| inviato il 07 Novembre 2019 ore 11:21
ogni arte o attività creativa si vive in solitaria ... credete che si scriva, si dipinga, si componga in fiera ? è necessario uno sguardo libero, dedizione e assoluta concentrazione nel caso si voglia tirar fuori qualcosa di non prosaico o banale, altrimenti si fa del buon turismo in compagnia con i suoi pregi e sollazzi ma nulla più ... |
user177356 | inviato il 07 Novembre 2019 ore 11:26
Io sono ossessivo sullo stesso soggetto, e scattando spesso spazi urbani su treppiede il punto di ripresa è fondamentale, per cui non vedo come condividerlo con altri. Di recente ho piazzato il treppiede in una fioriera per riprendere una statua dal basso, alle sette del mattino di un sabato per non essere intercettato dei custodi (che sono arrivati quando stavo riponendo il treppiede, forse allertati dal servizio di sicurezza del posto).
Se fossimo stati in due, il secondo non avrebbe potuto scattare. |
| inviato il 07 Novembre 2019 ore 11:29
L'ultima escursione in gruppo che ho fatto non solo ho rischiato di ammazzami e ho mangiato in un posto di merda, ma non ho potuto nemmeno visitare tutti i luoghi previsti perché punto uno la guida (un mio amico) era scarsa e ci ha portati inutilmente in una foresta e poi su un pietraio scosceso fuori dal sentiero, poi chi aveva fame chi aveva sete chi era stanco chi voleva tornare a casa. Per fare qualche scatto mi sono dovuto separare dal gruppo |
| inviato il 07 Novembre 2019 ore 11:32
L'atto del fotografare, la scelta compositiva, la visione dell'immagine, la preparazione dello strumento sono tutti momenti privati, per cui difficilmente li fai in compagnia, anche se sei in gruppo.
Questo non toglie che si puo' anche essere in in gruppo, discutere, valutare e quindi, come spesso avviene, ognuno singolarmente a le proprie scelte.
Torno a dire, non c'e' sempre solo il portfolio shoot da scattare, l'immagine da mettere sui social, la stampa epica.
L'assalto dei fotografi "parassiti" poi e', IMHO, peggio che andare in gruppo: almeno in gruppo c'e' condivisione. |
| inviato il 07 Novembre 2019 ore 11:52
“ Emanuele Towers Situazione che si presenta ciclicamente ai vari eventi  Esempio quest'anno al parco Sigurtà abbiamo chiesto ad una cosplayer se voleva fare qualche scatto con noi. L'abbiamo portata alla location scelta, piazzato ombrello e in pochi secondi avevo alle spalle cinque fotografi, uno si è pure incavolato perchè nello spostarmi l'ho urtato Questa e altre situazioni hanno portato, me e consorte, a distanziarci da questo mondo per "isolarci" (set privati ecc). „
Per quelli che ti si piazzano davanti mentre scatti, o ti urtano facendoti sbagliare, dev'esserci un girone all'inferno.
www.facebook.com/photo?fbid=10156619168673882&set=a.168518048881
Mi sono passati davanti nell'esatto momento in cui fotografavo. Che teste di cavolo!!! |
| inviato il 07 Novembre 2019 ore 12:00
Il passante davanti l'obbiettivo è un classico. Appena posso posto uno scatto che ho conservato perché il passante è diventato il soggetto involontario della foto |
| inviato il 07 Novembre 2019 ore 12:15
Il bello è quando vedono che stai fotografando, ti passano davanti e si fermano pure
Magari poi a chiacchierare, telefonare, col passeggino, con la cartina per vedere dove andare totalmente incuranti, ecc.
L'educazione ormai è andata a farsi "benedire" 
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user177356 | inviato il 07 Novembre 2019 ore 12:24
A me capita il contrario: magari sono appostato in attesa che una figura umana completi la composizione, arriva qualcuno, si accorge di me e scappa subito per non intralciarmi |
| inviato il 07 Novembre 2019 ore 12:34
I fotoamatori ' solitari' , quando si incrociano da lontano, si misurano rapidamente con uno sguardo obliquo o, meglio, fingono di non essersi visti.
C' è una sorta di scontrosa gelosia della propria solitudine: è una cosa evidente e del tutto comprensibile.
Per fare anche gli scatti più banali bisogna starsene da soli. La compresenza equivale a un' ingerenza reciproca, pur se involontaria e incolpevole. |
| inviato il 07 Novembre 2019 ore 13:04
Provate a chiedere ad una donna se riesce a fare foto da sola. Ci sarà sempre il fotoamatore o il sedicente appassionato pronto a tenerle compagnia. |
user177356 | inviato il 07 Novembre 2019 ore 13:17
Dipende dall'avvenuta della donna, immagino. |
| inviato il 07 Novembre 2019 ore 13:19
Quest' estate al mare in vacanza con la famiglia mi ero preso un'alba tutta per me lontano dal frastuono delle spiagge affollate; solo io e il mare sulla scogliera ad attendere il sorgere del sole. Proprio sul più bello mi arriva un fotografo che mi attacca bottone e comincia a disquisire sulle varie inquadrature ecc.;io sinceramente in quel caso avrei preferito starmene da solo.
In altri casi pero' mi piace anche uscire con. qualche amico quindi dipende dal momento
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| inviato il 07 Novembre 2019 ore 13:38
Beh fotografare in compagnia logicamente, sempre connessi, perchè le fotografie nascono prima nella testa con lo studio e un progetto dove il risultato finale è configurato in funzione alla post produzione, che è un tutt'uno senza nessun tipo di distinzione e deve essere tutto chiaro,poichè la fotografia sara' mostrata e condivisa da li a poco.
Rimandare pensando di rimanere soli, potrebbe essere dei uno dei soliti assolutismi, dei fotografi che sono rimasti indietro perchè,non sono stati capaci di imparare ad adattarsi e capire le nuove tendenze,invece di conoscere la storia della fotografia. |
| inviato il 07 Novembre 2019 ore 13:40
“ poichè la fotografia sara' mostrata e condivisa da li a poco. „
E questo dove starebbe scritto scusa?
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| inviato il 07 Novembre 2019 ore 13:44
Ho letto tutti i commenti e non ne ho trovato uno fatto da una fotografa. Sarabbe interessante e utile, sentire anche il parere di qualche donna. Per quello che mi riguarda posso dire che quando leggo o fotografo ("fotografo" per dire che ho una fotocamera e faccio qualche scatto), mia moglie dice che divento la persona piú insopportabile che conosce, per non usare un altro aggettivo meno elegante. Lo dice perche quando leggo o fotografo perdo il contatto con il resto del mondo, sono talmente preso da quello che faccio che tutto il resto, semplicemente, scompare, non esiste piú. Mi succede spesso di leggere e, improvvisamente, mi accorgo che sono passate quattro, cinque ore dall'ultima volta che ho scambiato due parole con che mi sta vicino. Lo stesso mi capita con la fotocamera, inizio a scattare e, improvvisamente, é sera inoltrata, ho saltato la cena, e, giustamente, mi prendo una lavata di testa da mia moglie. |
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