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A proposito di whisky - parte 12


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avatarsenior
inviato il 16 Maggio 2019 ore 14:31





avatarjunior
inviato il 16 Maggio 2019 ore 17:54

Ringrazio Ninni e Josh per i preziosi pareri e consigli sul mondo e sul mercato del whisky. Ovviamente la mia era una richiesta generica e di pura curiosità, una sorta di chiacchierata virtuale da fare magari sorseggiando un buon bicchiere, insomma non ho acquistato ancora nessuna botte. Per quanto riguarda la nuova release Ardbeg vediamo anche a che prezzo la vendono in presentazione, male che vada me la bevo ;-)

avatarsenior
inviato il 16 Maggio 2019 ore 18:15

Ci mancherebbe altro, Mosaico... Siamo qui soprattutto per fare informazione ma non propaganda.
Se vuoi farti una panoramica sui prezzi che certi whisky riescono a raggiungere vai sul sito di Hedonism, enoteca londinese, uno dei templi mondiali del whisky... Troverai 1500 whisky diversi di tutti i periodi con bottiglie che superano molto agevolmente le 100.000 sterline

avatarsenior
inviato il 16 Maggio 2019 ore 20:27

@Mosaico, come dice Josh, siamo qui per questo. Magari certe volte sembro brusco nei modi e se lo sono stato me ne scuso, ma anche per me vale il voler fare propaganda, ovvero dvulgare la passione che mi sta facendo emozionare in questi ultimi anni.
Giro tutta la Sicilia per fare qualche serata di degustazione e quello che amo di più e sentirmi dire che trasudo passione per quello che presento.
Non ho una esperienza trentennale, ma nemmeno decennale, eppure per il fatto che amo provare, credo di aver assaggiato più io in 3/4 anni che tanti presunti amatori, però studio tanto, sia praticamente che teoricamente e per quello che ti ho detto quello in merito al discorso botti.
Compro pochissima roba commericiale, quella la assaggio nei pub, preferisco provare cose più "serie" quando posso spendo anche il costo di una bottiglia per un solo dram, ma solo così si impara e si provano cose decisamente buone e magari meno buone, ma che ti levano dei desideri Cool.
Consiglio spesso di non comprare troppe bottiglie commerciali, ma di utilizzare siti come MoM per comprare sample (loro li hanno da 30ml) magari di roba che non troveresti piùin bottiglia, così da capire le differenza tra quello che si produce adesso con quanto prosotto anni fa...

P.S. quando parlo di bottiglie commerciali non lo dico in senso dispregiativo capiamoci... ma il laphroaig 10 lo bevo ovunque, non me la compro la bottiglia. questo intendo.

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 11:59

Ieri ho aperto un Glenlivet 15, non avendo esperienza con i whisky dello Speyside secondo voi ne può essere un buon esempio ? ammesso sempre che sia possibile trovare caratteristiche comuni fra i whisky prodotti in quella zona.

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 12:41

Sul discorso zone... se ne parla tanto e ci sono opinioni decisamente discordanti.
Personalmente penso che le grosse differenze organilettiche le facciano le botti usate / caratteristiche degli alambicchi /tempi differenti per ammostaggio e fermentazione. E queste sono scelte che variano da distillerie a distilleria e non la zona.
Due distillerie dello stesso proprietario e che si trovano a pochi poassi l'una dall'altra producono dei malti differenti (The Balvenie e Glenfiddich) e differenti sono soprattutto le scelte dei legni di maturazione.
Nello speyside, molta dell'attuale produzione predilige una maturazione/affinamento in botti che hanno contenuto sherry e questo magari ne accomuna le caratteristiche organolettiche finali, i secondari , frutto della fase produttiva possono essere in parte coperti e nascosti dai più forti e suadenti sentori che vengono dalle botti.
Le stesse distillerie di Islay che sono accumunate dalla torba, hanno produzioni decisamente differenti, le torbe non sono uguali, e non sono uguali gli alambicchi ad esempio.
Detto ciò, quel Glenlivet in particolare non lo ricordo, io sono un "Nadurriano" convinto, come produzione di Glenlivet, ma con la mia attuale esperienza (sicuramente scarsa) farei fatica a dire che un whisky rappresente le caratteristiche di una zona.

