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La conoscenza è importante. Ma quale?


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avatarsenior
inviato il 08 Giugno 2019 ore 23:03

È vero con la cultura cresce pure la fantasia e l'estro. Una cosa più importante della cultura c'è però è basta leggerlo.

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=3211819&srt=data&show2=1&l=it


avatarsenior
inviato il 08 Giugno 2019 ore 23:35

Come spesso accade, questo topic è stimolato da qualche discussione recente.
In generale, sull'utilità della "cultura" per fare buone fotografie, qualcosa si era detta proprio nel gruppo alla cultura fotografica dedicato:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=1236155

Ma qui il tema è un altro: non cerco risposte, non quindi suggerimenti, ma mi piacerebbe conoscere i vostri pareri.
Senza dire "è tutto soggettivo": certo che lo è, e proprio per questo l'invito non è a trovare la verità, ma a esprimere il vostro punto di vista personale. Soggettivo appunto. Senza fare buoni e cattivi Cool

Ovvero: spesso si dice che conoscere è importante. Leggere e sapere sono parte del fotografante evoluto.

Ma conoscere cosa?
Concezioni filosofiche?
Manualetti sulle caratteristiche tecniche del raw?
Biografie di fotografanti famosi?
O magari "il Processo" di Kafka?
O ancora le fotografie? Quelle dei grandi? Attraverso mostre?

Questo perché, spesso, si taccia qualcuno di "igno.ranza" su questioni che magari un senso tecnico o filosofico ce l'hanno pure, ma che sono poi tutt'altro che essenziali per dedicarsi con proficuità alla fotografia.

Quindi, detto che a chi fotografa "sapere un po' di cose" male non fa, quali sono i fronti che, secondo voi, hanno maggior peso nel bagaglio di conoscenze di un fotografante?

PS: nessuna contrarietà al suggerimento di testi specifici o a linkare fonti.
Ma siccome in molti topic è già stato fatto con continuità nel tempo (e non credo aiuti ulteriormente suggeire Feininger o magari Freeman o Ghirri) mi piacerebbe avere un punto di vista generale, sui tipi di contenuti ;-)


La domanda posta in questo thread offre tantissimi spunti e per rispondere in modo esauriente probabilmente non basterebbe un libro, ammesso e non concesso di essere in grado di scriverlo (non è il mio caso purtroppo).

La fotografia, è, o almeno dovrebbe essere, la sintesi di una serie di conoscenze, ed è un processo in serie, ovvero delle varie componenti che la compongono, quella più "debole" ne determina la qualità finale.

Provo a spiegare meglio il mio pensiero.
Le tre componenti principali durante la fase di scatto le sintetizzo in: il soggetto, la capacità del fotografo di descriverlo al meglio, la tecnica. La quarta componente è la post produzione.

Soggetto
Il fotografo deve innanzi tutto conoscere il soggetto. Se sono un astrofotografo non posso non avere una conoscenza seppur di base della meccanica celeste, se fotografo animali, che siano mammiferi o uccelli, non posso prescindere dalla conoscenza del loro comportamento, se voglio fare un reportage in un paese straniero, non posso non conoscere la cultura di quel paese.

Descivere il soggetto
Oltre alla conoscenza del soggetto, il fotografo deve avere la capacità di rappresentarlo al meglio. Questa secondo me è la componente della fotografia più insidiosa, quella che può fare la differenza tra una foto banale ed una grande foto, ed il confine secondo me è molto sottile.
Per prima cosa occore a mio modo di vedere una sensibilità, o meglio un'empatia, verso il soggetto che si intende immortalare, questo perchè l'interesse o l'attrazione verso esso spinge il fotografo a vederlo sotto diverse forme e/o volerne enfatizzare determinati aspetti. In secondo luogo occorre una conoscenza artistica che aiuti a tradurre in una forma grafica interessante il nostro soggetto. Lo studio del lavoro di altri fotografi che hanno fatto la storia della fotografia può aiutare molto, ma dovrebbe essere "solo" una fonte di ispirazione e non semplice copiare. Molto utile sia in termini compositivi che di accostamento dei colori è lo studio dei grandi pittori del passato più o meno recente.

La tecnica
Beh su questo aspetto, forse il più semplice al giorno d'oggi, non mi dilungherei più di tanto, anche in questo caso occorre studio e pratica.

La postproduzione
è una componente imprescindibile. Una foto può cambiare completamente se postrodotta bene o male. Occorre dunque una conoscenza anche in questo campo.

Ovviamente l'argomento è troppo vasto e mi rendo conto come concetti espressi in due righe possano apparire superficiali. Prendete pe favore le mie considerazioni solo come una bozza di alcuni concetti che mi ronzano in testa quando penso a questo argomento, e nulla più ;-)



user177356
avatar
inviato il 08 Giugno 2019 ore 23:36

Non è solo questione di cultura, ma come diceva Giacomelli "di aver qualcosa da dire."


