| inviato il 28 Agosto 2019 ore 20:15
Da un articolo del Corriere di qualche anno fa, di Roberto Cotroneo Ripensavo alla famosa "la nitidezza è un concetto borghese" di vecchia memoria e questo aricolo c'azzecca, con qualche estensione rispetto al pensiero di Cartier-Bresson. Comunque la si pensi, un punto di vista... "…La seduzione è fatta di luci soffuse e di immagini non troppo nitide, e i nostri ricordi più belli sono lontani dalla iperrealtà di questo mondo moderno. Perché allora inseguire il più possibile una nitidezza ossessiva nel restituire le immagini del mondo, che siano fotografie, video, film? Perché si scambia la nitidezza per l'esattezza. Si pensa che un'immagine è esatta quante più informazioni contiene. Per cui saper distinguere tutti i pori della pelle di un attore è un modo paragonabile al vederlo dal vero, riprodurre un muro scrostato fino al dettaglio più infinitesimale significa renderlo più esatto… Ma l'esattezza non è esattamente questo. Giacomo Leopardi nei primi passi dello Zibaldone fa l'elogio della vaghezza. O meglio dell'indefinito, che sarebbe il contrario dell'esattezza. E Italo Calvino, nella sua terza lezione americana, dedicata proprio all'esattezza, fa notare che Leopardi da un lato elogia il vago, dall'altro è assai preciso nel descrivere le cose. Come ci fosse una contraddizione in questo. Solo che stiamo parlando di letteratura, non di immagini. E che la letteratura non restituisce la visione della realtà, ma alla realtà si sovrappone utilizzando le parole. Mentre le immagini hanno un continuo bisogno dell'indefinito, della vaghezza, del sogno, e di tutta una serie di suggestioni sfuggenti. Perché siamo noi a completarle, e siamo noi a trovare negli spazi indefiniti emozioni e verità. Le immagini spettacolari dei futuri schermi dei nostri computer, dei nostri tablet e dei nostri televisori non ci aiuteranno a capire che nitidezza e verità vanno d'accordo. Che descrivere tutto quello che si vede, senza lasciare vuoti e immaginazione è noioso; e che riuscire a distinguere anche l'ultima crepa di una statua non è un modo per apprezzarla meglio, e che Cartier-Bresson, Ghirri e Fellini avevano ragione. La nitidezza è un concetto borghese. Uno status quo, un'immaginazione spenta, un sogno fastidioso. Eppure tutti inseguono questa falsa realtà che ci stupisce, ci rimbambisce, e toglie verità alle nostre vite." Nota: immagino che qualcuno condividerà, qualcun altro contesterà. Ma giusto per evitare tenzoni poco utili, credo che nessuno debba convincere nessun altro di nulla Nota 2: si può dare per implicito che ci sono casi e casi, e che un principio può essere interessante, anche ove non si applichi a tutto-tutto |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 20:50
Ci sei mancato |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:08
Questa la seguo |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:10
“ Ci sei mancato Questa la seguo „ Queste sono minacce belle e buone! |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:14
la risposta definitiva è "dipende" |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:16
“ la risposta definitiva è "dipende" „ Questo sempre! Ma su questo prendo parte: dire che la maggior definizione di una crepa non ci farà apprezzare di più una scultura di Michelangelo... qui il dipende io lo tolgo |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:17
“ Concordo...però rileggendo bene...mi sembra che il concetto sia espresso in modo talmente nitido...non è che rischia di diventare un po' borghese MrGreenMrGreenMrGreen Ti leggo sempre molto volentieri Francesco, un caro saluto!!! „ Santa e perfida: chi, se non Caterina?!? Sono io che ti leggo sempre con amore! |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:20
Ma la nitidezza dovrebbe dare fastidio? E in quale ambito? Quello "artistico" o quello del ricordo? Detto questo mi infastidisce sempre molto chi mette in mezzo gli artisti del passato, un po'come dire che Picasso era osceno in confronto a Michelangelo, magari bisognerebbe capire che le forme d'arte e quelle rappresentative cambiano nel tempo e non accettare i cambiamenti è spesso legato a chiusura mentale. |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:24
Sempre stimolanti i tuoi ragionamenti! A me piace la foto di paesaggio e per comune sentire nella foto di paesaggio la nitidezza è una delle componenti più ricercate, però mi è venuto spesso il dubbio che la ricerca della nitidezza porti poi a produrre delle foto standardizzate ed omogeneizzate, limitando forse l'espressività di ognuno di noi. Spesso i paesaggi più interessanti sono proprio quelli che lasciano intravedere le forme del paesaggio piuttosto che a mostrarle chiaramente, penso ad esempio a foto di boschi o di laghi parzialmente ricoperti dalla nebbia o a riflessi di luce che squarciano il velo di un bosco. Del resto tutta la storia della fotografia insegna che le foto più interessanti sono quelle che stimolano l'immaginazione dell'osservatore. Non so se la ricerca della nitidezza sia un concetto borghese, penso semplicemente che la ricerca della nitidezza non aiuta la fantasia |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:26
Blackdiamond, credo che le citazioni siano un modo comune di esprimere un avvallo, an'adesione a un'idea, nulla di più. A me per esempio conforta se, una cosa che penso, quadra col pensiero, che so, di Platone. Seppure antico. E non credo nemmeno che l'idea stessa sia riferita a "forme d'arte", ma alle abitudini diffuse di percepire, oggi, attraverso i media. E se ne fa un'analisi, che si può condividere o meno. Io personalmente non riesco a vedere la nitidezza estrema che fine a sé stessa. E credo, come l'autore, che svelare e insieme occultare possa portare qualcosa in più, rispetto a un disvelare assoluto. Ma mica vuole essere verità. Come spero non vogliano esserlo le dissertazioni di senso opposto |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:28
Io non sono convinto...e sei invece la ricerca della massima nitidezza fosse un fenomeno proletario?....una volonta d'acquisire, di possedere la realtà, un'aspirazione di classe sociale? |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:29
“ Sempre stimolanti i tuoi ragionamenti! A me piace la foto di paesaggio e per comune sentire nella foto di paesaggio la nitidezza è una delle componenti più ricercate, però mi è venuto spesso il dubbio che la ricerca della nitidezza porti poi a produrre delle foto standardizzate ed omogeneizzate, limitando forse l'espressività di ognuno di noi. „ Grazie Adriano Credo sia importante distinguere tra "nitidezza" e "ricerca ossessiva della massima nitidezza", che non sono esattamente la stessa cosa... Parlando di paesaggio per esempio (da ignorante che sono, sia chiaro), credo che la nitidezza un rilievo ce l'abbia, nel senso di restituire "bene" quel che si riprende. Il dubbio (anche dell'autore dell'articolo credo) è che portare la cosa all'ossessione non migliori la situazione, anzi... Diverso ovviamente il riferimento a Cartier-Bresson, che promuoveva una polemica specifica e di segno differente.... Ciao! F |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:30
“ Io non sono convinto...e sei invece la ricerca della massima nitidezza fosse un fenomeno proletario?....una volonta d'acquisire, di possedere la realtà, un'aspirazione di classe sociale? „ Leo... la lettura sociopolitica mi piace! E poi, Cartier-Bresson, non era più che borghese?!? |
| inviato il 28 Agosto 2019 ore 21:31
Piu che borghese giustamente |
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