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policarbonato vs metallo


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avatarsupporter
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 13:46

Leggo spesso commenti del tipo "ottica plasticosa", corpo macchina con troppa plastica e così via.
Sono andato a cercarmi le proprietà di resistenza del policarbonato. I dati sono specifici per un ingegnere dei materiali, ma qualcosa ho capito.
Certi estrusi o sagomati hanno proprietà fantastiche che i metalli, magnesio e acciaio, si sognano. Oltre alla possibilità di aggiungere fibre di carbonio per diminuire ancora i pesi e aumentare la resistenza fino a valori impensabili.
Non ho mai letto "mi si è rotto in mano" l'obiettivo. Quindi non capisco questa diffidenza se non tattile o estetica.
Come dire, le Formula 1 di una volta tutte in acciaio e alluminio, sono meglio di quelle di ora.
Certo che un Leitz è più bello a tenersi in mano o a vedersi, anche una Ferrari degli anni '60,
ma se con un "plasticoso" si dimezzano i pesi e i costi e si aumentano le performance di tenuta..
Che ne pensate ??

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 14:04

Ci sono due punti da considerare all'atto pratico:
1. dissipazione
2. stress anomali

1. per quanto possano "caricare" questi composti con polveri metalliche, si tratta di materiali che dissipano meno bene il calore dei metalli "pieni"; ovviamente la dissipazione si ottiene anche accrescendo i volumi e qui quello che si perde da un lato lo si perde dall'altro;
2. queste fibre sono eccellenti, facilmente ben superiori come prestazioni, finchè lavorano nelle condizioni di progetto e non vengono intaccate; spesso sono più suscettibili di danni che alterano quelle condizioni; se ciò non accade sono superiori a chassis in metallo, non c'è bisogno di chiarirlo.

avatarjunior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 14:12

Ricordo quando, molti anni fa, un mio carissimo amico ora scomparso, dell'ufficio progettazione della Pininfarina, se ne tornò a casa letteralmente infuriato perché la Direzione lo aveva "costretto" a realizzare la calandra anteriore di una fuoriserie in ABS e non in metallo cromato come si era fatto fino ad allora.
Da allora credo che non esistano più calandre metalliche....
D'altra parte è vero che, tenendo in mano un'ottica vintage sovietica, la sensazione di solidità e di accuratezza costruttiva sono evidenti (salvo poi imprecare per il grasso solidificato della ghiera di messa a fuoco Sorriso)
Come sempre, la verità sta nel mezzo. Il mio Olympus MFT 17 mm è leggerissimo, preciso e compatto, pur avendo molta "plastica".
I cavalletti (pardon, treppiedi) più ambiti sono quelli in fibra di carbonio, come pure le ali dell'Eurofighter....

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 14:27

+1
E' un fatto culturale.

Nel campo della fotografia, soprattutto amatoriale, gioca però anche l'aspetto feticistico che spesso fa amare di più ciò che è pesantemente tangibile, magari la reazione al tatto, etc. E' pur vero che una macchina pesante, purchè la si tolleri, porta a maggiore stabilità e può condurre e foto più ferme. Leica, per citare un marchio a caso, fa di questi aspetti il suo cavallo di battaglia.

Per continuare il parallelo con le automobili, potrebbe dare più emozione una vecchia auto d'epoca di ferraccia che una moderna in fibra. E con la fotografia è lo stesso.

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 15:19

@buenavita ti è mai capitato di vedere un obiettivo nikon Ai-s e uno dell'ultima produzione in plastica, quando ancora montavano i diaframmi? Prova e datti una risposta.

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 16:34

un conto è una filettatura un altro il corpo macchina, ci sono dei policarbonati come il lexan che sono estremamente performanti ed elastici,

sfs.sabic.eu/it/industries/sicurezza-e-protezione/caschi-e-scudi-antis

cioè hanno la capacità di tornare alla forma originale dopo urti anche di notevole entità, certo è che i materiali teconologici inquanto poco conosciuti, fanno storcere il naso a molti ma, nel bene o nel male questo è il futuro ... nell'altro post scrivevo delle tecnologie applicate nel settore auto per fare le scritte simil cromate e i loghi, andate a curiosare nel sito della color-dec che produce i macchinari per farli, rimarrete stupiti di cosa possa fare la tecnologia in sostituzione del metallo

www.color-dec.com/ecodomes/

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 16:35

minchia Maurese ...

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 16:47

Che ci sono polimeri e tecnopolimeri.

La gente comune pensa che plastica= schifo includendo TUTTI i tecnopolimeri e anche le fibre sintetiche.
Poi però li dai in mano un pezzo di Kevlar che ferma un 9 mm FMJ, mentre un pezzo di alluminio dello stesso spessore viene trapassato, e si ricredono.

Nei corpi macchina e obbiettivi io non faccio distinzioni fra metallo e plastica. Finché non sento scricchioli o rivestimenti scadenti, mi va tutto bene.

