| inviato il 17 Maggio 2019 ore 9:03
La formula del calcolo ha al suo interno un fattore (il circolo di confusione) che è una misura empirica legata ad un fattore fisiologico, l'acutezza visiva. Il problema è proprio questo Ale: e cioè che non sono neppure delle misure empiriche sono proprio delle grandezze arbitrarie ... create ad Arte ... inventate insomma. E la più falsa di tutte queste grandezze arbitrarie è proprio l'acutezza visiva, quello che in gergo è il cosiddetto occhio medio ... ma occhio medio di chi: il mio, il tuo, quello del progettista o di quello che si è inventato tutta questa baggianata? E ancora: questo occhio medio quando è davvero medio ... a vent'anni? a trenta? a cinquanta? o a ottanta forse? insomma quando? |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 9:09
Beh, la profondità di campo è, per definizione, l'intervallo in cui si ha una nitidezza accettabile in base a certe condizioni (in buona misura arbitrarie). Se poi qualcuno fraintende pensando che sia tutto propriamente a fuoco, si è fatto l'idea di qualcosa che certamente non esiste, ma che però non è la profondità di campo. E siamo sempre lì Ironluke: accettabile ... si, ok, accettabile ... ma accettabile per chi ? Per me, per te, per il progettista, per chi si è inventato tutta sta' baggianata ... insomma si può sapere chi è questo benedetto chi e, soprattutto, a nome di chi parla questo benedetto chi?? |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 10:50
Comunque a voler essere pignoli... esistono delle misure scientifiche dell'acutezza visiva. E sono state fatte ricerche che hanno ricavato l'acutezza media nella popolazione adulta sana. Mi ricordo di aver letto un articolo dove questa misura era tradotta in un valore angolare. Cosa molto utile perché permette di avere un dato che è sempre valido indipendentemente dalla distanza di osservazione occhio-oggetto. Per farla breve, con questi dati è possibile arrivare alla conclusione che, se si rispetta la regola di osservare una stampa ad una distanza pari almeno alla sua diagonale, con 15 Mp. riesci sempre a soddisfare la capacità dell'occhio di distinguere i particolari. Mi sono persino fatto un appunto su Excel... Alla faccia delle nostre big Mp.... |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 11:39
“ Personalmente la odio questa iperfocale. Bisogna stare lì a fare calcoli ogni volta, poi cercare di misurare a occhio quella distanza, e poi magari non hai un soggetto da mettere a fuoco alla distanza calcolata.. E tutto questo poi per cosa? Non per avere tutto a fuoco che come sai è impossibile perché il piano di fuoco è solo uno, ma per avere tutto ad un fuoco accettabile. Per me no grazie. Personalmente quando uso il grandangolo, metto a fuoco ad infinito e non ho problemi, sono soddisfatto del risultato, con il mio 12mm su aps-c, da 2/3 metri in poi, in questa maniera ho tutto a fuoco (accettabile). Se poi dovessi avere un soggetto più vicino allora magari può valere la pena spostare un po il fuoco indietro per non avere il soggetto in primo piano troppo morbido. „ Non ti accorgi che anche così facendo stai utilizzando l'iperfocale dato che il "tutto a fuoco" può essere raggiunto indifferentemente (se si rispetta la distanza di fruizione) con: - MAF alla distanza iperfocale, sarà "tutto a fuoco" dalla metà della distanza iperfocale all'infinito - MAF all'infinito, sarà "tutto a fuoco" dalla distanza iperfocale all'infinito Distanza iperfocale Definizione 1: La distanza iperfocale è la distanza più ravvicinata alla quale una lente può mettere a fuoco mantenendo accettabilmente nitidi gli oggetti all'infinito, Quando la lente mette a fuoco a questa distanza, tutti gli oggetti che si trovano a una distanza che va da metà della distanza iperfocale fino all'infinito saranno accettabilmente nitidi. È la distanza che permette la maggior profondità di campo, in relazione all'apertura del diaframma e alla focale dell'obiettivo (lunghezza focale). Definizione 2: La distanza iperfocale è la distanza oltre la quale tutti gli oggetti sono accettabilmente nitidi (limite anteriore di profondità di campo), quando un obiettivo è messo a fuoco all'infinito e chiuso ad un determinato valore di diaframma. Se invece non si rispetta la distanza di visione della foto allora è chiaro che adottando le due definizioni, risulterà differente la nitidezza percepita del primo piano e dello sfondo (nonchè di tutti soggetti nei piani intermedi). |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 11:47
