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Monti Sibillini a -12 gradi


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Monti Sibillini a -12 gradi, testo e foto by Maurizio Pignotti. Pubblicato il 07 Settembre 2011; 2 risposte, 6371 visite.





E' molto importante secondo me, oltre alle informazioni tecniche di uno scatto, tutto il retroscena per realizzarlo, dal backstage alle varie peripezie che di volta in volta possono capitare.Tutto cio' rende lo scatto piu' interessante con una sua storia, e le difficolta' lo rendendono ancora piu' prezioso. La mia passione per i monti sibillini e' nota a chi mi conosce o segue da tempo. Gli scenari che offre questo parco nazionale sono infiniti e la sua natura, ancora in gran parte incontaminata, ne fa una delle oasi piu' importanti del centro Italia.

I monti sibillini vengono suddivisi in alcune aree o versanti. Quello che secondo me rimane uno dei piu' suggestivi e particolari e' il versante ovest confinante con la regione Umbria ma e' difficile fare paragoni perche' le aree sono diverse tra loro e uniche nelle loro particolarita'. La zona di cui parlero' nel mio reportage e' situata dove una volta dominava un lago glaciale e la sua conformazione la rende molto fotogenica nel suo genere. Castelluccio è una frazione del comune di Norcia (PG). Il paese si trova in cima ad una collina che si eleva sull'omonimo altopiano, uno dei più vasti dell'Italia centrale ed inserito nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L'altezza di 1.452 m s.l.m. ne fa il centro abitato più elevato dell'Appennino Umbro-Marchigiano. Di fronte ad esso si erge imponente la sagoma del Monte Vettore (2.476 m). Il paese si trova a circa 28 km di distanza da Norcia, ed è raggiungibile attraverso una strada panoramica. Secondo i dati Istat del 2001, è abitato da 150 residenti.

Tra fine maggio e i primi giorni di luglio, l'altopiano di Castelluccio è testimone di un evento di particolare importanza, La Fioritura. Per diverse settimane la monotonia cromatica del pascolo, viene spezzata da un mosaico di colori, con variazioni di toni che vanno dal giallo ocra al rosso. Anche se la festa della "Fiorita" ricade nella terza e nell' ultima domenica di Giugno, non esiste un preciso giorno per ammirare questo incantevole spettacolo. Ogni anno tutto è affidato all'andamento climatico della stagione. Chiamata dagli abitanti di Castelluccio "Lénta", è il prodotto rappresentativo del paese per eccellenza. L'uso di questo legume è antichissimo come dimostra il ritrovamento di semi in tombe neolitiche datate 3000 A.C. La lenticchia è una pianta annuale, che fiorisce tra maggio e agosto, appartenente alla famiglia delle leguminose. L'inconfondibile sapore, le dimensioni molto piccole, la resistenza ai parassiti e la coltivazione esclusivamente biologica, oggi ne fanno un prodotto ricercatissimo. Viene seminata non appena il manto nevoso è completamente disciolto.
Nei mesi invernali questa zona si trasforma, magicamente, in una lunga distesa di neve e ghiaccio: sembra di essere in un altopiano di tipo afgano vicino al tetto del mondo "tibet"; le temperature possono essere anche molto rigide, il clima e' mutevole e repentino nei suoi cambiamenti e tutto questo a volte lo rende un'ambiente quasi ostile ma molto affascinante per un fotografo naturalista che ama un pizzico di avventura. Pensate nel gennaio 1985 nelle piane di castelluccio il termometri battevano -35° centigradi e non molto tempo fa nel marzo 2005 si sono raggiunti -32°.. insomma temperature "polari" o hymalayane. Quello che vi raccontero' in seguito non affronta queste temperature, comunque molto basse, e in questi casi le difficolta' aumentano notevolmente. Scattare una foto in estate a 30° e scattarla in inverno a -12° credetemi se vi dico che non e' la stessa cosa. Comunque l'ambiente e l'aria che si respirano da queste parti mi fanno un effetto particolare.. sia fisico che mentale! L'aria e' decisamente pura e priva di inquinamento, quindi i polmoni ne possono solo giovare ma anche lo scenario che vi si presenta, ogni volta diverso, lascia il segno.




