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Il senso di Gerry per la composizione







avatarsenior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 9:02

Mi è appena stato fatto un bellissimo regalo. Si tratta di Deutschland del fotografo Gerry Johansson. Saranno forse 150 foto in B/N stampate in formato 10x10cm. La cosa che mi ha colpito è l'incredibile senso della composizione. Non so spiegare come e perché ma la prima impressione che si ha è che tutto sia al posto giusto in ciascuna delle numerosissime foto. Le dimensioni degli oggetto le forme relative le linee le diagonali l'uso di quinte: tutto sembra avvicinarsi alla perfezione in ogni scatto e sono molti.
Per ora mi fermo qui, altre considerazioni le farò se altri interverranno interessati.
www.gerryjohansson.com/index.html

avatarsenior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 9:13

non lo conoscevo, in effetti è molto bravo sia nella composizione che nella scelta del soggetto e nell'approccio

avatarsenior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 9:52

Grazie Andrea. Non lo conoscevo.
Sul web sono riuscito a vedere poco, ma quel che ho visto mi piace.
Interessante anche il suo b/n che in questo genere di fotografia non è molto comune.


avatarjunior
inviato il 27 Dicembre 2019 ore 23:23

Interessante.

avatarsenior
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 10:20

In tutto il libro non trovo una foto più debole delle altre, e sono tante. Gli scatti riprendono particolari colti in Germania, paesaggi, perlopiù case private, molte isolate in periferia o in piccoli centri in campagna, ma anche condomini in città, vetrine, finestre, strade, opifici, capannoni, parchi urbani; e dai parchi urbani ai paesaggi di campagna con alberi isolati, tronchi, filari. Il tutto fotografato nelle diverse stagioni, in estate come sotto la pioggia o sotto la neve cadente o caduta (quelle tre o quattro con la neve sono stupende a mio avviso), a qualsiasi ora del giorno, con qualsiasi condizione atmosferica in piena luce, con ombre portate o con cielo coperto luce piatta senza ombre. C'è anche un notturno.
Ci sono testi dedicati alla redazione di photobook che insegnano l'importanza della sequenza fotografica e come costruirla, autori che insistono sulla importanza della serie.
Come è costruita la sequenza in Deutschland? Stupirà sapere che le foto sono impaginate in ordine alfabetico. Alfabetico di che? In ordine alfabetico della città o paese dove è stata scattata la foto, dunque un criterio che nulla ha a che vedere con l'aspetto visivo dell'immagine. Sono impaginate con la foto quadrata (Johansson scatta con una Rolleiflex a quanto mi è capitato di vedere sui filmati in rete) posizionata in alto al foglio rettangolare verticale sulla pagina di destra lasciando bianca la pagina di sinistra. Nonostante questa sequenza avulsa da qualsiasi criterio visivo l'insieme libro funziona perfettamente con una buona consistenza della immagini, con una varietà nella coerenza che non crea alcuna sensazione di noia nonostante la numerosità delle fotografie.

avatarsupporter
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 10:59

Ho trovato un articolo con intervista sul Manifesto.

E' impossible accedervi direttamente dal link se non si ha l'account.

Invece lo si può leggere arrivando da Google.
E' uno dei primi link:

www.google.it/search?sxsrf=ACYBGNRITecO1NuE-lAtrSQE0JlzbGrRgg%3A157752

avatarsenior
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 11:07

Il tutto fotografato nelle diverse stagioni, in estate come sotto la pioggia o sotto la neve cadente o caduta (quelle tre o quattro con la neve sono stupende a mio avviso), a qualsiasi ora del giorno, con qualsiasi condizione atmosferica in piena luce, con ombre portate o con cielo coperto luce piatta senza ombre. C'è anche un notturno.

Questo mi rassicura rispetto ai mille problemi che io mi metto quando devo assemblare serie che contengono immagini scattate in un lungo arco di tempo in condizioni sempre differenti.
C'è da dire che il b/n in questo senso aiuta.

Come è costruita la sequenza in Deutschland? Stupirà sapere che le foto sono impaginate in ordine alfabetico.

Non ho sfogliato il libro che cercherò.
Ma probabilmente se lo può permettere data la "solidità" di tutte le immagini.
Mi pare una scelta che pone l'accento sul carattere "documentaristico" della sua fotografia. O no?

avatarjunior
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 11:20

Personalmente non mi piace proprio niente.
A partire dal fatto che chi fotografa in bianco e nero copre molti errori e soprattutto ha meno responsabilità da gestire (1000 colori contro 2)
E poi se quelle foto fossero firmate federico Nicoli (cioè io) obiettivamente e sinceramente le commentereste solo dicendo che manca un oggetto, un soggetto, una linea guida, l'attenzione si perde, che c'è tutto a fuoco ma niente da guardare. Insomma mi direste di studiare di più la composizione.
Sicuramente la sua fama ed il suo successo non è dovuto a quelle foto, ma con la licenza poetica che si è costruito negli anni può permettersi di fare qualunque cosa con la macchinetta in mano.

