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Un viaggio in Islanda


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Un viaggio in Islanda, testo e foto by Utente Non Registrato. Pubblicato il 07 Settembre 2011; 0 risposte, 5801 visite.





Islanda: molte tra le persone che mi hanno chiesto quale sarebbe stata la mia destinazione quest anno mi hanno guardata perplesse quando ho nominato loro quest'eresia....non escludo che molti tra questi ignorassero completamente in che parte del mondo fosse posizionata quest'isola che spesso ho sentito confondere con la più vicina Irlanda...
L'isola dei contrasti, indimenticabile la definiva chi già l'aveva vissuta... ed ora posso dire che lo è realmente.
Partiti da Londra, il 30 Giugno 2008 le nostre faccette sorvolano l'ammasso di nuvole che al confine tra oceano ed isola lasciano intravedere i primi scorci di un paesaggio che ci incuriosisce ed al tempo stesso spaventa: è la nostra prima avventura in una terra così diversa.




Sembra quasi incoerente scoprire come questo paese preservi le sue forme naturali e riesca, nonostante l'isolamento, le condizioni climatiche sfavorevoli ed il continuo sconvolgimento tettonico, a presentarsi avanzato e moderno.
Dire che l'Islanda è un posto dove potrei vivere, no, non ci vivrei, ma merita più di una visita: cancellate l'idea del viaggio organizzato, vi perdereste la vera bellezza di questa meta, il silenzio. Ho avuto la fortuna di approdare al Circolo d Oro, zona di maggior interesse turistico a 50 km da Reykjavik, solo alla fine del viaggio e ne sono rimasta molto delusa: dopo due settimane trascorse a contemplare le disseminate bellezze naturali nascoste un po ovunque, interminabili code di turisti urlanti e disordinati, accompagnati da altrettanto starnazzanti turiste sui tacchi, offuscano o meglio, dissolvono, la magia di Gulfoss, la maestosità di Geyser, la potenza della faglia di Almannagjá.

Se mai doveste visitare questa terra, partite leggeri, nell'animo e nel bagaglio, con la sola voglia di vivere la pace e la bellezza che questo paese ha da offrire. Non sarebbe interessante raccontare la cronostoria del mio viaggio, ma vorrei riassumere in queste righe le principali caratteristiche del territorio islandese dividendolo in zone che a mio avviso differiscono notevolmente l'una dall altra, in modo da poter dare un idea di cosa aspettarsi in un futuro viaggio o per indirizzare la scelta dell itinerario di chi già avesse qualcosa in mente. Partiamo da Reykjavik, che visiteremo come ultima tappa e cominciamo il nostro viaggio sulla Ring Road (strada n.1 che si snoda lungo l'intero perimetro dell isola) dalla costa occidentale: è decisamente la più inospitale; frastagliata dai fiordi che ne prendono il nome e soffiata da venti che rendono impossibile la più breve delle passeggiate.
La penisola di Snaefellsnes ed i suoi paesaggi sconfinati aprono le danze introduncedoci alla realtà delle immense radure, delle solitarie casette distanti centinaia di km e delle strade sterrate in continua manutenzione. E sconcertante imbattersi in prati fioriti e crateri nascosti dall invadente muschio grigio, muraglie lunghissime di colonne basaltiche che si stagliano contro un cielo che più
azzurro non si può, spiagge dorate popolate da rotondeggianti massi levigati e scogliere a picco sul mare letteralmente ricoperte da migliaia di uccelli nidificanti.