Ho dunque deciso di fare un piccolo reportage invernale di questa zona ma dovevo farlo con le condizioni adatte, cioe' con neve e basse temperature, perciò non mi rimaneva che aspettare il momento giusto per organizzare la cosa ed intraprenderla. Finalmente arrivano le prime nevicate, troppo brevi e con temperature che sciolgono subito il manto nevoso. L'inizio del mese di dicembre 2010 sembra il periodo giusto, quello da sfruttare al meglio visto che il sole rimane spesso basso all'orizzonte e le giornate sono cortissime, condizione ideali per non avere una luce troppo dura e poco creativa.

Il 5 dicembre 2010 alle ore 03.00 del mattino sono partito con la mia attrezzatura verso l'altopiano di Castelluccio. La partenza e' di buon mattino perche' mi necessitano almeno 1,5 - 2 ore di auto per arrivare e, calcolato che devo trovarmi una buona postazione e una luce adatta, bisogna darsi da fare. Premetto che il giorno prima di un "raid" fotografico di un certo tipo controllo sempre le previsioni meteo e tramite le webcam in rete controllo lo stato di innevamento del luogo. Appurato che c'era neve fresca e tempo bello ho deciso di partire. L'unica cosa che mi faceva un po' tremare era la temperatura prevista, circa -12 gradi centigradi per quella fascia oraria, con strade completamente ghiacciate. Fortunatamente, in previsione dei miei raid fotografici invernali, ho montato 4 gomme termiche nuove di zecca, ad alta densita' con mescola particolare e devo dire che i risultati sono stati ottimi visto il grip delle gomme su pure lastre di ghiaccio. E' importante in questi casi portare qualche snack ad alto contenuto calorico (aiuta a sopportare il freddo) e soprattutto un abbigliamento adatto che faccia da scudo a queste temperature. L'attrezzatura, in queste condizioni estreme, puo' andare in crisi se subisce shock termici veloci, perciò fate gradualmente abituare le lenti alla nuova temperatura. La batteria deve essere carica, altrimenti va giu' rapidamente con questo freddo e se fate molti scatti meglio portarsene una di riserva. Una volta partito tengo sempre il navigatore satellitare acceso, non perche' non conosca la strada...ma per evitare multe agli autovelox che sono numerosi su queste strade e che potrebbero rendere "costosissimo" il suddetto "raid fotografico". Il fatto che a quest'ora la citta dorma e un silenzio irreale, rendono tutto di per sé particolare, ma.... mano a mano che ci si avvicina ai luoghi del parco diventa magia pura tutto cio' che si vede.




Lo scenario che mi si presenta salendo di quota e sempre piu' suggestivo ed intenso, le mie speranze di fare ottimi scatti sono sempre piu' concrete. Le strade cominciano ad essere completamente bianche e ghiacciate però gomme fanno il loro dovere alla grande. Alle cinque del mattino è notte fonda, sotto un cielo stellato irreale.. il pianeta Venere splende con una luminosita' impressionante...sotto ....un manto bianco di neve e ghiaccio.

Arrivato a Castelluccio inizio a scendere per il pian grande. A questo punto le cose si complicano: un "tappeto" di nebbia fitta e bianca si stende sopra la piana; io ci entro dentro. La visibilita' è ora pressoche' nulla.. 2-3- metri, e nel frattempo si e' alzato un vento forte e gelido (vi ricordo i -12 gradi centigradi). Il mio entusiasmo e le mie speranze di fare ottimi scatti vanno lentamente scemando in un pessimismo sempre piu' presente. Credo di essere stato l'unica persona presente quella mattina, a quell'ora, con quel clima, non vedendo passare auto o persone.. nulla di nulla! Sembrava di essere nel luogo piu' remoto della terra in quel momento, eppure la cosa rendeva il tutto ancora piu' affascinante.




