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Anno Sabbatico - Un viaggio in solitaria 4


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avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2019 ore 22:53

Complimenti Gianluca, ho visto solo oggi di questo tuo nuovo viaggio in solitaria,
dopo aver seguito quello in Australia,
e l'ho letto tutto in un colpo. Emozionante per me che amo molto il roadtrip.
Complimenti anche per le foto, garbate e sobrie. Saluti

avatarjunior
inviato il 10 Dicembre 2019 ore 0:21

Seguo con interesse. Complimenti!!Sorriso

avatarsupporter
inviato il 10 Dicembre 2019 ore 9:41

Non posso credere che hai anche il tempo di elaborare le foto..o sei così attento in fase di ripresa?...scatti in raw o in jpeg?

Elaboro solo con Cameraraw e riesco dopo anni di studio serio sulla fotografia digitale che poco ha a che vedere con l'analogica, ad essere discretamente veloce. Per foto di avifauna che ancora non ho fatto il discorso cambia perchè spesso è quasi impossibile non andare su Photoshop ed i tempi sono diversi. Comunque non è raro che faccia notte fonda, come ho già detto non sono in vacanza e forse nemmeno in viaggio nel senso dell'essere rilassato e spensierato e sono gli scritti la cosa più impegnativa. Finché reggo bene, altrimenti mi prenderò delle pause.
Sulle geometrie sto molto attento in partenza, piacciono anche a me. L'anno scorso ad Istanbul nella moschea di Fatih che per me resta la più bella mai vista per vari motivi che ho descritto nel Viaggio in solitaria 3, sono stato disteso mezzora nel mezzo sui tappeti per centrare perfettamente una palla sospesa 10 metri sotto la volta e poi nella foto non si nota nemmeno che c'era questa distanza fra palla e volta e che fosse difficile....
Jpg non ha senso con reflex.

avatarsupporter
inviato il 10 Dicembre 2019 ore 9:50

Giorno 31 – 09 Dic 2019
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Abbandono Khur dove sono stato benissimo, ma non abbandonerò i deserti. Ho dovuto compiere una scelta a causa dell'avvicinarsi della scadenza della permanenza in Iran e della necessità di non allontanarmi troppo, in questi ultimi giorni, dall'area centrale con Teheran velocemente raggiungibile. Una importante vicenda italica lasciata in sospeso spero si concluda senza complicazioni e prima dell'attraversamento della frontiera pakistana vero punto di non ritorno e primo serio percorso, quello in Belucistan, che realmente mi preoccupa.
Immerso in questi pensieri, con una strada d'acciaio che bianca brilla e mi acceca nel sole sfolgorante di questa mattina, taglio il deserto come burro. Non andrò alle interessantissime isole di Qeshm e Hormuz nel Golfo Persico.
Quando mi immetto in una trafficata arteria non sono più accompagnato dall'isolamento e così, solo, cerco conforto nella musica.
La segnalata Kharanaq sulla via per Yazd non ha veramente nulla di interessante. Faccio una deviazione per un altro dei siti zoroastriani più importanti. I templi del fuoco sono luoghi spesso scelti in base ad un qualche particolare aspetto naturale ed un tempo erano accessibili con difficoltà. Andarci era un vero pellegrinaggio. A pochi chilometri dall'arrivo, subito oltre un'ultima deviazione dopo una curva della strada, non riesco a trattenere un'esclamazione di stupore. Eppure ne ho visti tanti di luoghi simili in questi giorni. Una immensa distesa desertica parzialmente sabbiosa è delimitata da scure frastagliate cime. In mezzo alcuni isolati promontori si ergono come appena fuoriusciti dalla sabbia ed in attesa che la natura lentamente li riduca in polvere.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611547&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611560&l=it

