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Anno Sabbatico - Un viaggio in solitaria 4


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avatarsupporter
inviato il 25 Novembre 2019 ore 8:17


I complimenti non te li faccio, perché evidentemente il tuo "scappare", era, è, una tua forte esigenza.
Ti auguro invece di riuscire a fare i conti, in senso positivo, con ciò da cui stai scappando.
I complimenti invece li faccio a tua moglie, deve essere una gran Donna.
Ho tentato di immedesimarmi al suo posto, con tutte le miriadi emozioni che si possano provare.
L'ho fatto guardando mio marito, mentre era affaccendato.
E onestamente, non credo riuscirei, seppure per un tempo "limitato", a separarmi da lui.
Mando un forte abbraccio a tua moglie.


Non ho molto tempo per rispondere e mi scuso per questo, anzi adesso non è nemmeno semplice con i problemi di collegamento internet, però a questo devo.
Mia moglie, se vorrà risponderà. Io dico solo che senza una solidità alle spalle, oltre che la propria, le difficoltà sarebbero esponenzialmente maggiori. Questo probabilmente farà arrabbiare proprio mia moglie, ma è la verità. E la mia scelta non è stata granchè sindacabile, anche con la consapevolezza che il non partire avrebbe potuto essere molto più dirompente.
Devo anche però rispondere su un altro punto che poni e che forse ho avvalorato anch'io quando ho citato Salvatores e la fuga anche se all'inizio avevo cercato di spiegare.
La mia non è affatto una fuga, non sto scappando, mi sto appropriando di qualcosa che sento mio, questo pianeta. È un abbattimento di muri e confini reali e psicologici. Il concetto di fuga si porta dietro quello di chiusura ed è proprio ciò che voglio sconfiggere in me, ma soprattutto in chi legge. E non c'è nemmeno l'illusorio concetto del "buon selvaggio" cioè che dietro al muro ci sia il buono, il migliore, il preferibile. Dietro al muro ci sono, con le dovute differenze, le stesse mancanze, colpe, pericoli, disillusioni, odi, lotte, incomprensioni anche superiori e forse proprio questo è la prova più forte del fatto che i muri non hanno alcun senso. Il problema è avere il coraggio di affrontare tutto ciò esattamente come la mattina entriamo in macchina e magari sulla Cassia Bis o dove volete voi non pensiamo alla mortalità annuale di una piccola guerra che incombe su di noi. Ci mettiamo in macchina e andiamo, e basta.
Concludo poi sottolineando nuovamente che la durata di questo viaggio è solo potenzialmente fissata, potrebbe finire domani e sarebbe stato un distacco molto inferiore ad altri precedenti. Che duri veramente un anno è quasi impossibile, ma ho pianificato perchè possa succedere. Prima di partire dicevo che, dovesse succedere qualcosa all'Ammiraglia di irreparabile, avrei deciso se continuare o meno con mezzi di trasporto locali, ma non credo che lo farò perchè sarebbe un'altra cosa. Questa modalità mi consente di essere autonomo in tutto, ma non è l'aspetto principale della questione. Così sono molto più vicino, spesso confuso, al mondo che attraverso, in una immersione totale che mi permette di intravedere qualcosa che si trova dietro l'angolo e mi sarebbe altrimenti precluso se mi dovessi muovere accompagnato, e non parlo di pur interessanti informazioni da guida che certamente otterrei più facilmente ed ampiamente, ma parlo della "banale" quotidianità. In più, nei miei posti preferiti isolati e solitari, non sarei più solo. L'alternativa di affittare altre auto è poco percorribile per un viaggio come il mio perchè quasi sempre troverei affitti con autista, sarebbe molto dispendiosa e con enormi problemi legati alle riconsegne delle varie auto. Dovrei in ogni luogo continuare ad affittare e riconsegnare e non avrebbe molto senso.
Quindi se non riuscirò a continuare così la chiuderò immediatamente.

Un saluto ed un ringraziamento a te ed a tutti coloro che intervengono.
Gianluca Tomarchio Vasta

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2019 ore 9:01

Gianluca tu abbatti i confini del mondo facendo sembrare tutto più facile anche nella vita di ogni giorno.
UN cittadino del mondo

user55404
avatar
inviato il 25 Novembre 2019 ore 9:23

Grandissimo Gianluca, mi aggiungo al coro e dico che sei un grande!
Non ti manca il coraggio ma soprattutto l'umiltà per affrontare certe imprese. Immenso!
Non mi sorprenderò se al tuo rientro, sarai contattato dalla trasmissione TV Kilimangiaro di Rai tre!
Continuerò a seguirti in questo tuo magnifico viaggio, ciao carissimo.

