user90373 | inviato il 07 Settembre 2019 ore 22:29
Come si costruisce il "commento costruttivo"? E' possibile congegniarlo senza impegnare troppe risorse? C'è chi può? Chi non può che farà? Topic a tempo. |
| inviato il 04 Dicembre 2019 ore 23:14
Il commento costruttivo é quello che rende partecipi delle proprie qualità e dei propri limiti, criticando a volte ma sempre con l'intento di migliorare. Il commento costruttivo non richiede risorse ma solo voglia di commentare e di socializzare. |
user90373 | inviato il 05 Dicembre 2019 ore 10:38
“ @ Andrea Aquili
Il commento costruttivo é quello che rende partecipi delle proprie qualità e dei propri limiti, criticando a volte ma sempre con l'intento di migliorare . Il commento costruttivo non richiede risorse ma solo voglia di commentare e di socializzare. „
Vada avanti lei, che a me (mi) vien da ridere.
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user90373 | inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:37
“ @ Leo45
Ettore ma ti annoi proprio cosi tanto su Juza? „
Al contrario, visto da un certo lato è anche divertente. |
user177356 | inviato il 05 Dicembre 2019 ore 13:58
Per me la critica costruttiva non può che nascere da un dialogo tra critico e autore.
Il punto di partenza è la descrizione oggettiva dell'opera, essenziale ma quasi sempre trascurata perché ritenuta banale e inutile. Anche la sola definizione del soggetto è fonte di critica e confronto. Ad esempio, questa foto:
può essere descritta come "uno squarcio nel muro di una casa di una città in rovina attraverso il quale si vede un gruppo di bambini che giocano" oppure "un gruppo di bambini gioca tra le rovine di una città, inquadrati attraverso uno squarcio in un muro", secondo il soggetto al quale chi "legge" la foto attribuisce la priorità. Questo consente all'autore di valutare se il suo intento è chiaro (il soggetto sono le rovine o i bambini?) e di interloquire con il critico in modo, appunto, costruttivo.
Qualcuno, nella foto di cui sopra, potrebbe ritenere che il soggetto sia il bambino con le stampelle, ad esempio, e che tutto il resto svolga la funzione di contesto.
Insomma, per me il commento costruttivo deve consentire al fotografo di capire se il suo intento è stato raggiunto e, in caso contrario, cosa manchi o quali siano gli errori. Se però uno l'intento non ce l'ha chiaro, nessuna critica gli consentirà di migliorarsi. |
user90373 | inviato il 05 Dicembre 2019 ore 14:28
“ @ TheRealB
Per me la critica costruttiva non può che nascere da un dialogo tra critico e autore. „
Questo è il punto! Prima cercar di capire l'intento dell'autore, poi chiarire il perchè delle scelte operate, ed infine avanzare suggerimenti il più possibile oggettivi atti al "miglioramento costruttivo", senza pontificare ad ogni piè sospinto. |
user177356 | inviato il 05 Dicembre 2019 ore 15:01
“ Prima cercar di capire l'intento dell'autore „
A questo scopo, però, si possono seguire solo due strade alternative:
1. l'autore illustra preventivamente l'intento ed eventualmente le scelte che ha adottato per perseguirlo, in modo che il critico possa valutare quanto la propria lettura sia coerente con l'intento dell'autore, oppure
2. il critico illustra la propria lettura dell'opera e dell'intento apparente, in modo che l'autore possa valutare quanto il proprio intento trovi conferma nella lettura del critico.
A mio avviso, la seconda strada è preferibile, anche perché "obbliga" il critico a leggere con attenzione l'opera, prima ancora di formulare un giudizio.
Poi su un forum si possono adottare approcci meno rigidi. Ad esempio, sempre con riferimento alla foto che ho postato sopra, potrei dire al sig. HCB: "Io vedo il ragazzo con le stampelle come il fulcro dell'immagine, sia perché è il più vicino al PDR, sia per la posizione nell'inquadratura, sia perché il gruppo dei bambini è disposto secondo uno schema approssimativamente triangolare, il cui vertice sinistro è appunto occupato dal bambino in questione." Il sig. HCB potrebbe rispondermi confermando o smentendo questa mia lettura, etc. |
user90373 | inviato il 05 Dicembre 2019 ore 17:41
“ @ TheRealB
A questo scopo, però, si possono seguire solo due strade alternative:
1. l'autore illustra preventivamente l'intento ed eventualmente le scelte che ha adottato per perseguirlo, in modo che il critico possa valutare quanto la propria lettura sia coerente con l'intento dell'autore, oppure
2. il critico illustra la propria lettura dell'opera e dell'intento apparente, in modo che l'autore possa valutare quanto il proprio intento trovi conferma nella lettura del critico. „
Potrebbe prospettarsi un terzo scenario a complicare il tutto. Ci son casi nei quali non è possibile esprimere un giudizio su di un singolo scatto prescindendo dal contesto nel quale è inserito e, a questo punto, vengono richieste al commentatore non comuni capacità interpretative che, sicuramente, non possiedo. |
| inviato il 05 Dicembre 2019 ore 18:50
“ Topic a tempo. „
sono curioso di saper cosa vuol dire...
