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La Turchia rossa


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La Turchia rossa, testo e foto by Francescomirra. Pubblicato il 29 Agosto 2019; 12 risposte, 2218 visite.


Senza troppi giri di parole confesso che questo è stato il viaggio più intenso di tutta la mia vita. Dopo aver vissuto quasi sei mesi in Marocco pensavo che il mio cuore non avrebbe trovato null'altro che potesse soddisfarlo, null'altro che potesse emozionarlo come gli sguardi dei bambini sahariani con cui ho vissuto buona parte di questo periodo. Ecco che però, a ciel sereno, arriva la Turchia e le sue mille sfaccettature, con i suoi popoli e con la sua incredibile ospitalità.
La Turchia non si ferma a Istanbul o a Göreme, ma continua oltre, fino a lambire i confini "psicologicamente" inviolabili di Iran, Iraq e Siria. Sono i luoghi più remoti e meno battuti dalle ondate di turisti che si riversano notoriamente in Cappadocia, a Istanbul e lungo tutta la costa mediterranea della penisola anatolica. Ma (anche) per questo, questa parte della Turchia era quella che mi interessava di più, quella che mi chiamava dal profondo.
Ho viaggiato con la mia ragazza e abbiamo deciso di "perforare" la penisola come fanno i turchi, con il loro ritmo e il loro folclore (che da napoletano fa sempre piacere). Abbiamo quindi deciso di spostarci in (incredibilmente attrezzati) bus, viaggiando anche di notte per economizzare e per ammirare al tramonto o all'alba l'incredibile panorama delle strade turche, come quella che porta a Van, importante città del Kurdistan turco, lambita da due ruscelli che scorrono ai lati racchiusi da dolci colline che divengono dorate col sorgere del sole.
Abbiamo passato venti giorni in Turchia, imparando le parole più basilari del turco e del curdo. L'inglese è parlato essenzialmente nelle grandi città, che sono state la nostra base d'appoggio. Al di fuori di queste raramente si troverà qualcuno che parli un po' d'inglese, ma nonostante questo, non abbiamo mai avuto problemi linguistici.
Il piano era ormai deciso: saremmo arrivati ad Istanbul, per poi proseguire verso Ankara dove avrei ritrovato una cara amica che ci ha ospitati nella periferia della capitale. Avremmo fatto del trekking in Cappadocia. Avremmo visitato l'uggiosa regione di Trebisonda (Trabzon), avremmo raggiunto Van a pochi chilometri dal confine iraniano e meta turistica proprio di molti Iraniani. Avremmo proseguito verso Mardin, città multi etnica e multi religiosa con un'incredibile vista sul Rojava (Siria) e poi (Sanli)Urfa, dove avremmo toccato con mano la cultura araba, soprattutto ad Harran, città in cui Abramo ha vissuto. Unico rimpianto: non essermi fermato a Diyarbakir e a Hasankeyf (viste soltanto in bus), la città storica che finirà a breve sott'acqua per far spazio ad una diga. Il viaggio si sarebbe concluso da dove saremmo partiti: Istanbul, quella che a mio modo di vedere, è la metropoli più bella d'Europa.


Istanbul
Istanbul (dal greco Isten polis) è una città aincredibile. La principale attrazione la si ritrova tra i suoi vicoli, nell'aria con l'odore di simit e delle acque del Bosforo, che dividono le due parti della città e l'Europa dall'Asia. Ad Istanbul si può ritrovare l'essenza dell'intera Turchia: quella che mi piace chiamare "terra di passaggio", ma unica nella sua natura, l'unica "terra di mezzo" che si trasforma in "terra di soggiorno", in cui bisognerebbe restare anni per comprendere le sfaccettature che si celano al proprio interno, i nervi tesi che si respirano in certi quartieri e le dinamiche legate al fenomeno del turismo di massa che, secondo me, ha creato un'immagine della città distorta, o almeno non totalmente veritiera e certamente non completa.
Istanbul non è esemplificabile unicamente nella Basilica di Santa Sofia o nella Moschea Blu (che era in ristrutturazione). Per capire i suoi paradossi, e quindi necessariamente le sue verità, bisogna allontanarsi dalla super affollata piazza Taksim e recarsi dall'altra parte della città, ed in particolar modo nei quartieri di Fatih, Fener e nella pittoresca e colorata Balat. E' in questi quartieri che abita la parte più "autentica" della popolazione, quella anche più conservatrice perché composta da profughi siriani o da turchi provenienti dalle regioni più interne.
Istanbul va goduta al mattino, senza il mare di turismo che asfissia le viuzze.
Istanbul va vissuta con lo street food, va vissuta comunicando con la popolazione locale ed io, che ho vari amici che vivono lì, ero decisamente avvantaggiato.
Non abbiate paura di camminare in strade dall'aspetto dismesso. E' proprio l'aspetto di città decadente che me ne ha fatto innamorare.
Dopo averle visitate, allontanatevi dalle (bellissime) attrazioni turistiche, come ad esempio la Torre di Galata (costruita dai Genovesi nel 1348), la Cisterna Basilica (Yerebatan Sarnıcı) o ancora i gettonati quartieri di Karaköy e di Eminönü. La sera andata a fare una passeggiata (nella pur sempre affollata) Ortaköy. Non ve ne pentirete!