A contorno di questo idilliaco quadretto, il vento: il sole splende, ma la macchina sbanda. La forza della natura anche questa volta ha il sopravvento sull'uomo: i Fulmari si stringono sul loro uovo, mentre noi, esterrefatti per la nostra impotenza, riprendiamo il nostro percorso.
La cittadina di Budardalur è il vero e proprio casello che delimita l'ingresso all interno dei fiordi occidentali, ultima area di rifornimento oltre la quale la civiltà sembrerà un lontano ricordo. L'unico motivo che ci spinge a raggiungere la spiaggia di Latrabjarg, punto più a ovest d Europa, sono le scogliere che, in tutta la loro imponenza, raggiungono i 400 m sul livello del mare ed ospitano un
enorme quantità di uccelli, tra cui le gazze marine ed i tanto agognati Puffins...
Oltre a questo... lo sterrato si alterna all asfalto, dopo ogni curva... se ne incontra subito un altra ... i 350 km si fanno sentire ed i fiordi sembrano non finire mai.
L'altopiano interno si raggiunge risalendo dalla costa, sfruttando un pittoresco sali-scendi di pendenze che arrivano al 17% e ci guidano ai limiti dei consueti circuiti turistici: siamo sul tetto dell'Islanda occidentale e ci fermiamo ad assaporare le ultime lingue di ghiaccio che sciogliendosi danno vita a placidi laghetti su cui riflettono piccole nubi di passaggio; lo sguardo si perde realmente oltre l'orizzonte, in tutte le direzioni la stessa immagine: il nulla, ma un nulla che riempie gli occhi...
Scendiamo di quota ed il paesaggio cambia quasi istantaneamente, il brullo altopiano ha lasciato nuovamente spazio alle acque blu che si insinuano ancora una volta nei fiordi e la strada, dalla colorata cittadina di Holmavik, si congiunge verso sud alla Ring Road dove l'itinerario riprende alla scoperta dell Islanda Settentrionale.




Il primo stacco avviene nei pressi della penisola di Tjornes, famosa per la colonia di foche facilmente raggiungibile: il paesaggio cambia impercettibilmente e nell'entroterra siamo ospiti di verdi pianure dove le innumerevoli pecore sembrano sparire sostituite da centinaia di cavalli pascolanti; anche le emittenti radio che ci tengono compagnia non sono più le stesse: nell' Islanda settentrionale regna un indiscutibile fascino country.
Le antiche fattorie dal tetto d' erba, le sale da the, le alture all'orizzonte ed i fumi che salendo si stagliano contro il blu come segnali indiani, ma che in realtà identificano già in lontananza la zona vulcanica del Krafla. Seguiamo il corso d acqua che scendendo a valle ci conduce alla ridente cittadina di Akureyri: seconda città dell'isola per popolazione e maggiore centro del nord Islanda.
Dopo quasi una settimana di fiordi l'approccio con la città è decisamente entusiasmante; piove, come del resto su tutta la costa che pare prigioniera di nuvole statiche e nebbie epiche, ma sono le insegne colorate, l'enorme centro commerciale e le animate stradine del centro che rendono questa tappa vitale per la nostra vacanza, anche se, sia chiaro, solo dal punto di vista sociale... perché dal
punto di vista interiore non sono certo i centri abitati in Islanda a regalare i ricordi migliori...
Dopo una veloce, ma immancabile, capatina al pittoresco Christmas Shop nei pressi della A1 ad est di Akureyri, ci dirigiamo verso il famoso Lago Mytan, e giunti quasi a destinazione è d'obbligo la sosta alla prima delle imponenti cascate presenti in quest'Islanda nord orientale: Goðafoss, la cascata degli dei. Ci si starebbe per ore seduti sui massi che delimitano questo favoloso anfiteatro scrosciante; il suono dell acqua ricopre qualsiasi commento turistico ed il sole ci scalda le ossa ancora un po assonate... c'è da dire che nella nostra immaginazione prima di partire ritenevamo che la manica corta fosse impensabile a queste latitudini... e ci siamo dovuti ricredere...




Il lago verso cui siamo diretti appare nei suoi 37 km2 come uno specchio d'acqua riflettente il pittoresco cielo di un raggiante giorno di luglio: restiamo a bocca aperta. Nonostante sia noto per la presenza di innumerevoli quantità di fastidiosi moscerini (da cui il nome stesso), questa volta mi sento di smentire quest'esperienza tramandata online... per noi niente moscerini invadenti, solo un gran sole, una bella cifra di placide anatre e la strabiliante presenza di prove che testimoniano l'estrema attività vulcanico-sismica della zona.
Colate laviche drasticamente fratturate, castelli neri dati da formazioni alte decine di metri e pseudo crateri creati da violente esplosioni, ma ad attirare la nostra attenzione sono i colori decisi ed i pennacchi di fumo che caratterizzano la limitrofa zona del Krafla. Sorpassata una lieve salita lo sguardo si perde tra il rosso della terra, l'azzurro del cielo ed il giallo-arancio delle incrostazioni
minerali che circondano le fratture da cui fuoriescono puzzolenti fumarole; un po più avanti uno dei due più conosciuti crateri del vulcano Viti, su cui saliamo per uno sguardo al verde lago che ospita al suo interno.
Se pensate di venire in Islanda, dedicate più di un giorno alla visita di questa zona, è assolutamente meravigliosa.
Il punto più settentrionale toccato da questo itinerario è localizzato a nord della cittadina di Husavik, famosa per il whalewatching: è passata mezzanotte ed il sole si è fatto grande e rosso appena sopra l'orizzonte; sembra dare l'illusione di un tramonto scomparendo dietro le colline, ma un attimo dopo sta già segnando l'inizio di un nuovo lunghissimo giorno, mentre noi stanchi ci godiamo la nostra finestra con vista sul 66° parallelo.
Prima di proseguire verso sud l'area settentrionale offre ancora un ultimo angolo da esplorare, ancora una volta diverso, ancora una volta selvaggio, è il parco nazionale Jökulsárgljúfur. Il nostro pellegrinaggio si ferma ai bordi di Dettifoss, la cascata con maggior portata d acqua di tutta l'isola, nonché tra le maggiori di tutta Europa. Tutto attorno, il deserto.




