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Un tribunale stabilisce se una foto sia un'opera d'arte?


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avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 16:53

Una volta uscite dal tuo studio le tue foto sono perse, poiché i diritti sono scaduti.

Non so se si possa pattuire una clausola contrattuale che preveda il mantenimento del diritto d'autore anche se già scaduto.
Quindi chi ha comprato le foto al prezzo pattuito, poi potrà farne ciò che vuole, indipendentemente da quanto scritto sul contratto di vendita.


Scusa sei fuori strada. Qui non c'entra nulla il diritto d'autore, che è scaduto. Tu sei in possesso di un bene (le foto, non la proprietà intellettuale), un editore ti contatta per averle. Tu stipuli un contratto con l'editore stabilendo compenso e modalità di utilizzo del bene che ti sta chiedendo. Un contratto che, se firmato, deve rispettare.

Che è ciò che avviene normalmente per tutto ciò che non è coperto da proprietà intellettuale.

Faccio un esempio: c'è chi vende le stampe delle foto in "esclusiva". Cioè si impegna a fare un'unica stampa, da dare solo al cliente. Essendo detentore del diritto d'autore delle foto, potrebbe stamparne altre, ma si è vincolato da un contratto per non farlo.



avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 16:53

TheRealB, vedo che sei ferrato ;-)
il tuo diritto nei confronti della generalità dei terzi è scaduto

Significa che l'editore non può fare ciò che vuole delle mie foto, poiché vincolato da un contratto.
Un estraneo potrebbe scannerizzare le foto contenute nel libro e usarele a sua volta? (visto che le foto sono scadute) Oppure in questo caso sarebbe il diritto d'autore dell'editore ad essere violato?

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 16:56

@Blade
Tu stipuli un contratto con l'editore stabilendo compenso e modalità di utilizzo del bene che ti sta chiedendo. Un contratto che, se firmato, deve rispettare

Allora fammi capire: se stipuli un contratto sei vincolato e devi pagare, se invece le foto le pigli in giro e le riproduci di sfroso allora puoi farne quello che vuoi?

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 16:58

No.

La legge parla di "opera fotografica" contrapposta alla "semplice fotografia". Per le fotografie esiste quindi un regime particolare, che deriva dalla Convenzione di Berna (l'ultima versione è stata approvata nel 1971, quando il fotoreportage da un lato e la fotografia d'arte dall'altro erano fenomeni sicuramente consolidati).


Proprio no non direi visto che un'autorevole associazione spiega questo www.fotografi.org/file/copyright_diritti_contratti_per_soci.pdf , poi sui termini possiamo giocare quanto vuoi ma il senso credo sia chiaro...

Molto riassuntivamente: a) Le fotografie creative vengono protette per 70 anni dalla data di morte dell'autore. Questo significa che non è più possibile, come prima, contare su di una data precisa da cui le immagini sono da considerarsi di pubblico dominio. b) Le fotografie che non recano traccia di creatività od interpretazione - tecnica o compositiva - restano protette per vent'anni dalla data di produzione o dalla prima pubblicazione.

Quindi il nodo resta quello di prima
Saper cogliere l'istante decisivo, quel momento unico in cui una scena prende un particolare significato è frutto dell'ingegno almeno quanto modificare un WB in post per dare atmosfera?

E qui a contare molto nella risposta è la propria cultura in campo non giuridico ma fotografico

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 17:00

A chi dice di non comprendere perché dopo "n" anni scadono i diritti d'autore, ricordo che tutto si fa risalire all'interesse generale.
Invece, siamo permeati dalla cultura dell' ALL RIGHTS RESERVED, ne siamo soggiogati !
Se lo scopritore della penicillina avesse tenuto per sé tutti i diritti, non avrebbe salvato migliaia e migliaia di vite umane.
C'è un diritto superiore, che è quello universale di favorire la libera circolazione della cultura.
Esiste anche la filosofia del Creative Commons, non solo il Copyright !
Quindi nella legislazione si trova un compromesso tra i diritti dell'autore di sfruttare giustamente il suo ingegno e lavoro, ed i diritti universali.



avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 17:04


il link non funzia

Grazie era troppo attaccato alla virgola ho sistemato;-)

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 17:07

Allora fammi capire: se stipuli un contratto sei vincolato e devi pagare, se invece le foto le pigli in giro e le riproduci di sfroso allora puoi farne quello che vuoi?