Cappadocia
Inutile girarci intorno, la Cappadocia è una perla assoluta, un luogo fiabesco che rimanda ad un tempo ancestrale. Il paese più conosciuto della Cappadocia è Göreme, ma stolto è colui che si ferma qui.
Decidemmo di visitare i principali paesini a piedi. C'incamminammo così al mattino presto verso la Valle dell'Amore e quella dei Piccioni, per arrivare finalmente a Uçhisar e il suo magnifico castello ricavato da un possente blocco monolitico di pietra locale dal caratteristico color arancio. Lungo la via del ritorno ci siamo fermati nell'incantevole Paşabağı fino a giungere a Zelve. La sera la luce calda batteva fiera contro le tipiche strutture in pietra (i "camini delle fate") che si ergevano a ridosso della nostra abitazione sita in Çavuşin.
Il giorno dopo sarebbe stato il turno di Göreme e del suo museo en plein air che toglie il fiato. Anche qui consiglio la visita al mattino presto.
L'immagine più iconica di tutta la Cappadocia è sicuramente quella in cui sono presenti le decine di mongolfiere che fluttuano sopra le magnifiche creazioni in pietra. Purtroppo per noi, il tempo era abbastanza cattivo e, tolte un paio di mongolfiere, non ne abbiamo vista alcuna. Un piccolo sogno per la prossima volta!




Nei dintorni di Trebisonda (Trabzon)
La prima impressione è stata sicuramente tremenda: Trebisonda è una città portuale e uggiosa che, in apparenza, ha ben poco da offrire. E' in queste zone (e in particolare a Rize) che si coltiva il famoso "çay" che i Turchi bevono a litri durante tutta la giornata.
Ci sono essenzialmente due attrazioni da visitare qui: la prima è Uzungöl (che in turco significa "lago lungo"), un laghetto in cui si specchia una moschea a due minareti.
Per arrivarci è necessario prendere due pullman. Il primo vi porterà fino a Çaykara, un piccolo villaggio dove abbiamo incontrato persone davvero accoglienti che ci hanno aiutato in tutti i modi, oltre che ad elargirci ampi sorrisi e a farci assaggiare un tipico frutto di cui ancora dobbiamo capire il nome! Il clima qui è davvero piovoso, con le nuvole che arrivano quasi al livello del lago.
La seconda attrazione della zona è sicuramente il Monastero di Sumela, una costruzione messa in piedi dai Greci-Ortodossi nel IV sec. d.C. La vista è mozzafiato, probabilmente una delle più belle di tutto il viaggio, anche se la visita (offertaci gentilmente) non ne vale la pena, soprattutto se non potete vedere niente a causa dei lavori di restaurazione!


Van
Ecco, ora inizia la parte del viaggio che più mi intrigava, quella che toccava il Kurdistan turco. Avevo letto molto circa questa terra magica, fatta di persone che considerano le montagne il loro migliore amico (detto curdo). E per incontrare dei curdi non potevo non venire a Van, a circa 100 km dal confine con l'Iran. Il percorso per arrivarci da nord è semplicemente incantevole, soprattutto all'alba, quando vi imbatterete in una strada che sembra sospesa tra due fiumi cullati da soffici colline dorate.
Van, a dirla tutta, non è tutto questo spettacolo, ma non ero qui per questo. Volevo incontrare i Curdi e scambiare qualche chiacchiera sulla situazione politica e sulle tensioni tra il governo centrale di Ankara e il Kurdistan turco (studio pur sempre Scienze politiche!).
La gentilezza del popolo curdo non tardò ad arrivare.
Il telefono mi lasciò al mattino. Pensai bene di recarmi in un bar a prendere un çay bollente, oramai ne ero drogato per davvero. Il signore che ci serviva non solo mi fece ricaricare il cellulare per contattare l'host di Airbnb, ma ci offrì l'intera colazione (famosissima quella di Van!) ed "ingaggiò" un ragazzo per accompagnarci fino all'abitazione, non lontana per la verità.
A Van ci vai solo per due cose, il castello di circa 3000 anni fa dal quale si ha un'ottima vista della città e per la chiesa armena collocata sull'isola di Akdamar, dove si ha un'ottima vista del Monte Süphan. Preso un ennesimo dolmuş ci rechiamo al porticciolo per l'imbarco. Sul piccolo mezzo abbiamo conosciuto Robin, un ragazzo curdo che ha studiato a Ginevra. E' così che decidiamo di uscire insieme quella stessa notte, che sarebbe anche stata l'ultima in quel di Van.
E' così che dalla terrazza di un bar, sorseggiando un ottimo ayran, finiamo per parlare di Kurdistan. Nel frattempo ci raggiungono altre persone. Uno era il fratello di Robin, soprannominato Vodka, sarcasticamente (e forse con cattivo gusto) chiamato così da noi poiché il viso ricordava incredibilmente quello di un russo. Al tavolo si sono poi aggiunti altri tre membri del gruppo di amici. Due di questi erano tornati il giorno stesso dal servizio militare, obbligati a formarsi contro la loro "motherland", ovvero il Kurdistan. Il terzo membro, il più taciturno del gruppo era un ragazzo della mia stessa età che, per sfuggire al servizio di leva, aveva deciso di imboccare la guerriglia armata tra le file del PKK (il partito dei lavoratori del Kurdistan) e che aveva fatto perdere le proprie tracce per circa quaranta giorni.
Dopo aver litigato per chi dovesse pagare al bar andammo al ristorante dove ci servirono il (la?) Pacha di mucca. Superba! Ovviamente litigarono di nuovo...
Era il momento di dire addio a Robin e ai suoi incredibili amici. Grazie di tutto!


