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Le Isole Svalbard


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Le Isole Svalbard, testo e foto by Alomar. Pubblicato il 07 Settembre 2011; 7 risposte, 10365 visite.





Immensi ed innumerevoli ghiacciai, fiordi, distese sconfinate di tundra,montagne innevate che precipitano nel mare, una straordinaria e variegata vita animale, iceberg, una "wilderness" estrema ed inebriante che a tratti ti lascia senza fiato, tutto questo vissuto in una settimana di crociera a bordo di una nave rompighiaccio russa, convertita a nave da turismo e gestita dalla Oceanwide-Expeditions, una compagnia olandese specializzata nelle visite del remoto arcipelago delle Svalbard.
Le isole, di sovranità norvegese, sono situate ad una latitudine che va dai 76°N agli 81°N, in pieno Mar Glaciale Artico (per intenderci il punto più a nord delle Svalbard dista meno di 1.000 km dal Polo Nord), buona parte dell'arcipelago è perennemente occupata da ghiacci e la temperatura media estiva si aggira intorno ai 5°C. La loro posizione così settentrionale significa anche sole di mezzanotte, infatti da fine aprile a metà agosto il sole è sempre sopra l'orizzonte, rendendo da una parte complicato addormentarsi, dall'altra regalando delle ulteriori ore di luce sfruttabili per fotografare.
Il tour che ho scelto e che avevo programmato con molti mesi di anticipo, è denominato North Spitzbergen (dal nome dell'isola maggiore). Si parte dalla capitale delle isole, Longyearbyen, e consiste in sette giorni di navigazione nella parte più settentrionale delle Svalbard fino ad arrivare al limite del pack, dirigendosi poi verso le più remote isole ad est; inoltre prevede un paio di escursioni giornaliere a terra utilizzando degli Zodiac, con la presenza costante ed attenta di una o più guide armate di fucile, vista la massiccia presenza dell'orso polare. Come però ho scoperto in seguito, lo svolgimento degli itinerari prestabiliti dipende da una serie di variabili non prevedibili a priori ed i cambi di programma sono frequenti.
Obbligatorio un abbigliamento adeguato al clima rigido delle isole, quindi calzamaglia termica, pantaloni imbottititi impermeabili, pile di diverse pesantezze, giaccone impermeabile, cappello, guanti pesanti (più un paio leggero per fotografare), calzettoni termici, e soprattutto stivali impermeabili utilissimi per gli sbarchi dal gommone e per camminare su terreni innevati o fangosi. Il tempo a queste latitudini è estremamente variabile, fortunatamente io ho avuto solo un paio di giornate di maltempo con nebbia e pesanti nuvole, per il resto dei giorni nell'arco delle 24 ore il tempo cambiava spesso, alternando sole pieno a leggere foschie, con delle nuvole molto coreografiche abbarbicate alle cime dei rilievi.

La mia attrezzatura fotografica (che è poi quella che mi sono portato in questo viaggio) è la seguente: Canon 40D, Canon 5D, Canon EF 15mm f2.8 Fish Eye, Canon EF 17-40 f4.0L, Canon EF70-200 f4.0L IS, Canon EF300mm f4.0L IS, Canon EF500mm f4.0L IS, Canon Extender 1.4X II, cavalletto Gitzo 1325, testa a sfera Arca Swiss Monoball Z1, varie schede di memoria San Disk Estreme III (per un totale di circa 60 Gb), varie batterie di riserva e Digital Wallet Vosonic da 80Gb. Il tutto in uno stipato ma efficacissimo zaino Lowe Pro Photo Trekker Classic.




Canon EOS 5D, Canon EF17-40 f4.0L, 1/1600s f/9.0, iso200.

Devo dire che prima della partenza, visto il peso considerevole, sono stato abbastanza in dubbio se portarmi tutta la mia attrezzatura o rinunciare a qualcosa, ma non volendo avere poi alcun rimpianto, ho preferito avere tutto con me, magari lasciando qualcosa sulla nave durante le escursioni a terra più faticose, e devo dire di non essermi pentito di questa scelta.
In aeroporto non ho avuto il minimo problema, le dimensioni dello zaino (per quanto stipato) rientravano in quelle consentite, per il peso andavo ben oltre i 10kg e ho cercato quindi di dissimulare lo sforzo presentandomi ai vari check-in e ai nastri scorrevoli con la massima disinvoltura e naturalezza?
Sulla nave nessun problema di ricariche, le prese sono uguali alle nostre ed in numero sufficiente. Ogni sera quindi ricaricavo le batterie e copiavo le immagini nel digital wallet, conservandole però anche nelle memory card, di cui avevo una buona scorta.
Telefonare con il proprio cellulare durante la crociera è invece impossibile, il segnale c'è solo nei pressi di Longyearbyen, esiste però un telefono satellitare a bordo che si può usare anche se il suo costo è abbastanza elevato (circa 2,50 Euro al minuto).


