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Galaverna


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Galaverna, testo e foto by Marco Ilari. Pubblicato il 07 Settembre 2011; 5 risposte, 10513 visite.





Vi è mai capitato di trovarvi un in paesaggio incantato, completamente bianco grazie al ghiaccio che ricopre ogni cosa? Può accadere grazie al fenomeno che prende il nome di galaverna (o calaverna). Consiste nel congelamento delle particelle d'acqua presenti nell'atmosfera (nebbia o nuvole) nel momento in cui queste vengono a contatto con una superficie solida fredda. Naturalmente la temperatura deve essere sotto lo zero di qualche grado ed è anche necessaria la presenza di un leggero vento.
Solo con temperature molto basse (-40°) le particelle d'acqua che formano la nebbia e le nuvole si trasformano direttamente in ghiaccio anche senza venire a contatto con elementi solidi, altrimenti rimangono allo stato liquido (stato di sopraffusione): in questo ultimo caso la solidificazione delle microscopiche goccioline d'acqua porta alla formazione di microscopici cristalli di ghiaccio sia al suolo che su piante, pareti, tetti, cavi, ecc. In funzione della durata del fenomeno e della direzione e forza del vento i cristalli di ghiaccio crescono assumendo dimensioni e forme quanto mai varie e spettacolari.




Inoltre la quantità della galaverna è direttamente proporzionale alla densità dell'aria, cioè alla quantità di vapore acqueo per metro cubo. Diverso è il fenomeno della brina: questa si forma nelle notti serene con temperatura intorno allo zero o sottozero e forte irraggiamento cioè dispersione di calore dal suolo. Durante la notte il terreno rilascia il calore accumulato durante il giorno grazie all'irraggiamento solare e si raffredda rapidamente insieme agli strati bassi dell'atmosfera. Il vapore acqueo quindi congela e forma la brina sulle superfici che maggiormente cedono calore, come i tetti, i vetri, le automobili, oltre al terreno, non sugli alberi. La brina, al contrario della galaverna, si forma quando non c'è nebbia.
La galaverna è relativamente frequente in inverno nei giorni freddi con alta pressione in pianure con molti corsi d'acqua quindi alla presenza di molta umidità che ristagna in prossimità del suolo, ma può verificarsi in montagna quando ci sono nuvole, temperature basse, leggerissimo vento, senza precipitazioni. E' quanto si è verificato per almeno 4-5 giorni alla fine del gennaio 2009 sull'Appennino umbro-marchigiano: il risultato è stato straordinario!




Con Maurizio Biancarelli di Gubbio e Leo Marconi del Fotoclub di Cagli (che ringrazio per aver organizzato questo stupendo weekend) insieme ad altri appassionati di fotografia naturalistica, mi sono recato prima dell'alba sul monte Nerone (in prossimità di Pianello di Cagli, in provincia di Pesaro-Urbino) altezza 1525 m, cinque gradi sottozero, notte fonda.
L'alba non si fa vedere, ma lo spettacolo offerto dalla galaverna è grandioso: gli alberi sono completamente coperti da una notevole quantità di ghiacci, infatti, alcuni rami sono piegati sino al suolo a causa del peso, i tronchi hanno incrostazioni di ghiaccio prevalentemente sulla superficie sottovento ed il bianco del ghiaccio contrasta con il colore quasi nero della corteccia. La tenue nebbiolina in cui è immerso il bosco crea un'atmosfera ovattata ed irreale.

Lo strato di ghiaccio è piuttosto compatto ed avvolge completamente i rami più sottili in modo uniforme; i cristalli mostrano la direzione del vento solo sul tronco e sui rami più esposti. Estasiati dallo spettacolo ci mettiamo a scattare foto in quantità, noncuranti del freddo pungente. A metà mattina ci rintaniamo nel vicino rifugio per riscaldarci e rifocillarci, lasciando l'attrezzatura all'aperto per evitare una pericolosa condensa.







Alla fine della mattinata torniamo a valle per un ottimo pranzo presso un agriturismo e quindi via di nuovo per un'altra destinazione: il monte Petrano. Situato a circa 10 chilometri da Cagli, è caratterizzato da un ampio pianoro sulla sommità (1162 m) dal quale si gode un panorama unico, particolarmente al tramonto. Naturalmente niente panorama né tramonto: siamo immersi nelle nuvole, ma qui la galaverna ha creato delle sculture di ghiaccio incredibili!

