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Maratona in Cornovaglia


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Maratona in Cornovaglia, testo e foto by Utente Non Registrato. Pubblicato il 08 Settembre 2011; 2 risposte, 6349 visite.


La nascita delle compagnie low cost non ha soltanto ampliato la possibilità di viaggiare, ma ne ha caratterizzato anche la modalità, favorendo l'organizzazione di percorsi "self made" prima impensabili.
Uno dei viaggi che nella vita ho sempre desiderato fare è il tour della Cornovaglia visitando i luoghi meno frequentati e meno scontati, senza prescindere da quelli impedibili.
Così, grazie ai prezzi Ryanair ed all'immancabile disponibilità mitico Tiberio, zio di mia moglie residente nei pressi di Londra, la mia "dolce metà", mia figlia di 6 anni ed io decidiamo di partire per un viaggio in auto di 5 giorni in Cornovaglia per visitare? mah? Lo decideremo appena arrivati.




I giorno
Partiamo da Pisa e dopo un volo di circa due ore, verso le 12.00, atterriamo a Bournemouth. Ci accoglie una noiosa, fitta pioggerella, accompagnata da forti raffiche di vento. Questo non abbassa il nostro morale perché, comunque ansiosi di compiere il nostro viaggio, incontriamo subito Tiberio che ci accoglie con grande calore (come sempre del resto) e grazie BMW serie 1 di colore rosso fiammante che, proprio grazie a questa caratteristica, scorgiamo immediatamente in mezzo a centinaia di auto, partiamo per l'avventura in direzione St. Austell, con l'idea di fermarsi a visitare qualunque cosa possa attrarre la nostra attenzione.
Verso le 13.00 siamo assaliti dalla fame e decidiamo di fare sosta a Wintrebourne Abbas per pranzare "carvrey" in un tipico Pub inglese in compagnia di una squisita birra prodotta localmente... dall'altro lato della strada. "Carvery" significa semplicemente "paghi una quota fissa e mangi quello che vuoi". Non male per un pranzetto veloce!
Proseguendo verso Exeter, notiamo sulla via un'indicazione con su scritto "Powdarham Castle". Come resistere? Deviamo su una strada sterrata verso il castello che giudichiamo, già da lontano, come qualcosa di veramente imponente. All'arrivo un gentile custode ci fa capire che purtroppo le visite sono ormai chiuse per cui, senza indugi e senza darci pena per l'accaduto, proseguiamo alla volta di Exeter per una veloce visita al centro ed, in particolare, alla sua cattedrale gotica. Sfidiamo quindi la pioggia che ormai ha deciso di tenerci compagnia (speriamo solo per il primo giorno) grazie ad un ombrello ed un paio di cappelli acquistati per l'occasione. Dopo un frugale spuntino, ripartiamo per St. Austell, dove abbiamo prenotato un hotel con pub annesso, in modo da avere sempre un po' di buona birra a portata di camera. Arrivati in hotel posiamo i bagagli e? via verso il centro della città! Appena arrivati siamo colpiti dall'atmosfera sinistra di questo luogo. Sembra di essere in una città fantasma. Le pochissime persone in giro camminano sotto la pioggia a testa bassa e con passo svelto. Insomma il centro di questa città ci delude non poco. Ma che ci importa! Abbiamo altri 4 giorni da vivere in Cornovaglia.
Per consolarci dell'accaduto ceniamo in un locale che stimola la nostra curiosità perché veramente kitsch. E' uno pseudo ristorante italiano con palloncini colorati in ogni dove, bandire bianco ? rosso e verde appese a tutti gli angoli e camerieri in tenuta da pizzaioli napoletani. Uno spasso! Ordiniamo qualcosa di "italiano" ed iniziamo a far programmi per il prossimo giorno quando? esplode ad un volume assurdo la canzone "tanti auguri a te", cosa che ci fa fare delle grasse risate a doveroso coronamento del primo giorno di viaggio.