Il Viaggio: Domenica 22 Giugno 2008




Canon EOS 5D, Canon EF17-40 f4.0L, 1/1000s f/9.0, iso250.

Sono partito da un paio d'ore da Tromso, nella Norvegia settentrionale, l'aereo sta lentamente iniziando a calare di quota e mentre mi sporgo cercando di vedere qualcosa oltre la fitta coltre di nubi la voce della hostess ci avvisa con la massima tranquillità che all'aeroporto di Longyearbyen, la capitale delle Svalbard, la situazione metereologica non è delle migliori, forte vento, temperatura di pochi gradi sopra lo zero, leggero nevischio?il tempo di infilarsi il giaccone imbottito opportunamente tenuto tra i bagagli a mano, e giù per la scaletta per iniziare questa avventura artica programmata da quasi un anno. Un pulmino della Oceanwide-expeditions è pronto all'uscita dell'aeroporto per caricarci insieme ai nostri bagagli e trasferirci a bordo della nave che sarà la nostra casa per i prossimi giorni.
Dopo i consueti "briefing" di preparazione alla crociera, di incontro con lo staff, di sicurezza e di informazioni "tecniche", tipo uso dei giubbotti e delle scialuppe di salvataggio, si salpa dal molo di Longyearbyen e ci si dirige lungo l'Isfjorden, costeggiando impressionanti e minacciose montagne in parte innevate a picco sul mare. Iniziamo già ad osservare una miriade di uccelli marini di cui il mare è punteggiato: pulcinella di mare, gazze marine minori, edredoni, urie di Brunnich, fulmari, gabbiani tridattili. La cena a bordo interrompe per un po' l'incanto delle osservazioni e il programma per l'indomani (tempo permettendo come si è soliti rimarcare da queste parti) fa presagire un'intensa giornata fotografica.


Lunedì 23 Giugno 2008

Dopo poche ore di sonno (un po' per l'eccitazione e un po' per la luce costante) sono già sul ponte della nave, prima della sveglia che generalmente viene data alle 7 e 30. E' bellissimo ritrovarsi da soli circondati da un ambiente così magnifico, la 5D lavora alacremente, alternando lo zoom 17-40 con il 70-200, utilissimo per isolare particolari e dettagli.
Il cielo è ancora coperto e dopo colazione ci accingiamo al nostro primo sbarco in gommone nei pressi del ghiacciaio 14 di Luglio. I 4 Zodiac scivolano lenti tra i blocchi di ghiaccio che si staccano continuamente dal fronte del ghiacciaio, le cui dimensioni sono visibili quando ci si trova vicino (sempre però a distanza di sicurezza) ad enormi colonne di ghiaccio.




Canon EOS 5D, Canon EF70-200 f4.0L IS, 1/2000s f/6.3, iso400.

Mi sporgo con cautela, sotto lo sguardo vigile della guida, per scattare delle foto al ghiaccio galleggiante, avvistiamo anche a breve distanza alcune foche barbate che si riposano sui banchi ghiacciati che si lasciano avvicinare e fotografare incuranti della nostra presenza. Dopo aver costeggiato delle basse scogliere dove nidificano gruppi di urie e di oche faccia bianca scendiamo a terra per la nostra prima escursione artica; il tempo non è ancora dei migliori, in ogni caso la suggestione c'è tutta e gli scatti con il grandangolo non vengono certo lesinati.




Canon EOS 5D, Canon EF17-40 f4.0L, 1/200 f/16, iso320.

La nostra prossima tappa è Ny Alesund, l'insediamento abitato più settentrionale del mondo, in una location spettacolare circondato da picchi innevati, e qui il 500mm inizia a lavorare! Appena al di fuori delle stradine (sterrate) del paese molte sterne codalunga stanno nidificando, alcune non ci degnano della minima attenzione, altre ci attaccano con delle picchiate minacciose per difendere il loro nido; avvistiamo qui anche delle belle renne delle Svalbard, che subiscono con distacco lo stesso trattamento da parte delle sterne, e un candido gabbiano d'avorio, intento a nutrirsi di brandelli di pelli di foca stese ad essiccare.