A mio avviso, la cultura:
1. ti aiuta molto a dire cosa hai da dire;
2. spesso ti consente di avere qualcosa da dire.

Per rispondere alla domanda: dipende. Nel senso che in gran parte dipende dal tipo di foto che vuoi fare. Se vai a Varanasi e non sai nulla della cultura indù della morte, finirai per fare foto "che non dicono nulla", per esempio. Immagino che un fotografo naturalista con una buon background di etologia animale abbia una marcia in più. Un mio amico architetto faceva foto, appunto, di architettura che io non sarei mai stato in grado di immaginare.

A me sembra, purtroppo, che molti fotografi dilettanti non abbiano altre passioni o interessi che la fotografia, il che rende spesso le loro opere un po' sterili, perché fini a sé stesse.

avatarsenior
inviato il 08 Giugno 2019 ore 23:41

Ma conoscere cosa?
Concezioni filosofiche?
Manualetti sulle caratteristiche tecniche del raw?
Biografie di fotografanti famosi?
O magari "il Processo" di Kafka?
O ancora le fotografie? Quelle dei grandi? Attraverso mostre?

La cultura, che secondo me è diversa dalla conoscenza della tecnica, è sempre importante e utile: magari leggendo Kafka ti viene un'idea che non avresti avuto guardando una mostra di Salgado o altro fotografo famoso; leggere, leggere, guardare documentari... Ti apre la mente al mondo e quindi anche tu avrai una visione diversa del mondo.

Il manualetto è fondamentale, non tanto per imparare a fare buone fotografie, ma per poter usare al meglio il materiale che abbiamo fra le mani: è un pre-requisito; se non sappiamo usare la nostra fotocamera, come faremmo a scattare una foto? :-P

Forse perché i grandi hanno realmente qualcosa da dire, mentre altri non avendo nulla da comunicare (o tutt'al più cose banali) si limitano a scopiazziarli?

+1 Sorriso

Per cultura utilizzo questa accezione di Treccani:
L'insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l'esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo

avatarsenior
inviato il 08 Giugno 2019 ore 23:49

A mio avviso, la cultura:
1. ti aiuta molto a dire cosa hai da dire;
2. spesso ti consente di avere qualcosa da dire.


Quoto ogni singola parola

avatarsenior
inviato il 09 Giugno 2019 ore 0:05

Non che sia un problema un po' di deviazione, anzi.

Ma detto che sono in sostanza in totale accordo con quanto espresso da Matteo, leggendo anche l'ultimo intervento di Jack e non solo, vorrei specificare...

Come detto in premessa, e avendo fatto anche riferimento a un altro topic che ce l'aveva per oggetto, non è tanto la "cultura" in oggetto, qui.

Dando per implicito che la cultura faccia bene (comunque la di voglia intendere, benissimo la Treccani), io mi riferivo nello specifico alle "conoscenze". O meglio ancora alla tipologie di conoscenza.

Perché per quanta cultura si possa avere, restando per un attimo all'universo fotografico specificamente, quanti tra gli interventuti qui si considererebbero davvero "esperti" a proposito di:
- Storia della fotografia
- Tecnologia dei sensori
- Software per la post produzione
- Contributo della fotografia allo studio della psichiatria (giusto per un riferimento un po' più specifico)
- Storia della produzione di apparecchi Leica precedenti la guerra mondiale.
E potremmo continuare all'infinito...

Cioè: ok la cultura. Ma tutti sappiamo cose e altre cose non sappiamo.
Io, per esempio, le caratteristiche di un Foveon non le conosco (e devo ammettere che non mi interessa approfondirle), ma non è questo il motivo per cui sono igno.rante ;-)

E quindi è in questa chiave che chiedo: cosa conta di più secondo voi? Senza i "dipende": tanto ognuno parla per sé, e non in astratto...
Sempre per seguire l'esempio cioè: il fatto che a me interessi poco sapere cos'è un Foveon è un fatto. Ma certo non significa che ad altri non interessi lecitamente.

