| inviato il 08 Novembre 2019 ore 11:03
Quoto Jack_96 ; un buon esperimento - abortito ma secondo me geniale - era una compatta digitale della Samsung, che poteva far condividere sui "social" le immagini . Poi giustamente la stessa Samsung ha visto che con gli smartphone poteva fare la medesima cosa, con più pubblico a comperare. 
Ho virgolettato apposta il termine social, ovviamente.  Ah, fermo restando che se sai fotografare lo fai anche con una padella, AI permettendo. |
| inviato il 08 Novembre 2019 ore 11:08
Io ho una compatta Samsung del 2013 e si connette al web ed anche al cloud alla smart tv ecc. Ottimo sensore ottima lente peccato l af. Le mie gallerie sono quasi tutte scattate con quella.
Edit. aggiungo che sotto molti aspetti è perfino più evoluta della mia attuale gx9 e di altre ml |
| inviato il 08 Novembre 2019 ore 11:21
Infatti.  |
| inviato il 08 Novembre 2019 ore 12:50
Duro colpo alla nostra attrezzatura mi fa sorridere |
| inviato il 08 Novembre 2019 ore 13:41
La mia attrezzatura sta bene, senza colpi...
In certi ambiti uno smartphone può essere Utile, ma in gran parte dei veri ambiti della fotografia non c'è proprio paragone...
Tipo, Una cerimonia in chiesa, 58 Cresime, 400 foto, raffiche di 4-5 foto con Flash...
Sicuramente il signore dietro di me col telefonino avrà ottenuto i miei stessi risultati
(non ne faccio un vanto, visto sono un amatore e che l'ho fatto gratis su richiesta dei genitori).
Credo che dire alcuni telefoni hanno degli algoritmi di calcolo di miglioramento dell'immagine che sulle macchine fotografiche professionali ancora non implementano, perché il fotografo professionale vuole le foto come preferisce lui e non come pensa un preset ideato da qualcun altro, sia la definizione giusta per l'articolo linkato.
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| inviato il 08 Novembre 2019 ore 13:54
Oh, dalla fisica non si scappa: un sensore più grande raccoglie più luce, quindi più segnale, quindi migliore qualità; se fai una compatta con gli algoritmi utilizzati dagli smartphone e la loro connettività, hai vinto: non capisco perché nessuno le faccia
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| inviato il 08 Novembre 2019 ore 14:14
@Jack_96
Quello che raccoglie la luce è l'obiettivo non il sensore.
Infatti i telescopi li fanno di diametri sempre più grandi proprio per raccogliere più luce (oltre che per aumentare il potere di risoluzione che dipende anch'esso dal diametro).
Il segnale dipende anche dal tempo di integrazione, con il quale si può compensare un diametro più piccolo.
Una delle ragioni per cui non sono implementati sistemi di fotografia computazionale equivalenti a quelli sui cellulari anche nelle fotocamere è perché sono due dispositivi molto diversi specie sul piano della interazione.
Gli smartphone sono dei computer mobili, con schermo grande e sistema operativo flessibile. Le fotocamere no.
Qualcuno ci ha provato (Zeiss ZX1). Per me è un'ottima fotocamera, proprio perché ibrda, ma non mi sembra che abbia spopolato. Cellulare e fotocamera restano due dispositivi ottimizzati, come interfaccia ed ergonomia, per due attività diverse. |
| inviato il 08 Novembre 2019 ore 14:21
“ Ammetto i miei limiti: cos'è la "fotografia computazionale" e come si applica ai vari campi citati? „
Sostanzialmente, significa che vengono inventati dettagli che possono esserci, ma anche non esserci.
Non è più fotografia, ho espresso il mio pensiero in un thread simile |
| inviato il 08 Novembre 2019 ore 14:26
Intanto, ringrazio davvero tutti gli intervenuti , sempre per il molto vostro garbo e per quanto di interessante avete esposto.  |
| inviato il 08 Novembre 2019 ore 14:33
Preciso, mi riferisco, per esempio, all'effetto da vetro smerigliato sulla scritta OPEN dell'immagine 8. Non esiste, se l'è inventato l'AI dello smartphone. COme il mio Honor 10 si inventa i dettagli delle nuvole |
| inviato il 09 Novembre 2019 ore 9:12
A me l'unica cosa che inquieta, è il banding della RP visibilissimo nelle foto dell'articolo...... |
| inviato il 09 Novembre 2019 ore 11:29
“ Gli smartphone sono dei computer mobili, con schermo grande e sistema operativo flessibile. Le fotocamere no.
Qualcuno ci ha provato (Zeiss ZX1). Per me è un'ottima fotocamera, proprio perché ibrda, ma non mi sembra che abbia spopolato. Cellulare e fotocamera restano due dispositivi ottimizzati, come interfaccia ed ergonomia, per due attività diverse. „
E perché le fotocamere non sarebbero computer mobili?
Che poi siano pensati per due attività diverse e quindi hanno anche un'interfaccia diversa, è un altro conto: e dal momento che i telefoni vogliono prendere il posto delle macchine fotografiche compatte, beh, questa differenza inizia a venire meno; ma tra l'ergonomia di una compatta punta-e-scatta ed un telefono, che differenza c'è?
La zeiss era piaciuta anche a me, come idea; forse non ha fatto successo perché aveva dei limiti di progetto che magari non andavano incontro all'esigenza di molti: mi pare avesse un 35mm fisso, giusto? Avesse avuto uno zoom 24-70 o simile, forse sarebbe stata più interessante; poi mi pare non brillasse molto per design: ricordo bene?
“ Sostanzialmente, significa che vengono inventati dettagli che possono esserci, ma anche non esserci.
Non è più fotografia „
Infatti, questo probabilmente è il punto più importante e credo preveda una profonda discussione e conoscenza dell'argomento. |
| inviato il 09 Novembre 2019 ore 12:58
Gli smartphone sono dei go-cart, e finché rimani nella loro pista sono imbattibili...... poi se esci è tutto da vedere. |
| inviato il 09 Novembre 2019 ore 20:48
Ciò che non viene preso in considerazione nell'articolo , il cui obiettivo è il sensazionalismo , è che tutta la parte computazionale che il phone applica allo scarso segnale della sua fotocamera , lo si può applicare in post priduzione all'ottimo segnale rilevato dalla fotocamera e ripristinare quindi le differenze qualitative originali . |
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