Mardin
Salimmo nuovamente su un bus, molto più scomodo di quelli precedenti e dopo un lungo calvario arrivammo finalmente in quella che, secondo le mie aspettative, doveva essere la perla di tutto il viaggio, Mardin.
In poco più di 5 chilometri di lunghezza per 2 di larghezza vi è, probabilmente, la più alta concentrazione di costruzioni religiose che abbia mai visto.
Vi si trova di tutto: da moschee con alti minareti a chiese cattoliche, armene, assire, greco-romane, sinagoghe fino alle chiese protestanti costruite all'inizio del secolo scorso da missionari statunitensi. Ciò che però lascia davvero stupiti è la vista, magnifica, che lascia intravedere i primi villaggi siriani, che sono sotto l'amministrazione del Rojava (Kurdistan siriano). La Siria era ad uno scoppio di tiro!
Nonostante le premesse vi fossero davvero tutto, l'amore per questa città non è scoppiato, forse mi aspettavo di provare una certa "spiritualità" che invece non ho sentito. Forse ero solo stanco. Ritengo Mardin comunque una città bellissima, tra le prime cinque in tutto il Paese.
Fermatevi a sorseggiare un çay (anche bollente!) su una delle tante terrazze che danno sulla piana, libidine!


(Sanli)Urfa
Eccoci finalmente arrivati in quella che considero forse la perla assoluta di tutto il viaggio. Avevo riposto tutte le mie speranze in Mardin, cercavo la "spiritualità", un po' alla Terzani, ma me ne tornavo con le mani in saccoccia. Ecco però, come ultima spiaggia,la biblica Edessa (Urfa). E' qui dove, molto probabilmente nacque e morì Abramo. Quando il re babilonese Nimrod lo mise sulla pila per dargli fuoco, Dio scatenò una tempesta e il fuoco di trasformò in acqua e la cenere in carpe. Da qui, si narra che chiunque faccia del male a quei pesci diventi cieco per punizione divina.
Ad una manciata di chilometri dal centro di Urfa si trova Harran (nella Bibbia come Carre), il luogo dove visse Abramo per un lungo lasso di tempo della sua vita, caratterizzato per le tipiche costruzioni che ricordano nemmeno troppo vagamente i trulli di Alberobello!
Allontanandosi in direzione opposta, verso nord, sorge l'antichissimo sito di Göbekli Tepe (10.000 a.C.), il primo tempio religioso del mondo, che ha completamente cambiato il modo di comprendere l'archeologia e la storia tutta.
Se siete amanti della cucina piccante, Urfa è la città che fa per voi, oltre che città conosciuta in tutta la Turchia per il kebap da leccarsi i baffi!




Consigli utili:
Spostatevi in bus o in treno (la rete ferroviaria è però poco sviluppata). I bus sono all'avanguardia (i migliori che abbia mai preso: schermi personali, spaziosi, 2+1, wifi, servizio snack e bevande gratuito...). E' così che si spostano davvero i Turchi!
Evitate (non come abbiamo fatto noi!) posti come Harran in estate, con quasi 50 gradi all'ombra, e non esagero!
Al contrario, munitevi di ombrello nella regione di Trebisonda.
Provate ad assaggiare quante più cose possibile, non ve ne pentirete!
Cercate, inoltre, di aprirvi mentalmente verso le popolazioni locali, diverse dalle nostre e diverse tra di loro nella loro molteplicità.
Non vi fate spaventare da ciò che leggete sui media. Ovviamente prestate la massima attenzione, ma non mento se vi dico che mi sono sentito molto più sicuro a confine con Iran / Siria e Iraq che in Francia, nazione in cui studio!