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2019 ore 10:10

Se facessi un viaggio del genere e mi si rompesse l'auto, probabilmente ne comprerei un'altra, in quei posti non credo siano così care..sei molto fortunato ad avere una moglie che ti permette di fare una cosa del genere, penso ti invidino in moltiMrGreen chiaro che ci dev'essere un rapporto di fiducia TOTALE, e sicuramente tu te la sei guadagnata. Mi associo a chi vuol vedere questo tuo viaggio raccontato in un bel libro fotografico:)

user2034
avatar
inviato il 25 Novembre 2019 ore 10:51

La Ford dovrebbe sponsorizzarti MrGreen

avatarsenior
inviato il 25 Novembre 2019 ore 10:59

La password è la stessa: DAJE!!!

Adesso goditi il mondo che ti si pone davanti, io viaggio quasi sempre da solo e mi ritrovo in buona parte delle parole che hai scritto qua sopra ("in buona parte" semplicemente perchè non sto vivendo il tuo viaggio sulla pelle e non perchè non le condivida, anzi); goditi la tua strada e facci godere da casa, oltre alle immagini o alle parole c'è la cosa più importante, le emozioni, che sono quelle che non ti toglierai più di dosso (ma questo lo sai bene anche tu eh)... vai e conquista e quando torni torni!

user170782
avatar
inviato il 25 Novembre 2019 ore 12:41

È un diario interessante, vivo, scritto molto bene. Altro che serie tv, qui ci vuole un editore che ti pubblichi. Mi ricorda un po' il Viaggio in Portogallo di Saramango.

avatarsupporter
inviato il 26 Novembre 2019 ore 0:53

Giorno 16 – 24 Nov 2019
drive.google.com/open?id=13yI9FMcocb5aeUAVlt97UMkLLsIMoPVh&usp=sharing

Lascio Maku dopo tre giorni in cui ho iniziato a riprogrammare me stesso in funzione dell'Iran e mi dirigo a sud verso il cuore del paese. Un lungo giro mi porta sulle rive del Lago di Orumiyeh, un altro mare interno morente. Probabilmente destinato a scomparire tra deviazioni di affluenti e forte diminuzione delle precipitazioni, entrambe cause umane… cause umane.
Mi chiedo se mai qualcuno ha fatto una riflessione sull'aggettivo umano. Con una arroganza senza confini gli umani hanno dato all'aggettivo umano il significato di buono, compassionevole ecc. ecc. ecc. Tutte le accezioni positive possibili confluiscono nel significato che diamo a questa parola. Mi viene in mente solo la genialità del fantozziano “Ma come è umano lei…” che implicitamente denuncia quella che per me è una delle principali dimostrazioni della protervia dell'umanità. Forse esistono o sono esistite lingue in cui il termine che specifica la specie non sia anche investito di tutti i significati positivi possibili, lo spero. Dovrò indagare.
Meglio che torni al lago. In una giornata non limpida, con una luce che annulla colori e contorni, mi si presenta come una piatta distesa bianca senza confini dentro la quale vedo file di camion che ulteriormente la svuotano della sua ultima ricchezza, il sale.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3392977&l=it

Dietro una curva ho la visione improvvisa di un panorama quasi extraterrestre. Immediatamente imbocco una breve sterrata che intuisco mi condurrà in alto dove potrò averne una visuale sgombra. Dei giganteschi massi sono come appoggiati in attesa di qualcosa o qualcuno, solitari e frutto di chissà quali cataclismi contrastano con l'immobilità in cui sono immersi.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3392978&l=it

Un ponte consente di oltrepassare il lago senza costringere ad un lunghissimo aggiramento. Si paga un pedaggio. Proprio in mezzo aspettano alcuni venditori di sale probabilmente abusivi ed uno di loro mi regala un piccolo cristallo di quest'ultima ricchezza del Lago di Orumiyeh.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3609106&l=it