Se le foto sono state diffuse e i diritti sono scaduti, chiunque ne può disporre.

Ma tu stai prendendo in considerazione un'altra situazione: i diritti sono scaduti, ma le foto non sono state diffuse. A questo punto l'autore, che non è obbligato a diffonderle, ci mancherebbe altro, per consegnarle può chiedere un accordo commerciale.

Guarda se andiamo nell'ambito delle patent, c'è un esempio famoso: la ricetta della Coca Cola. Non è mai stata brevettata, il che ne avrebbe comportato la divulgazione, ma è stata tenuta segreta per anni.
Non c'era nessuna proprietà intellettuale a proteggerla (i brevetti devono per forza essere richiesti), se qualcuno fosse riuscito a replicarla, avrebbe potuto farlo liberamente. Ma se volevi la ricetta, avresti dovuto chiederla a Coca Cola, che poteva rifiutarsi di dartela, oppure vendertela.

user177356
avatar
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 17:21

sui termini possiamo giocare quanto vuoi


Stiamo parlando di legge e di giurisprudenza, in questi ambiti sui termini è consigliabile non giocare sui termini.

se stipuli un contratto sei vincolato e devi pagare, se invece le foto le pigli in giro e le riproduci di sfroso allora puoi farne quello che vuoi?


Esatto. La questione che ti sfugge è che nel primo caso le fotografie non sono entrate nel pubblico dominio.

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 17:23

Se io prendo alla biblioteca comunale un libro contenente fotografie d'epoca, per esempio dell'800 (quindi con i diritti ampiamente scaduti), posso scannerizzare le foto e farne quello che voglio, compreso pubblicarle a mia volta come mi pare? O l'editore avrebbe qualcosa da ridire.

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 17:25

La questione che ti sfugge è che nel primo caso le fotografie non sono entrate nel pubblico dominio.
non mi sfugge: è ovvio che posso decidere di non cederle a nessuno o di stabilire un mio prezzo.
Una volta uscite dal mio studio però sono andate!

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 17:48

Si è così

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 18:34

Stiamo parlando di legge e di giurisprudenza, in questi ambiti sui termini è consigliabile non giocare sui termini.


Perfetto

Quindi evita di farlo;-)

Il link che ho insarito dimosta che quanto scritto nel mio intervento cui tu ha ritenuto opportuno rispondere con un no assoluto invece ci stava

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 20:17

">www.tgcom24.mediaset.it/skuola/2014/notizia/falcone-e-borsellino-uno-s
anche su questo la domanda più spontanea da porsi è : se davvero non c'è distinzione tra tutte per quale motivo la RAI non ha scelto la foto che tu linki ed invece ha scelto quella di Tony Gentile? Sono simili le due foto? Ai miei occhi non lo sono affatto ed evidentemente nemmeno agli occhi dell'editor della RAI e nemmeno all'inconscio collettivo in cui è entrata l'una ma non l'altra.

Andrea, ma questa è la conferma di quello che dico: se la foto di Gentile fosse unica perché solo lui avrebbe potuto cogliere quel momento rilassato fra i due, allora anche il tgcom24 avrebbe dovuto usare quella foto; e invece ne usa una molto simile: un altro scatto in contesti pubblici in cui i due erano tranquillamente a sorridersi.

come se una cosa escludesse l'altra, forse che ad es. in pittura un ritratto su commessa sia meno ritratto di altri.

Ora si sta parlando di questo: se io ti commissiono una foto, non è che è la tua sensibilità a farti fare quella foto lì; come dire: magari a Gentile stavano antipatici, ma ha dovuto fotografarli perché X gli ha chiesto di farlo. Ci mette le sue competenze, ma non è certo un'opera artistica. Art for Art's sake.

che viene smentita dal racconto dell'autore e dall'esperienza di chi fa foto a personaggi ad eventi e sa che si fanno alcune foto cercando la giusta espressione e per averla fai più di un tentativo (a maggior ragione se le persone ritratte sono più di una)

Sì, beh, grazie che debba dire così: altrimenti tutta la sua difesa crolla; ma a maggior ragione, se è un procedimento comune a molti, significa che di suo c'ha messo ben poco.

Per essere autori ci vuole lo stile, dimostrino che Tony non ha uno stile.

