user33434 | inviato il 22 Novembre 2019 ore 10:04
 Non sei duro di comprendonio tranquillo, semplicemente non hai mai sentito parlare di negativo digitale. Rigiro quello che ho scritto ieri a Skylab
"stampo il negativo con inchiostri a pigmenti su acetato, poi esposizione a contatto sotto ingranditore e infine sviluppo chimico" |
| inviato il 22 Novembre 2019 ore 10:09
oppure con il famoso "digingranditore", immaginate di avere uno schermo che proietta un negativo digitale (ottimizzato per la stampa analogica ovviamente) attraverso l'ingranditore, fisicamente funziona (io l'ho fatto, con pessimi risultati, ma ora ho capito anche perchè ) |
| inviato il 22 Novembre 2019 ore 11:23
Interessante l'ingranditore digitale linkato da Mauro.
Porta qualche vantaggio rispetto alla stampa digitale? Qualcuno ha fatto già dei confronti alla pari? Stessa foto stampata nei due modi. Se non porta vantaggi, è solo un complicarsi la vita per nulla. |
| inviato il 22 Novembre 2019 ore 11:26
@Mauro Sansivero: “ stampo il negativo con inchiostri a pigmenti su acetato, poi esposizione a contatto sotto ingranditore e infine sviluppo chimico „
Interessante anche questo! Hai provato se hai dei vantaggi nella qualità di stampa? Oppure ci sono altri motivi che non riesco a immaginare...
(mi piacciono gli esperimenti strani  ) |
| inviato il 22 Novembre 2019 ore 11:35
Al di là della differenza del supporto utilizzato, nessuna carta fotografica per pigmenti sarà mai assimilabile ad una bella baritata (non meglio o peggio ma diversa).
Il principale uso degli acetati e del de vere è che se devo stampare 50 immagini uguali e posso ottenere il medesimo risultato è decisamente più economico utilizzare questo procedimento piuttosto che la stampa inkjet. Alla fine dei conti sono secondo me poco più che esperimenti ed è il motivo per cui sono nicchie minuscole (anche solo trovare un acetato diverso da A4 è un dramma)
Io ho provato sia con acetato (addirittura stampando un 13x18 e mettendolo dentro al portanegativi di un ingranditore grande formato) che con stampa da tablet messo sempre al posto del negativo.
Per venire le cose vengono, sinceramente i risultati migliori li ho sempre ottenuti mantenendo la filiera, analogico o digitale, "integra". |
| inviato il 22 Novembre 2019 ore 11:42
@Lenza93: “ Per venire le cose vengono, sinceramente i risultati migliori li ho sempre ottenuti mantenendo la filiera, analogico o digitale, "integra". „
E' anche logico che sia così... |
user33434 | inviato il 22 Novembre 2019 ore 11:43
Vantaggi o svantaggi dipendono dai punti di vista e dalla destinazione finale delle stampe. Di sicuro a differenti supporti e tecniche di stampa corrisponderanno diversi risultati, nel mio caso stampo a contatto da acetato non tanto per la ripetibilità dei risultati ma perché la tecnica è applicabile anche a procedimenti storici di altissima qualità (platino/palladio, carbon transfer e carbro) che non possono essere ovviamente ottenuti tramite stampante inkjet.
“ Per venire le cose vengono, sinceramente i risultati migliori li ho sempre ottenuti mantenendo la filiera, analogico o digitale, "integra" „
Prova a stampare a contatto senza far passare l'immagine attraverso la lente dell'ingranditore, la precisione e la qualità dopo aver profilato il processo aumentano notevolmente |
user175007 | inviato il 22 Novembre 2019 ore 11:44
mai sentito parlare di queste procedure, che dire, non si finisce mai di imparare  |
| inviato il 22 Novembre 2019 ore 11:49
“ Prova a stampare a contatto senza far passare l'immagine attraverso la lente dell'ingranditore, la precisione e la qualità dopo aver profilato il processo aumentano notevolmente ;-) „
fatto spesso anche questo, il risultato è buono, non avendo necessità di stampare con tecniche particolari o tante copie ma una singola, i risultati più "sensati" li trovo stampando direttamente inkjet le foto digitali (che tra l'altro mi permettono immagini più grandi di quanto non possa reggere la mia camera oscura.) |
| inviato il 22 Novembre 2019 ore 17:18
“ Paco, visto che stai assaporando il banco ottico, ti consiglio di sbirciare i topic sugli autori di paesaggio che ho condiviso qui su Juza. Utilizzano tutti banchi ottici „
Ci butto senz'altro un occhio Antonio, grazie della segnalazione.