Una terza escursione serale sui gommoni ci porta in una vicina baia, dove delle giovani renne delle Svalbard ci si avvicinano curiose permettendomi di riprenderle benissimo con il 500mm. La giornata però non è ancora finita, infatti degli ampi squarci nella coltre di nubi preannunciano finalmente un cielo sereno e luminosissimo, la nave quindi si dirige molto opportunamente verso il fronte di un altro ghiacciaio, il Kongsvegen. La luce ora è perfetta, gli scatti si susseguono, sotto le pareti del ghiacciaio fulmari, gabbiani tridattili, urie volano incessantemente, alcuni gruppi di uccelli sono posati in maniera molto coreografica su dei grandi blocchi di ghiaccio, un vero spettacolo!




Canon EOS 5D, Canon EF70-200 f4.0L IS, 1/3200s f/6.3, iso250.

Ci fermiamo ad ammirare questo panorama per un paio d'ore, poi la cena, e di nuovo fuori sul ponte a sfruttare la luce di un sole che appare sempre alto nel cielo, che giornata magnifica!


Martedì 24 Giugno 2008

Come già preannunciato dalla nostra guida danese la massiccia presenza del pack ghiacciato a nord, ma soprattutto ad est dell' isola principale non ci permetterà di visitare la parte orientale dell'arcipelago, quella che risente ancora di più del freddo clima artico, non essendo lambita, come la costa occidentale, dalle estreme propaggini della Corrente del Golfo.
Il programma viene rapidamente cambiato ed adattato alle nuove circostanze: si navigherà almeno per oggi attraverso il pack ghiacciato, e quello che sembrava inizialmente una soluzione di ripiego si rivelerà una fonte di emozioni irripetibili.
Incontriamo i primi lastroni di ghiaccio alla deriva, dapprima radi, via via sempre più fitti e compatti, la prua della nave si incunea nel pack ghiacciato, spezzando e frantumando, aprendosi un varco in quell'infinita distesa bianca, la sua spinta crea dapprima una fenditura, poi una faglia che ci precede e che ci apre la via, imponenti ma al tempo stesso effimeri blocchi di ghiaccio vengono sospinti e sembrano farsi da parte al nostro passaggio, intrusi invasori di uno spazio silenzioso ed immobile.

Anche gli uccelli qui sono più rari, gabbiani glauchi, simili ai nostri reali, urie nere, gli immancabili fulmari che come pesci pilota affiancano la nave o volano dietro la sua scia, gabbiani tridattili. Superiamo gli 80°N e avvistiamo in lontananza delle chiazze scure, la nave si avvicina lentamente verso il primo grande avvistamento della giornata, sono degli enormi trichechi che si riposano su un lastrone di ghiaccio e che ci osservano incuriositi man mano che ci avviciniamo.
Corro in cabina a prendere il 500m e man mano che la nave si avvicina scatto molte foto a grossi maschi dalle lunghe zanne, femmine e piccoli, via via sempre più vicini, fino ad averli a pieno formato.




Canon EOS 5D, Canon EF70-200 f4.0L IS, 1/2000s f/6.3, iso250.

Ma tutti aspettiamo LUI, il vero signore dell'Artico, i birdwatchers scandagliano con potenti cannocchiali l'infinita banchisa, alcune foche della Groenlandia nuotano e saltano di fronte alla nave, passano le ore, si fa sera e ancora nulla, qualcuno crede di averlo avvistato, ma è un falso allarme, era solo un blocco di ghiaccio dalla strana forma, e si va avanti, felici anche solo di essere qui, soli in questo fantastico ambiente. Ma poi un grido: qualcuno l'ha avvistato, punto il teleobiettivo alla sua ricerca, e finalmente eccolo, è lui, l'orso polare, è un maschio adulto disteso sulla neve, si fa avvicinare sino a un centinaio di metri, poi si alza in piedi, immenso come solo lui può essere, sbadiglia mostrando la lingua blu e se ne va, piano piano,scomparendo tra le fantasiose sculture di neve create dal gelo e dal vento.