Mi dirigo verso la mia meta. Tabriz. Fino a questo momento ho rilevato qualcosa di totalmente inaspettato. Ci sono molti meno problemi negli spostamenti rispetto alla Turchia. Al momento non ho incontrato alcun posto di blocco militare e solo un paio di controlli della polizia. Non sono mai stato fermato. Non c'è nemmeno la paranoia dei limiti di velocità e per una buona ragione. Sulle strade ci sono migliaia di dossi artificiali, la maggior parte dei quali è così alta che devi per forza fermarti per poterli oltrepassare. Ovunque ci sia un incrocio, uno svincolo, un villaggio, una caserma, un posto di polizia, un qualunque motivo che comporti il dover procedere a velocità ridotta, ci sono i dossi. Dentro i paesi sono continui e si procede a singhiozzo accelerando e fermandosi davanti ad ognuno. A cosa servono le multe quindi? Se non rispetti i limiti rompi un asse. Molti poi nemmeno si vedono, ma dopo un po' capisci che ci sono sempre. Appena vedi un cartello di limite a 50 km/h sai che ti conviene rallentare. Semplice ed efficace. Non ci sono invece davanti alle strisce pedonali che francamente non capisco perché continuino a dipingere per terra dato che non sono rilevanti per nessuno, nemmeno per i pedoni.
Tabriz è una grande città ed il traffico inizia già ad una quindicina di chilometri dal centro. Ho letto che gli iraniani sono dei pessimi guidatori. Non sono completamente d'accordo. Forse l'unica cosa veramente negativa è la totale assenza del concetto di distanza di sicurezza. Nel traffico gli spostamenti di corsia repentini per sopravanzare gli altri sono esattamente come sul raccordo anulare, solo che qui lo fanno praticamente tutti e sono quindi continui incastri di auto che si rompono e si ricompongono senza sosta. Per guidare così devi essere sveglio e vigile. Un invito a nozze. Mi viene in mente mio padre che, quando ancora non ero in età da patente mi ripeteva spesso, “in una raggiante Catania”, che chi avesse imparato a guidare lì avrebbe potuto guidare in tutto il mondo. Chiaramente non significa che non farai mai incidenti. In ogni caso mi diverto e sorrido spesso vedendo le facce incredule ed interrogative di quelli che vedono un'auto sconosciuta guidata da uno straniero che si muove esattamente come loro.
Una breve uscita già nel buio della sera mi da una immagine positiva di Tabriz. Strade e vetrine moderne e luccicanti inframmezzate da ogni sorta di localini dove mangiare sono una piacevolissima cornice alla mia prima esplorazione. Sono stanco perché stanotte ho dormito poco per scrivere e pubblicare dopo qualche giorno di astinenza forzata, ma mi distacco comunque con difficoltà. Prima però entro in uno di questi minuscoli locali ed ordino degli spiedini di carne ed uno di pomodori che mi vengono cotti alla brace e serviti con ampie strisce di pane arabo. Si poggia tutto sul pane e lo si arrotola, mangiando poi comodamente con le mani. Delizioso.

avatarsupporter
inviato il 26 Novembre 2019 ore 1:03

Giorno 17 – 25 Nov 2019
drive.google.com/open?id=13yI9FMcocb5aeUAVlt97UMkLLsIMoPVh&usp=sharing

Mi sveglio ed apro le tende delle alte vetrate della mia stanza. Si affacciano su un incrocio trafficatissimo e stanotte ho dormito con i tappi, ma non è un problema. Disteso sul letto vedo perfettamente passanti e mezzi che si mischiano in un nuovo inizio di giornata come tanti. Oggi l'Ammiraglia resterà parcheggiata al coperto ed al caldo del parcheggio privato dell'Hotel.
Solo Bazar.
Ho con me la piccola tascabile ormai anziana, ma Leica e se gli scatti soffriranno della poca luce a disposizione, pazienza. La presenza di un qualunque obiettivo è sempre un elemento falsificante della realtà, farò il possibile per non influenzare il luogo a costo di non scattare per niente. Nel vecchio, sporco e poco appetibile zaino che uso in queste circostanze, zaino il cui interno però ho completamente imbottito, poca altra apparecchiatura invadente. Entro nella corrente di questo luogo millenario citato da Marco Polo, come mi suggerisce mia moglie, e mi lascio guidare dal caso. Mi aspetto molto dai suoi ben 24 caravanserragli, piazzette alberate, colori, profumi e rumori di cui ho letto e che sono una caratteristica comune di bazar e mercati non occidentali, ma quello che non mi aspetto è l'eleganza di questo luogo, un tripudio di cotto da far invidia ad un senese.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3392979&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3392980&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3392981&l=it