Certo, è coerente con la domanda e va benissimo citare le conoscenze generali legate alla letteratura, alla filosifia, alle discipline umanistiche in generale..
Ma, se vi va, restando nell'ottica di un minimo di "gerarchia": anche per capire se il mio disinteresse verso certe discussioni o temi è un indicatre di igno.ranza oppure no ;-)

avatarsenior
inviato il 09 Giugno 2019 ore 0:12

Ciao Francesco,sempre interessanti i tuoi interventi sul forum...provo a dare la mia versione di ciò che penso sia importante per la mia crescita fotografica che va di pari passo con quella interiore.
Cerco di non andare a mostre fotografiche e di non leggere niente che riguardi la storia dei grandi fotografi....credo che la non conoscenza(ovviamente una sbirciatina l'ho data ehMrGreen)o ignoranza che sia,se scelta e non imposta dalla propria mediocrità intellettiva,possa giovare per dare un'impronta davvero personale a ciò che facciamo....quindi ok l'abc e un minimo di tecnica ma per quanto mi riguarda,utilizzo altro per avere una conoscenza da far riflettete nelle mie(umilissime)fotografie.....la letteratura mi ispira tanto perché quando apro un romanzo si manifestano un'infinità di immagini astratte che spesso mutano in veri e propri mondi a volte più reali di ciò che in realtà esiste davvero..... mi diverto a immaginare una scena che vorrei fotografare e chissà magari un giorno si materializzera' .
Conoscere se stessi è molto più importante che conoscere ciò che ci viene dettato/suggerito da un cliché .
Essere se stessi è sicuramente difficile in un mondo dove tutto viene condiviso in modo compulsivo.
Non voglio dilungarmi e annoiare chi ha una visione forse meno confusa della mia.
Questo è il mio pensiero.
Buona serata ;-)

avatarsenior
inviato il 09 Giugno 2019 ore 0:45

Cerco di non andare a mostre fotografiche e di non leggere niente che riguardi la storia dei grandi fotografi


Conoscere se stessi è molto più importante che conoscere ciò che ci viene dettato/suggerito da un cliché .


Grazie del contributo carissimo Matteo!

Ho citato questo tuo passaggio perché questa idea era già venuta fuori nella discussione...
Ovviamente non voglio far cambiare idea a nessuno, ma trovo ci sia un grosso errore di prospettiva in questa idea.

Conoscere la storia della propria arte o professione non significa dover copiare quel che c'è stato.
Certo: qualcuno lo fa e non si preoccupa d'altro. Ma le influenze sono tutt'altro.

E' lecito dire che Michelangelo abbia avuto influenze da Donatello, o Beethoven da Bach.
Parlando di fotografia, Paul Strand ha avuto grande influenza su Cartier-Bresson e mille esempi esistono.

E questi signori sarebbero forse più "copioni" di un qualche utente di questo forum?

Ripeto: non voglio far cambiare idea a te o ad altri.
Ma l'idea che uno scrittore non debba aver letto Kafka o un pittore visto Picasso non riesco in alcun modo a condividerla ;-)

user68000
avatar
inviato il 09 Giugno 2019 ore 0:56

mmm, post interessante, ma temo di non avere nulla da dire di utile, poiché io faccio foto documentativa e per conservare i ricordi, quindi nulla che abbia a che vedere con quello che mi pare di capire sia per voi la fotografia, cioè "arte"

ciò non significa che non studi e non abbia bisogno di conoscenze, perché ad es. mi è utile conoscere le abitudini di vita dei soggetti che m'interessano, e mi serve capire come fotografarli al meglio per poterli identificare e ricordare come erano realmente (non un ammasso di puntini sgranati)

avatarsenior
inviato il 09 Giugno 2019 ore 1:17

Caro Claudio, con la seconda parte del tuo post... hai ridefinito la prima Sorriso
Distinguiamo: che la fotografia in sé sia eventualmente arte è una cosa.
Che chi interviene qui (o faccia comunque fotografie) produca arte o sia un artista è tutt'altra cosa ;-)

Se ti va, per capire meglio cosa intendo, puoi leggere qui:
www.francescomerenda.com/fotografia-arte-non-arte-altrove/

E quindi, come appunto dici nella seconda parte, alla fine c'è poco da fare: qualche conoscenza ti serve.
E alcune le trovi necessarie a differenza di altre... Sorriso

user68000
avatar
inviato il 09 Giugno 2019 ore 1:26

sì, certo, concordo che anche a me servano conoscenze

mi pareva solo di aver capito leggendo i numerosi contributi, che tra voi ci fossero più artisti che documentaristi (nel mio caso, in erba MrGreen) e in quel senso pensavo di non avere contributi da darvi, ma forse ho capito male, data l'ora gufesca