Per quanto riguarda il discorso workflow, penso sia piuttosto semplice.
Per me già il fatto di poter dire, oggi uso l'analogica o oggi uso la digitale, oppure, oggi me le porto entrambi, sapendo cmq di riuscire a trovare un punto d'incontro tra i due sistemi, è fantastico.
Non posso chiedere a Domenico di farmi anche stampe da ingranditore (anche se qualche volta glielo chiederò), mi basta disturbarlo per lo sviluppo.... e sul resto vorrei essere autonomo e stampare con la mia P800.
E' vero, le stampe ad inkjet sono dei "disegni", ma sono strasicuro che potrebbero uscire molto diverse quelle ottenute da scansione, così come appaiono diverse quando le vedi a monitor.
Solo che a monitor, siamo "drogati" dalle immagini chirurgiche del digitale mentre nella stampa ancora no (oramai il 95% delle foto viene fruito a monitor), quindi sono sicuro che la stampa da scansione, ci riserverà delle belle sorprese (ovviamente, scansione fatta come si deve).
Ho già in mente un po' di step da percorrere per arrivare poi a regime, condividerò queste cose con Domenico a breve.
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user86925 | inviato il 22 Novembre 2019 ore 19:15
i miei complimenti a Paco e Domenico per i buoni propositi e complimenti anche per la camera oscura che è davvero ben organizzata... |
user86925 | inviato il 22 Novembre 2019 ore 19:46
“ Di sicuro a differenti supporti e tecniche di stampa corrisponderanno diversi risultati, nel mio caso stampo a contatto da acetato non tanto per la ripetibilità dei risultati ma perché la tecnica è applicabile anche a procedimenti storici di altissima qualità (platino/palladio, carbon transfer e carbro) che non possono essere ovviamente ottenuti tramite stampante inkjet. „
@Mauro...ho un sacco di domande che vorrei farti ma temo di andare un pochino OT rispetto al tema del post.
io ci provo, poi se Paco mi "bacchetta" prometto che cancello…
il procedimento della stampa di un internegativo digitale mi interessa tantissimo, è la strada che vorrei percorre in questo momento, si può stampare il file digitale con inkjet su supporto trasparente oppure per un risultato migliore con i contatti giusti è possibile rivolgersi ad una stamperia che ha la fotounità (arriva fino al 50x70 cm, qui però mi hanno detto che va inserto un retino ma devo approfondire la questione, sai nulla a riguardo ?), le mie intenzioni sono proprio di usare la stampa a contatto con questo internegativo digitale, ecco le prime domande:
_costruzione del torchietto, come misura pensavo ad un 30x40cm (più grande è più difficile è... e fatta un po di esperienza sul primo, quello più grande si può fare più avanti), che vetro bisogna usare, va bene uno qualsiasi o bisogna procurarsi uno di quelli anti-anelli di newton e poi di che spessore ?
_poi bisogna costruirsi un illuminazione costante su tutta la superficie, apprendo che tu usi l' ingranditore e deduco che stampi a contatto su carta fotosensibile, io pensavo di provare la tecnica della stampa bicromata per fare un po di esperienza ed arrivare un giorno alla stampa al carbone o al platino ma per queste tecniche mi pare di capire che serve una lampada UV, hai esperienza su questo tipo di illuminazione ?
_libri, link o quant' altro possa essermi utile, sono solo all' inizio e devo capire come muovermi…
@Paco, scusami ma dovevo farlo (ho preso la palla al balzo) |
user33434 | inviato il 22 Novembre 2019 ore 21:18
Nove ti scrivo in privato non tanto per l'OT ma perché la risposta verrà fuori abbastanza lunghetta |
user86925 | inviato il 22 Novembre 2019 ore 22:23
ma grazie...mi raccomando, con calma e senza fretta, quando vuoi/puoi...e ricorda di prendere nota di ogni singolo minuto del tuo tempo che ricambiero' in qualche maniera... |
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