Per essere autori ci vuole un progetto, dimostrino che non ci sia stato

Non dicono che Gentile non abbia uno stile: dicono che in quella particolare fotografia non è ravvisabile uno "stile" caratteristico e, magari, un relativo progetto o comunque fil rouge; magari l'hanno anche dimostrato.

Io credo che se da giudice si è chiamati a discriminare su un argomento su cui non si e' preparati, si coinvolge un esperto.

E infatti: chi dice che non si sono avvalsi di pareri tecnici?

Quello che comunque a me colpisce è la disparità della tutela per cui la vignetta disegnata tutti i giorni dal caricaturista per il quotidiano o il corsivo scritto dal Severgnini di turno, se non sbaglio, si beccano diritti di autore fino a 70 anni post mortem, la foto del Gentile solo 20 anni dallo scatto.

Se non riesci a riconoscere un Giannelli da un Makkox, che sono i primi che ho visto ieri, forse c'è qualche problema :-P
E, comunque, il vignettista, così come l'editorialista, non riporta, non fa una cronaca: elabora un suo punto di vista sui fatti del giorno, o presunti tali.

Rimane il fatto che il giudice non doveva valutare la qualità della fotografia ma la relazione tra essa e il fotografo.

Esattamente.

singolare constatare come, su di un forum di appassionati di fotografia, ci siano così tanti "fotografi" pronti a sminuire il lavoro di un "collega". proprio singolare...

Nessuno sta sminuendo il suo lavoro, che come tale gli è riconosciuto: semmai si vuole evitare il corporativismo.

P.s.:
Guarda se andiamo nell'ambito delle patent, c'è un esempio famoso: la ricetta della Coca Cola. Non è mai stata brevettata, il che ne avrebbe comportato la divulgazione, ma è stata tenuta segreta per anni.

Perché le ricette non sono brevettabili ;-)

O l'editore avrebbe qualcosa da ridire.

L'editore, ma non i parenti del fotografo.

non è una argomentazione. È un mero suggerimento per trovare le risposte alle domande che ti poni dal momento che ignori la materia.

Mirko, dato che si discute, sempre in amicizia spero, capisci che questo non è il modo di fare; altrimenti ti dico: quella è la sentenza e i giudici hanno deciso secondo la legge. Basta. Se pensi che non sia corretto, ricorri.
Non mi pare che ci porti troppo lontano, no?

la sentenza non dice nemmeno questo. È una tua deduzione che hai ricavato dalle motivazioni.

Hai ragione: ho corso troppo; la sentenza vuole dividere ciò che è una fotografia come opera d'autore, da ciò che è tutt'altro per differenziarne i diritti: la sentenza ha individuato che quella particolare fotografia non può godere dei diritti preposti per la prima categoria. Meglio?

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 22:28

la sentenza ha individuato che quella particolare fotografia non può godere dei diritti preposti per la prima categoria. Meglio?
. Perfetto.
Se pensi che non sia corretto, ricorri.
. Infatti ha fatto ricorso. MrGreen

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 23:27

C'è un diritto superiore, che è quello universale di favorire la libera circolazione della cultura.

Gr8Wings, se il criterio che riteniamo giusto fosse questo da te enunciato dovrebbe valere per gli scritti e per la pittura per la musica a maggior ragione che per la fotografia, invece, siccome alla Baudelaire si continua a ritenere la fotografia "ancella delle scienze e delle arti", si ritiene che per scrittura pittura e musica sia necessario tutelare l'autore e i suoi eredi mentre per la fotografia si sceglie un improbabile doppio binario di difficile applicazione che per gran parte delle fotografie porterà ad una tutela dell'autore come figlio di un dio minore. E qui sta il paradosso se davvero scritti scienze pittura e musica sono culturalmente superiori alla loro ancella allora maggiore dovrebbe anche essere l'interesse universale alla loro circolazione libera e dunque a una precoce decadenza del diritto del loro autore.
Invece oggi ci ritroviamo a dare un diritto di autore agli eredi di Giannelli e Forattini per le loro vignette, agli eredi di Vittorio Feltri per i suoi scritti, ma non il diritto ad un corrispettivo all'autore di uno scatto iconico che stampato su una T-shirt viene venduto al mercatino da qualcuno che ci fiuta un piccolo affare.

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