Ad un certo punto decido di proseguire verso Forca Canapine, che si trova piu' in alto, nella speranza di "bucare" la nebbia ed aprirmi un varco per fare i primi scatti.
Le mie speranze vengono premiate. Tutto ad un tratto mi si apre la visuale, e senza esagerare, mi toglie il fiato per la sua bellezza e suggestione! Vedo d'innanzi a me la mole del Monte Vettore che buca la nebbia soffice e candida; a sinistra Castelluccio riesce anche lui ad uscire da questo tappeto bianco, il tutto con un cielo incomparabile ricco di stelle e Venere che splende incontrastato alla destra di tutto lo scenario, completamente innevato e gelido.




Visto l'approssimarsi dell'alba e dei vari colori che si susseguono cerco di non perdere tempo e mi trovo una postazione su un costone, a ridosso di un dirupo con ottima visuale su tutta la valle: decido di fermarmi e preparare l'attrezzatura. In queste situazioni estreme, ci si muove molto male; faccio un esempio: prendo il cavalletto e cerco di aprirlo e stenderlo ma il freddo e' talmente forte che si incolla continuamente ai miei guanti e rimane difficile manovrarlo; gli scarponi sembrano incollarsi a terra ogni volta che faccio un passo, però lentamente ci si abitua e si va avanti.
Finalmente l'attrezzatura è pronta ed inizio i primi scatti. Con scarsita' di luce, onde evitare il mosso, uso il telecomando e blocco lo specchio della reflex; uso iso molto bassi per evitare al massimo il rumore e dare piu' dettaglio. Alla fine c'è anche un lavoro di post produzione (che a volte non nascondo) particolare e molto elaborato.
Fatte le prime foto cerco sempre di spostare la postazione in modo da avere diversi punti di vista e diverse angolazioni. In questi casi il tempo e' prezioso perche' la luce migliore dura poco..non c'è molto tempo allora bisogna scattare molto.. in poco tempo e con tarature diverse.
Ad un certo punto, mentre stavo scattando, vedo da lontano in mezzo ai rami innevati 2 sagome muoversi; poco dopo comprendo che sono dei lupi dal colore e dal pelo. Non faccio nemmeno in tempo a spostare la mia reflex che questi se la sono gia' svignata....e con piccolo rammarico riprendo a scattare foto al paesaggio, che ogni modo continua a sprigionarmi emozioni forti .

Quando il sole gradualmente inizia ad alzarsi riscendo nella piana nell'intento di spostare le mie inquadrature e cogliere sfumature diverse e con molta soddisfazione, dopo alcune ore di scatti, mi avvio verso casa sapendo che qualcosa di buono ho portato in cascina.


Maurizio Pignotti è nato a Civitanova Marche, una cittadina della riviera adriatica, in linea d'aria piuttosto vicina all'appennino marchigiano, dove si trova il parco nazionale dei Monti sibillini. Ha 43 anni, il suo lavoro da imprenditore è nel settore delle fonti energetiche rinnovabili Fotovoltaico. Le sue originarie passioni, sin dall'eta' di 9 anni, erano l'astronomia e la fotografia astronomica con telescopio. Da sempre amante della natura e della wilderness, le montagne ed il mare vicini gli hanno dato la possibilita' di apprezzare la natura e le sue bellezze. Affezionato escursionista nei vari itinerari dei sibillini e sempre accompagnato dalla fotografia; la prima reflex è stata una Pentax me super a pellicola, il passaggio al digitale risale all'estate 2003. Appassionato anche di tecnologia e software, nel 2010 ha deciso di mettere online le sue fotografie, dedicate in maniera particolare alla catena dei monti sibillini, con un sito personale www.montisibillini.altervista.org



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avatarjunior
inviato il 25 Dicembre 2014 ore 0:45

Bravo Maurizio, ottimo articolo e foto,anche io sono un ammiratore delle zone di Castelluccio e dello spettacolo meraviglioso della fioritura,però pur stando a Porto san Giorgio non sono mai andato in inverno,ma dalle tue splendide foto ne sono molto invogliato,pur ......odiando il freddo!!!!

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2016 ore 20:04

ottimo articolo e foto davvero molto belle. Da anni vado a Castelluccio ed ogni volta è una grande emozione, soprattutto in inverno sotto un cielo stellato





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