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 12:47

Aggiungo che esiste un trattato sulla correlazione tra il gusto del whisky e le formazioni geologiche attraverso cui passano le acque usate nelle varie distillerie.

"Whisky on the Rocks: Origins of the Water of Life"

Ma rimane il fatto che per me bisognerebbe assaggiare i new make per poter parlare di affinità tra whisky della stessa zona... il tipo di legno utilizzato cambia tantissimo le proprietà organolettiche di un whisky. Tanto tempo in botte ad esempio riduce anche la torbatura di un malto.

avatarjunior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 13:41

Io invece ho aperto il Maker's Mark Bourbon Whisky. Ho notato che pur essendo leggermente più alcolico lo percepivo meno.

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 13:58

Sono d'accordo con quanto detto da Ninni.
La correlazione tra zona geografica di produzione e tipologia di distillato anche secondo me non esiste.
L'acqua utilizzata, il tipo di orzo (cosi come il grano anche l'orzo si divide in molteplici qualità diverse, quello che si adatta meglio alla distillazione è il Golden Promise per la sua esuberante caratteristica di rilasciare preziosi amidi e zuccheri alcolici durante le fermentazione), la metodologia di lavorazione durante la maltatura dell'orzo, durante la fermentazione e la distillazione, i pot (alambicchi) usati, l'invecchiamento (si è scoperto che anche la conservazione di una botte in una zona del warehouse cambia il distillato rispetto ad un'altra botte con lo stesso distillato in una zona diversa), la tipologia di botte usata per l'invecchiamento ed eventuale affinamento (si vocifera che ogni botte ex sherry costi 300-350 dollari alla distilleria, molto meno le altre, praticamente gratis le ex bourbon che le distillerie americane sono costrette a buttare perché le leggi statunitensi in materia proibiscono il secondo utilizzo della stessa botte). Anche il metodo di filtratura durante l'imbottigliamento incide per una differenza di qualità finale.
Sono troppe le variabili che incidono per poter dire che due distillati di produttori diversi ma della stessa zona si "assomigliano". Paradossalmente è anzi piuttosto facile che anche due distillati simili della stessa distilleria non si somiglino piuttosto del contrario.
Facciamo un esempio pratico: Laphroaig 10.
Sicuramente tra la produzione dell'anno scorso e quella di quest'anno c'è differenza. Per cercare di uniformare almeno la colorazione il master blender usa una quantità variabile di caramello durante l'imbottigliamento. Questo ci viene detto dalla stessa Laphroaig. Per il sapore non si può fare granché.

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 14:40

Facciamo un altro esempio di sapore legato alla zona di produzione: Islay.
Islay è un'isoletta delle Ebridi, 600 kmq di estensione e 3000 abitanti (per paragone l'isola d'Elba è 325 kmq e 33000 abitanti).
Conta tuttora 8 distillerie attive: Ardbeg, Bowmore, Bruichladdich, Bunnahabhain, Caol Ila, Kilchoman, Lagavulin, Laphroaig (rigoroso ordine alfabetico) e altre due chiuse: Port Charlotte e Port Ellen.
Le 8 distillerie attive hanno una capacità produttiva complessiva di 25 milioni di litri all'anno (un quarto dell'intera produzione scozzese).
Non c'è un solo Ardbeg che possa avere un sapore simile a un Bunnahabhain o a un Lagavulin o a un Bruichladdich perché distillano a poche centinaia di metri di distanza. Sono quanto di più distante esista.