Il confine sud-orientale sembra essere nettamente delimitato dalla cittadina di Egilsstaðir, oltre la quale tutto pare sprofondare nella nebbia. E come se una gigantesca nuvola avvolgesse qualsiasi cosa nei pressi della A1, come se l'imponente ghiacciaio Vatnajökull impedisse alle nubi provenienti da sud di varcare il confine, costringendole a stazionare silenziose in attesa di una nordica corrente liberatrice. I paesi paiono disabitati, il sandur sembra inghiottire l'orizzonte, del ghiacciaio rimane un rapido scorcio dietro le quinte e persino gli iceberg della rinomata laguna Jökulsárlón somigliano a spettri danzanti. L'atmosfera è indimenticabile.
L'Islanda meridionale, non offre molto al viaggiatore di passaggio: la strada si allunga diritta in direzione di Vik e, se non si ha abbastanza tempo a disposizione da dedicare ai sentieri che conducono al (dicono) fantastico entroterra di queste zona, l'unica sosta necessaria è dovuta all attraversamento del Parco nazionale Skaftafell del quale non si può perdere Svartifoss, insinuata nella sua bella scenografia basaltica.
I neri faraglioni di Vik, segnano infine il passaggio nella cosiddetta zona d'oro , ancora non ho capito se così definita per la concentrazione di punti di interesse estremamente fotogenici... o se per il profitto economico che frutta allo stato...
Da questo punto in poi potete scordarvi il silenzio rotto dal canto degli uccellini e le distese desertiche di una realtà parallela: da questo punto in poi sarete turisti, anche voi che non volevate.
Quindi, armatevi di pazienza, cercate di scremare il paesaggio dall'ingente quantità di folle disordinate e godetevi ciò che di più famoso l'isola ha da offrire. Uno tra tutti lo Stokkur, uno sbuffo di oltre 20m che tutti aspettiamo in religioso silenzio; il
tramonto alle spalle e la sua potenza espressa con una teatralità che non si può raccontare.
Ed eccoci approdare alla brillante Reykjavik, la capitale dell eccentricità, con i ragazzi che sfoggiano auto elaborate ed i negozietti di addobbi natalizi, con i ristorantini acchiappa-turisti e le vasche termali lungo la spiaggia, con gli enormi centri commerciali e le strade riscaldate dall'eccedente energia geotermica. Eccoci approdare a Reykjavik, mentre l'Islanda è ormai un indescrivibile ricordo.






Paola Bressanin nasce nel dicembre 1981 e cresce con la passione per tutto ciò che sa di mete lontane e di libertà. Non manca mai in valigia una usa&getta per immortalare lungo la strada gli scorci più emozionanti, i colori che non si possono raccontare, ma è il viaggio in Spagna che fa crescere in lei l'interesse per la fotografia naturalistica. Con il suo inseparabile PC scopre il sito di Juza nel 2007 e l'interesse diviene passione: il portafoglio piange, ma la soddisfazione cresce. Attualmente fotografa nel tempo libero ed è alla ricerca della macro perfetta, ma alla prima occasione scappa in terra straniera per respirare nuovi orizzonti. All'indirizzo travellingandpictures.com/ è possibile visitare la galleria dei suoi scatti migliori ed entrare a far parte dei suoi viaggi seguendola lungo la strada; inoltre, potete trovare maggiori informazioni sul viaggio in Islanda nel blog travellingandpictures.com/page4/page4.html



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