La ricchezza e la fastosità delle esposizioni non ha eguali nella mia esperienza. Le compravendite continue di ogni sorta di mercanzia nota od ignota non hanno sosta. Sono nel cuore pulsante di questa città, cuore giovane e forte privo di aritmie. Non c'è nemmeno l'ombra di un turista. Con il cappuccio sulla testa per il freddo che si insinua all'interno dei lunghi corridoi, vengo anche poco notato come estraneo. Faccio qualche rispettoso scatto, ma ce ne vorrebbero migliaia. Centinaia di carrelli trainati a mano si intersecano senza sosta, unico mezzo di trasporto possibile in questo labirinto, guidati velocemente nella folla al grido di Jalla! Jalla! Ogni tanto anche una moto cerca di aprirsi un varco. Ci sono centinaia di gatti, ovunque, che vengono tollerati anche quando si infilano dentro i negozi di alimenti in una ricerca, quasi sempre ripagata, di cibo. I restauri che vedo in alcune sezioni probabilmente non hanno mai fine. Molti negozianti hanno il tradizionale cappello di astracan azero, sento casualmente salutare con shalom e vedo vari carretti che trasportano zampe di maiale, sì avete letto bene, di maiale. In albergo mi diranno poi che ci sono anche cristiani. Magari quelli erano gli zamponi per Natale. L'islam in questo inizio di Iran è molto meno visibile che in Turchia. Non ho ancora sentito un solo muezzin nonostante abbia visto anche un paio di Imam aggirarsi tra la folla non interessati però alle mercanzie. Una piccola macina elettrica per il sesamo ne estrae un denso olio che viene immediatamente venduto.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3392983&l=it

Mi fermo ad osservare un forno a pozzo circolare sulle cui pareti viene attaccata la pasta distesa che in pochi secondi si cuoce.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3392984&l=it

Le molte piazzette alberate al centro dei caravanserragli sono un ottimo posto per sedersi a riposare continuando ad esplorare con lo sguardo questo mondo mai domo. Oppure si può scegliere una rilassante fumata di narghilè




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3392982&l=it

e se siete degli integralisti potreste desiderarne uno a forma di Kalashnikov.





Ma queste sono solo briciole di questa intensa giornata.
L'atmosfera che si respira può rimandare solo, almeno nella mia esperienza, a quello di Istanbul comunque molto meno elegante ed interessante. Lì il luogo è intriso, in ogni sua espressione, della consapevolezza di un fascino internazionale da cui non è in grado di affrancarsi, qui c'è invece quella di una inestimabile perla che per svelarsi deve essere prima scoperta.
Se non siete mai andati ad Istanbul al Gran Bazar consiglio di farlo prima di decidere di venire a Tabriz, come in una degustazione di formaggi in cui è necessario iniziare da quello meno saporito.
Entro in un bel ristorante per una buona zuppa guarnita con chicchi di Barberry o Crespino, pianta di cui non conoscevo l'esistenza né tantomeno che fosse usata in cucina. Chiedo se posso restare un po' oltre il tempo del pasto e scrivo queste righe mentre sulla grande vetrata di fronte a me, che si affaccia su uno degli innumerevoli corridoi del Bazar, appaiono e scompaiono come dal finestrino di un treno vite, pensieri, problemi ed affari a me ignoti.
Prima dell'Hotel mi reco alla segnalata Moschea del Bazar che ha l'unica caratteristica interessante nella struttura anch'essa in mattoni di cotto. Mi siedo per un po' a leggere al caldo e nel silenzio appena macchiato dalle leggere voci di studenti che probabilmente declamano il corano e salutano con un cenno me, infedele.

avatarjunior
inviato il 26 Novembre 2019 ore 6:28

La mattina, alla sveglia, guardo se hai scritto qualcosa. Quando sei entrato in Iran e non avevi rete era qui a Roma Bianca che mi dava notizie. È bello leggerti. Io quando viaggio vedo posti nuovi. Tu li vivi.

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2019 ore 7:07

Una cosa così io la farei al caso..
a piedi,
con mezzi pubblici,
in treno,
etc. etc.
Da qui verso est senza mai fermarmi.
Mi sentirei più libero senza automobile..
..
Toh..
è finito l'imbavagliamento. Cool

avatarsenior
inviato il 26 Novembre 2019 ore 20:28

Tu falla, che poi ne parliamo

avatarsupporter
inviato il 26 Novembre 2019 ore 20:33

Ehi l'ammiraglia non è "un'automobile "
Ma che ne sai se non hai mai avuto una Fiesta del 90 MrGreen

avatarsupporter
inviato il 26 Novembre 2019 ore 21:01

Giorno 18 – 26 Nov 2019
drive.google.com/open?id=13yI9FMcocb5aeUAVlt97UMkLLsIMoPVh&usp=sharing