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 15:33

Giusto una piccola correzione, ad oggi sono 9 le distillerie attive ;-) Ardhnaoe ha avviato la produzione.

e produzioni aumentate, kilchoman e Ardbeg hanno da pochi mesi raddoppiato gli impianti.

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 16:48

Grazie per tutte le info, sempre precise ed interessanti.
Come immaginavo per avere una visione un po' più completa sugli scotch whisky mi tocca provare ancora altre distillerie :)

Facciamo un esempio pratico: Laphroaig 10. Sicuramente tra la produzione dell'anno scorso e quella di quest'anno c'è differenza


Non pensavo ci potessero essere oggi molte differenze in prodotti così "collaudati", quindi quando sento forti differenze fra le due bottiglie di Caol ila 12 che ho in casa, di annate diverse, queste potrebbero essere reali ;)


avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 17:17

Se parliamo di bottiglie immesse sul mercato in anni molto vicini, se ci senti forti differenze ha toppato il master blender della distilleria, se quest'ultimo fa bene il suo lavoro i Laphroaig 10 saranno sempre gli stessi, così come gli altri rilasci del core range. Quando anni fa diedero una deviazione seria al prodotto passarono da una gradazione di 43% al 40% e la differenza si sente.
Quei prodotti li non hanno "annata", a differenza ad esempio del Lagavulin 12 che è un rilascio LE ogni anno, ed ogni anno proprio per quello sarà diverso dal precedente. Ma li trovi l'anno di rilascio in etichetta.
In periodi diversi le reali differenze che senti tra due prodotti come il Caol Ila 12 che hai citato sono differenze che senti perchè Tu hai affinato i tuoi sensi, perchè sei più allenato, o perchè magari una delle due volte non eri ben predisposto a quella degustazione.
Poi in tutto ciò dovremo parlare di degustazioni fatte in ambiente e situazione ottimale...
la degustazione (che nemmeno chiamerei tale)
- in un bar/pub/ristorante/casa nel 90% è distratta da altro....
- odori di cibo/fumo/profumi
- aver degustato dopo una sigaretta/sigaro/caffè/pasto/denti lavati.. ecc
- banalmente basta cambiare bicchiere e se vi sembra una fesseria... provate a degustare lo stesso distillato nello stesso momento da un glencairn e da un tulipano tipo quelli dell'ANAG (per capirci quelli del MWF).. ovviamente parlo della parte nasale.
- temperatura di servizio del distillato

Difficilemte siamo nelle condizioni di valutare un prodotto , a distanza di tempo, allo stesso modo.

Per avere una visione , direi più ampia più che completa, dovrai provare più distillerie, più bottiglie per distilleria e se riesce rilasci distanziati magari di una decina di anni.... e lo so è un duro lavoro MrGreen
Le distillerie, come succede per quasi tutte le categorie merceologiche, seguono ciò che il mercato chiede.

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 17:22

Io invece ho aperto il Maker's Mark Bourbon Whisky. Ho notato che pur essendo leggermente più alcolico lo percepivo meno.


La percezione dell'alcol dipende tanto dall'integrazione di questo con il resto del prodotto. La maggior percezione di alcol come fastidio l'ho quasi sempre avuta in prodotti con minore gradazione alcolica. Nei prodotti fatti bene, anche a oltre 60% di alcol senti il calore dato dall'alcol ma non il fastidio o la percezione di alcol etilico.

avatarsenior
inviato il 18 Maggio 2019 ore 8:33

Difficilemte siamo nelle condizioni di valutare un prodotto , a distanza di tempo, allo stesso modo.


Sicuro, poi all'inizio è facile farsi "ingannare" da condizioni soggettive, comunque appena riesco recupero anche la seconda bottiglia e li provo contemporaneamente a pari condizioni.

Per avere una visione , direi più ampia più che completa, dovrai provare più distillerie, più bottiglie per distilleria e se riesce rilasci distanziati magari di una decina di anni.... e lo so è un duro lavoro MrGreen


mi impegnerò a fondo MrGreen ;-)



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