II giorno
Suona la sveglia e ci alziamo con grande entusiasmo, pronti per visitare nuovi luoghi. Dopo una colazione continentale partiamo alla volta di Newquay, una stupenda cittadina di mare che sembra essere nata per gli amanti del surf.
Qui notiamo infatti molti negozi a tema e molte persone dedite a praticare gli sport più disparati. Camminando per raggiungere un promontorio, dal quale ammirare la baia, siamo colpiti da un gruppo di sportivi armati di muta, casco e giubbotto salvagente che si gettano in mare da uno scoglio. Mai visto gente così attrezzata per praticare uno "sport" apparentemente tanto banale e spontaneo, segno evidente che agli abitanti della Cornovaglia piace prendere le cose sul serio.
Finito il tour del paese e scattate le foto di rito ripartiamo per St. Ives, forse il paese più famoso e caratteristico della Cornovaglia, con una breve sosta a Crantok, un paesino che ha ai suoi piedi una spiaggia profondissima a causa del variare delle maree.
Verso le 13.00 arriviamo a St. Ives avendo subito conferma di quanto questo posto sia apprezzato dai britannici. Impieghiamo infatti più di mezz'ora per trovare un posto dove lasciare l'auto, andando infine a parcheggiare, a caro prezzo, sul promontorio sopra il paese. Il panorama promette qualcosa di veramente caratteristico. Scendiamo nel centro del paese per una passeggiata lungo il porto ammirando le tante barche arenate al suo interno, aspettando ansiosamente di vederlo riempirsi di acqua e riprendere il suo aspetto più "naturale". E' veramente incredibile notare come per tutti l'arrivo della marea sia un evento impedibile. Notiamo alcuni ragazzi scavare una buca e costruirsi una barricata di sabbia per "ripararsi" dall'acqua che sicuramente avrebbe presto sommerso le loro gambe.




Aspettando l'evento pranziamo in un tipico ristorante del porto assaggiando uno dei piatti tipici chiamato "St.Ives seafood spaghetti" fatti con gamberi, muscoli e ceddar, oltre ad erbe aromatiche di vario genere. Sono le 16.30 ed il mare inizia il suo cammino dentro il porto. Dopo mezz'ora "il cerchio si chiude" e le barche riprendono il loro naturale e dignitoso galleggiamento. Per noi la giornata turistica non è ancora finita. Ci siamo infatti imposti di sfruttare fino all'ultimo istante le ore di luce per non perdersi niente di ciò che la Cornovaglia può offrire.
Così ripartiamo verso "Land's End", luogo il cui nome fa interedere qualcosa di estremo. Questo infatti è il punto più ad ovest di tutta la Gran Bretagna che, secondo noi, rappresenta a pieno la Cornovaglia per quanto è comunemente conosciuta.
Ci troviamo infatti in un promontorio a strapiombo sul mare, nel quale troviamo le caratteristiche costruzioni bianche con tetti di paglia e prati di un verde inteso che circondano tutto Land's End. La tipicità del paesaggio è esaltata da una nebbia fine e fittissima che lascia intravedere in lontananza case di allevatori ed agricoltori. Il panorama è talmente suggestivo che, se non fosse per il nostro entusiasmo sempre alle stelle, saremmo sicuramente assaliti dalla paura visto che il paesaggio ricorda moltissimo film quali "The Ring" ed altri horror aventi la stessa ambientazione...










Finito il tour ripartiamo alla volta dell'hotel per una veloce doccia ed una cena nel pub a base di club sadwitches ed un paio di pinte a testa di deliziosa birra rossa prodotta proprio a St. Austell. Tra una chiacchiera ed un'altra arriva presto l'ora di andare a dormire, cosa che facciamo più che volentieri vista la stanchezza accumulata in una giornata veramente intensa.

III Giorno
Siamo al terzo giorno in Cornovaglia ed abbiamo deciso di visitare quello che dovrebbe essere uno dei luoghi più belli e suggestivi: St. Micheal's Mounth che per caratteristiche morfologiche ricorda Mont Saint. Michel della Normandia francese.
L'assonanza dei nomi non è casuale ma legata ad una leggendaria apparizione dell'Arcangelo Michele nel 492 d.C. ed al quale alcuni Benedettini, provenienti proprio da Mont Saint Michel, vollero dedicare un'abbazia in loco. Questa (della quale rimangono solo il refettorio e la chiesa) fu poi sostituita nel corso del XVI secolo dall'attuale fortezza.
Partiamo alla buonora dopo la solita abbondante colazione continentale a base di uova, bacon ed altre dolci leccornie, arrivando a destinazione verso le 11.00. Quello che vediamo è una suggestiva isoletta, a poche centinaia di metri dalla spiaggia, al cui apice troviamo un imponente castello sovrastante un piccolo villaggio di case bianche con i soliti, immancabili tetti di paglia. Dal porticciolo molte barche fanno la spola traghettando le persone sull'isola. Siamo tentati di salire su una di queste, quando un gentile britannico ci informa che circa alle 12.00 la marea avrebbe fatto ritirare il mare, consentendoci di raggiungere St. Michael a piedi!
Aspettiamo sul porticciolo in trepidante attesa che la magia si compia.
Poco dopo vediamo emergere una strada di mattoni che ricorda quella percorsa da Dorothy ne "Il Mago di Oz". Effettivamente sembra di essere i protagonisti di una favola, una di quelle che abbiamo sentito raccontare miriade di volte da piccoli.
Percorsa la strada arriviamo al piccolo paesino che giriamo in lungo ed in largo fino a trovare un angolo dove rilassarsi al sole che fortunatamente stava illuminando la nostra giornata, come se volesse favorire la nostra visita regalandoci un St. Michael nella sua versione migliore. Mentre cerchiamo di catturare ogni raggio di sole a nostra disposizione, inevitabilmente lo sguardo si posa sul castello che però decidiamo di non visitare dato che ciò significherebbe rinunciare a scoprire altri nuovi luoghi. Dopo aver dato alle esigenze ludiche di Aurora, nostra figlia, il giusto spazio grazie a un piccolo parco giochi sulla spiaggia, salutiamo St. Michael per dirigersi verso Lizard Point, il luogo più a sud di tutta la Gran Bretagna.
Appena arrivati facciamo una merenda a base di sandwiches, una fetta di una "maxitorta" alta una decina di centimetri ed un bel caffé bollente per "buttare giù" il tutto.
Dal promontorio nel quale ci troviamo, scendiamo fino al mare gustandoci il paesaggio composto da altissimi fiordi che lasciano immaginare un altopiano grandissimo ricoperto di fitta erba tipicamente britannica. Ripartiamo verso l'hotel dove ci aspetta una cena tipicamente inglese accompagnata dalla solita, immancabile birra gentilmente servita dal gestore che ad ogni "Hi Sir!" ne riempie una pinta. Vi garantisco che a fine serata non si contano i suoi saluti!