Ciak Ciak è simile ad un nido d'aquila, sospeso a metà di una parete verticale in una grande nicchia naturale da cui domina tutta la spianata. Non ci sono auto e mi sembra non ci sia nessuno né nessuno ho incontrato sulla strada. Vari scuri uccelli volteggiano e mi fanno preparare il teleobiettivo. Convinto di essere solo mi attardo e non inizio a scattare.
Nel ventoso silenzio appaiono sulla scala che porta al tempio un ragazzo ed un mulo. Con un grosso fazzoletto avvolto in testa mi saluta. È afgano e con il mulo porta su la terra che gli serve per una ristrutturazione.
Il tempio è circondato da varie costruzioni poco gradevoli alla vista che certamente brulicano di souvenir in alta stagione. Un lieve rumore di motore annuncia l'arrivo di un'altra auto che scorgo in lontananza. Mi affretto e mi carico anche del teleobiettivo anche se gli uccelli sono nel frattempo scomparsi e non ritorneranno. 230 alti gradini mi attendono. Ci sono un altro paio di operai al lavoro e persino il custode del tempio che fa pagare il biglietto e mi offre un immancabile ben accetto cay come ricompensa per la fatica della salita.
In un Tempio del fuoco normalmente non c'è nulla di eclatante da vedere. Acqua, terra, aria e fuoco devono però essere sempre presenti. Aria e terra non sono mai un problema visti i luoghi scelti, un fuoco è tenuto sempre acceso e l'acqua qui scorre incessantemente fuoriuscendo dalla roccia ed inondando la piccola grotta.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3407390&l=it

Ciak Ciak è un nome onomatopeico che deriva dal suono delle gocce che cadono. Ora, non sarò certo io il primo a sottolineare quanto sto per dirvi, ma non l'ho comunque letto da nessuna parte. L'importante dio della pioggia dei Maya si chiama proprio Chak (le differenze di scrittura nel riportare questi nomi in caratteri latini sono assolutamente insignificanti e prive di alcun valore scientifico dipendendo da fattori assolutamente casuali ed infatti gli stessi nomi si possono trovare scritti in vari modi) e l'invocazione della pioggia era proprio un continuo ripetere Chak Chak. Anche lì il nome deriva dal rumore delle gocce che cadono. Incredibile. Casuale? Non è nemmeno probabilmente possibile stabilire con certezza quale dei due nomi sia precedente perché tutto ciò che riguarda lo zoroastrismo è cronologicamente incerto e sparso in almeno tre millenni fino anche ad un paio di secoli fa.

avatarjunior
inviato il 10 Dicembre 2019 ore 11:15

Gianluca, un carissimo saluto da Ravenna.

Qui ti stiamo seguendo in quattro, io, la mia ragazza e due amici che pur di leggerti accedono a JUZA con il mio profilo.

Ti siamo vicino e aspettiamo con grande attesa il prossimo racconto!

avatarjunior
inviato il 11 Dicembre 2019 ore 7:24

un caldissimo in bocca al lupo!!!

avatarjunior
inviato il 11 Dicembre 2019 ore 7:32

Sei un appuntamento fisso in questi giorni. Certi viaggi si possono fare solamente quando si ha un posto nella mente al quale poter ritornare. Buon viaggio.

avatarjunior
inviato il 11 Dicembre 2019 ore 7:48

Ti aspetto ogni mattina ed ogni sera.

avatarjunior
inviato il 11 Dicembre 2019 ore 13:05

Gianluca ciao!! grazie ancora perchè leggendoti stiamo rivivendo tutte le grandi emozioni provate in Iran ....è stato molto facile provarle forse anche grazie al nostro ....come il tuo....modo semplice e autonomo di viaggiare.... contatto diretto e continuo con la gente, rispetto per religione e tradizioni in un paese con enormi problemi e dove il suo meraviglioso popolo si sente isolato dal mondo...
...e (scadenza visto permettendo) speriamo tu riesca a passare per il deserto del Kalut ad est di Kerman/Shahdad....(e dormire al Kalut desert camp) ...viaggiatori in pullman..bambini in gita scolastica...iraniani coi loro fuoristrada..insomma un'atmosfera di festa in un paesaggio surreale fantastico..un saluto.