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user90373 | inviato il 05 Dicembre 2019 ore 18:58
“ @ Mirko Fambrini
sono curioso di saper cosa vuol dire... „
Al tempo dell'apertura credevo venisse chiuso per l'insorgere di "flames" ma, visto l'andazzo, credo proprio di aver sopravvalutato il tema, o lo scolaro. |
| inviato il 05 Dicembre 2019 ore 20:23
quoto real b. credo sia sempre utile se non necessario che chi critica descriva la foto in primis: e già questo dice molto all'autore. Se nelle intenzioni dell'autore è blu ma gli altri ci vedono "verde, qualcosa è andato storto.
Si evitano fraintendimenti sulle eventuali critiche successive, perché sono meglio contestualizzate.
ricordiamoci che una foto dovrebbe essere apprezzata non solo da fotografi, ma da chiunque. quindi benvengano osservazioni naif, critiche da chi ha i mezzi, e qualunque osservazione. |
| inviato il 05 Dicembre 2019 ore 23:40
“ 2. il critico illustra la propria lettura dell'opera e dell'intento apparente, in modo che l'autore possa valutare quanto il proprio intento trovi conferma nella lettura del critico. „ Questa è senz'altro la strada maestra. “ Ci son casi nei quali non è possibile esprimere un giudizio su di un singolo scatto prescindendo dal contesto nel quale è inserito „ Allora ammettiamo di non sapere nulla della foto di Bresson scattata a Siviglia durante la guerra civile spagnola ma qualcosa possiamo pur dire egualmente. D'altra parte proprio Bresson scriveva "Le immagini non hanno bisogno di parole, di un testo che le spieghi - ha detto - sono mute, perché devono parlare al cuore e agli occhi".
Questa foto parla al nostro cuore ed ai nostri occhi? Eccome se parla! Vediamo un muro sbrecciato ed un bambino con le stampelle, dunque una qualche forma di violenza in quel posto c'è stata ma nonostante tutto i bambini giocano e cercano di divertirsi, ovunque i bambini tra guerre, fame e miseria. Questa foto ci parla dunque di una speranza che vuole tenacemente vivere.
Poi son d'accordo che l'autore, in questo forum vivo e vegeto, potrebbe/dovrebbe interagire per una comune crescita culturale e non solo fotografica. Se questo non capita dipende da noi, autori e fruitori, e sempre da noi dipende se il forum diventa un social del solo like, non certo dall'architettura del sito. Tuttavia con un minimo di humanitas non possiamo pretendere che tutti abbiano tempo e voglia di articolare un simile tipo di 'faticosa' relazione. |
user177356 | inviato il 05 Dicembre 2019 ore 23:58
Io credo che se una fotografia ha bisogno di una didascalia per essere compresa, oppure di essere inserita in un contesto di altre immagini correlate (un progetto, per capirci), sia una fotografia debole.
Di recente ho visto a Siena una mostra fotografica (nell'ambito di un evento più ampio) dedicata alle violenze sessuali su maschi compiute nell'esercito statunitense. Senza il testo di introduzione e senza le didascalie di ciascuna foto, avrebbe potuto essere interpretato come un progetto dedicato alle malattie psichiche o alla tossicodipendenza, o a qualche altra forma di disagio sociale. Quindi, a mio avviso, si tratta di immagini deboli, perché non parlano da sole.
festival.sienawards.com/it/prisoners-of-war/ |
| inviato il 06 Dicembre 2019 ore 0:14
“ Io credo che se una fotografia ha bisogno di una didascalia per essere compresa ... sia una fotografia debole. „ Sì, tanti la pensano come Bresson però, anche per umiltà, non siamo tutti HCB e senza una con-testualizzazione anche immagini fotogiornalistiche shock come quella famosa del piccolo siriano morto su una spiaggia turca, non assumerebbero il valore simbolico/umano che ha avuto. |
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