Tanto se un'obbiettivo che sia di plastica o metallo cade su una superficie dura, il danno è già fatto, ergo che cambia? niente.
Tanto i polimeri di oggi almeno che non li immergi nella benzina, non li butti in forno a 150 °C o li butti sopra dell'acido fosforico non succede niente se TRATTI bene i prodotti.

ma ho seri dubbi che uno con una macchina in plastica si diverta a buttarla dentro una pozza di benzina MrGreen

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 16:54

Quoto Rhoken.
Alcuni tecnopolimeri, una volta stampati, sembrano metallo (freddi al tatto, in caduta "cantano" come il metallo).

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 16:58

io nel dubbio non faccio cadere ne quelli in plastica ne quelli in metallo....giusto perchè alla fine si rompono ugualeMrGreen

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 16:59

Secondo me il discorso è un poco più complesso, del resto vi siete mai chiesti per quale motivo i migliori corpi macchina degli anni '70 e '80 erano realizzati in ottone invece che nel più rigido e quasi indeformabile acciaio?
Oltretutto con l'acciaio, in genere, si realizzava il dorso apribile ... per quale motivo dunque la parte meno esposta era realizzata con il metallo meno soggetto a deformazione?

avatarsupporter
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 18:00

L'acciaio era poco lavorabile, immagino, rispetto l'ottone, negli anni '70, penso, mentre ora con tagli laser e robot che fresano e torniscono sarebbe meglio trattabile. O forse per la questione della dilatazione termica.
Negli anni '80 c'erano già i primi Canon “bianchi” , appunto per diminuire la dilatazione termica. Che con le “plastiche” di oggi è assolutamente inutile, è rimasta la moda.
Per gli obiettivi che si rompono in caso di caduta.. finchè si piega la filettatura è un conto, se si ammacca da spostare la sede di una lente anche di mezzo millimetro, plastica o metallo.. c'è poca differenza. Il costo della riparazione sarebbe esorbitante.
Ma a parte gli urti, sono le sollecitazioni.. le vibrazioni dentro la borsa, gli shock termici in determinate circostanze, passare da 25 gradi a meno 40 non è normale, una volta sola mi è capitato di dover fotografare una cella frigo grande quanto una villetta di tre piani, all'interporto di Pozzolo e ho lasciato fuori le reflex e usato una Pentax 6x6.. che si è appannata di ghiaccio dentro dopo il primo rullo di 120.. ma foto salve. Non mi sono fidato a portate dentro le reflex e ho fatto bene..

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 19:27

Mah.. Qualche anno fa con la societa' di elettronica avevamo fatto il sistema di controllo di una autoclave per la realizzazione di particolari in carbonio. Abbiamo lavorato a fianco di specialisti che indicavano i requisiti di lavorazione da ottenere e gli sbagli da evitare.

Il carbonio, il kevlar, le fibre aramidiche sono materiali che devono essere impregnati con resine che induriscono per catalizzazione o cottura.

Sono materiali piuttosto conosciuti ma poco compresi.

Permettono di ottenere strutture rigidissime e leggere. SPESSO FRAGILI (come tutti i materiali molto duri ed indeformabili). Se ti serve un oggetto leggero e rigido come uno scafo di barca a vela o una vela estrema vanno benissimo. Se ti serve un oggetto duraturo nel tempo.. son molto meno efficaci.

Il primo problema e' che le resine con cui sono impregnati (e che conferiscono rigidita') induriscono per catalizzazione. La catalizzazione non e' facile da arrestare,lentamente continua per tutta la vita del prodotto. Per cui il materiale invecchia piuttosto precocemente. Diventando fragile.
La cottura invece crea altri problemi.. tipicamente e' un problema di temperature. Un raffreddamento riscaldamento troppo rapidi possono indurre nel materiale delle tensioni meccaniche. A volte il pezzo salta e si frattura esattamente come un bicchiere in cristallo se lo riempi di acqua bollente.

Le resine patiscono l'ultravioletto,che ne accelera la catalizzazione..rendendole fragili.

Lasciare il materiale esposto al sole lo invecchia molto velocemente. (e' vero pero' che una fotocamera non sta mai troppo al sole)


Insomma son materiali fantastici, ma hanno i loro limiti.

avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 19:41

Ci sono ?plastiche“ e “plastiche“, verissimo. Ma non ditemi che i vari 50ini o simili sono fatti in nanotubi di carbonio rivestito in kevlar ... scelgono certi materiali per economizzare nella maggior parte dei casi, cercando di mantenerli comunque il più solido e funzionale possibile.
Che fa un'ottica ?delicata“ comunque ci sono mille variabili, in prima linea i sistemi di stabilizzazione e AF.

avatarjunior
inviato il 22 Ottobre 2019 ore 20:23

SorrisoCredo che ad aumentare la "delicatezza" di un ottica contino molto di più i componenti elettrici/elettronici che non i materiali della "struttura" dell'ottica. Sarà deformazione professionale, ma credo che la truttura, se trattata bene, anche di plastica sia più adeguata ad un uso normale, mentre mi preoccupano molto di più motorini, chip ecc che non sono controllabili e, anche con tutte le cure del caso, possono suicidarsi senza preavviso. Per questo adoro tutto quello che è puramente meccanico Sorriso

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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