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Chi ha paura del rumore?


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user68000
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inviato il 05 Dicembre 2019 ore 11:37

a proposito

la mia foto-novella "Storia triste, ma con lieto fine, di Pixolo" in corso di produzione conterrà numerosi echi juziani e, ovviamente anche echi di rumore (trattandosi di echi, non uso giustamente la grana perché non rimbalza MrGreen)

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 11:49

Secondo me avete tutti ragione ma mi vien anche da chiedermi come mai ci sia tutto questo accanimento verso i nuovi prodotti fotografici .
Dopotutto , che male può mai esserci se un appassionato si compra un obiettivo nuovo invece che un obiettivo vintage ? Perchè dovremmo rimanere sempre statici senza mai migliorare niente del nostro insieme attrezzi creativi ?

Un pittore , penso , potrebbe voler provare anche un pennello nuovo invece che passare la vita con lo stesso pennello di quando ha fatto il primo dipinto . Che male ci sarebbe ?

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 11:52

Nessun male, diventa un male quando la ricerca di nitidezza e/o assenza del rumore divengono un fine in se stessi, prevaricando l'efficacia espressiva dell'atto fotografico.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 11:52

Secondo me avete tutti ragione ma mi vien anche da chiedermi come mai ci sia tutto questo accanimento verso i nuovi prodotti fotografici .

Non è assolutamente essere contrari al progresso tecnologico. Può voler dire non essere daccordo con una visione della fotografia puramente "tecnologica" "da feticci" piuttosto che creativa

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:21

@Andrea Taiana & Francesco Merenda: sono d'accordo con voi, la grana puo' essere efficacemente introdotta o lavorata in pp per ottenere il risultato voluto, e non e' il caso di arroccarsi in barricate avverse. Il mio post precedente vuole evidenziare un procedimento dove al centro assoluto vi sia l'attimo dello scatto, inteso come somma di fattori concomitanti dal lato soggetto/fotografo e dal lato hardware. Anche la grana fa parte dello spirito del momento catturato nel sensore. Una sua introduzione a posteriori andrebbe ad inficiare questa mia perfetta e del tutto personale visione della foto come cristallizzazione in immagine di una situazione data dalle contemporanee e mai piu' ripetibili presenze in un dato luogo di soggetto-luce-atmosfera-animo del fotografo-hardware ( sensore, lente ). Da tali motivazioni deriva la mia pippa mentale di scattare solo in jpg.
Ma come afferma Andrea, e' il risultato che conta: e se la situazione lo merita, il disturbo digitale, qualunque ne sia la fonte, e' una positiva aggiunta ad una GIA' VALIDA immagine.
Ovviamente la grana cozza inevitabilmente con gli schieramenti di fanatici della nitidezza assoluta e dell'obiettivo perfetto, strumenti necessari senza alcun dubbio in taluni ambiti, ma l'uso di certe lenti, vecchie, e di artifici elettronici, grana, sono due sfaccettature della coerenza nella ricerca fotografica che punti piu' alla resa "materiale" dell'immagine, dell'intorno e dell'atmosfera circostante, piuttosto che ad una sua piu' manieristica, levigata, dettagliata perfezione.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:24

Il mio post precedente vuole evidenziare un procedimento dove al centro assoluto vi sia l'attimo dello scatto, inteso come somma di fattori concomitanti...


Questo, per principio, mi piace Cool

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:24

MrGreen

avatarjunior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 19:42

Un pittore, penso, potrebbe voler provare anche un pennello nuovo invece che passare la vita con lo stesso pennello di quando ha fatto il primo dipinto .


Saggia decisione, anche perché i pennelli si consumano, non a caso i pittori ne hanno decine e decine MrGreen
Battute a parte hai ragione anche te, ma non credo che qualcuno qui sia contrario alla qualità degli strumenti che usa, semplicemente sono strumenti e come tali vanno usati senza mitizzarli e senza demandar loro cose che non gli competono. Nessun pittore sta a raccontare che pennelli o pastelli usa e francamente sarebbe irrilevante; non son certo stati il tipo e la marca di pennelli che usava a far di Bacon l'ultimo grande "figurativo" del Novecento e per lo stesso motivo non sono state le Nikon a far di Don McCullin il grande fotografo che è né lo sono le Canon che usa adesso. Invece qui, con tutte le scimmie che circolano, sembra di essere allo zoo MrGreen

user68000
avatar
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 20:00

sembra di essere allo zoo


GHGHGHGHGH

user177356
avatar
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 20:42

Nessun pittore sta a raccontare che pennelli o pastelli usa


Vero, com'è vero però che in epoche più remote la disponibilità di certi colori (e quindi, se vogliamo, di una certa "tecnologia") rendeva possibili scelte stilistiche altrimenti irrealizzabili.