avatarsenior
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 12:14

Federico le linee e le composizioni in quelle foto a mio avviso rasentano la perfezione, e lo dico senza che avessi mai visto prima una foto di Gerry Johansson del quale non conoscevo nulla nemmeno il nome prima di vedere questo libro. A mio avviso le foto sono tutte notevoli, non c'è una diagonale fuori posto, una porzione del soggetto che sia eccessiva, una inquadratura da spostare o inquadrare più da vicino, un soggetto noioso, un tono sbagliato. Giudicare il fuoco e la P.d.C. su una riproduzione 10x10 cm non è facile comunque si, le immagini sembrano tutte a fuoco per scelta (è cosa abbastanza comune in che fa paesaggio) e in tutto il libro mi pare ci sia solo un fotogramma dove c'è un fuori fuoco deliberato di un tronco in primo piano rispetto ad una casa più lontana.
Ma per capirci meglio potresti indicare il link ad una foto di paesaggio dove invece tu trovi che ci sia un soggetto ben precisato, con delle linee guida a posto, dove ci sia poca roba a fuoco ma qualcosa da guardare. Oppure indicare un autore che invece a te piace molto spiegando il perché ti piace e perché reputi le sue composizioni migliori rispetto a queste.
Il colore ed il B/N sono una scelta espressiva. Talvolta, per chi fotografa in pellicola, sono una scelta dettata dal potere avere tutto sotto personale controllo dallo sviluppo alla stampa, tutto nelle proprie mani.
Edit: Federico leggendo il tuo commento si ha l'impressione che tu guardi le foto tenendo a fianco il manualetto "Del bravo fotografo" di Michael Freeman piuttosto che di Feininger. Ora i manuali li abbiamo letti tutti e non è assolutamente un male, anzi. Io trovo però che i manuali vanno letti e poi messi sullo scaffale, si prende la macchina e si va in giro a fare foto lasciando sedimentare le regolette. Le foto belle non si fanno applicando tre regolette. Non si fa una buona foto con il goniometro ed il regolo calcolatore. Così come non si giudicano le foto con il goniometro ed il righello in base alle regole apprese sul manuale del giovane marmotto-fotografo. Bisogna educare lo sguardo. E quello si educa guardando e riguardando i maestri, uscendo a fotografare e rifotografare, sbagliando e riprovando. E dopo 5000 foto, come dice HCB si arriverà a farne una buona o bella. Ma, come dice ancora HCB, una foto bella la fanno tutti prima o poi. Ma essere consistenti è questione di educazione dello sguardo. Fai una prova. Prendi la macchina ed esci a fare delle foto "alla Johansson", ti metti di impegno convinto che delle foto così non ci vuole nulla a farle anzi anche migliori. Scatti poi torni a casa e te le riguardi. Ti accorgerai, come è capitato a me, che le tue e le mie a fianco di quelle di Johansson, non sembrano nemmeno degne di stare nella vetrina di una agenzia immobiliare. Come mai?

avatarsenior
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 12:16

@ Ale Z: si anche io ascriverei le sue foto al filone "in stile documentaristico", se proprio ci piace incasellare ;-)

avatarsenior
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 12:44

Grazie per il link RobertoP Sorriso stavo già programmando un viaggetto a Castelfranco Veneto per vedere la mostra e poi mi sono accorto che è finita a novembre

avatarsenior
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 14:18

A partire dal fatto che chi fotografa in bianco e nero copre molti errori e soprattutto ha meno responsabilità da gestire (1000 colori contro 2)

oh, questa è bella... Sorriso

avatarsenior
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 15:38

Mi piace che su juza si sviluppi una discussione "culturale". Non vorrei dire castronerie, ma mi sembra che Johansson ricada nel filone di fotografia americana di paesaggio che in parte è sfociato nella definizione "new topography", come la famosa mostra. Le sue foto sono molto interessanti, ho cercato sui link e me le sono viste con più calma. Fare foto del genere, in bianco e nero o a colori (mi viene in mente Shore) è estremamente difficile, mentre è molto più facile cercare la foto carina, la foto ad effetto, la foto di moda. Come dice giustamente Andrea sono foto in cui difficilmente ti verrebbe in mente di aggiungere o di togliere qualcosa. Nelle maggior parte delle mie foto, invece, c'è sempre qualcosa di troppo o qualcosa che manca... perché ancora non mi sono del tutto liberato dell'istinto del fotoamatore.

avatarsupporter
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 16:35

... mi sembra che Johansson ricada nel filone di fotografia americana di paesaggio che in parte è sfociato nella definizione "new topography", come la famosa mostra.


Ho anche io questa sensazione osservando le sue foto, in particolare quelle fatte in America.

Mi sovviene un'altra associazione di idee (e sottolineo che solo di questo si tratta, dovrei approfondire la conoscenza dell'Autore); in paricolare da certe sue foto di fabbriche o edifici moderni, in Germania ma anche in Giappone e altrove.
Ed è con i coniugi Becher e i loro allievi della scuola di Düsseldorf e, andando a ritroso nel tempo, con la "Neue Sachlichkeit" (o "Nuova Oggettività"), e in particolare con Albert Renger-Patzsch. Questo anche per una certo distacco dal fattore emotivo che mi sembra di ravvisare nelle sue immagini.

Di questo aspetto, nella fotografia e nelle altre arti figurative, ne avevo accennato qui:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=15&t=3345003#18755458

avatarsenior
inviato il 28 Dicembre 2019 ore 16:38

Palomar si penso anche io che Johansson abbia notevoli punti di contatto con i New Topographers americani (ha anche vissuto in america per lungo tempo in gioventù mi risulta) ma anche con i New Topographers tedeschi cioè con la scuola di Duesseldorf. In più però mi sembra di trovare una sensibilità svedese, sarà forse una mia suggestione, ma ci vedo qualche contatto con la fotografia dei film b/n di Bergman.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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