IV giorno
Siamo, purtroppo, all'ultimo tour in Cornovaglia in una giornata che non promette niente di buono vista la fitta e fastidiosa pioggia che scende copiosa a ricordarci il clima tipico di questa zona. Carichiamo i (pochi) bagagli in auto e partiamo alla vota di Bournemouth dove dormiremo per poi riprendere l'aereo la mattina seguente e rientrare in Italia. Nel tragitto da percorrere le mete previste sono Playmouth ed Torquay. Dopo qualche ora di viaggio il clima muta in un bel sole, un regalo inaspettato offertoci da questi incantevoli luoghi a coronamento del nostro ultimo giorno di permanenza. Arriviamo in tarda mattinata a Plymouth, una città sul mare di circa 200.000 abitanti al confine tra il Devon e la Cornovaglia.
La città è famosa per essere stato, nel passato, un rifugio di temibili pirati. Oggi è uno dei più importanti porti navali dell'Europa Occidentale.
Purtroppo rimaniamo piuttosto delusi da questa cittadina. Il porto non è come ce lo aspettavamo. Ci appare infatti come uno dei tanti che si trovano in moltissime città europee, senza niente di particolare che lo caratterizzi, tranne qualche insegna vagamente, ed artificiosamente, piratesca. Pazienza, pranziamo a base di pesce locale in un ristorante del porto che giudichiamo piuttosto "tipico" e, dopo un breve tour nei pressi dello stesso, partiamo alla vota di Torquay.
Appena lasciata l'insenatura la nostra opinione su Playmouth muta radicalmente. Ci ritroviamo nella parte alta della stessa, caratterizzata da una grande terrazza naturale formata da uno splendido prato sul quale spicca il classico faro a strisce bianco e rosso. Impossibile non fotografarlo!
Qui decidiamo di fare una breve sosta per assaporare il bellissimo panorama illuminato dal sole. Passano pochi minuti e ripartiamo verso Torquay, quella che dovrebbe essere la città turistico balneare per eccellenza del sud della Gran Bretagna, tanto da meritarsi l'appellativo di "English Riviera". Appena arrivati siamo colpiti dalla cura con la quale è tenuto il centro cittadino, anche se l'aspetto ad essere sinceri è molto "retrò". La zona sul mare è caratterizzata da curatissimi parchi e da eleganti locali che mostrano i fasti del "tempo che fu"...
Il porto è sovrastato da bellissime ville vittoriane, di un candido bianco, che riflettono il limpido sole, ormai compagno della nostra ultima giornata britannica. Acquistiamo alcuni souvenir, per i quali merita di spendere alcune parole. Contrariamente a quanto avviene in Italia, ed in altri paesi da noi visitati, gli aspetti meramente "turistici" dei luoghi da noi visitati, souvenir compresi, non sono mai di basso profilo.nCiò che viene venduto come "ricordo" del luogo è sempre ben realizzato e mai kitsch come le famose statuette della torre di Pisa che cambiano colore con il variare del clima e i fermacarte a forma di Tour Eiffel. Ogni oggetto venduto è a suo modo particolare ed unico. Si trovano da bellissime foto scattate da maestri fotografi, ad oggetti di legno intagliato. Da quadri di pittori locali a prodotti alimentari tipici, realmente prodotti in loco. Tutto comunque proposto con la massima discrezione e, soprattutto, con grande dignità. Il giro in Torquay, purtroppo, non dura molto perché il viaggio verso Bounemouth è ancora piuttosto lungo, considerato che la viabilità è caratterizzata da stradine di campagna dove a malapena si scambiano due auto. Ripartiamo salutando calorosamente la Cornovaglia, augurandoci di tornare presto a farle visita.

