioni si presterebbero realmente ad essere resi in BN o, per contro, alla speranza che il BN risolva uno scatto comunque banale anche a colori (rivelando così il fatto di non aver capito le differenze tra i due linguaggi).
La sintassi del colore e dalla scala di grigi sono effettivamente differenti, prova a fotografare una rosa rossa su fondo verde e te ne rendi conto subito.

avatarsenior
inviato il 13 Febbraio 2020 ore 8:57

"fotografia a colori e fotografia in b.n. : quale la piu' difficile ?"

Io faccio foto dal 1969, sia B&N che colore, sempre con attrezzatura professionale, e stampo in proprio dal 1970, sempre con attrezzatura professionale, e sempre, sin da allora, in formato minimo 30 x 40 cm: il B&N me lo stampavo da me in casa, il colore me lo facevo stampare dalla Kodak in Svizzera.

Dal 2008 sono in digitale e continuo a fotografare e stampare sia in B&N che colore, me lo stampo in casa oggi anche in formato A2, con una Epson Stylus Pro 3880.

A me piace la perfezione in Fotografia, uso roba buona (Zeiss, etc) e mi piace la perfezione in stampa, ci spendo soldi, tempo ed impegno, e non ho comprato una Epson 7900 semplicemente perché non mi entra nello studio, ma ho stampato anche con quella presso uno studio di grafica, loro mi facevano stampare direttamente a me, ma ho smesso, la 3880 me la faccio bastare, lo studio di grafica è assai lontano da casa mia.

A pellicola, facevo fotomontaggi, dodge & burn, correggevo le linee cadenti nelle foto anche di street, non solo di architettura, ed usavo il set di filtri colorati per correggere la temperatura di colore delle diapositive e della pellicola a colore, ed usavo filtri colorati in B&N per la correzione normale del contrasto cromatico.

Usavo ed uso un esposimetro esterno per l'esposizione in luce incidente, uso spesso il cartone grigio se in luce riflessa, ed ho ricomprato un Sekonic perché l'esposimetro vecchio, un Lunasix, era andato perso anni fa, e mi porto sempre dietro anche un cartoncino bianco calibrato, oppure, meno spesso, l'Xrite Passport, per il WB.

Ormai da 6 anni, mi sono anche fatto da me i profili Adobe per la conversione dei RAW tramite Adobe Camera RAW, ho riprofilato tutte le mie fotocamere, i profili li ho fatti a doppio illuminante, usando Adobe Profile Editor e l'Xrite Passport.


Io non perdono le stampe fatte male, oggi si possono e si devono fare bene, oggi più di un tempo, non farle è cialt roneria e mancanza di rispetto nei confronti dell'osservatore.

E se vado ad una mostra e trovo stampe vili, gli lascio commenti cattivi, con nome, cognome e firma.

La fotografia a colori, tecnicamente, è molto, estremamente più difficile di quella in B&N.

E stop, non c'è altro da aggiungere.

avatarsenior
inviato il 13 Febbraio 2020 ore 9:06

Che ci siano persone che non sono in grado di previsualizzare in bn non ne dubito, se è per questo una buona parte degli italiani non sa nemmeno parlare italiano correttamente. direi di non basare su questo le nostre considerazioni.

Sul fatto del bn a pellicola non discuto, sicuramente aveva le sue difficoltà, io parlavo del colore facendo un confronto con il passato dove invece non era così complesso.

Non è la maggior complessità del lavoro in fase di post
secondo me è proprio la complessità in fase di post. Conosco pochissime persone che sanno trattare i colori con coscienza di quello che stanno facendo e non a caso. io sto studiando il colore da 3-4 anni e ancora non mi sento minimamente di sapere la maggior parte delle cose e saperle applicare. Sono all'inizio.

Certo colore e bn sono come due dialetti differenti^^

ma secondo me la complessità è molto maggiore nel colore, pensa solo al fatto che ogni colore ha un punto di saturazione diverso a seconda della luminosità. già questo ti fa capire che è cose se facessi un BN per ogni colore per tirarci fuori le sue caratteristriche. Pensa a come variano i colori in base ai toni dei colori vicini, sposti di 2 punti un giallo e ti sposta il viola, è un "gioco" infinito e complicatissimo, il tutto condito dal fatto che se scatti male già in partenza sei fregato. Il colore è immensamente più complesso da trattare di una scala di grigi...

