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Come "esporre e sviluppare", ispirato al sistema zonale


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avatarsenior
inviato il 07 Giugno 2019 ore 18:47

Siccome ne parlavo con un mio amico l'altro giorno, mi è venuto in mente che potevo condividerlo anche qua.
Detta proprio in due parole, il sistema zonale dice:
1) Misura il contrasto della scena
2) esponi per le zone d'ombra
3) sviluppa comprimendo (o espandendo) le luci in modo tale da farci stare tutto il range tonale nella stampa

In digitale, col raw, ogni foto viene sviluppata giudicandola dopo lo scatto. Io credo che ben pochi stiano li a misurare il contrasto.
Però se si scatta in jpg, e si vuole ottenere un buon risultato, bisogna pensarci prima.

NOTA IMPORTANTE!!! In questo post non voglio assolutamente fare un confronto raw vs jpg, né voglio alimentare inutili polemiche. Semplicemente, voglio descrivere quello che secondo me è un ottimo metodo per avere buoni risultati direttamente in camera.

Detto questo, quello che faccio quando fotografo con calma è:
1) fotocamera in modalità manuale
2) misura dell'esposizione spot
3) misuro il contrasto della scena, ovvero l'esposizione nella zona più buia e in quella più chiara.

A questo punto, come posso sapere se la fotocamera mi permette di stare dentro al contrasto della scena?
Ai tempi, Ansel Adams aveva fatto le sue prove, sapeva che esponendo in un certo modo e sviluppando in un certo modo, il negativo avrebbe avuto un determinato contrasto. Io ho fatto lo stesso.
Quindi, ho puntato la fotocamera contro un muro bianco, e ho scattato 18 foto, da -3 a +3 stop di esposizione a passi di 1/3 di stop.
Questo con la curva di contrasto -4 del picture style Bianco&Nero.
Poi l'ho ripetuto per le curve di contrasto -2, 0, +2, +4. Nelle foto risultanti, ho misurato la "V" del sistema HSV, e riportato i risultati in un grafico:





Grazie a questo, so per esempio che la curva di contrasto -4 ha un contrasto totale di 4 2/3 stop, e il punto di bianco è a 2 2/3 stop.
Invece, la curva 0 ha un contrasto di 3 2/3 di stop e il punto di bianco si trova sovraesponendo di 2 stop.

Quindi, riprendendo i punti precedenti:

4) scelgo la curva di contrasto che mi permette di contenere tutto il range tonale nella foto
5) espongo per il punto di bianco, o per quello di nero.

Vi assicuro, molto più facile a farsi che a dirsi.
E, sopratutto, grazie a questo sistema so già che il mio jpg è esposto correttamente e ha il giusto contrasto, non devo nemmeno guardare l'anteprima sul display.

Ecco delle foto scattate dalla terrazza di casa mia, utilizzando questo sistema:












avatarsenior
inviato il 07 Giugno 2019 ore 19:04

@Piro bravo!;-) Fai ancora meglio in tutti i sensi se fai ETTR a ISO base. Sotto Silver Efex 2 Pro ti moduli poi tutte le Zone a piacimento.

avatarsenior
inviato il 07 Giugno 2019 ore 21:17

In digitale, come per le diapositive nell analogico: esponi per le alte luci e sviluppa per le ombre.
In definitiva, ti imposti l stogramma rgb sul monitor e porti le luci sino al limite del clip. Dopodiché nello sviluppo del raw apri le ombre a piacere

avatarsenior
inviato il 10 Giugno 2019 ore 13:33

ti imposti l'istogramma RGB sul monitor e porti le luci sino al limite del clip
Meglio di niente, ma quasi sempre deprimi l'SNR senza motivo. Bisogna guardare istogrammi raw per estrarre il massimo dal digitale, altro modo non c'èMrGreen

avatarjunior
inviato il 10 Giugno 2019 ore 23:32

Però se si scatta in jpg, e si vuole ottenere un buon risultato, bisogna pensarci prima.

A me pare che tu ci abbia pensato moto bene; in generale è il tipo di approccio che mi piace avere con la fotografia perché al di là della sua utilità pratica aiuta a migliorare la nostra consapevolezza su come funzionano le cose.

Complimenti dunque per la pazienza e la dedizione, anche se Adams oggi userebbe il RAW ;-)

avatarsenior
inviato il 10 Giugno 2019 ore 23:52

Il sistema zonale aveva più senso quando era legato allo sviluppo e alla stampa. Con la latitudine di posa di oggi, per usare un termine analogico, esporre per le luci senza bruciarle, e più che sufficiente.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 10:32

Io il problema non me lo pongo proprio: Velvia 50 ed esposizone per la luce ...

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 10:33

... e a tutto il resto pensa l'Ektapro!