Teşekkürler / Sipas

Ecco il video postato su Youtube del mio viaggio nella Turchia rossa!
https://www.youtube.com/watch?v=aGbPAMWegps



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avatarsenior
inviato il 29 Agosto 2019 ore 7:15

Bellissimo viaggio, complimenti. Da pochi giorni sono ritornato anch'io dopo aver visitato le tre nazioni caucasiche ex sovietiche, e la Turchia dell'est, oltre ad essere stata spesso ad un tiro di schioppo, è stata evocata spesso, specie durante il giro dell'Armenia.
Come certamente saprai, all'inizio del ventesimo secolo si è purtroppo verificato un genocidio sistematico di armeni da parte dei turchi, con deportazione delle poche donne sopravvissute su suolo turco, di fatto oggi tanta parte della popolazione Anatolica è di origine armena, come tante costruzioni che hai fotografato tu.
Pensa che al museo che evoca il dramma a Yerevan (nota il suffisso finale van, come pure nel lago Sevan, il secondo navigabile più in quota al mondo) si riporta una frase di Hitler che pare essersi ispirato proprio al genocidio armeno per giustificare il proprio ai danni degli ebrei Eeeek!!!
Oggi gli armeni all'interno del proprio territorio sono solo 4 milioni, ma ce ne sono certamente tanti anche in Turchia.
Anche per me l'Anatolia fu uno dei primi viaggi, nell'ormai lontano 1982, ma mi fermai ai monti Tauri e vorrei tornare prima o poi per vedere l'estremo est.

avatarsupporter
inviato il 29 Agosto 2019 ore 9:03

Bellissimo viaggio, complimenti Francesco.
Ciao! Sergio;-):-P

avatarsenior
inviato il 29 Agosto 2019 ore 10:25

Ciao Marmor, grazie mille per l'interessantissimo passaggio. Volevo parlare della situazione armena in occasione di Van, poiché alle spalle del castello si ergeva l'antica cittadella armenarasa al suolo dai turchi durante la prima guerra mondiale. Ovviamenye in Turchia negano tutto, ma quello che è successo è aberrante. La mia sola speranza, senza finire in toni troppo politici, è che non succeda (almeno non continui a succedere) lo stesso col popolo turco, soprattutto nel Rojava!

avatarsenior
inviato il 29 Agosto 2019 ore 10:26

Grazie mille Sergio, gentilissimo come sempre :)

avatarjunior
inviato il 09 Settembre 2019 ore 19:31

Un bell'articolo! Dettagliato e coinvolgente. Curiosità, non per farti i conti in tasca eh, viaggio in aereo a parte quanto è costato all'incirca un viaggio così?

avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2019 ore 22:14

Ciao Fabrizio! Nessun problema. Io vengo dalla provincia di Salerno e ho preso l'aereo a Bergamo per la sola ragione che la mia ragazza è francese e ci siam trovati a metà.
Tutto compreso (ma tutto tutto, anche i souvenir, cibo e quant'altro, con 7 bus presi anche di 21 ore) mi è venuto circa 500 euro.C'è però da considerare che:
-ho dormito 2 notti in bus.
-avevo 50 euro di bonus su airbnb
-ho dormito una notte da un'amica
-se hai un aeroporto vicino risparmi
Spero di essere stato utile!

avatarsupporter
inviato il 09 Settembre 2019 ore 22:28

Complimenti bel viaggio e bella esperienza di vita.
Ciao AdrianoCool

avatarjunior
inviato il 10 Settembre 2019 ore 9:44

grazie, sei stato molto gentile!

avatarsupporter
inviato il 10 Settembre 2019 ore 10:04

Bravi! Così si viaggia e con questo spirito ci si rapporta con le altre genti. Complimenti e auguri per il prossimo ...Sorriso
PS Non hai foto del Marocco?

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2019 ore 12:46

Grazie mille Adriano! Felicissimo che ti sia piaciuto!

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2019 ore 12:46

Fabrizio non c'è di che!

avatarsenior
inviato il 10 Settembre 2019 ore 12:49

BeyondNicScogna, grazie per il passaggio! In effetti è stato davvero il mio primo Viaggio con la V maiuscola.
Certo, dopo 5 mesi in Marocco ne ho molte, ma tra lavoro e viaggi non sono riuscito a caricarle, rimedierò il prima possibile!
Grazie ancora MrGreen





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