avatarsenior
inviato il 11 Dicembre 2019 ore 20:40

Li sto`seguendo con piacere pure io cosi come ti seguivo in Australia,complimenti anche perche seguendoti mi sento un Poltronaro pigro e pochi lo confesseranno ma quanti vorrebbero essere come Te :-P

avatarsupporter
inviato il 11 Dicembre 2019 ore 22:23

ciao Gianluca,
davvero foto e racconto bellissimi, stile asciutto e avvincente. Un grande in bocca al lupo e un abbraccio di cuore !
Giacomo

avatarsupporter
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 7:45

Giorno 32 – 10 Dic 2019
drive.google.com/open?id=13yI9FMcocb5aeUAVlt97UMkLLsIMoPVh&usp=sharing

Come una affascinante non appariscente donna che piccoli difetti serenamente mostrati salvano dalla perfezione di un'algida bellezza, così Yazd mi appare.
Ad eccezione di qualche moderno complesso periferico, Yazd è una città bassa. Chiusa ad ovest da alte montagne, al limitare di due deserti Kavir e Lut, con un chiaro color ocra cerca di confondersi tra le sabbie appiattendosi a non creare intralcio al più piccolo refolo di vento che intercetta con una foresta di meravigliosi badgir. Queste torri del vento che dominano la città, frutto del genio sviluppatosi nei 5000 anni di una delle città più antiche della terra per difendersi da un clima estivo torrido, catturano ed incanalano verso il basso ogni minimo spostamento d'aria per rinfrescarla a contatto con vasche di acqua fresca.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611594&l=it

In questa stagione non posso fortunatamente apprezzarne l'efficacia, ma solo ammirarne la bellezza.
Il portale della Moschea Jameh ed i due ravvicinati minareti hanno un'altezza inusuale ed una sequenza ininterrotta di scritte arricchisce la bellezza delle decorazioni.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3409166&l=it

Mentre mi aggiro tra i romantici vicoli della città vecchia riflettendo sul fatto che anche da qui passò Marco Polo, vedo un cantiere con decine di operai in una grande casa in ristrutturazione.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611595&l=it

Chiedo di poter accedere alle terrazze e tra le sabbiose macerie e gli impasti di terra e paglia pronti all'uso mi affaccio su uno skyline dal fascino difficilmente eguagliabile. Volentieri faccio la foto richiestami da un gruppo di muratori che orgogliosamente mi mostra le bellezze della propria città.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611607&l=it

Resto quassù almeno mezzora conscio che nessun altro luogo mi potrebbe consentire una visione migliore.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611608&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611596&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611605&l=it

Mi sposto nei pressi del bazar, piuttosto piccolo e poco degno di nota se non per la sua autenticità, per l'unicità della facciata a tre piani della Moschea di Amir Chakhmaq e mi chiedo se anche questo Chak abbia un qualche legame linguistico con quelli ieri citati.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3409177&l=it

Proprio accanto, un antico serbatoio d'acqua sormontato da ben cinque badgir, ha l'ingresso su un vicoletto. Ha perso la preziosa funzione antica ed è la sede di un Zurkhaneh, una palestra tradizionale, dove assisto all'interessantissima sessione di allenamento. Il ritmo che cadenza i tempi degli sforzi e dei movimenti qui è dato da canti e percussioni dal vivo di un ragazzo appollaiato in un palchetto che ricorda il box di un dj.
L'antico sito a cupola in mattoncini di fango, la musica e le incitazioni del maestro creano un'atmosfera indimenticabile ed avvolgente. Gli attrezzi usati come pesi sono assolutamente unici nel loro genere e già da soli costituirebbero un'attrazione.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3409175&l=it

Mentre mi riavvio verso l'Hotel che, dopo l'alto costo di Khur (27euro) dovuto alle poche alternative della bassa stagione, mi riporta in linea con il budget (17euro), noto che all'ingresso di molti negozietti è inchiodato a terra un ferro di cavallo simbolo evidentemente senza confini. Un altro dei molti piccoli particolari che costantemente mi fanno percepire in Iran, a dispetto della geografia ma forse in accordo con la storia, un'aria mediterranea.


avatarsupporter
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 7:53

Giorno 33 – 11 Dic 2019
drive.google.com/open?id=13yI9FMcocb5aeUAVlt97UMkLLsIMoPVh&usp=sharing

