| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 15:23
“ Cioè, pensaci: credi veramente a quello che hai detto? „
Si Maurese, lo credo. In futuro anche il software sarà cloud e i programmi non saranno più nei device. Con le connessioni senza tempi di latenza (5G e 6G per intenderci) i processi saranno praticamente in tempo reale quindi non servirà più tenere i dati e il software localmente.
Non dico che mi piace, non dico che è giusto dico solo che CREDO proprio sarà così.
Ciao
C.
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| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 15:37
Copie multiple su più HD, sostituiti separatamente ogni pochi anni per mantenerli "leggibili".
Che poi, dopo la mia dipartita, le mie foto "muoiano" ... ohi, amen, penso che allora non mi importerà più ... |
user175007 | inviato il 10 Dicembre 2019 ore 15:44
“ 1) Salvo sul Cloud
2) Salvo multiple copie su HD esterni
3) Masterizzo su M-Disk
e soprattutto
4) Stampo
Il vero problema è: tra 100 anni fregherà ancora qualcosa a qualcuno delle mie foto? „
adesso hai capito che non serve a nulla, non é il supporto che le farà sopravvivere a te, ma questo vale per tutti |
| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 15:56
Moriranno con noi ? Non mi pare un problema: le foto ricordo di famiglia saranno stampate ed inserite in qualche album, e sopravviveranno, le foto "artistiche", tipo tramonto n.5 e simili, moriranno giustamente con noi. Per dirla tutta, potrebbero tranquillamente morire prima. Di HCB o Capa non ne vedo in giro e comunque le foto sono talmente inflazionate che una perdita qualsiasi non sarà certo rilevante. Un bravo fotografo, GB Gardin, ha fotografato le grosse navi da crociera mentre danneggiano e deturpano Venezia: siamo sicuri che siano le uniche in circolazione oppure che ne esistono migliaia, se non milioni, di altre ? |
| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 16:18
Immagino che nella stragrande maggioranza dei casi, sì: moriranno con noi, se non prima.
Per il resto, credo che il problema non riguardi tanto la conservazione dei nostri file: esistono strategie varie, che limitano le evenienze negative e così il problema non è più tanto specifico "delle fotografie", ma diventa di oggetti qualunque.
Il punto è che, se non diamo un senso alla nostra produzione, essa potrà pure sopravvivere, ma non avrà - appunto - senso di esistere.
Questa è la mia visione del problema, ed è quel che sto cercando di capire per prendere provvedimenti.
Ciao, Davide
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| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 16:52
PaoloMclx “ Se le fotografie che impressioniamo attualmente interessano solo noi allora si, esse moriranno con noi, se però nel corso della nostra esistenza esse dovessero incontrare l'interesse di qualcuno allora è probabile che in qualche modo riusciranno a sopravviverci! „ Concordo al 100% , il succo sta tutto qui.
... e cmq la Vita ha bisogno di rinnovarsi e la fotografia ? ...forse anche :) |
| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 17:00
Tutto nasce e prima o poi muore.
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| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 17:00
''Le nostre foto digitali moriranno con noi, probabilmente.''
Secondo me sei troppo ottimista ....non voglio angosciarti ma credo che la maggior parte delle foto che vengono postate,sulle varie piattaforme,muoiano nel momento stesso della pubblicazione,sommerse da milioni di altre fotografie che dopo pochi istanti verranno cancellate da altre e così via....tempi moderni,che vuoi farci
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| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 17:23
Personalmente ho tutti i file importanti, tra cui foto e video, salvati su 5 hdd differenti. Due sono installati "in RAID" sul PC, uno in cassaforte, uno in ufficio, uno presso l'abitazione dei miei genitori. I dischi esterni li uso solo ed esclusivamente per backup, quindi hanno pochissimi Cicli ed ore di funzionamento. Ovviamente non sono copie aggiornate all'ultimo minuto ma comunque con buona cadenza. Al minimo segno di cedimento rumorino etc, ne compro subito un altro in sostituzione.
Inoltre, per eventi pe me importanti o quando non sono sicuro delle selezioni che andrò ad effettuare, masterizzo i RAW.
Un lavoraccio.... Però quando ti si frega un supporto (e mi è capitato con due hdd), lo butti via a cuor leggero e vivi sereno. |
| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 17:43
Da un punto di vista strettamente tecnico, anche i supporti tradizionali non sono poi così durevoli: i negativi tendono ad ammuffire e le stampe su carta, specie se eseguite su supporto politenato, non sono affatto eterne.
Il vantaggio dell'analogico è che in caso di danneggiamento, si conserva l'immagine con una qualità ridotta, mentre con il digitale, se il file non è più leggibile, è perduto e stop.
Tutti i dati informatici ritenuti importanti, vengono salvati in più copie ed esistono apposite procedure per cui, dopo un certo periodo di tempo il supporto viene sostituito, almeno è quello che dovrebbe avvenire in un qualsiasi centro di elaborazione dati decente. |
| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 18:25
“ Si Maurese, lo credo. In futuro anche il software sarà cloud e i programmi non saranno più nei device. Con le connessioni senza tempi di latenza (5G e 6G per intenderci) i processi saranno praticamente in tempo reale quindi non servirà più tenere i dati e il software localmente.
Non dico che mi piace, non dico che è giusto dico solo che CREDO proprio sarà così.
Ciao
C. „
poi va via la corrente e si ride.. non penso proprio... un po come adesso le rogne dello scontrino elettronico (ho amici negozianti)
mica sei a neo tokio 3 o dentro blade runner.
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| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 18:33
Appena ritirato 2 libri con un centinaio di foto stampate.
I file digitali sono in 3 copie. Belle o non belle dubito che interesseranno ai bisnipoti |
| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 18:35
E' destino.
In fondo la stragrande maggioranza di quelle analogiche, pure loro, sono morte negli albumini persi nei cassetti degli analogisti trapassati...
Magari, anzi, frammenti sperduti nella rete di future-google restituiranno brandelli digitali di tutti, in eterno  |
| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 18:35
I file digitali sono in 3 copie. Belle o non belle dubito che interesseranno ai bisnipoti
È quello il fatto, a chi interessano foto di uno che non hai mai conosciuto... |
| inviato il 10 Dicembre 2019 ore 19:15
Non buttiamoci giù. Tra 50 anni quando i pochi fortunati vivranno forse su una stazione spaziale o su un altro pianeta da colonizzare, le foto della nostra vecchia cara casa che abbiamo devastato potrebbero essere tremendamente di moda. |
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