Seppur felice per l'avvistamento il mio "critico" spirito fotografico rimane un po' deluso?tutto qui? Una serie di scatti distanti con il 500mm e l' 1.4X non mi lasciano molto appagato, spero già in altre occasioni migliori, e fortunatamente l'attesa è breve, infatti poco dopo localizziamo altri tre esemplari: uno scompare in pochi minuti, mentre due, probabilmente fratelli, si cibano sulla carcassa di una foca. Questa era l'occasione che avevo sognato tante volte nei lunghi mesi che avevano preceduto il viaggio! La postazione sul ponte si rivela ottima, l'altezza non è eccessiva, la distanza si fa pian piano minore, tolgo il moltiplicatore di focale, abbasso gli ISO, scatto a raffica mentre uno dei due animali si allontana, il cielo non è molto luminoso ma la neve riflette ed illumina sufficientemente la scena, l'orso rimasto non appare affatto disturbato e continua a divorare gli ultimi brandelli di carne . Finito il banchetto, forse infastidito dalla nave, ora davvero vicina, si allontana velocemente e si disperde nell'orizzonte bianco. Che splendida giornata!


Mercoledì 25 Giugno 2008


Questa mattina il cielo è di nuovo scuro, c'è una fitta nebbia che non ci permette di visitare un antico insediamento di balenieri olandesi (poco male?). In alternativa ci dirigiamo verso Norskoya, dove scendiamo in una spiaggia disseminata da blocchi di ghiaccio: qui ci dividiamo in due gruppi, i più volenterosi si inerpicano sul fianco di una collina per ammirare i panorami circostanti (anche se la visibilità per ora è davvero scarsa), io rimango con il gruppo dei pigri nei pressi della spiaggia, attratto in realtà dalla presenza di una piccola colonia di sterne codalunga, che ci sorvolano come al solito con grida minacciose. Poco più avanti una coppia di bellissimi labbi sorveglia da un masso i nostri spostamenti, inginocchiato riesco con cautela ad avvicinarmi ad uno di loro, che mi concede qualche rapido scatto con il 300mm prima di involarsi.




Canon EOS 5D, Canon EF70-200 f4.0L IS, 1/4000s f/6.3, iso200.

Scopriamo poi che hanno il loro nido con tanto di uova nei paraggi, quindi ci allontaniamo per non disturbare ulteriormente questi splendidi uccelli, maestri della pirateria aerea. E' bellissimo anche solo osservare i loro velocissimi inseguimenti alle sterne, con rapide picchiate e fulminee virate costringono le malcapitate a mollare la preda appena pescata.
Come risaliamo in nave il cielo si scopre completamente, e ci dirigiamo verso la nostra nuova meta, e verso uno dei miei più ambiti obiettivi: l'isola di Fuglesangen, che ospita un'enorme colonia di gazze marine minori (o little auks), piccoli alcidi diffusi solo nelle isole artiche ma presenti alle Svalbard in numero elevatissimo, si parla infatti di milioni di individui. Pur avendo visitato diverse
colonie di uccelli marini in Nord Europa rimango davvero sorpreso dal numero di gazze marine minori che abitano questi pendii sassosi, il cielo è pieno di questi piccoli uccelli che si involano in gruppi numerosissimi, il loro vocio stridulo riempie l'aria, si sente addirittura il rumore delle loro ali che frullano velocissime sopra di te.

Salire fino ai margini della colonia non è semplice, c'è molta neve e si affonda facilmente, lo zaino ed il cavalletto intralciano non poco i movimenti, ma alla fine riesco a trovare un buon punto di appoggio per iniziare a fotografare queste "piccole pesti" che non stanno mai ferme?un momento sono vicinissime, un attimo dopo, spaventate da chissà cosa, si involano in massa per poi tornare di nuovo negli stessi punti, tento delle foto al volo ma sono davvero troppe e troppo veloci, è impossibile seguire un soggetto, mi dedico quindi a ritratti più canonici, prima con il 500mm e poi con il 300mm quando la loro distanza è davvero ravvicinata, e riesco anche a fotografare una coppia nelle varie fasi del corteggiamento!




Canon EOS 40D, Canon EF300 f4.0L IS, 1/320s f/5.6, iso200.

Gran parte del pomeriggio passa quindi su questa isola, e con rammarico ad una certa ora ci rimbarchiamo sugli Zodiac per tornare alla nave.