Nonostante ci siano altre cose che meriterebbero una visita, oggi scelgo di prendere l'Ammiraglia. Non voglio andarmene senza uno sguardo alle Torri del Silenzio in una delle città più importanti dello zoroastrismo. A poca distanza e purtroppo ormai raggiunte dalla città, su due alture gemelle, ne visito due. Sono semplicemente delle grandi basse costruzioni circolari in cui i corpi dei defunti venivano lasciati per essere scarnificati dagli avvoltoi e le ossa purificate dal sole e successivamente lasciate a polverizzarsi. Gli umori corporei non dovevano contaminare la terra. Oggi non sarebbe nemmeno più possibile visto che gli avvoltoi si sono praticamente estinti a causa di pesticidi arrivati a loro tramite cadaveri di animali ed apprenderlo come sempre mi rimanda immediatamente a Mr.Smith con la cui analisi dell'uomo sono profondamente d'accordo.
Alla biglietteria l'addetto mi chiede come fanno tutti la nazionalità e, dopo la solita limitata e limitante domanda sull'essere di Roma o di Milano, se ne viene fuori con un inaspettato I like Sicily. Quando gli dico che sono siciliano viene fuori a stringermi la mano e chiacchierare un po'. Conosce la Sicilia per averne visto su internet, gli piacerebbe venire in Italia, ma la situazione economica degli iraniani, dice, difficilmente permette di viaggiare. Mi tocca nel vivo di uno dei pensieri che sempre mi accompagna in viaggi come questo, la quasi totalità delle persone che incontro non può permettersi quello che faccio io ed aggiungerei anche che me lo posso permettere anche in parte perché i quattro quinti del mondo non può. È un fardello per me pesante da portare. Non riesco a rispondergli se non augurandogli che in futuro possa avere questa possibilità.
Con un sapore amaro in bocca mi arrampico sulla meno restaurata Torre del Silenzio per qualche scatto sull'altra cercando di escludere la città.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3409178&l=it

Il silenzio non c'è ormai da molti anni ed accanto c'è il cimitero che viene usato oggi chiudendo però i cadaveri in contenitori di cemento per impedire almeno sacrileghe inquinanti fuoriuscite.
Provo se altre due torri non segnalate a poca distanza, ma che ho sulla mappa, siano in posizione migliore. Una è all'interno di una zona militare e lo scopro solo perché fortunatamente traduco il cartello di divieto che avrei potuto facilmente superare. La vedo a distanza ed è quasi interamente crollata. L'altra ha accanto delle fabbriche.

È ancora presto. Yazd è una città molto tranquilla e rilassata ed il suo traffico è totalmente differente da quello di tutte le altre al momento attraversate, ordinato e scorrevole. Ieri ho visto anche un vigile che agevolava l'attraversamento di gruppi di studenti in uscita dalle scuole. Sarebbe un buon posto dove fermarmi a riposare qualche giorno, ma il visto non me lo permette.
Esco di città e verso sud arrivo a Sar Yazd. Il paese mi dice poco e mentre lo percorro per arrivare ad un segnalato castello che non si vede affatto, penso che Maps.me stavolta abbia toppato. Entro in una sterrata tra le case sempre meno convinto. Alla fine della via, finite le case, nei campi arati, la bassa e grande fortezza di sabbia è come un'apparizione. Non percepibile fino a 50 metri dall'ingresso sembra un luogo appena uscito dalla penna di uno scrittore con tanto di bandiera sventolante da un pennone.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611627&l=it

Resto in questo luogo fatato fino alla calda luce del tramonto. All'interno i fortissimi chiaro scuri degli angusti passaggi, dovuti alla giornata sfolgorante di oggi, mi costringono a visioni fotografiche più che a foto descrittive. Era un deposito fortificato che all'occorrenza doveva proteggere genti, ma soprattutto merci e vitali granaglie.




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3409179&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611628&l=it




www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3611629&l=it

avatarjunior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 8:57

che spettacolo!

avatarsenior
inviato il 12 Dicembre 2019 ore 9:09

Davvero posti incantevoli e il tuo report è sempre più avvincente ed interessante!!! Ti auguro di continuare così il tuo viaggio!!!

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