| inviato il 19 Aprile 2019 ore 11:39
Ovviamente il titolo è un'iperbole, e mi auguro che non ci siano commenti basati su questo, per dire che la fotografia... la fa il fotografo Però, visto che del tema si continua a parlare, volevo aggiungere una riflessione, cambiando un po' prospettiva alla parola "mezzo". Mi spiego. Qui, con la parola " mezzo " non voglio intendere un apparecchio migliore, una lente più luminosa, un flash più potente. E nemmeno una macchina di "ieri" o una attualissima. Vorrei invece intendere tutto quello che c'è in mezzo, tra l'idea originaria (di una foto, un progetto, un servizio) e la stampa finita (o il file, per chi non stampa). Per esempio... Riprese di un concerto : andarci, in auto, in treno, in moto... Imparare a conoscere il luogo Entrare in contatto con persone (gli artisti per esempio) Ma anche predisporre il lavoro sul piano tecnico Scegliere i punti di ripresa Vivere la vita del backstage Ecc. Oppure: Piccolo reportage su Londra : Il viaggio Gli incontri Gli scambi con persone di un altro Paese La scoperta di luoghi La ricerca antropologica E, anche qui, le scelte tecniche Le opzioni concettuali La ricerca di un punto di vista personale sulla città Ecc. In pratica, mi riferisco al " percorso ", in contrapposizione al " risultato " (cioè il servizio finito e stampato) Ecco: a livello personale trovo che il percorso sia la parte più entusiasmante e ricca del processo fotografico. Per me, la più importante. (sottlineo: per me . Non propongo nessuna verità vagamente oggettiva) Oggi, tra contest, ricerca di like e quant'altro, tutto è molto centrato sulla foto vincente. Ma resto convinto che sia proprio il percorso, che sia quello che succede prima di arrivarci alla fotografia finita, la parte che arricchisce di più. E che più ci migliora, sia fotograficamente che umanamente. Voi come la pensate? (auspicabilmente, senza che nessuno debba sindacare sui bisogni e sulle scelte altrui, tutti legittimi) PICCOLA NOTA: escluderei dal ragionamento, ovviamente, tutto ciò che è evidentemente finalizzato quasi del tutto al "prodotto finito", ovvero lavori per terzi, su commissione, commerciali in genere et similia. |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 11:57
Sono d'accordo con te. Mi viene in mente la famosa frase: "nel viaggiare, il percorso conta di più della meta". Io ringrazio molto la fotografia per tutte quelle occasioni che mi ha dato di entrare in situazioni che non avrei probabilmente mai conosciuto o a cui non avrei avuto accesso senza la "scusa" del fotografare. In effetti, anche a distanza di tempo, sono molto forti i ricordi di momenti di un percorso, che magari nemmeno si sono tramutati in foto... |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:00
Ale... nulla da aggiungere! Ho migliaia di negativi che, è certo, mai vedranno la luce. Ma non rinuncerei ad aver vissuto uno solo di quei momenti. |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:09
Ciao, sono anche io in sintonia con quanto espresso finora. Aggiungo che personalmente, anche quel che succede "dopo" il risultato (ossia l'immagine finita) trovo faccia parte del percorso. E questo percorso può continuare ancora, riportandoci in quel luogo con maturità e vissuto differenti, oltre che con migliori capacità ed attitudine. Per la serie "non si finisce mai", e forse proprio in questo sta una delle parti belle della faccenda! Ciao, Davide |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:13
“ ...anche quel che succede "dopo"... „ Interessante prospettiva. Confesso che, mentre il concetto di percorso riferito al prima e al durante lo sento da moltissimo tempo, dagl inizi direi, l'osservazione del dopo è qualcosa che non credo di aver mai realmente considerato. Vedi? Semmai ci fosse il dubbio, qualcosa da imparare c'è sempre Davide! Buona giornata F |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:13
Il punto di vista è interessante, indubbiamente condivisibile, il 99% delle mie foto non le presenterei nemmeno ad un ipotetico "contest", fatto sta che con quelle immagini ho raccontato storie, suscitato emozioni, guadagnato dei soldi, etc etc. Per cui come dici tu, non rinuncerei a nessuna di loro proprio per quello che rappresentano. Ma provo ad ampliare: se anche le foto fatte e finite fossero parte di un percorso? alla fine la vita stessa è un fluire ininterrotto di tappe, più o meno importanti ed evidenti. Come nel "reportage a Londra" do importanza agli scambi, agli incontri come dicevi, anche nel mio percorso fotografico do importanza alle singole immagini, quindi al prodotto in quanto parte integrante di un cammino... |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:16