Giovedì 26 Giugno 2008

La giornata si preannuncia stupenda, durante la notte la nave ha raggiunto il fiordo di Lillehookfjorden ed è ora ancorata di fronte al maestoso ghiacciaio di Lillehookbreen, non c'è una nuvola ed il sole splende già alto (sono le 6,30?). Il bianco del fronte del ghiacciaio si riflette nel blu delle acque, talvolta un fragore ci fa sobbalzare e ci mostra un lastrone di ghiaccio che si è appena staccato dalla parete verticale ed è crollato rumorosamente in mare, dando vita ad iceberg dalla purezza cristallina.
Molti uccelli nuotano placidi accanto alla nave ancorata, soprattutto fulmari, e poi urie di Brunnich, gruppi di colorati edredoni arrivano in volo, le sterne pattugliano perennemente la superficie del mare in cerca di piccole prede, qualche pulcinella di mare passa rapido sopra la nave, il tutto in un silenzio per noi inconsueto, dove gli unici suoni sono quelli della natura che ci circonda.
Saliamo a bordo degli Zodiac per un'escursione lungo il fronte del ghiacciaio, oggi per la prima volta la temperatura raggiunge i 10°C; dopo aver costeggiato una piccola isola rocciosa dove avvistiamo degli stercorari maggiori e dei falaropi beccolargo puntiamo dritti verso alcuni banchi di ghiaccio: lì degli stupendi esemplari di foca barbata sonnecchiano pigramente.




Canon EOS 40D, Canon EF300 f4.0L IS, 1/1000s f/5.6, iso250.

La luce è perfetta, scatto inizialmente con il 300mm, per poi passare al 70-200, siamo ad un paio di metri di distanza da questo magnifico animale che ci osserva con superbo distacco, scatto molte immagini appoggiato al bordo del gommone per minimizzare i movimenti, il pilota (come la foca del resto) è molto cooperativo e ci lascia scattare senza metterci sotto pressione.

Nel pomeriggio ci attende un'escursione sul ghiacciaio Mayerbreen, il tempo è sempre ottimo, anche qui ci dividiamo in più gruppi e questa volta faccio lo sportivo (anche perché non porto né 500mm né cavalletto?) e mi inerpico insieme ad altre persone per una ripida salita che costeggia il ghiacciaio, con un impervio monte che incombe sopra di noi, tra fango, neve e ruscelli provocati dallo scioglimento del ghiaccio. La guida stavolta non sembra molto sicura del fatto suo e soprattutto la discesa si rivela abbastanza impegnativa, qualcuno scivola, qualcun altro si distacca un po' dal gruppo per ritornare al punto di partenza, insomma c'è un po' di confusione, ma in ogni caso il tutto è ripagato sia dalla vista dall'alto del fiordo e del ghiacciaio ai nostri piedi, sia dalla presenza di una stupenda pernice bianca, che ci concede qualche rapido scatto prima di involarsi.




Canon EOS 5D, Canon EF17-40 f4.0L, 1/1000 f/8, iso200.

Complice il bel tempo questa sera si mangia all'aperto sul ponte della nave, ci si ferma all'estremità di un calmo fiordo con le montagne innevate ed illuminate dal sole che si riflettono perfettamente sulle placide acque della baia, un ulteriore grande spettacolo.


Venerdì 27 Giugno 2008

Oggi si naviga di nuovo attraverso il pack, la giornata oggi è davvero ottima e ci permette di ammirare in tutta la sua magnificenza questo ambiente irreale e la sua fauna.
Dei gruppi di acrobatiche foche della Groenlandia compiono dei veloci balzi al passaggio della nave, avvistiamo a breve distanza delle bianche gobbe: sono degli splendidi beluga, la nave li segue per un po', riesco a fare degli scatti con un'ottima luce prima che scompaiano dalla nostra vista, una balenottera minore rivela la sua presenza con un forte spruzzo e si inabissa rapidamente?è davvero un susseguirsi di emozioni. Poi abbiamo di nuovo la fortuna di avvistare una altra coppia di orsi polari, questa volta la luce è migliore della volta scorsa ed i due animali non mostrano il minimo fastidio al lento avvicinarsi della nave.




Canon EOS 40D, Canon EF500 f4.0L IS.