Conclusioni
Abbiamo percorso circa 1.200 km in quattro giorni, molti dei quali per strade statali poco frequentate. Ci siamo goduti il sole e litigato con la fastidiosa pioggerella inglese. Abbiamo assaggiato birre artigianali prodotte in diversi luoghi, goduto del tipico cibo inglese ed assaportato la Cornovaglia in ogni aspetto. In questi giorni abbiamo notato come l'ospitalità e la cordialità degli abitanti di questi luoghi fosse veramente qualcosa di particolare e genuino, pur nel rispetto dell'etichetta tipicamente britannica. Insomma, l'opinione sul nostro viaggio è totalmente positiva, come per gli altri fatti nel Kent, a Cambridge ed in altri luoghi della Gran Bretagna. Non me ne vogliano gli amanti di Londra, me se volete assaporare il vero life-style inglese, fuggite dalla capitale!

Attrezzatura utilizzata
Canon EOS 5D ? Canon 24-70 f/2.8 ? Canon 135mm f/2 ? Flash Canon 430 EX ? A volte, Filtri ND Cokin. Gli scatti sono stati realizzati tutti a mano libera e non hanno subito processi di post produzione, tranne l'eventuale aggiustamento di livelli e curve. E' stato scelto di non alterare il formato delle foto lasciando quello nativo della fotocamera, ovvero 2:3.

Ringraziamenti
Un caloroso e doveroso plauso va: a mia moglie Isabella per gli appunti presi durante il tour, a mia figlia Aurora per la pazienza dimostrata nei miei confronti durante gli scatti ed a Tiberio per averci fatto da guida automunita. Infine un sentito "grazie" a tutti e tre per essere stati i miei allegri, spensierati ed affettuosi compagni di questo breve ma intenso viaggio in Cornovaglia, senza i quali questo report non sarebbe mai stato scritto.


Francesco Bigazzi scrive di sè: "Sono una persona di 37 anni amante del viaggio e della fotografia. Scrivo "viaggio" ad intendere non la mera visita turistico-storica di un luogo ma indicando tutto ciò che vi ruota attorno. La preparazione del bagaglio, il controllo dell'attrezzatura fotografica prima della partenza ed il decollo di un aereo, sono già fonte di grandi emozioni.
Quando visito luoghi dove sono mai stato ciò che mi colpisce è come vivono le persone. Sono profondamente affascinato dalle diverse abitudine di vita degli essere umani. Capire come lavorano, come passano il weekend, cosa mangiano ogni giorno nelle proprie case, mi coinvolge più di quello che posso trovare nei musei. Purtroppo faccio tutt'altro lavoro, complice gli studi fatti (ho una Laurea in Economia e Commercio ed una in Scienze dell'Amministrazione), ma se potessi esprimere un desiderio, vorrei guadagnarmi da vivere scrivendo report di viaggi corredati da foto da me scattate durante itinerari percorsi assime alla mia famiglia. Sono infatti convinto che questo potrebbe dare un valore aggiunto al lavoro, visto mia moglie e mia figlia potrebbero cogliere aspetti del viaggio a me passati inosservati o da me sottovalutati. Insomma poter "vagare" per il mondo con la mia famiglia è uno dei miei più grandi desideri, ma infondo? di chi non lo sarebbe?"
Potete contattarlo alla mail francesco.bigazzi@gmail.com e vedere la galleria completa alla pagina www.flickr.com/photos/francesco_bigazzi/sets/72157624345886860/ .




Risposte e commenti


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avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2017 ore 18:31

che belle immagini...................
I paesaggi mi ricordano tanto la Scozia!!!!!!!!!!!!
Adoro la Cornovaglia anche se non ci sono mai stata,i libri di Rosamunde Pilcher la descrivono perfettamente.
Un saluto dalla Liguria

ps)E gia'....chi non vorrebbe vagare per il mondo???
Tu sei il primo...io sono la seconda!!!

avatarjunior
inviato il 06 Maggio 2017 ore 18:32

MrGreenMrGreenMrGreenMrGreen





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