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Un tribunale stabilisce se una foto sia un'opera d'arte?


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avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 4:57

+1 Skylab. Ho sostenuto la stessa tesi poco sopra.

user177356
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inviato il 09 Dicembre 2019 ore 10:09

Secondo me nella legge è sbagliata


Insomma, secondo te hanno sbagliato tutti gli esperti che hanno affrontato il problema ed hanno elaborato la Convenzione di Berna, due Direttive dell'Unione Europea e una legge italiana, tutte concordi tra di loro.

Il problema della definizione di "originalità" (che è il presupposto per la protezione dei diritti intellettuali) è stato dibattuto a lungo in tutte le sedi nelle quali si è dovuto regolamentare. Credo ti sfugga che le regole devono essere tra di loro coerenti in una pluralità di ambiti, dalla letteratura al cinema al design al software.

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 10:43

Arte o non arte, questo è il dilemma... vogliamo parlare della banana? No eh, meglio di no... MrGreen

Quello che vorrei ribadire è che se nella legge viene inserita una discriminante, questa deve essere chiara, sennò è meglio che si tratti ogni tipo di immagine allo stesso modo.
In fondo che importa se sia arte o meno? Se vale poco, il costo per utilizzarla sarà anche esiguo. Non vedo il problema. Vedo che spesso e volentieri i legislatori, seppur esperti, mettono in atto normative di difficile applicazione.

Poi la RAI... non aveva nel suo sterminato archivio qualcosa di utilizzare senza dover scippare la foto di qualcun altro?
Se proprio quella ha preso è solo perché un valore VERO ce lo aveva.
Botta di culo? poco impegno? poteva farla chiunque? E allora?!? La fatta lui e non qualcun altro, perché non dovrebbe poterne trarre un beneficio?

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 10:48

la follia sta nel voler circoscrivere il concetto di "arte" entro paletti assurdi e insostenibili.

è più arte una foto iconica della storia italiana o una tela tagliata (per non parlare della banana sul muro)?
so già l'obiezione di alcuni: la tela tagliata è un'idea, e quella foto solo una botta di fortuna. ma non sono d'accordo, e la sola presenza della sequenza nei provini (da alcuni disprezzata) ne è la prova.

user177356
avatar
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 11:07

La legge italiana non distingue tra arte e non arte, ma si limita a recepire la Convenzione di Berna, la quale stabilisce che l'opera fotografica è tale se costituisce un'espressione della personalità dell'autore. Non delle sue capacità, del colpo d'occhio, della tempestività, dell'intuito.

In questo è coerente con tutte le elaborazioni normative in materia di originalità dell'opera, tema dibattuto a lungo e in molti ambiti paralleli (arti figurative, musica, letteratura, design).

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 11:10

Quot capita tot sententiae.

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 11:21

l'opera fotografica è tale se costituisce un'espressione della personalità dell'autore

E' dura!!! Confuso

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 11:23

Correggo un mio precedente errore. In realtà a decidere questo caso è stato il Tribunale di Roma e non di Milano. E, come è ben spiegato anche nell'articolo di Smargiassi, il Tribunale si è preoccupato di accertarne il carattere "autoriale", ovvero di opera d'arte:

"Questo collegio è dell'idea che la fotografia dell'attore non sia opera autoriale ovvero opera d'arte. […] "

Il Tribunale di Roma, considerando la fotografia oggetto di causa, ha negato questa caratteristica:

"La fotografia difatti non si caratterizza infatti per una particolare creatività, non sembra vi sia stata da parte dell'autore della fotografia una particolare scelta di posa, di luci, di inquadramento, di sfondo. Si tratta invero di una testimonianza, a mo' di cronaca, di una situazione di fatto, il momento di sorriso e di rilassamento di due colleghi magistrati durante un congresso.
Ciò che rende particolare questa fotografia è l'eccezionalità del soggetto....
...La fotografia quale opera d'arte presuppone difatti una lunga accurata scelta da parte del fotografo del luogo, del soggetto, dei colori, dell'angolazione, dell'illuminazione e si concretizza in uno scatto unico, irripetibile nel quale l'autore sintetizza la sua visione del soggetto.
Il fotografo deve quindi avere in mente un obiettivo pittorico e creativo di valore artistico ed innovativo che tende a realizzare in una rappresentazione che non è grafico-pittorica bensì fotografica.
In sostanza i presupposti per riconoscere ad una fotografia valore di opera d'arte sono i medesimi che devono essere ascritti ad un quadro. La fotografia deve essere l'espressione di un progetto artistico, di uno stile, di un momento creativo."