Un buco circolare, in cui l'acqua è tinta di rosso sangue, indica una caccia coronata dal successo.
I due orsi tolgono con precisione chirurgica la pelle dal corpo senza vita di una foca dagli anelli, evidentemente appena catturata e strappano brandelli di carne, è una scena cruenta e primordiale e noi siamo privilegiati nel potervi assistere; finalmente sollevano i loro musi rossi di sangue, sono enormi e ora a pieno formato, ci osservano e ci fiutano, la nave sarà a meno di trenta metri da loro, si sfidano attaccandosi a fauci spalancate, ruggiscono e litigano per il possesso della grassa e calorica preda, mentre i gabbiani glauchi e d'avorio attendono i residui del pasto volando nervosamente nei dintorni.
Rimango a scattare un paio d'ore, forse di più, ho perso completamente la cognizione del tempo, il vento ghiacciato mi penetra attraverso i guanti leggeri che uso per fotografare, spesso devo muoverele dita per mantenerle sensibili e pronte, finché finisce il banchetto, il più lesto dei due si impossessa della preda, la immerge nel mare insanguinato e la porta con se, allontanandosi, l'altro prima di seguire il compagno mi regala un maestoso e fiero avvicinamento frontale: è il coronamento dei miei sogni, davvero un'esperienza fantastica! Passiamo poi altre ore a girovagare nel pack, la nave ad un certo punto è costretta a fare "retromarcia" per non correre il rischio di rimanere bloccata nel pack più compatto, ma tutto fa parte di questa grande avventura che stiamo vivendo.




Canon EOS 40D, Canon EF500 f4.0L IS, 1/2500s f/5.6, iso250.

Ci avviciniamo nuovamente ad un grosso esemplare di tricheco: è un maschio adulto dalle lunghe zanne, che talvolta appoggia sul ghiaccio per sostenere l'enorme capo, la luce è splendida e radente, anche qui il 500mm (che ho capito conviene tenere sempre a portata di mano quando si è sul ponte della nave) si dimostra perfetto; il capitano deve essere un appassionato di fotografia naturalistica, o perlomeno capire le nostre esigenze, gli avvicinamenti sono sempre lenti e cauti, una volta arrivati vicino ai soggetti il motore della nave viene addirittura spento, così da eliminare pericolose vibrazioni, insomma un vero professionista!




Canon EOS 40D, Canon EF500 f4.0L IS, 1/1250s f/5.6, iso320.

Nel pomeriggio la nave inizia la discesa verso sud, continuando a costeggiare imponenti montagne innevate, entriamo quindi nella baia di Magdalenefjorden, uno dei punti più coreografici dell'arcipelago con le sue bianche cime che avvolgono la baia, i blocchi di ghiaccio galleggianti in un'acqua di color turchese, delle lunghe lingue sabbiose perlustrate al solito dalle sterne codalunga, e qui scendiamo per fare una breve escursione.
Questa volta si è alzato un forte vento, soprattutto il ritorno in Zodiac verso la nave è un po' problematico per via del mare non proprio calmo, alcune persone si ritrovano in breve tempo fradicie per via degli spruzzi d'acqua: io tengo stretto tra le ginocchia lo zaino sperando che non si bagni, ma sono fortunato ed arrivo tutto sommato asciutto a destinazione.


Sabato 28 Giugno 2008

Ci svegliamo di nuovo con un bellissimo cielo azzurro, la nave ha viaggiato per tutta la notte in direzione sud, e continua a costeggiare un panorama sempre diverso ed affascinante. Dedico queste prime ore della mattina a fotografare i fulmari che scivolano nell'aria accanto alla nave, il 300mm è anche troppo spinto e uso quindi il 70-200; talvolta arrivano vicinissimi, potresti toccarli solo allungando un braccio, sono davvero padroni dell'aria.

A colazione la guida ci comunica un ulteriore cambio di programma: la prevista "landing" in un sito dove normalmente stazionano dei gruppi di trichechi non si può fare per la presenza di un'altra nave, e per non disturbare quindi i trichechi con troppe persone; rimango un po' deluso ma pazienza, per fortuna li ho già fotografati molto bene nei giorni scorsi. Le alternative in fondo non mancano, sbarchiamo quindi con gli Zodiac in un'area chiamata Farmhamna, un vasto pianoro perfetto per un'escursione nella tundra artica. Nella speranza di fotografare labbi o altre specie di uccelli mi carico dell'attrezzatura al gran completo, incluso cavalletto; in realtà la lunga passeggiata ci offre diverse opportunità per foto paesaggistiche ma un po' meno per foto di animali, al di là di un gruppo di renne di cui troviamo anche dei coreografici palchi a terra.