Caro FPiegnae... Perfetta estensione del ragionamento, e quanto mai affascinante. La fotografia (finita) come pezzo, a sua volta, del percorso più ampio dell'umano fotografante. E cioè essa stessa mezzo, a tutti gli effetti. In fondo è ovvio, ma interessante è metterlo a fuoco Ciao F |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:19
Secondo me il mezzo conta per metà, al 50% Per contare al 100% di mezzi ne occorrono due |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:20
Tre buonissimi contributi... |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:23
“ Secondo me il mezzo conta per metà, al 50% „ Comunque... una buona fetta “ Tre buonissimi contributi... „ Buon segno? |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:40
Ero tutto contento del titolo , prima,("oh finalmente"),come se l'iperbole potesse sottindere poi un significato nemmeno troppo velato e invece... vengo a sapere che il mezzo sarebbe una specie di terra di mezzo,anche una sorta di non detto,o forse tutto quello che sta oltre o dietro le quinte,la cornice o quando cala il sipario. Fin ora leggendo ho sempre saputo che conta il risultato finale,che è necessario portare esempi pratici per non restare nell'assolutismo tipico di alcuni frequentatori e che non hanno ancora capito... Nella terra di mezzo c'erano elfi e nani e un tizio capelluto,ma la principessa ci vedeva male assai,in sintesi,per cui l'orchetto tanto interessante puo' sempre migliorare. In un mondo ipotetico,sarebbe quello chè è bello pensare,ma cio' che appare non è e infatti non è,ma evidentemente piace credere che... ciao |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:45
Caro Caputo, non si può parlare di tutto, tutte le volte, in ogni topic Se l'iperbole che avevi supposto è, per esempio, quella di Flusser, ovvero che il fotografo crede di agire secondo sua volontà mentre altro non fa che rispondere a quello che il progettista ha deciso per lui... Che molti credono di fotografare "a modo loro" e invece aderiscono a questo o quel conformismo... Che è la fotocamera che porta in giro il fotografante e non viceversa... Il tema c'è. Solo, in questo topic, il tema è un altro. E altri topic si possono sempre aprire. |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:48
“ ho preso il mezzo che potevo permettermi, anche se sopra le mie capacità non avrei mai preso un mezzo inferiore solo per risparmiare „ In questo io sono tranquillo: credo che tutti i mezzi usciti negli ultimi 20 anni superano la mia capacità |
user39791 | inviato il 19 Aprile 2019 ore 12:57
Una fotografia non nasce mai dal nulla. Anche una street fatta sotto casa ha un suo percorso. Idem la foto fatta alla morosa seduta sul divano di casa. C'è' sempre un percorso che ci porta a fotografare e questo percorso è spesso la parte più interessatante della fotografia, come può essere importante anche ciò che accade dopo avere fatto una fotografia. Credo che fotografare, se lo facciamo mettendoci la "nostra anima", ci permette di vivere con più coinvolgimento tutto ciò che ci circonda. |
| inviato il 19 Aprile 2019 ore 13:15
“ Credo che fotografare, se lo facciamo mettendoci la "nostra anima", ci permette di vivere con più coinvolgimento tutto ciò che ci circonda. „ Concordo. Lasciami dire che quindi si tratta di un percorso in parte "pericoloso". Perché se "metterci l'anima" significa superare un atteggiamento superficiale nel confronto con il mondo, questo ci può condurre anche verso scoperte impreviste dentro di noi. Questo mi ricorda che fondamentalmente faccio foto per me stesso e non per gli altri. E che nelle mie foto si vedono pezzi di mondo materiale che rappresentano proiezioni di cose che vengono dal mio personale profondo. La foto è uno specchio per il fotografo? Per carità, è solo la mia visione personale della questione... Ma fa sempre parte del "percorso". |
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