Poi che la visione naturale sia più impostata sul colore "generalmente" (io ho dovuto fare il contrario per esempio. Ho dovuto imparare a vedere a colori e ancora non ci riesco) è vero, ma un conto è vedere, un conto è capire e previsualizzare. Quando devi previsualizzare un BN basta che guardi le masse e la luce, quando previsualizzi il colore devi vedere la luce, i colori, le masse, come interagiscono i colori, come interagiscono gli elementi che entrano nella scena al "volo", tutto diventa più complicato. Soprattutto se i soggetti non sono statici...

avatarsenior
inviato il 13 Febbraio 2020 ore 14:27

Si, ma questo perché oggi la fotografia stampata, soprattutto se a colori, assomiglia molto di più ad un processo tipografico che non puramente fotografico; com'è che con le diapo tutte queste difficoltà non c'erano?
E comunque, per le difficoltà tecniche in stampa, non dimentichiamo che la maggior parte dei grandi fotografi, di oggi come del passato, ne sanno abbastanza per indirizzare il lavoro del proprio stampatore/postproduttore di fiducia, ma non ne sanno abbastanza per sostituirlo; anche qui su juza mi pare siano pochini quelli altrettanto bravi in ripresa e in stampa.
A voler far bene le cose, casi particolari a parte, si è sempre trattato di due mestieri differenti anche ai tempi di HCB

avatarsenior
inviato il 13 Febbraio 2020 ore 14:40

esatto .
vi pubblico un interessante filmato dove il fotografo James Natchwey fa rifare piu' volte la stampa ( da negativo ).



ps : dopo aver provato 5 laboratori di stampa nella mia provincia e uno a 500 km di distanza , ho dovuto comprarmi in società' una stampante e la carta che cercavo .
la stampa , soprattutto da digitale è molto molto piu' difficile , soprattutto in bn dove i bianchi si mischiano e difficilmente sono puri .

avatarsenior
inviato il 14 Febbraio 2020 ore 6:43

"..com'è che con le diapo tutte queste difficoltà non c'erano? "

Perché tutte quelle scelte che oggi in digitale devi fare te in fase di stampa, erano fatte da altri, i costruttori dei vari componenti che portano alla stampa, e tu non avevi margine di manovra, se non scegliere la pellicola giusta ( Velvia per il fogliame, Provia per i ritratti, etc).

Un tempo, a pellicola, intervenire sul colore era molto difficile, anche solo cambiare il WB richiedeva attrezzatura dedicata in fase di scatto, io avevo i filtri colorati per il bilanciamento del bianco, e pur avendoceli, non era così immediato usarli bene .

Oggi muovi un paio di cursori, non spendi nulla e fai in un secondo.

Peccato però che molta gente quei cursori poi li muova male, come tutti gli altri, e tiri fuori immagini "patacca".

avatarsenior
inviato il 14 Febbraio 2020 ore 6:44

Anche se relegare ai due ambiti quello che sia più facile o difficile è domanda fondamentalmente impropria... Per fornire una spiegazione valida e che nella sostanza rimarchi le diverse attitudini, si debba essere necessariamente passati all'esperienza e alla pratica di entrambe in epoca analogica, rimarco che sia cosa imprescindibile. ;-)

In estrema sintesi dico semplicemente che in B/N si può fotografare di tutto ed in qualsiasi ambito e settore.

Nel colore invece l'ambito e le possibilità si restringono necessariamente.

Quante fotografie che vedono rappresentati luoghi, molti anche con presenza di umani, specialmente nei mesi uggiosi e invernali, sono necessariamente da scartare per la monotonia cromatica (tranne poche eccezioni), molto anche a causa dall'abbigliamento delle persone sempre sul nero, grigio scuro, blu, marrone scuro, che determinano la mortificazione di tante foto a colori.

Se le stesse identiche foto fossero realizzate in primavera ed estate (luce a parte), con il tripudio di colori conseguente dell'abbigliamento, ne determinerebbe invece il loro successo.

Il B/N rimane invece sostanzialmente immune da queste limitazioni.

Come anche ad es. in presenza di tanto verde della vegetazione nella buona stagione, a colori oltre a qualche foto non vai per tale monotonia, cosa che in B/N invece è assai diversa.
Invece di restituire il solo verde pur nelle sue gradazioni a colori, grazie alla luce potenzialmente in b/n si possono restituire tutti i toni dal pressochè bianco, alle infinite tonalità dei grigi e fino al nero, appunto in quelle situazioni di solo verde.

Insomma tutta un'altra storia, ma che per afferrare e cogliere con completezza, non basta un esercizio di conversione digitale per quanto abilmente appreso.

avatarsenior
inviato il 14 Febbraio 2020 ore 6:54

"In estrema sintesi dico semplicemente che in B/N si può fotografare di tutto ed in qualsiasi ambito e settore"

Vatti a fotografare le maschere del del Carnevale di Venezia, o i Comics qui a Lucca, fotografale in B&N, stampale, io le faccio a colori, e poi ne riparliamo.