Giornata persa e figlia femmina. Sarebbe nottata persa, ma mi serve così.
Vado a Maraqeh o Maragheh per cercare di vedere delle torri funerarie che la Lonely Planet cita soltanto senza dare indicazioni su come trovarle. Dovrebbero essere Zoroastriane e vado solo perché è un argomento che mi interessa particolarmente. Non le trovo. Inutile chiedere, nessuno mi sa dire nulla. Ci sono anche i resti di un importante osservatorio, ma il sito è in pessimo stato di conservazione, sembra abbandonato a se stesso e non c'è quasi nulla da vedere. Dopo aver fatto molti chilometri in una brutta zona ricca di industrie, chilometri oltretutto poco piacevoli e per niente rilassanti per via dei numerosi tir, torno indietro per Kandovan e come al solito arrivo poco dopo che il sole ha lasciato il luogo. Oggi non ci siamo proprio. Sarà che ho i nervi, sarà che sono stato in Cappadocia, ma Kandovan non mi colpisce. Per arrivarci sono salito a 2200 metri e si sente. Vado via dopo cinque minuti. Rivedendo però l'unica foto fatta, direi che vale la pena venirci se si è a Tabriz. Le formazioni rocciose scavate per farne abitazioni sono suggestive. Una visione panoramica del sito è però quasi impossibile per via di case moderne, pali, alberi, cavi, ripetitori, ed in basso negozietti turistici.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3609120&l=it

Sta facendo buio. Sono sulla grande superstrada che mi porta in centro, c'è moltissimo traffico. Faccio l'iraniano al volante, anche qualcosina peggio.
Quando sto per accendere le luci mi blocco un secondo, tutti i mezzi intorno a me hanno i fari spenti. Comincio a prestare attenzione alla cosa ed effettivamente nessuno, nemmeno i molti Tir ed autocarri, ha acceso le luci. Qualche giorno fa su una strada solitaria all'incirca alla stessa ora, dopo aver acceso le luci come d'abitudine, da una delle poche auto che mi venivano incontro mi hanno fatto dei segni veementi. Ho controllato se avessi inavvertitamente inserito gli abbaglianti e poi ho anche controllato a sera se avessi i fari alti. Nulla, ed avevo dimenticato l'episodio. Voleva certamente farmi capire di spegnere i fari.
È ormai quasi buio ed alcuni iniziano con le luci di posizione, mentre i primi fari accesi li vedo solo quando diventano indispensabili. Lo spettacolo del traffico caotico all'imbrunire senza luci è così lontano dalle mie, nostre abitudini che per la prima volta mi sento veramente estraneo a ciò che mi circonda. Incredibile, non c'erano riusciti la lingua, il cibo, il panorama, e mille altre caratteristiche certamente più significative. Non riesco nemmeno più a muovermi nel traffico come prima, come loro.
Quella che evidentemente è una norma del loro codice stradale non è del tutto sbagliata. Al crepuscolo si ha la visibilità peggiore della giornata, ed i fari accesi peggiorano effettivamente la situazione per quelli che incrociamo non essendo peraltro affato d'aiuto a noi. Succedeva lo stesso in Australia. Per avvistare meglio eventuali pericolosi attraversamenti di wallabies, non venivano accesi i fari fin quasi al buio completo.
Faccio il pieno per domani. La benzina la pago alla cifra massima cioè 30000 rial al litro, o 3000 toman che è un'altra unità di misura e qualche volta fa confondere. Parliamo di circa 30 centesimi che per me sono una manna, ma un mese fa costava 8 centesimi al litro ed ecco spiegate le veementi proteste. Un aumento del 400 per cento. Per fare rifornimento ognuno ha una tessera nella quale vengono registrati i litri di carburante acquistati perché un certo numero di litri al mese sono scontati a 15 centesimi. Per me straniero la tessera è quella del benzinaio ed il costo è quindi sempre quello massimo.
Sta facendo buio e devo tornare in Hotel per poter pagare online una prenotazione, richiesta all'agenzia, per i prossimi tre giorni. Questo problema di internet bloccato mi da sui nervi, ma oggi è giornata di nervi. Vorrei e dovrei arrivare prima della chiusura dell'agenzia in modo da avere conferma immediata. Ovviamente non accade ed anzi non riesco ad accedere ad internet nemmeno con il wifi. Poi fortunatamente la situazione si sblocca.
Comunque come dicevo, giornata persa e figlia femmina.

avatarjunior
inviato il 27 Novembre 2019 ore 5:17

Grande Luca, un abbraccio da me è Cesi che ancora si ricorda dell ammiraglia e le strade siciliane con passaggi a livello...
Col cuore sempre con te e con Bianca.

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