Canon EOS 40D, Canon EF70-200 f4.0L IS, 1/640s f/5.6, iso200.

Attraversiamo un terreno molle ricoperto da una bassissima e scarna vegetazione e diversi piccoli corsi d'acqua allontanandoci parecchio dal punto di partenza; la temperatura stavolta è relativamente mite e tra giaccone, zaino e cavalletto arrivo abbastanza provato alla fine dell'escursione e ai sospitrati Zodiac.
Dopo questi giorni di ininterrotti bagni di natura, dedichiamo l'ultimo pomeriggio del nostro tour alla visita di una cittadina mineraria russa ancora attiva, Barentsburg. La cittadina in se è decisamente brutta, un relitto di quella che doveva essere la realtà russa anni addietro, comunque la visita si rivela in ogni caso interessante, anche per la presenza di una nutrita colonia di gabbiani tridattili che nidificano sui cornicioni di bassi edifici.

Torniamo in nave per i saluti, gli scambi di indirizzi e-mail e gli arrivederci ad una prossima crociera con la stessa compagnia (magari in Antartide?), rimango ancora il più possibile sul ponte della nave per catturare con lo sguardo e con le foto tutta la meraviglia che mi circonda, ma ad una certa ora bisogna in qualche modo prendere distacco e fare le valigie per il risveglio all'alba dell'indomani mattina: mi attende una lunga e faticosa giornata di trasferimenti aerei e una temperatura all'arrivo a Roma di una trentina di gradi superiore?e soprattutto una sicura nostalgia per questi giorni di immersione totale in un mondo così lontano dalla nostra quotidianità ma così vicino alle nostre più vive passioni.




Canon EOS 5D, Canon EF70-200 f4.0L IS, 1/1600s f/8, iso200.

Non so se riuscirò a tornare in queste magiche isole, o se gli sconvolgimenti climatici le cambieranno in un lontano futuro, so per certo che mi hanno regalato dei momenti di grandissima soddisfazione e delle irripetibili emozioni di cui spero di aver anche solo in minima parte reso l'idea con le mie immagini.



Franco Pacelli 'Alomar' vive e lavora a Roma; da più di vent'anni segue la sua principale passione, viaggiare per fotografare la natura e gli animali nel loro ambiente.
E' sempre stato particolarmente affascinato dall'ambiente delle isole, per questo nei suoi viaggi ne ha visitate diverse, come Galapagos, Lofoten, Seychelles, Shetland, e per ultime le Isole Svalbard, tutti luoghi magnifici che gli hanno lasciato un ricordo indelebile. Ha sempre utilizzato materiale Canon, e da un paio di anni è passato al digitale e ha scoperto così, anche grazie al JuzaForum, la possibilità di condividere con altri fotografi immagini ed esperienze.
Collabora da parecchi anni con l'agenzia fotografica del WWF, Panda Foto di Roma, e diverse sue immagini sono state pubblicate su riviste e libri di fotografia naturalistica. Potete vedere le sue foto nel sito www.pbase.com/alomarphoto, e altre foto delle Svalbard alla pagina www.pbase.com/alomarphoto/svalbard.




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avatarsupporter
inviato il 22 Febbraio 2015 ore 21:53

Complimenti per questa bellissima avventura, ben illustrata e descritta con passione. Cool

avatarsupporter
inviato il 02 Luglio 2016 ore 16:24

Un bellissimo viaggio meravigliosamente raccontato in parole e foto, complimenti

avatarsupporter
inviato il 02 Luglio 2016 ore 20:31

Magnifica avventura..e splendide foto Eeeek!!!

avatarsupporter
inviato il 10 Maggio 2017 ore 1:30

Bel racconto e belle foto, complimenti:-P
Claudio;-)

avatarsupporter
inviato il 13 Luglio 2019 ore 19:32

Splendido reportage, complimenti
Ciao marco

avatarsupporter
inviato il 26 Luglio 2019 ore 21:35

Gran bel documentario, sono molto affascinato dalle innumerevoli possibilità di scatto. Complimenti!!

avatarjunior
inviato il 22 Maggio 2022 ore 19:23

Interessantissimo documento corredato da delle belle foto, complimenti





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