Chi fotografa solo in B&N, semplicemente, lo fa perché non sa fotografare bene a colori.

Ossia della serie, "Nondum matura est, nolo acerbam sumere"

E si perde una larghissima parte della bellezza del mondo.

avatarsenior
inviato il 14 Febbraio 2020 ore 7:04

Venezia e Lucca non penso che siano precluse da chi volesse agire con pellicola B/N e fotocamere analogiche, e che questo lo limiti a raggiungere risultati deludenti.

Si agisce semplicemente in maniera diversa.

Per certi versi non troppo diversi, nel tripudio del colore e della luce siciliana... Le feste religiose di un suo celebre libro, Scianna le abbia ritratte in B/N, regalandogli e proiettandolo verso il successo e la celebrità.

Il B/N non è mai castrante.
Che non significa che il colore si possa preferire.

Se andassi per Carnevale a Viareggio anch'io preferirei agire a colori. Ma il BN risulterebbe anch'esso un'opzione.
Diverso ma Mai escludibile. A differenza del colore.





avatarsenior
inviato il 14 Febbraio 2020 ore 8:55

Col bn e' piu' facile evitare una schifezza e più difficile fare una foto wow ( intesa positivamente;) ma non impossibile..
Ci sono foto che solo a colori stanno in piedi e viceversa foto che in bn rendono meglio.
Cosa fare? Io scatto badando a composizione e luce, poi decido e a volte sviluppo in entrambi i modi.
Piu' che altro a colori spesso ci vuole piu' tempo nel bn le variabili su cui agire sono meno.

avatarsenior
inviato il 14 Febbraio 2020 ore 15:13

..com'è che con le diapo tutte queste difficoltà non c'erano? "

Perché tutte quelle scelte che oggi in digitale devi fare te in fase di stampa, erano fatte da altri, i costruttori dei vari componenti che portano alla stampa, e tu non avevi margine di manovra, se non scegliere la pellicola giusta ( Velvia per il fogliame, Provia per i ritratti, etc).


Verissimo e questo era il motivo che preferivo scattare in B/N, in quanto me le sviluppavo e stampavo da solo. e per il colore utilizzavo invertibile sviluppando anche questi da solo. Le satampe fatte da laboratorio erano qualcosa di indecente. le mie stampe da rolleiflex e hasselbald 6 x6 risultavano quasi fatte da una kodak instamatic, e a nulla serviva far vedere loro le foto fatte dagli astronauti, che esponevano nei loro negozi, fatte lo stesso con la hasselblad. Per loro era impossibile ottenere quella definizione, che invece io in B/n raggiungevo.

avatarsenior
inviato il 14 Febbraio 2020 ore 18:17

A costo di dire una banalità, il discorso facile / difficile in fotografia è fuorviante come lo è quello della nitidezza: nel senso che io mi posso impiccare a fare foto complicatissime dal punto di vista tecnico o logistico o spendere fortune in lenti e ottenere grandissime schifezze, mentre magari una foto facile da fare è molto più rappresentativa del mio modo di vedere e anche più apprezzata.
Per esempio una foto dalla cima dell'everest è difficilissima da fare, ma magari fa pena, mentre la foto fatta a casa nella propria stanza, anche se facile, può funzionare molto meglio. Per cui bianco e nero o colore, ognuno fotografi come si trova più a proprio agio: se "vede" meglio in bn usi questa forma espressiva, se "vede" meglio a colori preferisca invece quest'altra, senza perdere energie nel forzarsi in una scelta, visto che ormai il colore è del tutto sdoganato anche nella fotografia d'arte. A pellicola lavoravo meglio col bianco e nero, col digitale lavoro meglio col colore.

avatarsenior
inviato il 15 Febbraio 2020 ore 15:29

il discorso facile / difficile in fotografia è fuorviante


Pienamente d'accordo.

Non solo sono d'accordo, ma direi anche che ridurre tutto a "facile/difficile" oppure "capace/non capace" è figlio di una certa superficialità di pensiero.
In fotografia, conta ben altro rispetto al fatto di essere capaci. Essere capaci è il minimo. E' il punto di partenza.
Di fotografi capaci è pieno il mondo. Invece con i fotografi capaci che fanno anche cose che "funzionano" perché c'è un motivo per guardarle, se va bene, ci riempiamo a malapena la curva di uno stadio.

avatarsenior
inviato il 15 Febbraio 2020 ore 19:37

Detto così non si può che essere d'accordo. Io intendevo, che è più difficile fare una foto che "funziona", per usare le tue parole, a colori. Forse mi son spiegato meglio.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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