Grazie al fatto che il pianoro è esposto al vento e che la vegetazione consiste in cespugli e piccoli alberi isolati, la crescita dei cristalli di galaverna è stata maggiore rispetto al monte Nerone e particolarmente evidente è il fatto che la forma assunta dal ghiaccio mostri chiaramente la direzione del vento e la deviazione che lo stesso subisce attraversando i rami delle piante o altri ostacoli. Le particelle d'acqua si sono congelate assumendo prevalentemente la forma di cristalli allungati come coltelli, con la superficie finemente striata come una piuma d'uccello. Molti sono veramente grandi, lunghi anche 30 centimetri; alcuni ricurvi come sciabole, altri contorti. La parte sopravvento dell'albero è spoglia e nera e contrasta con la parte coperta di bianco ghiaccio. Alcuni rami sono piegati sino a terra per peso del candido rivestimento. Tra il bianco del suolo ed il bianco della nuvola in cui siamo immersi non si vede quasi nulla ed avanzando per il pianoro gli alberi coperti di galaverna spuntano dalla nebbia come strani fantasmi.

Sembra che il vento stesso sia diventato solido e quindi visibile trasformandosi in una meravigliosa, ma effimera opera d'arte della natura. Con il ritorno del sole o alla prima pioggia tutto svanirà e quando occorreranno nuovamente le condizioni giuste, la galaverna ci regalerà nuovi spettacoli, ogni volta diversi, in relazione alla direzione ed alla forza del vento nonché alla durata del fenomeno.
Ci sparpagliamo a fotografare gli alberi ed i cespugli ghiacciati rischiando di perderci poiché è tutto bianco e senza punti di riferimento. Dopo circa un'ora non si ritrova metà della compagnia e non manca molto al tramonto, ma come per miracolo, dal bianco nulla spuntano in lontananza dei puntini scuri.




Ricomposto il gruppo ci avviamo alle macchine calpestando lo scricchiolante rivestimento del suolo: non è neve, è galaverna anche lo strato candido sul quale camminiamo. Sia l'erba che l'asfalto della strada sono ricoperti da piccoli cristalli di galaverna a forma di punta di lancia, tutti rigorosamente ordinati nella stessa direzione. Come ultimo regalo, al tramonto il cielo si apre parzialmente, colorando d'arancione per pochi istanti, una piccola parte di questo "oceano bianco". Un'esperienza straordinaria, bellissima dal punto di vista fotografico e naturalistico, arricchita poi da una serata goliardica (nonché tecnica) nel corso della quale abbiamo condiviso i risultati degli scatti eseguiti da ciascuno nel corso dell'escursione.

Notizie utili

Il Monte Nerone ed il Petrano si trovano nell'Appennino Umbro Marchigiano nel territorio del comune di Cagli. E' una zona ricca di bellezze naturali: faggete, pascoli, boschi, grotte, fossi, cascate, archi naturali. Straordinari panorami si godono dalla cima di questi monti: in condizioni ottimali si arriva a vedere l'Adriatico. Per salire al m. Nerone partendo da Cagli si passa per Pianello per mezzo di una comoda strada asfaltata. Anche il m. Petrano è comodamente raggiungibile sino al pianoro. Da non dimenticare il Monte Catria, il più alto della zona (1701 m.) di grande importanza naturalistica, con le sue faggete, gole, pareti rocciose, pascoli ecc. Particolari le fioriture primaverili. Nella zona, inoltre, ci sono due monasteri di grande importanza storica ed artistica: l'eremo di Fonte Avellana e l'eremo di S. Maria di Sitria.



Marco Ilari nasce a Terni nel 1958; sin da ragazzo sviluppa una gran passione per la natura. L'hobby della fotografia inizia a 18 anni con un Contax 139, seguita dalla 167 con un buon corredo di lenti. Nel 2007 conosce Maurizio Biancarelli e Staffan Widstrand grazie ai quali migliora la propria tecnica. Un anno fa entra nel mondo digitale con La Canon 40D che ormai lo accompagna ovunque. Recentemente scopre il sito di Juza...
Potete vedere alcune sue foto su www.flickr.com/photos/milarix.




Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 22 Ottobre 2013 ore 15:23

Spettacolare.............

avatarsenior
inviato il 15 Giugno 2014 ore 22:16

Fantastica esperienza raccontata molto bene,
Complimenti
Un saluto
Gianpietro

avatarjunior
inviato il 04 Aprile 2016 ore 15:34

Bel racconto e bella esperienza davvero bene Ciao Alex Gini

avatarsenior
inviato il 29 Luglio 2016 ore 2:31

complimenti per l'articolo e le foto

avatarjunior
inviato il 21 Dicembre 2018 ore 6:29

Tutto molto bello e sopratutto ben spiegato . Sarebbe bello vedere la differenza ( se c'è) dei cristalli di galaverna e i cristalli di brina.





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