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 11:18

Ci sarebbe molto da dire. Tengo serate intere nei circoli, spiegando come usare il sistema zonale oggi. Il discorso è lungo e articolato.
La regola di esporre per le ombre e poi sviluppare in funzione delle alte luci andava bene a pellicola. In digitale è il contrario.
Tra l'altro, esporre per le luci non significa leggere l'esposizione spot sulle alte luci ed accettare quella lettura, ma significa leggere spot sulle alte luci, compensare l'esposizione di 2-3 stop per far cadere quell'area in zona 7 oppure 8 (alte luci con dettaglio o con trama leggibile) e poi scattare con quella lettura compensata.
Questa operazione porta molto spesso ad avere un istogramma ben distribuito fra alte e basse luci, nel file RAW, e non ti obbliga a stiracchiare il file e l'istogramma successivamente.
E poi, non bisogna trascurare la fase di stampa.

Ti consiglio di leggere questo
https://www.amazon.it/Practical-Zone-System-Digital-Photography/dp/113

C'è tutto quel che ti serve sapere, e anche un po' di più.
Un paio di giorni spesi bene.

user15476
avatar
inviato il 11 Giugno 2019 ore 11:24

Se la filiera è esposizione, sviluppo e stampa, mi manca un passaggio; il contrasto a -4 corrisponde con la fase di sviluppo o la fase di stampa?

In camera-jpg c'è solo il controllo del contrasto, ma non i controlli tonali presenti ad esempio in Lightroom (highlights, whites, shadows, blacks).



avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 13:09

ma significa leggere spot sulle alte luci, compensare l'esposizione di 2-3 stop per far cadere quell'area in zona 7 oppure 8 (alte luci con dettaglio o con trama leggibile) e poi scattare con quella lettura compensata.


Ho scoperto che espongo spesso per il sistema zonale (senza svilupparlo).
MrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 13:39

Il sistema zonale è stato creato per le pellicole BN.
Serviva/serve per far rientrare le luci/ombre della scena sulla carta.
È il sistema del procedimento chimico che lo richiede.
In digitale non ne comprendo molto il perché usarlo.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 14:10

Personalmente, sul piano pratico, trovo di una certa utilità conoscere il sistema zonale soprattutto per ricavane principi e modalità di approccio.
Facendo solo bianconero, giusto per fare un esempio terra terra, sapere che l'esposizione di un volto (entro un certo limite ovviamente) è irrilevante perché è successivamente che ne determinerai il tono desiderato, può influire in modo consistente sul modo di scattare.

Sempre parlando di bianconero, trovo invece piuttosto difficile apprestarmi a uno scatto pensando di ricavarne un jpeg già "pronto".
Non discuto questa scelta ovviamente, ma di mio credo che, oggi come ieri, la fase di post produzione sia una componente inelubile di quello che è da intendersi come un processo.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 14:28

Il sistema zonale è stato creato per le pellicole BN.
Serviva/serve per far rientrare le luci/ombre della scena sulla carta.
È il sistema del procedimento chimico che lo richiede.
In digitale non ne comprendo molto il perché usarlo.


concordo, anche se il lavoro fatto da Piroman merita attenzione.

avatarsenior
inviato il 11 Giugno 2019 ore 14:40

“ Il sistema zonale è stato creato per le pellicole BN.
Serviva/serve per far rientrare le luci/ombre della scena sulla carta.
È il sistema del procedimento chimico che lo richiede.
In digitale non ne comprendo molto il perché usarlo. ?


Io non sono molto d'accordo.
Quello del sistema zonale è un approccio alla fotografia in bianconero, finalizzata alla stampa e al risultato finale, applicabile sia in campo tradizionale (dove è nato) sia in digitale. La sua finalità, ai tempi della pellicola, non era solo quella di far rientrare la dinamica totale della scena all'interno di quella della carta in stampa (per far quello bastava esporre per le ombre e sviluppare per le luci). La finalità era quella di ottenere la dinamica e la distinzione di grigi volute, all'interno di quella generale, in funzione del risultato finale cercato. Adams lo faceva usando i filtri e compensando l'esposizione fatta con questi variando altri parametri tra sviluppo, esposizione e stampa.

Oggi, lo stesso risultato si ottiene molto più facilmente con combinazioni di scelte espositive, curva della luminosità e variazioni relative di questa (son cursori sul RAW converter), ma sempre e solo in funzione dell'output finale voluto.

Per chiarimenti sulla sua applicabilità al digitale, basta leggere anche solo il libro che ho linkato poco più su. Chris Johnson è più autorevole di uno come me che scrive qui sopra.

Questo però secondo me non significa che il bianconero non si riesca a fare in altri modi. Oggi come ieri.
Anche ai tempi di A.Adams il bianconero si faceva in molti modi e non solo attraverso il suo sistema zonale.


Che cosa ne pensi di questo argomento?


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