Si certo, ma è un iperfocale in cui non devo calcolare niente. Metto a fuoco il mio soggetto all'orizzonte e sono a posto. Avrò l'orizzonte a fuoco e tornando indietro un fuoco accettabile fino a un certo punto. |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 11:57
Molto spesso una foto di paesaggio presenta anche un elemento di interesse in primo piano che dona una certa tridimensionalità e conviene, se le condizioni lo permettono, curare anche tale elemento. Personalmente farei sempre: 1. uno scatto con MAF all'infinito come fai tu 2. uno scatto alla distanza iperfocale (con app facile e distanza ad occhio) 3. uno sul soggetto (senza stare a fare conti) 4. uno intermedio tra vicino e infinito Una volta tornato a casa decidi quali dei primi due tenere oppure fonderli tutti (focus stacking). E' il bello del digitale, perchè non sfruttarlo? |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 11:59
Sono d'accordo che sarebbe l'ideale, nessun dubbio.. Magari anche più di 2 scatti.. La mia è una scelta per evitare troppi passaggi e troppo lavoro in post, dato anche che non posseggo un buon software per focus stacking. Quando uso il samyang 12mm, con questo metodo ho veramente pochissimi problemi visto che dai 2 metri in poi ho tutto a fuoco accettabile. I risultati mi soddisfano e quindi ho scelto di continuare così. |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 12:19
“ Il problema è proprio questo Ale: e cioè che non sono neppure delle misure empiriche sono proprio delle grandezze arbitrarie ... create ad Arte ... inventate insomma. „ Il cosiddetto circolo di confusione è il diametro minimo di un cerchio che riusciamo a distinguere da un punto. Detto ciò, appare evidente come questo diametro dipenda non solo dalla dimensione del sensore ma, soprattutto, dalla dimensione della 'stampa' (che sia su supporto cartaceo o a monitor) e dalla distanza di osservazione della stessa (che, di solito, si stima corrispondere a circa la sua diagonale). |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 12:26
“ E siamo sempre lì Ironluke: accettabile ... si, ok, accettabile ... ma accettabile per chi ? Per me, per te, per il progettista, per chi si è inventato tutta sta' baggianata ... insomma si può sapere chi è questo benedetto chi e, soprattutto, a nome di chi parla questo benedetto chi?? „ Accettabile per il soggetto che intenda affidarsi a quel tipo di valutazione, in base alle condizioni di osservazione che ritiene più verosimili e statisticamente attendibili. Dopotutto viviamo nel mondo reale, dove una fotografia sarà effettivamente mostrata con certe dimensioni fisiche e osservata da esseri umani con una certa acutezza visiva da una certa distanza. Chi invece ritenesse quel modello generalmente insoddisfacente, beh, non lo userà. Peraltro, volendo giocare e per assurdo prendere alla lettera la logica per cui "non esiste", dovremmo tutti cambiare hobby: si potrebbe infatti parimenti affermare che non è possibile mettere a fuoco alcunché in una fotografia, considerato che nessun sistema ottico ha potere risolvente infinito e, per di più, qualsiasi soggetto ha tre dimensioni. |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 12:33
“ E ancora: questo occhio medio quando è davvero medio ... a vent'anni? a trenta? a cinquanta? o a ottanta forse? insomma quando? „ Fattela in iperfocale che ti piace a vent'anni che poi a ottanta ti piacerà ancor di più dato che puoi dare colpa alla cecagna. |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 14:18
Tornando in tema, in uno scatto come questo ad esempio, trascurare il primo piano significa perdere la bellezza della scena:
Fairy tales |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 15:00
“ L'autofocus può andare bene se ti fidi del tuo mezzo, ma in un paesaggio io preferisco mettere a fuoco manualmente. „ Sono pienamente d'accordo con te. Anche se il tutto per me è dettato dal fatto di possedere solo ottiche manual, ritengo che in certi casi in cui non sia necessaria tempestività di scatto, la messa a fuoco manuale ti da una sensazione forse impareggiabile. Sarà solo una mia sensazione |
| inviato il 17 Maggio 2019 ore 15:02
+1 |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |
Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |