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Acutanza, microcontrasto, contrasto, nitidezza e loro relazione negli MTF


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avatarjunior
inviato il 14 Agosto 2019 ore 8:11

Da alcune persone il termine micro-contrasto viene utilizzato per descrivere la capacità di una lente nel descrivere le transizioni tonali di un soggetto o di una superficie mentre in realtà ha un altro significato. Non so che termine si possa usare per descrivere la capacità della lente di riproduzione delle sfumature (forse lenti dure e morbide alla "Sardosono"); inoltre forse sarebbe meglio fare riferimento al sistema lente-sensore a questo punto. Sarebbe utile cercare di capire che correlazione c'è tra micro-contrasto di una sistema e capacità dello stesso sistema di riproduzione di una sfumatura. Non si possono fare test al riguardo?

avatarsenior
inviato il 14 Agosto 2019 ore 8:12

ma con una luce di merda farete sempre e solo fotografie di merda!


Caro Paolo, come sempre diretto ma efficace! Sorriso
In effetti ci si dimentica spesso che un obiattivo non agisce concretamente in una stanza di laboratorio, e che a determinare il risultato contribuisce tutto quanto in gioco, che sia la luce che richiami o, che so, il livello di "sporcizia" dell'aria.
Fattori per cui, un uso accorto di qualsiasi plasticotto può portare a risultati sul campo migliori rispetto a una superlente usata malamente.

Cosa che conferma la tesi di chi ritiene che saper fotografare (in generale) serve più che spendere per attrezzatura...

Sempre per restare all'idea, parlando poi da appassionato di bianconero, io credo che il concetto di "qualità" ha poco senso se avulso dall'espressione comunicativa: da un certo momento, mi pare si sia vista per esempio accentuarsi una certa esplosione di microcontrasto (parlo in questo caso di azione in post soprattutto) che trasmette appunto una sensazione di particolare nitidezza, ma che in moltissimi casi sottrae piuttosto che aggiungere. Laddove un maggior privilegio del macrocontrasto (magari) potrebbe viceversa portare indubbiamente a una sensazione di perdita di informazioni, ma a un'atmosfera complessiva più suggestiva e comunicante...

Buon ferragosto
F


avatarsenior
inviato il 14 Agosto 2019 ore 8:29

Come non essere d'accordo anche con la seconda parte di Francesco. Come tutte le cose, quando si ricerca di raffinare la tecnica, dimenticandosi completamente il "perchè" lo si fa; vuol dire che c'è un problema alla base.

Buon ferragosto

Da me non esiste come festa... ma tutte le stampanti in ufficio hanno deciso di non lavorare ugualmente. MrGreen
Buon ferragosto
Loris

avatarsenior
inviato il 14 Agosto 2019 ore 10:02

Loris, una piccola vendetta lombarda...MrGreen
www.dpreview.com/forums/post/60824630

avatarsenior
inviato il 14 Agosto 2019 ore 11:08

Un quotone tetragono Eeeek!!! tutto per te caro Francesco, la seconda parte del tuo intervento amico mio è semplicemente da antologia ...

Buon ferragosto
Paolo.

avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2019 ore 8:50

Paolo (12 agosto, 17:37)
Oh, Bernalor, a proposito: quelle che hai postate che razza di mire ottiche sono?

Ho scoperto di che mira si tratta:
USAF 1951
Per il test di risolvenza creato dall'esercito americano nel '51

avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2019 ore 8:58

Strano, non mi sembravano le USAF 1951 ... che comunque furono create per l'Aviazione, non per l'US ARMY ;-)

avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2019 ore 9:07

Questa:
upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d6/1951usaf_test_target.jpg
Per l'aviazione militare, United States Air Force (USAF)

avatarsenior
inviato il 09 Settembre 2019 ore 10:01

Si, preciso, è quella.

avatarjunior
inviato il 27 Novembre 2019 ore 3:33

Non so che termine si possa usare per descrivere la capacità della lente di riproduzione delle sfumature

Buona domanda, ne aggiungo un'altra: quale parametro/grafico/informazione dell'obiettivo mi dà questo fattore?
Anche questa proprietà è inversamente proporzionale al microcontrasto e alla risolvenza giusto?
Devo ammettere di aver confuso fino ad ora il microcontrasto con quest'altra cosa.

avatarjunior
inviato il 27 Novembre 2019 ore 3:55

Ma quindi il microcontrasto esclude il macrocontrasto giusto? A parità di scena ripresa avrò o uno o l'altro.
Io ho fatto un analogia tra queste due cose con il numero di bit (quindi livelli) del sensore: un sensore con solo un bit distingue solo il bianco al 100% e il nero al 100% (nel caso ristretto al B-N), un sensore con 256 bit distingue 2^256 livelli tra il bianco puro al nero puro quindi il primo ha macrocontrasto e non microcontrasto, il secondo ha microcontrasto e non ha macrocontrasto giusto?

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2019 ore 7:40

Alle
Ma quindi il microcontrasto esclude il macrocontrasto giusto?
È una bufala abbastanza stagionata tipica dei Forum. L'affermazione è vera se parli di un obiettivo al massimo di media qualità. Quando tiri in ballo ottiche di pregio non è più così.
Questo è un riassunto grafico, tratto da un volume giapponese (Nakamura) a cui hanno collaborato i progettisti top delle Case nipponiche. NB: se non sei addentro alle MTF, il grafico ti può risultare non significativo.



avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2019 ore 8:20

"Sarebbe utile cercare di capire che correlazione c'è tra micro-contrasto di una sistema e capacità dello stesso sistema di riproduzione di una sfumatura."

Dovuto alla natura del vetro, microcontrasto e risoluzione sono in antitesi in un'ottica, se alzi la risoluzione, il microcontrasto cala.

Le ottiche ad altissima risoluzione, per usi tecnici, danno sempre un'immagine scialba e slavata, ben poco buona per usi fotografici normali.

Le ottiche "buone" da Fotografia sono quelle che danno un buon compromesso tra risoluzione e microcontrasto, fornisco valori relativamente alti per entrambi i parametri.

Nelle MTF fornite dalle case, le curve relative alle basse frequenze spaziali danno il microcontrasto dell'ottica (tipicamente i 10 cicli, lpm, line pairs per millimeter, coppie di linee per millimetro) mentre le curva alle alte frequenze spaziali (tipicamente i 30 cicli) danno la risoluzione.

Il microcontrasto è quello che dà la sensazione di nitidezza nella foto, NON è la risoluzione: le curve di risoluzione di un'ottica sono sempre più basse di quelle del microcontrasto, e da questo, semplicemente, se ne trae che con ottiche e fotocamere ad alta risoluzione si hanno immagini meno nitide, mentre ottiche e fotocamere a bassa risoluzione danno immagini più nitide anche se meno dettagliatela.

Canikon ed altri costruttori, danno le MTF calcolate (dette anche geometriche) che considerano la luce come se fosse un flusso luminoso di particelle.

Le case serie, tipicamente Zeiss, Sigma (solo sulle ART) e Leitz, danno le cutve MTF misurate, e quelle sono MTF diffrattive, non geometriche, le diffrattive tengono conto della realtà vera della luce, che NON ha solo un comportamento come flusso di particelle, ma anche ondulatorio, ossia le MTF diffrattive tengono conto del comportamento duale della luce, ondulatorio e di particelle.

Le MTF geometriche sono sempre più alte, più ottimistiche delle reali diffrattive.

La Sigma per le Art fornisce entrambe le curve, geometriche e diffrattive.


OCCHIO che il fatto che le MTF fornite dalle case siano "buone" è solo condizione necessaria ma assolutamente NON SUFFICIENTE perché un'ottica dia immagine buona, ci sono aberrazioni e caratteristiche dell'ottica che sono invisibili a quelle MTF (Coma sagittale, vignettature, tenuta al flare ed ai riflessi, trasmissione cromatica equilibrata etc) e che possono, e che a volte lo fanno, sput tanare, e per benino, l'immagine di un'ottica con MTF buone.



Tornando al quesito, dopo aver chiarito che cosa fa un'ottica, le "sfumature" sono date dalla capacità dell'ottica di trasferire bene del contrasto alle frequenze spaziali più alte, sopra i 30 cicli normalmente forniti da Canikon ed altri.

Ora se un'ottica trasmette bene i 30 cicli, c'è una buona probabilità che trasmetta abbastanza bene anche delle frequenze più alte, ma non è affatto detto, per il tipo di vetro e di trattamento antiriflessi che, se fatto male, o magari a nanocristalli grossi, può abbassare la trasmissione delle frequenze altissime.

E' proprio per questo motivo, la trasmissione elevata delle sfumature, che sono quelle alla fine che danno la vivezza e la plasticità dell'immagine, che la Zeiss fornisce normalmente le MTF diffrattive, misurate, delle sue ottiche ben sopra i normali, e per le case, comodi 30 cicli, e Zeiss fornisce i 40 ed anche i 50 cicli. ossia Zeiss ti dice se l'ottica che gli compri ti fa immagini plastiche, gli altri costruttori, no.


Da tenere BEN PRESENTE, sempre e comunque, che un culo di bottiglia che lavora in luce buona, fornisce fotografie estremamente migliori di un'ottica fenomenale che lavora in luce perfida.

Detta in altre parole, se il fotografo è un miccio e non sa usare il trabiccolo che ha in mano, anche perfetto che sia, ci tirerà sempre fuori foto di merda.

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2019 ore 8:55

Uno dei "padri" delle MTF (il compianto Hubert Nasse capo della Zeiss) sosteneva fino a dieci anni fa che il microcontrasto bisognasse "indovinarlo" dalle MTF alle alte frequenze, tipo 40 lp/mm in su. Ma neanche lui era perentorio sull'argomento.
10 lp/mm caratterizzano il contrasto brutale. Negli ultimi tempi il tigrotto Brandon Dube (collabora con Cicala di Lensrentals, sta finendo una tesi Ph.D, progetta ottiche per i Mars Rovers, sotto DPR si chiama Airy Discus) sostiene che a 10 lp/mm si può "indovinare" anche il microcontrasto.
Intende questo. Un obiettivo che al centro abbia MTF98 a 10 lp/mm dovrebbe esibire maggiore microcontrasto di un obiettivo con MTF95 (una volta invece ci si limitava a concludere che MTF98 era più "contrastato" di MTF95). Peccato che l'occhio distingua differenze di almeno 10 unità MTF (Brandon Dube ipse dixit)Sorry

avatarsenior
inviato il 27 Novembre 2019 ore 9:29

La discussione è interessante; non mi appassiona la materia anzi, ma si trattano argomenti che è sempre utile sapere. Metto un segno essendo sicuro che dimenticherò tutto e lo ritrovo meglio...
;-)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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