Questa decisione ha dato una sua risposta al quesito: quando un fotografo merita di essere tutelato (economicamente), con riguardo all'utilizzo della propria opera, per il periodo più lungo, piuttosto che per quello più corto? La normativa (nazionale e europea) insegna che la tutela più lunga spetta all'opera che abbia carattere "autoriale", che sia cioè rappresentativa dello stile, della personalità, della particolare e riconoscibile capacità creativa del suo autore. E siccome la fotografia oggetto di lite non avrebbe questa caratteristica il Tribunale ha concluso che il fotografo non poteva godere della tutela più lunga.
Qualcuno ha detto che è facile fare applicazione di questi principi; io invece ho delle difficoltà, perché a mio avviso lo stile, la personalità, lo spirito creativo, il genio non son cose che si possono valutare tanto facilmente e sulla base di criteri oggettivi. E nel caso della fotografia, come ha acutamente osservato Smargiassi, neppure si può ipotizzare, come invece ha fatto il Tribunale di Roma, che il processo creativo richieda particolari preparazioni e tempi lunghi, dato che la storia della Fotografia ci insegna che molti autori hanno saputo creare capolavori con delle istantanee catturate al volo. E, del resto, la storia dell'Arte insegna quanto sia difficile individuare e descrivere se non a grandi linee lo stile di un artista; il quale è un uomo e sovente, come capita a tutti, ha personalità mutevole e condizionata dagli eventi, dalle esperienze vissute e dai luoghi, tanto da cambiare nel corso della vita il modo di esprimersi. Per queste ragioni avevo scritto che sarebbe importante avere delle normative che ancorino la tutela economica dell'autore allo sfruttamento della propria opera ad elementi oggettivi e non, invece, a criteri inevitabilmente fumosi ed opinabili, quali sono necessariamente quelli legati alle nozioni dello stile e della personalità. Nella situazione determinata dal quadro normativo oggi in vigore sono inevitabili i pareri contrastanti, come è dimostrato dal fatto che molti la pensano come Smargiassi e molti altri si allineano al parere del Tribunale di Roma. Tribunale che, come ho già scritto, alla luce della legislazione attuale e della difficoltà che comporta non la sua interpretazione, che è ovvia, ma la sua applicazione al caso concreto, a mio avviso, avrebbe dovuto essere più prudente ed avvalersi del parere di uno o più esperti ai quali porre il quesito se il fotografo, ritraendo i due compianti magistrati, abbia o meno semplicemente schiacciato il bottone di scatto senza metterci nulla del suo spirito creativo e della sua personalità. Comunque a quanto pare ci sarà l'appello e si vedrà. Vorrei osservare, infine, che per quanto sia auspicabile una disciplina il più coerente possibile rispetto allo sfruttamento di qualsiasi opera intellettuale, rimangono tuttavia nette ed evidenti le caratteristiche che differenziano le diverse discipline. Fare una fotografia è diverso dal creare una scultura e, a mio avviso, non è neppure corretto fare di tutte le erbe un fascio. Tanto più che la Fotografia, come ha a suo tempo scritto Ando Gilardi, tra le varie Arti è quella che ha dimostrato di essere una prostituta, disposta ad andare con tutti. Cioè a dire che si presta a realizzare una foto segnaletica di un detenuto così come ad interpretare un paesaggio naturale in maniera artistica, ovvero a catturare al volo un istante di vita.
Chiedo scusa per la lunghezza del testo.

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 11:30

Fabio, hai espresso molto bene la cosa. Grazie!
Trovo anch'io che la fotografia sia altra cosa rispetto alle altre arti grafiche come per esempio la pittura, e in altro modo andrebbe considerata.

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 11:50

Torno alla citazione di cui sopra
l'opera fotografica è tale se costituisce un'espressione della personalità dell'autore
potrebbe significare in parole povere: se ci ha messo del suo
Cioè se non ha scattato in modo come dire? ...freddo e automatico, solo per la sterile cronaca: la stretta di mano: click, il taglio del nastro: click, l'auto schiantata: click, ecc.
Il voler mostrare e mettere in evidenza qualcos'altro che non fosse la semplice testimonianza fotografica di un evento pubblico, e cioè l'amicizia che legava i due personaggi, significa andare oltre la semplice cronaca, significa scavare un pochino più in profondità. Ci ha messo del suo? Per me sì, ma visto che io non sono il giudice, il mio parere non conta nulla, com'è giusto che sia.
Comunque a quanto pare ci sarà l'appello e si vedrà
Sarà interessante vedere come va a finire. Se sai qualcosa Fabio, faccelo PF sapere.

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 12:03

Bellissimo articolo di Smargiassi. Già solo leggendo la sentenza mi è corso il pensiero quasi automaticamente a HCB, a Robert Capa, alla foto della automobile in corsa di Lartigue che lo stesso autore aveva quasi cestinato lasciandola languire in un cassetto per due decenni.

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 12:12

Poi non sono un giurista ma, se non sbaglio, quella motivazione, facendo giurisprudenza, può di fatto assumere valore di legge con il rischio che dei criteri piuttosto balzani e contraddittori vengano applicati ad altri casi assumendo valore di principio. (ripeto non sono un giurista, correggetemi se sbaglio)

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 12:33

Riprendo dopo vari interventi, alcuni utili altri fuorvianti.
Tra i primi annovero i due di Fabio, oltre al link di Alessandro che ho letto con calma.
Partiamo dal semplice, magari altri li riprendo a se, metterli tutti insieme diventa pesante.

può di fatto assumere valore di legge con il rischio che dei criteri piuttosto balzani e contraddittori vengano applicati ad altri casi assumendo valore di principio.
.

Il valore di una sentenza non ha nel nostro ordinamento efficacia vincolante come nel sistema anglosassone.
Per cui la risposta è no.
Ovvio che le sentenze dell'organo supremo, la Cassazione nel nostro caso, abbia una valenza che deve essere considerata dal momento che esprime un orientamento interpretativo (soggetto a cambiamenti).
Fondamentale è sempre contestualizzare e leggere bene le motivazioni che hanno portato alla decisione del caso concreto.





avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 12:36

Non saprei dire se, nella fattispecie concreta, la foto a Borsellino e Falcone sia opera d'arte, direi però che di sicuro i criteri addotti in sentenza sono completamente dimentichi di tutta la discussione sul valore autoriale dell' Object trouvé , dimentichi del fatto che proprio la fotografia è la regina della trasformazione in arte dell'Objet Trouvé, insomma la sentenza è un capolavoro di crassa ignoranza culturale. Che poi quei giudici non siano nemmeno troppo ferrati nell' "arte dello scrivere" lo si capisce già nel primo periodo che a breve distanza di parole inanella un "difatti" ed un "infatti".

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 12:47

Smargiassi si è impegnato un po più di me, e ritengo che abbia trovato più buchi.

Smargiassi ha preso la sentenza, tagliata qua e là e rincollata per far saltare fuori quello che voleva lui: questo procedimento, siccome si è citata la filosofia antica, si chiama Sofismo ed è durato solo per qualche decennio perché preso per il cu.lo da tutti.

Quel collegio non ha le idee molto chiare in materia.

Le ha invece molto chiare:
Si tratta invero di una testimonianza, a mo' di cronaca, di una situazione di fatto, il momento di sorriso e di rilassamento di due colleghi magistrati durante un congresso.
Ciò che rende particolare questa fotografia è l'eccezionalità del soggetto

Se avessero scattato la stessa fotografia a me e al mio collega che sorridiamo prima di un incontro pubblico, sarebbe diventata iconica?

Ha messo la sua bravura e la sua sensibilità.

Dove si riconosce? Il fotografo avrebbe potuto fare la medesima fotografia se quel giorno non avesse avuto quel servizio di cronaca?

Continuando con questo ragionamento, allora si finisce in questo modo: se la macchina di Google Street View, che fotografa tutto ciò che trova per strada a flusso continuo, o una qualsiasi videocamera di sorveglianza dovesse registrare la foto del secolo, a chi andrebbero i diritti?

A proposito di filosofia antica:
so di non sapere
è di Socrate :-P:-P



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