Personalmente, ho in uggia sia la grana sia il rumore, preferisco immagini pulite e levigate. Forse si tratta di una mia propensione generale, che applico anche in letteratura o in altre forme d'arte.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 20:44

manieristica, levigata, dettagliata perfezione

attenzione che c'è la maniera dell'ipernitido ma ci sono anche molte altre maniere, come lo sgranato stesso, il "magico bokeh", il paesaggio con il colore desaturato, il paesaggio con il colore ipersaturo, il dodge&burn a manetta, l'ipercontrastato. Io non condannerei né l'uno né gli altri se uno riesce a farne un uso proprio e dandogli una ragione ed un perché, a farli suoi perché sente che lo aiutano ad esprimere il suo proprio mondo.
Io sono abbastanza maniaco della nitidezza, non mi capita di cercare sfocati o grana. Penso sia nella mia natura e sia un po' connaturato al tipo di fotografia che preferisco che è di marca documentaria-paesaggistica, di ascendenza topografica e Duesseldorfiana. Forse sono manieristico, non saprei, non ho la pretesa di avere inventato alcunché in effetti. Mi diverto facendo quel tipo di foto e non so se saprei farne un tipo diverso, proprio per questo resto comunque sinceramente ammirato quando vedo le inventive foto che fa Jacopo, oppure certi magnifici ritratti con uso di luci di riempimento o in studio, ammirato anche perché io non sarei capace di farle.

user170782
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inviato il 05 Dicembre 2019 ore 22:01

Molti interventi interessanti, che mi vedono più o meno concorde. Io sono tra quelli che del rumore se ne infischiano, anche se ammetto che il rumore di crominanza a volte è fastidioso ma per me quasi ininfluente visto che il 90% delle mie foto è pensato per il bianconero. Quindi alzo gli iso senza preoccuparmi, evito solo quelle sensibilità che rendono la foto illeggibile.
Vorrei però fare presente che la grana aggiunta in post, di cui faccio molto uso, serve anche a dare una percezione di nitidezza maggiore e toglie il levigato irreale e (per me) fastidioso senso artificioso. Insomma, troppa nitidezza e levigatezza mi disturbano.
Per quanto riguarda la critica alla corsa all'ultima uscita, non è tanto il desiderio umanissimo di avere il gingillo nuovo ma il modo in cui si esaltano poi le doti della tal macchina. C'è una discussione in cui si parla di autofocus di non so che macchina e gli esempi a sostegno sono delle inutili foto a un piccione o quel che è. Ora, tu puoi fare anche mille scatti tutti a fuoco di un piccione che svolazza, ma per renderne interessante almeno uno serve la sensibilità e il colpo d'occhio di una Letizia Battaglia, che scattando a pellicola e fuoco manuale ha prodotto una delle pochissime, se non unica, foto significative ad un piccione. Ora non ho modo di linkare ma per chi non la conoscesse è facile da trovare online, è lo scatto che ritrae un piccione o una colomba, sono un cane in ambito ornitologico, che fissa negli occhi un ragazzino.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2019 ore 22:06

Visto che i programmi di fotoritocco sono più propensi a inserire il disturbo in una immagine piuttosto che toglierlo in maniera convincente, direi che meno ne trovo meglio è.
Poi, a mio parere, molto più odioso in una fotografia il micromosso o il leggero fuori fuoco.

user177356
avatar
inviato il 06 Dicembre 2019 ore 0:08

il levigato irreale e (per me) fastidioso senso artificioso


Opinione rispettabilissima, come la maggior parte di quelle che esprimi in questo forum. Tieni però conto che il senso di artificiosità può essere funzionale all'intento del fotografo, nel qual caso nitidezza e levigatezza diventano strumenti adeguati se non necessari.

avatarjunior
inviato il 06 Dicembre 2019 ore 0:28



“ Nessun pittore sta a raccontare che pennelli o pastelli usa ?


Vero, com'è vero però che in epoche più remote la disponibilità di certi colori (e quindi, se vogliamo, di una certa "tecnologia") rendeva possibili scelte stilistiche altrimenti irrealizzabili.

Verissimo, ma basta non mettere il carro davanti ai buoi. Antonello da Messina è un prodigioso pittore non perché ha usato la pittura ad olio, ma perché ha incrociato modelli e tecniche fiamminghe con una nuova subtilitas espressiva; i suoi ritratti sono dei capolavori di introspezione e la sua Annunciata meriterebbe un posto a parte nell'intera storia dell'arte per la chiarezza con cui delinea il rapporto tra ciò che è nel quadro e ciò che lo sostanzia al di fuori (l'Angelo annunciante).

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