avatarsenior
inviato il 09 Giugno 2019 ore 4:17

sto scrivendo in cura cpap.....MrGreen

ottimo post perchè l'autore ha già la risposta,è una caratteristica dei suoi post,ma pochi,forse quì nessuno riesce ad "incastrarlo".MI piace e leggo i suoi post ...aspettando ...
Le esperienze personali e le idee chiare condizionano pesantemente la qualità comunicativa delle immagini.
L'aspetto tecnico è l'ultima cosa....sorrido juza con una sony a5100 contro i ce l'ho ......dal più lungo al più ....più......infatti dopo aver venduto 20 anni fà tutta l'attrezzatura ..ancora non ho scelto l'obiettivo giusto per comunicare......perchè costruire un percorso personale deve arrivare da dentro...fino a quando non la sento mia,
non mi serve ricomprare un attrezzo fotografico.I libri dei grandi fotografi,mi attrae la loro storia personale,il loro vissuto,li accomuna una caratteristica....pochissimi,forse nessuno conoscono il perchè...........mentre invece conoscono molto bene il "speriamo che io me la cavo".Mi ha impressionato Vivian Maier,conosceva il perchè...........................................
ma non il "speriamo che io me la cavo".
saluti
lucio









avatarsenior
inviato il 09 Giugno 2019 ore 7:02

Provo a rispondere di nuovo.
Si può apprezzare semplicemente una bella foto, ma secondo me capire il contesto aiuta a avere un quadro molto più chiaro.
Per esempio molti citano Ansel Adams ma credo che aiuti capire che il suo modo di fotografare è evoluzione del pensiero di Alfred Stiglitz e che lui e gli altri fotografi del gruppo f64 si contrapponevano al movimento pittorialista per allontanare la fotografia dalla pittura.
Ovviamente quello che ne nacque influenzò la diffusione dell'espressionismo astratto.
La fotografia non vive in un mondo a sé, ma vive in un luogo e in un tempo, movimenti e autori non appaiono dal nulla, sono legati e eventi, contesti politici ecc.. Anche fermarsi a citare il rapporto tra Fotografia e arte è riduttivo perché non si terrebbe conto di molti fattori.
Quindi quale conoscenza serve? Be sicuramente cercare di capire quel che ci circonda e come la percezione dell'immagine sta cambiando aiuta, la fotografia non è solo tecnica, ma anche racconto ma se si usa un linguaggio sbagliato è possibile che il messaggio non arrivi

user39791
avatar
inviato il 09 Giugno 2019 ore 8:49

È difficile risponde alla domanda iniziale perché siamo dei frullatori dove tutto ciò che entra influenza ciò che esce. Direi allora che è fondamentale la curiosità, cioè la spinta a mettere dentro sempre cose nuove. .

avatarsenior
inviato il 09 Giugno 2019 ore 8:58

ottimo post perchè l'autore ha già la risposta,è una caratteristica dei suoi post,ma pochi,forse quì nessuno riesce ad "incastrarlo".MI piace e leggo i suoi post ...aspettando ...


Caro Lucio, non farmi più sottile di quanto proprio non sia Sorriso
Diciamo che mi piace chiacchierare, questo si, certamente avendo un mio punto di vista sulle cose: e in questo topic è così, come magari anche in altri è stato.
Ma questo conta poco, perché come ben sai, linfa, senso e qualità di ogni discussione non vengono dal suo autore, ma dalla natura degli interventi.
Che in larga misura mi sembrano interessanti qui.

Personalmente mi fa piacere soprattutto la "direzione" che mi par di leggere: i tecnicismi (perlomeno qui) mi sembrano decisamente in secondo piano rispetto a qualcosa che sta su altri piani, che io pure considero per inciso prevalente.

Rispondendo quindi a te, e anche a Matteo qui sopra, in oriente si dice che noi siamo quello che mangiamo.
E credo che questo non valga esclusivamente per la nostra parte materiale....

Matteo....
Per esempio molti citano Ansel Adams ma credo che aiuti capire che il suo modo di fotografare è evoluzione del pensiero di Alfred Stiglitz e che lui e gli altri fotografi del gruppo f64 si contrapponevano al movimento pittorialista per allontanare la fotografia dalla pittura.


A questo proposito, conoscere è utile anche per le piccole cose: parlando di Adams per esempio, la frasetta che piace tanto ( La fotografia è come una barzelletta, se devi spiegarla non è venuta bene ) è tanto citata e portata a bandiera, quanto malintesa, a giudicare da quel che nei forum o nei social si legge.... Cool

E naturalmente hai ragione sull'esempio, che forse ancor più è calzante pensando al suo "socio" Weston (e alla sua concezione del ruolo della forma in quel momento), e che aiuta di conseguenza anche a capire la polemica bressoniana e a collocarla, oltre a trasferire in modo più compiuto il senso della sua fotografia.

E ti ringrazio per una cosa in più: per il fatto che hai rapportato il ragionamento alla base del topic non solo alla condizione di fotografante che "fa fotografia", ma di quello che, nella stessa misura, se ne ciba, da osservatore.
Spesso si dice di amare la fotografia. Ma se questa seconda espressione non c'è, io sono convinto che l'affermazione non dica proprio la verità... ;-)

Buona domenica!

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